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Autore: itsrigel    02/12/2013    2 recensioni
Anya non si era mai domandata per quale motivo lei e il padre non facevano che fuggire da un luogo all'altro. Non si era mai chiesta perché quasi ogni mese cambiava città, non aveva mai domandato da cosa il padre era tanto spaventato e da cosa - o da chi - cercasse di proteggerla. Fino al giorno del suo ottavo compleanno, quando una tragedia la separò definitivamente dal suo passato, rendendola un'Assassina.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il sangue dell'oceano'
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Anno dopo anno


  Passò un mese. Iniziai a provare per Shin un forte sentimento. Ma non era amore, lo sapevo. Era diverso, aveva un sapore differente. Ormai era mio fratello, e non riuscivo a vivere senza di lui.
  Due, tre mesi. Tra me e Hyo nacque un legame fortissimo. Ora avevo due fratelli.
  Sei, sette mesi. Non c'erano tracce della Gilda. Forse sarei riuscita a vivere, finalmente. Iniziai a sorridere più spesso, e tornai ad essere la ragazzina spensierata di un tempo.
  Un anno. Era già passato un anno da quando mi ero trasferita a Salazar quando mi accorsi che quello che provavo per Hyo non era un semplice legame di amore tra fratelli. No.
  Ero innamorata di lui. Follemente innamorata.
  Tutto mi ricordava i suoi occhi scuri, i suoi riccioli dorati, il suo sorriso dolce. Come era ovvio accadesse, tutti se ne accorsero. Tranne lui, giustamente. Però sembrava provasse un gusto nascosto nel vedermi in imbarazzo. Ogni occasione era buona per sussurrarmi qualcosa all'orecchio, oppure per abbracciarmi o comunque farmi arrossire.
  E poi come si divertiva quando mi vedeva con le guancie arrossate. Dopo aver ripetuto la frase ormai di copione scoppiava a ridere.
  E anche quel giorno fece così.
  Quella volta riuscì a farmi arrossire con un bacio sulla guancia. Il motivo? Non c'era. Era semplicemente arrivato da me e mi aveva baciato su una guancia davanti ai suoi amici. Poi mi aveva guardato in faccia ed aveva sorriso.
  - Che fai, arrossisci?
  E, come previsto, era scoppiato a ridere, insieme a tutta la bella combriccola. Io mi ero girata, infastidita, e avevo nascosto il viso tra le mani.
  - Non c'è niente da ridere, idiota. Smettila.
  Lui aveva alzato le mani, come in segno di resa, e mi aveva sorriso. - Va bene, ma non ti arrabbiare.
  Io mi ero sforzata di sorridere mentre mi scompigliava affettuosamente i capelli. In quella giornata la scena si era ripetuta per due o tre volte.
  Eppure lui non lo capiva. Sembrava così stupido mentre negava ogni sorta di legame affettuoso tra noi due, mentre io ero seduta in un angolino ad arrossire e balbettare. Più andava avanti più lo odiavo. E più lo odiavo, più sentivo di amarlo profondamente.
  Passò un altro anno, e un altro ancora. E ancora quel fastidioso sentimento non se ne andava. Anzi, sembrava aumentare, giorno dopo giorno. Eppure ero solo una ragazzina di dodici anni.
  Inizialmente non volevo abituarmici. Avevo un brutto presentimento sul mio futuro. Sapevo che quella era solo la tregua prima della tempesta, solo un bel sogno prima di risvegliarmi e trovarmi di nuovo come un coniglio nella trappola della Gilda. Più volte pensai di fuggire e nascondermi in un'altra Terra, ma ogni volta che provavo a mettere in atto il mio piano c'era sempre qualcuno di mezzo ed io dovevo annullare tutto.
  Poi venne quel giorno.
  Stavo girando da sola per le stradine affollate di Salazar quando lo vidi. Un Assassino. Il mio cuore smise di battere. Iniziai a correre verso casa, con il cuore in gola e sul punto di scoppiare in lacrime. Tentai in ogni modo di convincermi che loro non erano lì per me, o che quel che avevo visto in realtà non era mai esistito, ma senza successo.
  Davanti alla casa trovai Shin. Per poco non lo investii. Lui mi bloccò per le spalle e mi fissò per qualche secondo intensamente negli occhi. Probabilmente in quel momento avevo la stessa espressione di chi aveva appena visto la morte in faccia. Ed ero ad un passo dal collasso.
  - Che hai? - Shin stava iniziando a preoccuparsi. Senza parlare lo presi per una mano e lo tirai dentro casa. Fortunatamente non c'era nessuno. Corsi in camera mia, e chiusi tutte le finestre.
  - Dannazione, Anya, mi vuoi spiegare cosa c'è?
  Stavo per andare a chiudere l'ultima finestra quando lui mi bloccò per un braccio e pronunciò questa frase. Ora l'unico passo che mi separava dalla follia si era dimezzato. Rimasi immobile a fissarlo, con gli occhi e la bocca spalancati. Sentii gli occhi pizzicarmi. Lui continuava a parlarmi, ma io non capivo più nulla. Molto probabilmente stava iniziando ad urlare quando caddi in ginocchio e cominciai a singhiozzare.
  - Loro... sono venuti qui per me... stavano lì, li ho visti...
  - Hai visto chi? Anya, mi stai spaventando, spiegati!
  Strinsi le braccia sui miei fianchi e lasciai cadere la testa sul petto di Shin. - Gli Assassini... mi hanno trovata... mi porteranno via...
  Non riuscii a rispondere alle altre domande che Shin mi pose, bloccata dal sapore salato delle lacrime. Dopo un po' lui mi abbracciò, e rimanemmo in quella posizione fino a quando non mi fui calmata ed ebbi finito di spiegare tutto a Shin. Compresi i due assassini che avevo commesso dopo lo sterminio del villaggio. Lui cercò di non mostrarsi spaventato, ma potevo riuscire a sentire perfettamente il suo cuore battere all'impazzata contro la gabbia toracica.
  - Ti prego, non dire nulla a Hyo.
  - Certamente - mi baciò delicatamente sulla testa e iniziò ad accarezzarmi i capelli. - Non dirò nulla ad Hyo.
  Dopo quel giorno cambiò tutto. Non cercai più di nascondere quello che provavo nei confronti di Hyo, né a me né al resto del mondo. Perché avevo capito che quel che avevo mi poteva esser strappato via in ogni singolo momento, e che dovevo goderne anche la più minuscola parte.
  Fortunatamente la Gilda non era a Salazar per me: pochi giorni dopo ci arrivò la notizia che un conte, apertamente contrario a Dohor al contrario di Avar -era questo il nome del padre di Hyo-, era stato ucciso. Quando lo seppi non riuscii a trattenere una risatina.
  Passarono altri giorni, altre settimane, altri mesi. Nessuno avvistò più la Setta nei paraggi, ed io ripresi la vita di sempre, tra guancie arrossate e risate con gli amici.

