Buona lettura,
ci vediamo al fondo.
CAPITOLO
22 – Peace
Il
ritorno a Londra, fu a dir poco drammatico.
Anche
se continuavo caparbiamente
ad affermare, sia a
Felix che a Rose, che
andava tutto bene, in verità stavo malissimo. Forse, peggio
di quando ero
partita.
Non
volevo farli preoccupare più del dovuto.
Avevo
sbagliato e dovevo pagare, non c’era Santo che teneva.
Ma,
come ogni persona che sbaglia, pagando a caro prezzo, avevo cercato il
più
possibile di riprendere tra le mani la mia vita e mi ero data una bella
svegliata.
Felix,
lo definitiva più che altro, - un calcio nelle regali
chiappe -.
Nelle
due settimane delle vacanze di primavera, mi ero completamente dedicata
a
mettermi in pari con il programma universitario e a migliorare al
meglio delle
mie possibilità il progetto che Rebecca mi aveva bocciato,
senza tante
cerimonie.
Ci
tenevo troppo a quel lavoro, volevo rimediare a tutti i costi.
Forse
la cosa più importante che avevo fatto, a seguito del mio
ritorno a Londra, era
stato scrivere ad Edward.
Ovviamente
non mi aveva risposto e non mi aspettavo che lo facesse tanto presto.
La
cosa importante, per il mio cuore e per la mia coscienza, era averci
provato.
Londra
ore 20:50 (Bella):
Sono arrivata a
Londra sana e salva.
So,
che arrivo tanto, troppo in ritardo, ma voglio scriverti lo stesso per
poter
affidare a questo messaggio ciò che, ingiustamente, non ti
ho detto né prima a
Londra e né dopo, a New York.
Mi
dispiace. Mi dispiace tantissimo. Sono stata una persona orribile che
ha fatto
soffrire, probabilmente, la persona a cui tiene di più al
mondo.
Vorrei
spiegarti ciò che mi passa nella mente, vorrei raccontarti
di tutti i casini in
cui sono stata tirata in mezzo oppure in cui mi ci sono messa, di mia
spontanea
volontà, ma non sono cose da raccontare qui e ora. Il mio
aprirmi non cambierà la
situazione. Tu sei arrabbiato e hai tutte le ragioni del mondo.
In
quel momento pensavo che fosse la cosa migliore da fare.
Non
l’ho fatto prima, ma te lo dico ora: Aspettami.
Ti
prego, Ed, aspettami. Io, come te, credo nel patto che abbiamo
stipulato, non
cambierei di una virgola le parole che ti ho detto. Io ti amo.
Devo
solo trovare più fiducia in me stessa e nelle persone a cui
voglio bene, perché
non posso continuare a stare vicina al fuoco e aver paura di bruciarmi.
Aspettami.
Ti amo.
Tua,
Bells.
♠♠♠
Stavo
facendo merenda con latte e cereali,
fissando insistentemente il cellulare, quando Jacob, tornato la sera
prima da
Seattle, entrò in cucina.
Ci
scambiammo uno sguardo: io imbarazzato, lui
imperturbabile.
Per
quanto tempo ancora ce l’avrebbe avuta con
me?
Non
aveva ancora capito che stavo solo ed
esclusivamente cercando di proteggerlo?
Si
appoggiò al piano della cucina,
sgranocchiando qualche cereale, preso dal pacchetto aperto, davanti a
me.
“Non
ti ha ancora risposto?”
Scossi
la testa.
Quella
traditrice di Rose gli aveva raccontato
tutto.
Il
silenzio, fu sovrano per qualche istante,
fino a quando lui riprese a parlare.
“Rose
mi ha detto che vi siete divertiti a New
York..”
Si,
era stato veramente bello, non contando
l’ultimo giorno.
“Già.
E tu a Seattle?”
“Tutto
bene. I miei genitori ti salutano.”
Accennai
un sorriso, prima di riportare la mia
attenzione sul legno del tavolo.
Non
sapevo neanche che dire, forse dovevo
iniziare con delle scuse..
Stavo
per partire con IL discorso, dopo aver
preso un po’ di coraggio, ma non riuscii a proferire alcuna
parola, perché Jack
mi anticipò.
“Mi
dispiace. Sono stato troppo duro con te in
questo periodo. Tu stavi solo cercando di non farmi star male,
proteggendomi.”
Lo
guardai, presa in contropiede dalle sue parole.
“Avevi
ragione su tutto: su Nessie e su
Dimitri.. Io non avrei dovuto tirar fuori Edward, so che forse sono io,
insieme
alle mie stupide parole, la ragione per cui hai litigato con lui.. Ho
usato una
tua debolezza ed è stato un gesto molto brutto. Ti prego di
perdonarmi, Bella.”
Si
avvicinò, sedendosi sulla sedia vicino alla
mia, per poi prendere le mie mani tra le sue affettuosamente.
Valutai
per pochi istanti la situazione, prima
di buttarmi di getto tra le sue braccia.
