Capitolo III :Una
riunione diversa dall’altre
America non amava andare ai
meeting politici in altro continente che non fosse il suo.
Si sentiva … a disagio.
Anche se gli piaceva molto
Bruxelles, non era una città grande quanto le sue ma aveva un fascino
tipicamente europeo.
Era aggraziata e molto chic: aveva
un qualcosa che ricordava il pragmatismo tedesco e l’eleganza francese
nell’architettura, in effetti quello stile così mescolato creava un’atmosfera
divertente e interessante.
Belgio doveva essere davvero
fiera di ospitare il Parlamento europeo, ovunque era segnalato che Bruxelles
era la base dell’UE, perfino sui cartelli delle strade.
Il parlamento europeo però non era divertente e rilassante come il
resto della città , era una struttura moderna in vetro, bellissima, imponente.
America entrò dalla porta
principale, attraverso un’ immensa porta
di vetro, ed una volta entrato nella
hall dovette fare il check in e gli fu controllato il passaporto.
Gli operatori gli rivolsero degli
sguardi un po’ perplessi e America potete indovinare i loro pensieri: che ci
faceva un americano, che chiaramente non era un turista, lì?
Avrebbe dovuto andare vestito in
“borghese”? Si domandò l’americano.
Inghilterra avrebbe avuto
sicuramente da ridire sul abbigliamento borghese del americano ma era facile
per il primo: l’inglese aveva ,quello che supponeva Alfred fosse, l’eleganza europea.
Ad America le cose eleganti non
stavano bene e non avrebbe mai confessato che a volte la cosa lo scoraggiava.
Passò davanti a uno stand dove c’erano
tutte le bandiere degli Stati membri della unione e si fermò a guardarle: era
sempre strano vedere tutte quelle bandiere diverse insieme … se si contava che
poco meno di un secolo prima, si stavano ancora ammazzando tra di loro.
-Ciao Alfred, come è andato il
volo?-
America si voltò verso la voce
che aveva riconosciuto, Belgio in elegante completo da ufficio lo guardava con
simpatia.
-Ciao, Emma, sei venuta ad
accogliere il grande eroe?- domandò America.
La donna cambiò rapidamente espressione-
In realtà sto facendo gli onori di casa e non credo che tu sappia dove è la
nostra sala riunioni- la ragazza enfatizzò la parola nostra mentre America
tossiva imbarazzato.
-Che faccia sciupata hai! Chi è
lei?- sorrise maliziosa la nazione belga e Alfred sbadigliò involontariamente
non avendo il tempo di coprire la bocca.
-Scusa- disse nuovamente
imbarazzato America- Nessuna lei comunque. Non ho dormito bene per colpa di un
incubo-
-Mi dispiace. In sala abbiamo del
caffè, ovviamente- sorrise dolce la ragazza.
America si sentì più a suo agio
dopo quel sorriso, normalmente, si sentiva un po’ sotto pressione con gli europei: si sentiva come se dovesse
dimostrare sempre qualcosa.
Il che era ridicolo.
Lui era la potenza mondiale, lui
era l’eroe più amato o … no?
Emma gli spiegò rapidamente la
discussione che stavano avendo nella sala per una situazione avvenuta sia in
Africa e in Asia.
Belgio aprì la porta della sala e
America si trovò davanti una stanza poco più grande di un’ aula scolastica con
tanto di sedie con tavolini integrati e la sala sembrava ancora più piccola con
tutti i membri dell’unione europea che stavano
discutendo animatamente, come al solito.
La nazione belga sorrise
imbarazzata- Purtroppo la riunione l’ho dovuta organizzare su due piedi e
questa era l’unica stanza disponibile- spiegò
-Accogliente- tentennò nel dire
America.
Emma indicò all’americano una
sedia non occupata e gli consegnò anche un fascicolo scritto da suo fratello,
Lussemburgo, che da sempre era il dattilografo delle riunioni europee.
