Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Wolfass_    03/12/2013    2 recensioni
-Dovresti tornare dentro, fa freddo qui fuori- Fu l'unica cosa che le dissi, prima di alzarmi e porgerle un mano.
Poi, senza che me ne accorgessi, lei si alzò senza il mio aiuto e, inizialmente titubante, mi abbracciò senza stringere troppo.
Fu un gesto inaspettato ma decisi comunque di ricambiare la stretta, le posai una mano sui capelli e mi accorsi che era piuttosto bassina.
Aveva posato la testa sul mio petto involontariamente, era lì che mi arrivava, proprio dove batteva il cuore.
-
Un’altra lacrima solcò silenziosa la mia guancia e lui, prontamente, allungò la mano per asciugarla.
Il contatto con la sua mano calda contro la mia pelle fredda e bagnata mi fece rabbrividire appena, forse perché quel gesto fu del tutto inaspettato ma comunque piacevole e rassicurante.
 
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell’autore:
Hey, si sono ancora viva! Scusate per il ritardo ma il mio computer era deceduto..
Comunque visto che questo sarà un capitolo piuttosto triste ne ho già pronto un altro, il prossimo, molto più comico e leggero, ditemi quando lo volete e lo posto
Come promesso questo è il primo Sam’s pov.
Spero sia di vostro gradimento, buona lettura..
 
 Runnin

Sam’s pov.

Erano passati due, forse tre giorni da quella maledettissima sera.
Bobby era stato colpito con un proiettile da Dick Roman, che sembrava aver proprio una mira infallibile.
Inizialmente nessuno si accorse di nulla, quando però realizzammo quello che era successo il panico ci accolse a braccia aperte.
Continuavamo a gridare il suo nome ma niente, nessuna risposta, nessun segno di vita.
Scostai Shirley e passai al sedile posteriore, dovevo verificare quanto realmente le condizioni di Bobby fossero gravi e sembrava proprio che lui stesse camminando su una sottile linea tra la vita e la morte.
Dean accelerava ma continua ad urlare, Shirley era sul punto di scoppiare a piangere per l’esasperazione ed io cercavo di mantenere la calma, naturalmente non ci riuscì.
Poi mi accorsi che c’èra ancora polso, anche se i battiti del cuore erano irregolari e rallentati c’èra ancora una speranza.
Quando arrivammo all’Hammonton Regional Hospital i Dottori correvano da una parte all’altra scansandoci bruscamente e gridando “Ferita da arma da fuoco sul lobo frontale destro. Nessun foro d’uscita”
Bobby venne trasportato su una barella nel reparto di rianimazione, mentre noi non potevamo fare altro che guardare la scena da lontano, immobili.
Continuavamo a guardarci intorno, non potevamo fare nulla.
Poi un infermiera si avvicinò e tirò le tendine, non riuscivamo più a vedere cosa stesse realmente succedendo.
“Lo stiamo perdendo” Disse una voce maschile con immensa serenità. 
Guardai Dean, respirava a fatica, il corpo rigido e lo sguardo fisso davanti a sé.
-E’ stabile per il momento -  Il Dottore uscì dalla sala rianimazione e ci raggiunse – Non ci resta che aspettare..-
Mi appoggiai al muro e incrociai lo sguardo di Dean, se solo non fosse stato tanto orgoglioso e testardo sarebbe scoppiato a piangere.
Un po’ come stava facendo Shirley, più lontana da noi teneva la mano davanti alla bocca per trattenere i singhiozzi e le lacrime erano riuscite a bagnare persino la maglietta.
Come se non bastasse un altro uomo piuttosto basso e paffuto chiese a Dean cosa volevamo fare sulla donazione degli organi, più infuriato che mai diede un pugno alla porta, crepando la lastra di vetro e macchiandola di sangue.
Intimò all’uomo di andarsene il più velocemente possibile e uscì dall’Ospedale.
Ad aspettarlo fuori c’èra proprio Dick Roman nella sua limousine nera.
Dean iniziò a urlargli contro mente lui al contrario manteneva la calma e sorrideva ai passanti che si fermavano per riprendere la scena con il cellulare.
Poi dopo essersi sfogato rientrò raggiungendo sia me che Shirley, poggiata al termosifone nel tentativo di riscaldarsi.
Bobby aveva ripreso a respirare senza l’aiuto del tubo e l’edema sembrava essere diminuito, la pallottola però non si poteva ancora estrarre.
L’unica opzione per rimuoverla era asportare il tessuto celebrale danneggiato.
Quando dissi a Dean che con ogni probabilità Bobby sarebbe morto lui iniziò a negare e a dire che non gli sarebbe successo nulla, che si sarebbe ripreso.
Poi chiuse la conversazione e mi diede le spalle per andarsene.
Guardai Shirley e mi chiese se poteva provare a parlarci, era una delle ragazze più educate che avessi mai conosciuto, chiedeva il permesso per fare qualsiasi cosa.
Quando anche lei sparì dalla stessa porta di Dean, mi lasciai cadere su una sedia spingendo sulla ferita ormai chiusa della mano.
Stavo male anche io, ma sembrava che nessuno riuscisse a notarlo davvero.
 