“Mi
sei mancata Bella..”
Lo
strinsi ancora più forte.
“Anche
tu mi sei mancato, biscottino.”
“Quindi
Vanessa e Roman si sono lasciati. Lo sapevo
che non sarebbero durati. Credo che lei sia ancora un po’
innamorata di te…”
Jack
scosse la testa sconsolato.
“Anche
se fosse, non ho intenzione di stare
dietro ai suoi giochetti!”
“Ti
ha già ricontattato?” chiesi, stupita
dell’intraprendenza di quella ragazza.
“No.
Ora esce con Marcell.”
Beh,
giusto. Via uno, avanti l’altro.
“Li
hai visti?”
Diniegò
con il capo, aggiungendo: “me lo ha
detto Garrett. Tra l’altro, ora che mi ricordo.. mi ha
chiesto di te. e’ un po’
che non vi sentite, o sbaglio?”
“No,
non ti sbagli.”
“Ti
da fastidio che lui stia con Jane?”
Sorrisi.
“Assolutamente
no! Semplicemente volevo un po’
staccarmi e lasciarlo vivere in pace. Credo che in fondo sia ancora un
po’
preso da me.”
Annuì
sorridendo.
Ero
così contenta che io e Jacob finalmente
eravamo riusciti a chiarire, che non resistetti dal rivelarglielo.
“Sono
così felice di aver fatto pace con te. Non
sai quante volte mi sono immaginata la tua faccia..”
sospirai, “tu sei molto,
molto importante per me e ti prometto
che non ti nasconderò più
nulla!!”
Mi
abbracciò nuovamente, sussurrandomi che anche
per lui io ero importante.
Una
constatazione che mi riscaldò il cuore.
“Ma
guardali! Il bisbetico è tornato
alla luce! Era ora!”
Ci
girammo contemporaneamente verso Felix, che
ci osservava con un sorriso furbo sulle labbra, appoggiato allo stipite
della
porta.
“Mi
hai dato del bisbetico? Ti ricordo che prima
di essere di Rosalie e Bella, questo appartamento, appartiene a
me!”
Alzai
gli occhi al cielo.
Davvero
si mettevano a litigare?
Per
fortuna, Felix non si fece prendere dalla
provocazione di Jack.
“Bando
alle ciance! Come diceva il buon,
vecchio, Paperon de’ Paperoni. Ho una news sorprendente da
darvi, soprattutto a
te, Jack, che sei entrato ufficialmente a far parte nel club dei
buoni.”
“Allora..
Com’è andata l’ecografia?”
chiesi
subito curiosa.
“Alt
fermi! Che ecografia?”
“La
mia. Sono incinta Jack.”
Guardai
male Felix, preoccupandomi di chiarire
subito a Jack la situazione.
“Oggi
l’arpia- Chelsie aveva l’ecografia e per
la prima volta l’accompagnava anche Dimitri.”
“E
come ha fatto a vederla, lui?” chiese
ingenuamente Jack, indicando con la mano Felix, che nel mentre si era
versato
un bicchiere di latte.
“Ma
per chi mi hai preso, scusa? Mica sono
entrato dal ginecologo con i due sposini. Ovviamente mi sono appostato
fuori.”
“Lasciando
da parte per un attimo il tuo istinto
da stalker, quale sarebbe questa news sorprendente?
L’ecografia è durata dieci
minuti in più rispetto a quanto previsto?”
“No.
L’ecografia è andata proprio come NOI
avevamo previsto.”
Jacob
guardò sia me che Felix non capendo dove
volevamo andare a parare.
Presi
la parola, cercando di spiegare la
situazioni nel migliore dei modi.
“Che
reazione pensi che abbia avuto Dimitri,
quando ha scoperto a che mese è Chelsie? In
verità lui non sarebbe dovuto
andare, perché altrimenti l’arpia come avrebbe
potuto continuare la sua messa
in scena? I suoi piani però sono andati a farsi un giro e
così ora si può
definire fregata.”
“Oh.”
Sussurrò, per poi aggiungere affrettato:
“E che reazione ha avuto Dima?”
“E’
uscito prima di lei, molto, molto incazzato.
Ora, a noi non l’ammetterebbe mai, ma credo che stia
iniziando a capire che
Chelsie-arpia lo sta fregando. E alla grande.”
Ci
fu qualche attimo di silenzio.
Ognuno
di noi aveva la mente da qualche parte.
“Che
cosa intendete fare?”
“Io
e Bellina tra dieci minuti usciamo e andiamo
a lavorare da Joe al bar. Tu studia, gioca alla play o chatta con
qualche bella
ragazza e poi raggiungici con Rosellina là. Sbaglio o
abbiamo da festeggiare la
pace?”
Sorrisi
a Felix.
Una
serata di nuovo tutti insieme sarebbe stata
perfetta, anche se la mancanza di Dimitri si sarebbe sentita.
“Al
bar? Da quando avete riniziato a lavorare?”
