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Autore: JhonSokew    04/12/2013    3 recensioni
Quasi come se stessero seguendo un copione, Singapore aggiunse- Questo non è molto coerente, da una persona che non fa altro che accusare di occidentalizzazione gli altri. Ti fidi di più di loro che di noi?-
Vietnam guardò i due uomini sapendo di essere giudicata e anche molto duramente e nonostante che Tailandia fosse suo amico, anche lui l’osservava irritato … in effetti andare a piangere dagli europei poteva essere considerato un vero tradimento.
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Germania/Ludwig, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Osserva molteplici realtà'
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Capitolo II

Capitolo III :Una riunione diversa dall’altre

 

America non amava andare ai meeting politici in altro continente che non fosse il suo.

Si sentiva … a disagio.

Anche se gli piaceva molto Bruxelles, non era una città grande quanto le sue ma aveva un fascino tipicamente europeo.

Era aggraziata e molto chic: aveva un qualcosa che ricordava il pragmatismo tedesco e l’eleganza francese nell’architettura, in effetti quello stile così mescolato creava un’atmosfera divertente e interessante.

Belgio doveva essere davvero fiera di ospitare il Parlamento europeo, ovunque era segnalato che Bruxelles era la base dell’UE, perfino sui cartelli delle strade.

Il parlamento europeo  però non era divertente e rilassante come il resto della città , era una struttura moderna in vetro, bellissima, imponente.

America entrò dalla porta principale,  attraverso un’ immensa porta di vetro, ed  una volta entrato nella hall dovette fare il check in e gli fu controllato il passaporto.

Gli operatori gli rivolsero degli sguardi un po’ perplessi e America potete indovinare i loro pensieri: che ci faceva un americano, che chiaramente non era un turista, lì?

Avrebbe dovuto andare vestito in “borghese”? Si domandò l’americano.

Inghilterra avrebbe avuto sicuramente da ridire sul abbigliamento borghese del americano ma era facile per il primo: l’inglese aveva ,quello che supponeva  Alfred fosse, l’eleganza europea.

Ad America le cose eleganti non stavano bene e non avrebbe mai confessato che a volte la cosa lo scoraggiava.

Passò davanti a uno stand dove c’erano tutte le bandiere degli Stati membri della unione e si fermò a guardarle: era sempre strano vedere tutte quelle bandiere diverse insieme … se si contava che poco meno di un secolo prima, si stavano ancora ammazzando tra di  loro.

-Ciao Alfred, come è andato il volo?-

America si voltò verso la voce che aveva riconosciuto, Belgio in elegante completo da ufficio lo guardava con simpatia.

-Ciao, Emma, sei venuta ad accogliere il grande eroe?- domandò America.

La donna cambiò rapidamente espressione- In realtà sto facendo gli onori di casa e non credo che tu sappia dove è la nostra sala riunioni- la ragazza enfatizzò la parola nostra mentre America tossiva imbarazzato. 

-Che faccia sciupata hai! Chi è lei?- sorrise maliziosa la nazione belga e Alfred sbadigliò involontariamente non avendo il tempo di coprire la bocca.

-Scusa- disse nuovamente imbarazzato America- Nessuna lei comunque. Non ho dormito bene per colpa di un incubo-

-Mi dispiace. In sala abbiamo del caffè, ovviamente- sorrise dolce la ragazza.

America si sentì più a suo agio dopo quel sorriso, normalmente, si sentiva un po’ sotto pressione  con gli europei: si sentiva come se dovesse dimostrare sempre qualcosa.

Il che era ridicolo.

Lui era la potenza mondiale, lui era l’eroe più amato o … no?

Emma gli spiegò rapidamente la discussione che stavano avendo nella sala per una situazione avvenuta sia in Africa e in Asia.

Belgio aprì la porta della sala e America si trovò davanti una stanza poco più grande di un’ aula scolastica con tanto di sedie con tavolini integrati e la sala sembrava ancora più piccola con tutti  i membri dell’unione europea che stavano discutendo animatamente, come al solito.

La nazione belga sorrise imbarazzata- Purtroppo la riunione l’ho dovuta organizzare su due piedi e questa era l’unica stanza disponibile- spiegò

-Accogliente- tentennò nel dire America.

Emma indicò all’americano una sedia non occupata e gli consegnò anche un fascicolo scritto da suo fratello, Lussemburgo, che da sempre era il dattilografo delle riunioni europee.

America sfogliò il fascicolo per farsi una idea più precisa della situazione.

A quanto diceva il fascicolo, si era giunti alla conclusione di dover indagare ma qualcuno aveva espressamente dichiaratamente che era una perdita di tempo.

E uno di quelli stava parlando proprio in quel momento.

Italia Romano era un bel giovane uomo, dalla pelle olivastra e i capelli scuri, si era alzato per parlare e America si mise ad ascoltare cosa avesse da dire.