Flashback
 
Dean’s pov.
 
Non volevo credere che Bobby stesse per lasciarci, non poteva morire..non così almeno.
Mi allontanai da Sam per qualche minuto, dovevo riprendere il controllo e rimettere apposto i pezzi.
Quella volta però da solo non ci sarei riuscito, non ero abbastanza forte..
Sentì dei passi avvicinarsi e prima che mi potessi girare aspettai di sentire qualsiasi tipo di contatto.
Era Shirley, riconobbi il suo tocco delicato e a tratti incerto.
Posò una mano sulla spalla e si posiziono davanti a me, gli occhi lucidi e cerchiati lievemente di rosso per la stanchezza, i granelli del mascara che le era colato si erano posati sulle guance arrossate per via del freddo.
-So che sei forte, me lo hai dimostrato qualche giorno fa quando stavo cadendo a pezzi e mi hai aiutato a rialzarmi. Se succedesse a te, Dean, sarò io a ricordarti quanto tu valga e che qualsiasi cosa accada io ci sarò- 
Si alzò in punta dei piedi e mi baciò dolce su una guancia, mi guardò un ultima volta e sfiorandomi la spalla con la sua tornò da Sam.
Avrei voluto ringraziarla, abbracciarla ma non ero io, non lo sarei mai stato.   
 
Fine flashback
 
Finalmente Bobby si riprese, aprì gli occhi e si staccò la mascherina dell’ossigeno.
Afferrò la mia mano e vi scrisse sopra una serie di numeri con un pennarello nero.
-Idioti..- Soffiò, poi chiuse gli occhi e il suo cuore smise di battere.
Non c’èra più nulla da fare, Bobby era morto lasciandosi dietro una serie di ricordi, momenti e immagini che mai e poi mai avremmo dimenticato.
Era stato come un padre, un amico e un compagno d’avventura.
Il vecchio brontolo se ne era andato, ma non ci aveva abbandonato..lui non lo avrebbe mai fatto.
Coeur d’Alene (Idaho) 
 