America sfogliò il fascicolo per
farsi una idea più precisa della situazione.
A quanto diceva il fascicolo, si
era giunti alla conclusione di dover indagare ma qualcuno aveva espressamente
dichiaratamente che era una perdita di tempo.
E uno di quelli stava parlando
proprio in quel momento.
Italia Romano era un bel giovane
uomo, dalla pelle olivastra e i capelli scuri, si era alzato per parlare e
America si mise ad ascoltare cosa avesse da dire.
America lo conosceva da un bel
po’ ed Italia Romano era tra le persone più ciniche e sarcastiche che avesse
mai conosciuto e furono infatti così le sue parole.
-In questo momento l’Europa non
può permettersi di andare a zonzo a fare i cavaliere erranti per qualche altro
Stato. Siamo nella merda, abbiamo i nostri problemi da risolvere - dichiarò
senza mezzi termini la nazione italiana.
Alfred non era persona che si
arrabbiava facilmente ma era un’ idealista e sentire tanto cinismo era orribile
per lui.
-Non sono d’accordo!- interruppe
l’americano mentre l’italiano lo fulminò con lo sguardo.
Le altre nazione si voltarono ad
ascoltare l’imminente battibecco.
-Dobbiamo sempre curarci degli
affari degli altri. Andrò io a indagare, se voi europei non potete. Dopotutto
sono l’eroe – dichiarò.
Romano lo guardò scioccato e poi
sorrise a denti stretti- Non pensi che l’America abbia rovinato molti Stati con
il suo “curarsi” dei cazzi degli altri? Noi europei ce la siamo cavati sempre
da soli!-
-Ti dimentichi il dopo guerra della seconda guerra mondiale -
disse l’americano duramente.
La nazione italiana alzò un
sopracciglio sarcastico- Ti riferisci al piano Marshall? Un chiaro esempio di
estorsione a lungo termine- replicò asciutto- E poi lo sappiamo, che siamo
stati solo il teatro della tua guerra con Russia per la supremazia.-
America aprì la bocca ma non
riuscì a controbattere, percepì un leggero mormorio d’approvazione.
-Allora, se mi permetti. Che cosa
dobbiamo fare?- l’americano vide Germania prendere la parola e fissare
l’italiano, incredibilmente lo sguardo di quest’ultimo si fece ancora più scuro
e duro.
-Niente, per il momento. Se i rapimenti
sono di tipo politico per scatenare
qualche guerra in Asia o in Africa, non sono affari nostri. Se invece i
rapimenti sono adempiuti proprio nel
minare le nazioni, allora dovremmo pensare al da farsi -
Germania prese un respiro e poi
parlò- Come possiamo scoprirlo se non indaghiamo?- replicò pragmatico.
America pensò seriamente che il
tedesco avesse zittito l’italiano con quella affermazione, ma non fu così.
-Molto bene- iniziò Italia
Romano- Perché non vai tu a indagare? In fin conti sei tra gli stati virtuosi-
il tono dell’italiano si fece ancora più cattivo e continuò con un tono tagliente- Stare un po’
lontano dall’Europa non ti darà problemi. E per la cronaca Veneziano rimane con
me -
L’interessato guardò confuso il fratello e poi protestò- Ma
Lovino … -
-Non mi lasci da solo con quei
coglioni, chiaro - rispose al fratello con tono che non ammetteva repliche e
poi tornò a parlare con Germania
- Allora che ne dici, crucco?-
sfidò Romano l’altra nazione, America percepì chiaramente che non era solo una
tensione personale quella che provava l’italiano per il tedesco: era qualcosa
di più profondo.
- Per me va bene - rispose il
tedesco accentando con lo sguardo la sfida dell’altro.