“Da
ieri. Solo qualche ora..” risposi evasiva.
“Avete
bisogno di soldi? Sapete che potete
chiedere senza..”
“Non
sono per noi, Jack!” chiarì subito il mio
migliore amico.
I
due ragazzi si guardarono per un attimo negli
occhi, fino a quando la consapevolezza non si fece strada nella mente
di Jacob.
“State
risparmiando soldi per il bambino di
Dima!”
Si.
Noi
stavamo raccogliendo fino all’ultimo
centesimo che riuscivamo a guadagnare, perché quando Chelsie
avrebbe
abbandonato Dimitri
a se stesso,
probabilmente con un neonato, sarebbero stati cavoli amari.
♠♠♠
Perché
tutte le volte che pensavo ad Edward mi
si apriva un buco nello stomaco?
Mi
mancava. In ogni momento, mi mancava. Non
andava ad ondate, era un dolore continuo. Lui mi mancava sempre.
Io
lo amavo, e su questo non avevo dubbi.
Ma
allora perché non riuscivo a sentirmelo dire
direttamente da lui?
Perché
non riuscivo a non pensare a questa paura
assassina di rimanere fregata, proprio come Dimitri?
Perché
avevo paura.
Paura?
Ma di cosa?
Il
problema era che non riuscivo a trovare delle
risposte valide e plausibili.
Il
problema del problema era che la risposta
alla mie domande, era lì. Proprio davanti ai miei occhi, ma
io no ero
abbastanza furba da “guardarla”.
La
FIDUCIA.
Che
fregatura.
FUORI ONDA EDWARD
“Come
sta Emmett?”
“Rose
mi ha detto che se la cava.. Purtroppo di
più non posso dirti.”
“E
io non voglio sapere. Se vuole me lo dirà lei
quando se la sentirà.”
Sentii
mio fratello dall’altro lato del
cellulare, sospirare. Beato lui che di lì a qualche ora
avrebbe preso un aereo
per Londra.
“Spiegami
una cosa: perché non le hai risposto
al messaggio che ti ha inviato?”
Sorrisi,
era proprio da lui, cadere su certe
cose.
“Perché
mi ha chiesto di aspettarla. E io ho
tutte le intenzioni di farlo, ma questo non significa che non sia
ancora un po’
arrabbiato con lei. A volte la vita separa due persone solo
perché capiscano
quanto l’una sia importante per l’altra. E credo
che sia proprio il caso mio e
di Bella.. lei ha bisogno di starsene un po’ da sola e
trovare la giusta
fiducia in me.”
“Certo
che se non sapessi che fai medicina, ti
potrei prendere per un filosofo.”
Scoppiai
a ridere.
“Beh
fratello.. ti saluto, hanno appena chiamato
il mio volo.”
“Ok,
Em. Scrivimi quando sei arrivato e..”
pensai un attimo se dirgli o meno ciò che mi passava per la
testa.
“Controlla
che stia bene e cerca di farla
sorridere..”
“Sarà
fatto Edward. Ciao, a presto.”
Lo
salutai ancora una volta, prima di staccare
la chiamata.
Lo
invidiavo tantissimo.
Avrei
dato qualunque cosa al suo posto per poter
accertarmi sulla salute di Bella. A New York, per quel poco in cui
l’avevo
vista, mi ero accorto che era dimagrita parecchio rispetto al primo
dell’anno e
i suoi occhi erano spenti e tristi.
Inutile
mentire sul fatto che ero dannatamente
preoccupato.
“Edward?
Ci sei? Dobbiamo andare a lezione!”
Sospirai
frustrato, prima di seguire Seth fuori
dalla porta del nostro appartamento.
Eccoci giunti alla fine di questo capitolo.
Purtroppo è uno di quei capitoli che giudico "di passaggio" e per quanto può essere corto e noioso, dovevo assolutamente aggiungerlo.
Altrimenti la storia non può andare avanti.
Devo, inoltre chiedere scusa a tutte voi, se in questo periodo sono piuttosto assente e saltuaria, sia nell'aggiungere capitoli alle mie storie, che nel rispondere alle vostre preziose recensioni.
Non voglio tediarvi con tutte le mille e più cose che ho da fare, ma posso solo dirvi che le idee ci sono. Anche i capitoli, a dire il vero, perchè con gli orari assurdi che ho all'università, tra un viaggio e l'altro scrivo sul mio piccolo quadernetto. L'unico problema, se così si vuol chiamare.. è trascrivere i capitoli dalla carta al digitale.
Oggi è il primo giorno, dopo quasi una settimana in cui accendo il pc. Direte assurdo, ma è proprio così.
Che cosa vi aspettate ora dalla storia? Ipoteticamente.. come vedreste una piccola parentesi amorosa tra Bella e Felix?
Emmett sta arrivando. Non è fantastico? Ne vedrete sicuramente delle belle!
Vi saluto, abbracciandovi virtualmente. E spero con tutta me stessa di non aver perso il vostro appoggio.
Anna