Jill Motel, stanza 113
 
I giorno passarono ma nessuno in casa si abituò alla non presenza di Bobby.
Quando tornammo a casa e raccontammo dell’accaduto a Vex e Alanis, la biondina iniziò a piangere e fu colpita violentemente da uno dei suoi peggiori attacchi isterici.
-Se solo qualcuno mi insegnasse come difendermi, attaccare e usare i miei poteri, avrei potuto uccidere qualsiasi cosa ci minacciasse. Invece sono solo un burattino che non fa altro che piangere, grazie Alanis, sei davvero un tutor fantastico!-  Urlava Vex, chiudendosi nel bagno e sprofondando nella depressione più totale.
Dea e Shirley avevano optato per un religioso silenzio, entrambi senza parole e con lo sguardo perso nel vuoto.
Alanis non rispose alla provocazione della più piccola, si limitò a guardarmi e per la prima volta accennò un sorriso malinconico.
Il giorno seguente la stanza del Motel sembrava invasa da cinque zombie, giravamo senza una meta ben precisa, senza sapere cosa fare.
Come se tutto il peso che mi ritrovavo sulle spalle non gravava già abbastanza, le allucinazione erano tornate e Lucifero sembrava non darmi tregua.
Ogni volta che mi giravo lui mi affiancava con le sue solite battutine ironiche e quasi sempre senza un vero e proprio significato, mirava solo a farmi impazzire.
Per mascherare tutto il mio disagio, trovai un nuovo caso in cui io e Dean ci buttammo a capofitto, Alanis e Shirley invece stavano passando parecchio tempo da sole per rintracciare il Serafino che aveva cercato di farla fuori.
Se aveva attaccato la prima volta, non si sarebbe fatto scrupoli a ritornare con l’intento di uccidere e sinceramente nessuno in casa voleva ancora altre morti, figuriamoci quella di Shirley.
Il caso in cui io e Dean eravamo impegnati riguardava Jeffrey, un ragazzo che quattro anni prima aveva esorcizzato nel tentativo di scoprire come trovare Lilith.
Sembrava che il Demone fosse tornato trascinando con se nuovi omicidi simili a quelli precedenti ed era compito nostro fermarlo.
In realtà Jeffrey stavo solo fingendo di essere una vittima, in realtà era uno psicopatico che sapeva recitare la parte dell’innocente molto bene.
Dean lo uccise colpendolo con due pallottole nel cuore ma nonostante tutto la sua coscienza era pulita e quando tornammo al Motel il suo unico pensiero era riposare.
Quella sera però le mie allucinazione peggiorarono, stavo impazzendo e non riuscivo più a mandar via Lucifero semplicemente toccandomi il palmo della mano.
Uscì dalla stanza del Motel, mi avvicinai all’Impala di Dean e posai entrambe le mani sul cofano, buttando la testa in avanti e facendo sì che i miei capelli mi ricoprissero il viso.
Nella mia testa le immagini del Inferno ritornarono vivide e più spaventose che mai, vedevo le fiamme avvolgermi, bruciarmi e infine scomparire.
Chiusi gli occhi, sentì un familiare rumore di tacchi alti risuonare sull’asfalto bagnato per via della pioggia che aveva smesso di cadere qualche minuto prima.
- Parlami, Sam..- Disse Alanis posando entrambe le mani sulle mie spalle, si fece spazio tra me e l’Impala e mi si piazzò davanti - Potrai fingere falsi sorrisi con tuo fratello ma non con me, sono abbastanza vecchia da percepire il dolore umano come fosse niente -
Abbassai lo sguardo per nascondere la lucidità che li aveva pervasi.
-Le allucinazioni, sono tornate..- Una lacrima silenziosa mi solcò prepotentemente una guancia.
La mano fredda e morbida di Alanis sfiorò delicatamente la mia pelle, dopo un attimo di incertezza le sue dita si posarono sulla mia guancia.
- Uscire dall’Inferno non è di certo il migliore dei divertimenti e questo lo sai, vero? Ma io ci sono, se hai bisogno di parlare o di sfogarti ci sono..- Disse, il vento le scompigliava i cappelli rossi e delle piccole gocce di pioggia tornarono a bagnarle il viso.
-Grazie..- Sussurrai, felice che si fosse aperta così tanto nei miei confronti.
Lei mi piaceva, mi piaceva davvero ma mi frenava il pensiero che tutto sarebbe finito ancor prima di cominciare.
Tutte le persone a cui tenevo se ne erano andate, non volevo che anche lei scappasse da me.
In quel momento la vidi avvicinarsi ancora di più e goffamente cingermi il petto in quello che doveva essere una sorta di abbraccio.
-Andrà tutto bene Sam, davvero..-
Ricambiai la stretta, carezzandole piano i capelli.
Quel contatto avrebbe dovuto farmi stare meglio, ma il solo pensiero di averla così vicino ma non poterla avere del tutto mi faceva stare solo peggio.
Quando si staccò sembrava come pentirsi di avermi mostrato tutta quella dolcezza, si portò bruscamente una ciocca di capelli dietro un orecchio e dopo avermi guardato un’ultima volta scomparve nella camera del Motel.
Quando rientrai anche io Dean e Shirley dormivano tranquilli nei loro rispettivi letti, Alanis era accucciata come al solito sulla poltrona e Vex si rigirava furiosamente sul divano.
Quando si accorse della mia presenza mi raggiunse e, con i capelli tutti arruffati e gli occhi mezzi chiusi, disse – Essere un Angelo inesperto fa schifo, ma essere un Angelo inesperto nei panni della cacciatrice è davvero insopportabile!-
Forse quello era il suo modo per dirmi “Buonanotte”.
Si accasciò di nuovo sul divano e, dopo aver sbattuto per l’ennesima volta la testa sul tavolinetto in legno, si riaddormentò.
Io non riuscendo a dormire mi recai in cucina e, sedendomi al tavolo con un bel bicchierone di caffè, iniziai a leggere diversi libri per cercare un modo per strappare Shirley dalle grinfie dei Serafini.
Alanis ci aveva detto che ad aver attaccato la ragazza quella sera fu Isaac, uno dei suoi fratelli Guardiani.
Era forte, astuto e ingannevole, se il Padre gli assegnava un compito lui lo portava a termine sempre e comunque.
Sembrava proprio che il problema “Leviatani” non fosse abbastanza, ora dovevamo combattere anche contro nuove creature Angeliche.
Shirley comunque non doveva farsi sopraffare dalla sua vera natura, non poteva diventare un Angelo a tutti gli effetti perché i Nephilim sono ben peggiori dei Demoni, sono molto più pericolosi.
Dopo ore passate sui libri anche io riuscì ad addormentarmi, anche se fui svegliato poco dopo dai lamenti di Vex che aveva sbattuto furiosamente il mignolo del piede contro la gamba del solito tavolinetto in legno.
- Un giorno di questi giuro che gli do fuoco!- 
 

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Wolfass_