America era rimasto allibito alla
scena (ma rilassato che non si fossero per lo meno pestati) e si rivolse
direttamente a Romano- Ma come fai essere tanto cinico? Insomma, neghi il tuo
aiuto a un'altra nazione? –
Romano fissò male l’americano- La
mia gente si suicida perché non ha lavoro, quasi tutti sono un passo dalla
povertà e tra poco probabilmente organizzeranno in Klun Klun Clan per cacciare
il nemico in casa. Scusami se penso di avere abbastanza problemi da strafregarmene di qualcun altro.
E sai uno cosa America? Anche tu ti dovresti curare dei tuoi affari visto che
sei rovinato esattamente come in Europa!-
America si sentì colpito
nell’orgoglio.
Una volta l’americano aveva visitato
Roma ed era stato alla Bocca della verità, ovviamente la statua non gli aveva
mangiato la mano ma era sicuro che se l’avesse fatto, sarebbe stato meno
doloroso delle parole che gli stava rivolgendo l’italiano.
-Ora basta- la voce di Belgio risuonò
nella stanza e America la vide con un’espressione furente in volto
- Lovino modera immediatamente i
toni!- ordinò la belga mentre l’italiano incrociava le braccia.
La donna belga rilassò
l’espressione del volto e riprese a parlare più calma- Ricordatevi per che cosa
è stato costruito questo luogo, per discutere pacificamente nonostante le
nostre differenze-
Lovino si scusò e tornò a sedersi al suo posto.
-Qualcuno vuole intervenire
contro o favore della dichiarazioni di Romano?-
chiese la donna guardando i presenti della sala.
Inghilterra alzò la mano e Belgio
gli diede il permesso di parlare.
Inghilterra si alzò e prese la
parola, il suo tono di voce era sicuro come al solito e il modo di parlare
conciso come sempre.
-Se qui passeremo tutto il tempo
a discutere su torti subiti o su chi può lasciar le cose in sospeso in Europa,
non la finiremmo più di discutere. Chi è coperto, come nel mio caso, da altre
persone darà la propria disponibilità a viaggiare, a secondo della propria
coscienza. Non nego che in questo momento l’Europa è in crisi, come ha detto
Romano, e che lasciare il proprio Stato è un’ atto irresponsabile ,però ricordo
che se una nazione non è presente sul proprio territorio porta gravi problemi
alla propria gente. Non sappiamo cosa sia successo a Congo e a Kenya ma sappiamo gli effetti devastanti che
può portare la loro assenza. Concordo con Germania che abbiamo la necessità di
indagare e sono disponibile ad andare in Africa quanto prima - concluse la
nazione inglese mentre America sorrideva, meno male che per una volta erano
d’accordo.
La donna belga invitò a sedersi
l’inglese e guardò le persone davanti a sé, il suo sguardo cambiò in uno di
disapprovazione.
-Olanda,qui dentro non si fuma-
il tono della donna era ridiventato autoritario e Alfred vide il fratello di
quest’ultima spegnere il tabacco della sua pipa e alzare anche lui la mano,
L’olandese rimase comunque con la
pipa in bocca mentre si dichiarava contrario alle ricerche.
-Anche se andassimo a indagare e
scopriremmo qualcosa di strano, vi ricordo che non abbiamo più alcun poteri ufficiali
se non quelli che ci siamo guadagnati noi con le nostre capacità. Siete tutti
partiti con l’idea che Joseph e Tegla siano stati rapiti per la loro natura di
nazione, dietro suggerimento delle parole di Vietnam, se così fosse avremmo un
minimo di potere per intervenire ma se così non fosse, non potremmo fare nulla.
Lasciamo alle nazioni africane le indagini e quando ci saranno abbastanza prove
e informazioni interverremmo-
Aveva senso, il senso pratico di un commerciante ma per
Alfred era solo cinismo.
Però l’americano era incuriosito,
quali erano state le parole di Vietnam? E le cercò nel fascicolo.
Intervenne questa volta Francia,
elegante e splendente come al solito: il ritratto della vanità.