.:: Angolo di Anya ::.
Ciao babbani, qui è Anya che vi parla.
Come ben sapete, Chiara mi odia a morte (Chiara è l'autrice, ovviamente). E poi va in giro a dire che sono il suo OC preferito. Tsk, è una babbana pure lei.
Fa sembrare Hyo un signorino peggio di Alois Trancy, e Shin un ragazzino che non la smette mai di ridere. LORO NON SONO CO
, DANNAZIONE. Questa qua non è proprio bona a scrive. Fa pena.
Visto che quella drogata-sadica-pervertita della mia... come dovrei chiamarla? Vabbé, Chiara sta arrivando vi lascio. Ah, quella lassù è mia nonna quando aveva la mia età.
Cià.



.:: Angolo dell'autrice che ha in mente un piano sadico per farla pagare ad Anya ::.
Salve ragazzi :3
Come avete potuto vedere ai miei personaggi piace sfidarmi... Io a quella lì la uccido, un giorno di questi. O forse è meglio farla soffrire lentamente... Se, questa mi piace. MUAHAHHAHHAHA!
Comunque, passando alla mia parte leggermente meno sadica, spero vi sia piaciuta sia l'immagine di Juliet che il capitolo :)
E ora 30 punti a Tassorosso perché sono riuscita a pubblicare questo capitolo a tempo record E PER DIMOSTRARE AD ANYA CHE NON SONO UNA BABBANA MA UNA PUROSANGUE FIERA u_u

Alla prossima!
//Vì\\
   
 
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