-Caro Olanda, il problema è
proprio quello … le nazioni africane ci hanno chiesto una mano perché sanno che
noi abbiamo più possibilità di ottenere informazioni rispetto a loro!-
America fu rincorato nel sentire
Francia essere d’accordo sull’intervenire e se si considerava che era addirittura d’accordo con Inghilterra, era
qualcosa di miracoloso e decisamente un buon segno. Quando Belgio chiese se
qualcuno volesse intervenire l’americano alzò rapidamente la mano
e altrettanto rapidamente fece uscire dalla sua bocca della parola che
avrebbe dovuto tenere per sé.
- Giusto, perché è il nostro
destino e l'ha detto anche il vecchio!-
La frase senza senso suscitò un
mormorio e America si sentì irrimediabilmente osservato, sapeva che la sala
attendeva una spiegazione più dettagliata. E fu costretto a raccontare tutto.
Partì dalle notti insonne fino a
finire alle parole del vecchio.
-Anche per questo motivo voglio
intervenire.- spiegò Alfred.
Inizialmente America non sentì nessuno parlare
e poi invece scoppiò qualche piccola
risata mal trattenuta.
-Commento interessante America-
commentò Belgio con un tono di voce che l’americano non seppe interpretare.
La maggior parte delle nazioni in
sala lo guardavano come se fosse impazzito, persino Veneziano che era tra le
nazioni più eccentriche, lo guardava stralunato.
Belgio capì la situazione,
l’attenzione era irrimediabilmente calata e chiamò ufficialmente una pausa per
aiutare tutti a riflettere.
La maggior parte delle nazioni
uscì dalla saletta e si imboccarono in una sala adiacente alla prima, dove era
stato preparato un piccolo rinfresco.
Avevano dieci minuti di pausa e
America era vicino al piccolo rinfresco con un bicchiere di carta in mano e con l’aria assorta.
Decisamente quella per lui era
una giornata no, era stanco e la maggior parte dell’Europa pensava che era uno
sciroccato.
Aveva anche letto la teoria di
Vietnam che invece confermava le parole del vecchio. Vietnam aveva dichiarato
che era stata attaccata per la sua natura di nazione e il vecchio aveva detto
che il suo destino riguardava la
sua natura di Terra.
Bevé un sorso dell’acqua e
scacciò i cattivi pensieri pensando che comunque la sua presenza aveva cambiato
la situazione.
Avrebbero agito molto presto, se
non ci fosse stato lui a scuoterli, chissà quanto ci avrebbero messo!
L’americano gettò uno sguardo
sulla sala e vide che si erano formati dei gruppetti i quali stavano discutendo
tra loro.
C’era il gruppetto dei membri
dell’ex- Urss, Lituania, Polonia e Estonia, che stavano discutendo animatamente
con alcuni membri dell’Europa centrale.
Spagna invece stava discutendo
animatamente con Francia mentre i fratelli italiani ,insieme a Malta ,stavano
discutendo con Grecia.
I membri dell’Ue dell’Europa del
nord stavano discutendo con Inghilterra.
America non era così ingenuo da credere che stessero parlando solo
del argomento del giorno.
Doveva essere dura appartenere all’UE,
imparare a capire cosa era il bene della comunità prima degli interessi personali.
Ma se si faceva troppo il volere
dell’UE a svantaggio dei propri cittadini si rischiava fermentare l’odio per
l’unione.
America conosceva bene quella
situazione, perché era uno Stato federale e non era per niente facile gestire
diverse mentalità e pensieri.
L’americano era così distratto
dai suoi pensieri da non accorgersi che si era avvicinato Germania al
rinfresco.
America l’osservò
sott’occhio e vide il tedesco compiere
dei movimenti insolitamente lenti, come se stesse cercando di perdere tempo.
Notò anche che lo teneva a una
certa distanza come al solito: anche negli incontri del G8 difficilmente i due si erano mai trovati vicini.
Germania si era appoggiato al
muro vicino al distributore e continuava con la sua ostinata lentezza a
compiere i suoi gesti.
America lo guardò interrogativo e
percependo che il tedesco volesse proprio parlare con lui, decise di fare la prima mossa
-Come mai non c’è Prussia?-
domandò e vide il tedesco voltarsi verso di lui per rispondere pronto.
Decisamente voleva parlare con
l’americano.
- Prussia non c’è quasi mai alle
riunioni internazionali. Ufficialmente non è più una nazione ma si occupa della
politica interna della Germania- rispose il tedesco.
La spiegazione lasciò America
leggermente stupito, sinceramente si aspettava che Prussia passasse tutto il
suo tempo … a non fare nulla o a vivere una vita normale.
America cercò di immaginarselo
con il completo da ufficio mentre
parlava con il Cancelliere ma gli risultava difficile.
-Ammetto che pensarlo come un
civile, possa essere un po’ difficile- confermò Ludwig- Ha passato maggior
parte della sua esistenza sui campi di battaglia ma è molto bravo, anche se
parla alla sua segretaria come se fosse una recluta-
Dal piccolo sorriso che fece il
tedesco, America capì che voleva fare una battuta e si finse divertito.
Germania si avvicinò ad America e
posò il bicchiere sul tavolo del rinfresco.
-E’ uno dei motivi perché ho
deciso di andare in prima persona a indagare. Gilbert è in grado di gestirsi da
solo la situazione a casa-
America annuì mentre il tedesco
parlò nuovamente- Quindi, lo so che pronunciato da me può sembrare strano ma
considerami tuo alleato per questa
… - il tedesco non completò la frase perché America gli rubò la parola.
-Crociata della giustizia?-
suggerì l’americano.
- La definirei di più ricerca
della verità- lo corresse Germania.
America sorrise e gli porse la
mano e, nonostante un attimo di incertezza da parte del tedesco, ci fu la
stretta.
-Comunque sia … - iniziò imbarazzato il tedesco - Credo che dovresti riposarti un po’, dormire
bene … -
Germania non concluse la frase ma
America capì a che cosa si riferiva, ridacchiò nervoso e lo ringraziò.
Convincere il tedesco a fidarsi dei nativi d’America sarebbe stata una
battaglia persa.
Il tedesco guardò di sfuggita
l’orologio che aveva al polso destro.
-Dovremmo rientrare, sono passati
i dieci minuti.-
I due improbabilissimi alleati si
avviarono insieme versa la stanzetta della riunione ma furono intercettati da
Belgio e gli spiegò che avevano
finalmente avuto una sala più grande.
La nuova sala era decisamente
migliore, non era solo la grandezza: il tavolo rotondo da conferenza dava più
sensazione di serietà rispetto ai
banchetti di scuola della prima.
Era anche aumentato drasticamente
il numero delle persone, i membri non appartenenti alla comunità europea erano
appena arrivati.
Gli fu spiegato che erano stati
invitati anche le nazioni non membri dell’Ue perché era una situazione
importante e anomala.
Tra questi America notò
Principato di Monaco che aveva conosciuto tempo addietro con il legame che si
era creato tra i due Stati tramite il matrimonio tra l’attrice americana Grace
Kelly e il principe di Monaco.
America era sempre stato una
Repubblica ma vedere una sua cittadina divenire principessa era stato
emozionante e conoscere meglio la bella Margot era stato molto piacevole.
Salutò la ragazza con una mano e
lei con un sorriso raffinato.
-Che donna di classe- pensò
America.
Quando si sedettero nuovamente
tutti, la riunione ricominciò ancora più
litigiosa di prima.
Probabilmente era dato dalla presenza
di altre nazioni burrascose come Svizzera e Turchia, quest’ultimo ogni volta
che specificava che era il dovere di tutti farsi i propri affari guardava
eloquentemente America.
Ma, dopo una lunga discussione si era infine concordato sul dovere di indagare: il problema era
mandare chi e dove?
Francia, nonostante che prima di
fosse dichiarato disponibile, spiegò bene che in quel momento non poteva
mollare tutto perché non aveva nessuno che potesse sostituirlo.
L’inglese aveva le spalle coperte
da ben tre fratelli e per cui era disponibile ad andare in Africa quanto prima,
specificando di averlo promesso ad Sudafrica.
Germania fu affiancato
all’inglese per maggioranza di voti, i due
sarebbero partiti quanto prima.
Rimaneva chi mandare in Vietnam e
America con la sua determinazione aveva alla fine convinto le altre nazioni a
mandarlo lì, nonostante che molte di esse avevano mostrato reticenza nella scelta.
Era risaputo che Vietnam non
amasse i visitatori occidentali e l’americano non era esattamente nelle sue
grazie.
Per cui trovare un compagno per
America risultava arduo, dovevano
affiancargli un europeo che non avesse mai avuto interesse in Asia ed
erano pochi.
Belgio guardò l’ora e passò una
mano tra i capelli leggermente spettinati.
Non voleva sospendere la riunione
perché non avevano tempo da perdere, ma vedeva negli occhi delle altre nazioni
la sua stessa stanchezza e così non si
poteva lavorare. Forse doveva chiamare un’altra pausa o rimandare la riunione a
domani mattina e nel frattempo organizzare il viaggio di Inghilterra e
Germania?
Indecisa sul come gestire la
riunione, la belga decise che forse una pausa era più necessaria a lei che agli
altri.
Decise così di dare altri dieci
minuti di pausa e mentre uscivano le nazioni dalla sala, Belgio si sedette
sconsolata alla sua postazione.
Si dice che un’idea brillante
possa venire anche nel momento dello sfinimento massimo, una sorte di regalo
che fa il cervello al proprio possessore.
La sala si era quasi svuotata,
quando la belga notò Svizzera insieme alla sua protetta, Liechtenstein, che si
stavano allontanando dalla sala.
Belgio stava inconsciamente
sperando in un’idea brillante che non le costasse le ultime sue forze.
La belga notò che Svizzera e la
sua protetta si erano alzati per ultimi e adesso stavano uscendo.
Gettandogli un’occhiata
distratta, Belgio si mise a pensare quale erano le caratteristiche dello
svizzero.
Svizzera era ben notò per il
carattere bellicoso e per le sue idee pragmatiche, ovviamente durante la
riunione si era espresso più volte sul
doversi fare gli affari propri.
Sì, Vash rappresentava appieno la
neutralità del suo Stato …
-Svizzera!- lo chiamò la belga
alzandosi dalla sedia.
Lo svizzero e la
sua protetta si voltarono e rimassero fermi sul posto mentre Belgio li
raggiunse.
-Vorrei parlare un attimo con te,
Svizzera - pronunciò suadente la belga e lo svizzero strinse protettivo la mano
di Liechtenstein.
Il principato guardò rapidamente
entrambi, accennò un sorriso e rivolgendosi a Svizzera disse- Vado a chiacchierare
con Monaco- salutò la belga e uscì dalla
sala.
Con la voce più gentile che
poteva usare lo svizzero, domandò a Belgio cosa volesse e se voleva ancora
convincerlo ad entrare nell’UE.
-L’UE non c’entra.- disse la
belga agitando la mano nell’aria come se volesse allontanare quel pensiero.
-Vorrei che accompagnasi America
in Vietnam- disse la donna senza tanti
giri di parole.
Svizzera lo guardò stranito e poi
con il tono burbero, che tutti conoscevano, dichiarò- Io con quello
sbarbatello? A che pro? Non sono neanche d’accordo con l’indagare.-
Belgio sospirò pesantemente- E’
già stato deciso che si indagherà e tu sei la nostra soluzione ideale. Sei
l’unico europeo che veramente non ha mai avuto interessi in Asia. Vietnam non
ti vedrà come l’invasore occidentale e questo equilibrerà la presenza di
America - spiegò lentamente Belgio, non perché Svizzera fosse stupido ma una
persona piena di pregiudizi può essere altrettanto difficile da trattare.
-Equilibrare in teoria, ma ti
ricordo che non sono una persona diplomatica. Non tratto le persone con i
guanti, Emma - Svizzera scandì bene quella frase, lui veramente odiava essere
coinvolto in cose che non gli interessavano.
-Questo lo so, Vash. E non cambi
neanche facilmente idea - disse la belga con tono aspro.
-Però non puoi dirmi che tutto
ciò non ti riguarda. Non sappiamo se il prossimo rapimento o sparizione avverrà
in Europa – spiegò la donna dura – E non sappiamo neanche se c’entra qualche
capo in questa storia- continuò cinica Belgio- Degli umani non sempre ci si può
fidare, ti ricordo che stato il tuo altruismo a salvare Liechtenstein dalla morte -
A quella frase lo svizzero non
disse nulla e invece i suoi occhi tradirono una certa sorpresa e imbarazzo.
-Le cose buone si vengono sempre
a sapere, Vash - dichiarò la belga con un sorriso malizioso -Per favore dacci
una mano - continuò dolce.
Svizzera assunse un’espressione
esasperata per nascondere un’ imbarazzata.
-E’ l’unico favore che vuoi da
me?- domandò scontroso Svizzera mentre la belga affermava con un cenno di capo.
-Almeno per il momento- disse tra
sé Emma.
- Va bene, spero solo che ne
varrà la pena. - disse Svizzera determinato mentre Belgio lo guardava
divertita, perché tante nazioni maschili fingevano costantemente un
atteggiamento a macho?
-Spero solo che non mi mandate la
finanza di tutta l’UE mentre sono via. Non potrei tollerarlo- continuò
scontroso lo svizzero, Belgio non disse nulla, se avesse potuto era una cosa
che avrebbe fatto da tempo.
-Come vado con lo sbarbatello in Vietnam?-
domandò l’uomo.
-In aereo ovviamente- disse
scettica la belga che non si accorse di un impercettibile gesto d’ansia da
parte dello svizzero.
-Dopo la pausa, ci accorderemmo
per queste formalità - spiegò la belga continuando a non accorgersi dei segni
d’ansia che aveva procurato nello svizzero.
La piccola pausa era finita
proprio a quell’ultima frase e, rientrarono, anche piuttosto rumorosamente, le
altre nazioni.
Poco dopo Belgio mise a corrente l’atto volontario di Svizzera e si levò un mormorio di sorpresa, che
la belga fece cessare con un rimprovero.
Furono anche organizzati i
rispettivi viaggi in Africa e Asia e su che cosa dovessero fare i volontari
esattamente una volta giunti: interrogare testimoni e vittime ,tenendo un basso profilo, e
controllare i luoghi del rapimento.
La riunione era stata lunga
e estenuante ma aveva raggiunto i propri
obiettivi.
Svizzera si trovò riempito di chiacchiere dal
loquacissimo America e pensò che la bella belga l’aveva ingannato.
NOTA DELL’AUTRICE: Ai tempi che ho scritto questo capitolo, ero in
grave crisi come scrittrice… avevo perso lo smalto che avevo ma sono stata
aiutata dal mio collaboratore Jhon e per questo voglio ringraziarlo ancora una
volta.
Immagino che molti di voi siano un po’ sconvolti del binomio
America-Svizzera ma volevamo creare qualcosa di veramente originale e credo che
ci siamo riusciti.
Ringraziamo tutte le persone che si stanno seguendo o messo nei
preferiti, ci fatte molto piacere. Per chi volesse commentare, sappiate che
tutte le recensione sono accolte con entusiasmo, soprattutto quelle
costruttive. Qualsiasi dubbio abbiate potete chiedercelo tramite recensione.