America lo conosceva da un bel po’ ed Italia Romano era tra le persone più ciniche e sarcastiche che avesse mai conosciuto e furono infatti così le sue parole.

-In questo momento l’Europa non può permettersi di andare a zonzo a fare i cavaliere erranti per qualche altro Stato. Siamo nella merda, abbiamo i nostri problemi da risolvere - dichiarò senza mezzi termini la nazione italiana.

Alfred non era persona che si arrabbiava facilmente ma era un’ idealista e sentire tanto cinismo era orribile per lui.

-Non sono d’accordo!- interruppe l’americano mentre l’italiano lo fulminò con lo sguardo.

Le altre nazione si voltarono ad ascoltare l’imminente battibecco.

-Dobbiamo sempre curarci degli affari degli altri. Andrò io a indagare, se voi europei non potete. Dopotutto sono l’eroe – dichiarò.

Romano lo guardò scioccato e poi sorrise a denti stretti- Non pensi che l’America abbia rovinato molti Stati con il suo “curarsi” dei cazzi degli altri? Noi europei ce la siamo cavati sempre da soli!-

-Ti dimentichi  il dopo guerra della seconda guerra mondiale - disse l’americano duramente.

La nazione italiana alzò un sopracciglio sarcastico- Ti riferisci al piano Marshall? Un chiaro esempio di estorsione a lungo termine- replicò asciutto- E poi lo sappiamo, che siamo stati solo il teatro della tua guerra con Russia per la supremazia.-

America aprì la bocca ma non riuscì a controbattere, percepì un leggero mormorio d’approvazione.

-Allora, se mi permetti. Che cosa dobbiamo fare?- l’americano vide Germania prendere la parola e fissare l’italiano, incredibilmente lo sguardo di quest’ultimo si fece ancora più scuro e duro.

-Niente, per il momento. Se i rapimenti sono di tipo politico  per scatenare qualche guerra in Asia o in Africa, non sono affari nostri. Se invece i rapimenti sono adempiuti  proprio nel minare le nazioni, allora dovremmo pensare al da farsi -

Germania prese un respiro e poi parlò- Come possiamo scoprirlo se non indaghiamo?- replicò pragmatico.

America pensò seriamente che il tedesco avesse zittito l’italiano con quella affermazione, ma non fu così.

-Molto bene- iniziò Italia Romano- Perché non vai tu a indagare? In fin conti sei tra gli stati virtuosi- il tono dell’italiano si fece ancora più cattivo e  continuò con un tono tagliente- Stare un po’ lontano dall’Europa non ti darà problemi. E per la cronaca Veneziano rimane con me -

 L’interessato  guardò confuso il fratello e poi protestò- Ma Lovino … -

-Non mi lasci da solo con quei coglioni, chiaro - rispose al fratello con tono che non ammetteva repliche e poi tornò a parlare con Germania

- Allora che ne dici, crucco?- sfidò Romano l’altra nazione, America percepì chiaramente che non era solo una tensione personale quella che provava l’italiano per il tedesco: era qualcosa di più profondo.

- Per me va bene - rispose il tedesco accentando con lo sguardo la sfida dell’altro.

America era rimasto allibito alla scena (ma rilassato che non si fossero per lo meno pestati) e si rivolse direttamente a Romano- Ma come fai essere tanto cinico? Insomma, neghi il tuo aiuto a un'altra nazione? –

Romano fissò male l’americano- La mia gente si suicida perché non ha lavoro, quasi tutti sono un passo dalla povertà e tra poco probabilmente organizzeranno in Klun Klun Clan per cacciare il nemico in casa. Scusami se penso di avere abbastanza   problemi da strafregarmene di qualcun altro. E sai uno cosa America? Anche tu ti dovresti curare dei tuoi affari visto che sei rovinato esattamente come in Europa!-

America si sentì colpito nell’orgoglio.

Una volta l’americano aveva visitato Roma ed era stato alla Bocca della verità, ovviamente la statua non gli aveva mangiato la mano ma era sicuro che se l’avesse fatto, sarebbe stato meno doloroso delle parole che gli stava rivolgendo l’italiano.

-Ora basta- la voce di Belgio risuonò nella stanza e America la vide con un’espressione furente in volto

- Lovino modera immediatamente i toni!- ordinò la belga mentre l’italiano incrociava le braccia.

La donna belga rilassò l’espressione del volto e riprese a parlare più calma- Ricordatevi per che cosa è stato costruito questo luogo, per discutere pacificamente nonostante le nostre differenze-

Lovino  si scusò e tornò a sedersi al suo posto.

-Qualcuno vuole intervenire contro o favore della dichiarazioni di  Romano?- chiese la donna guardando i presenti della sala.

Inghilterra alzò la mano e Belgio gli diede il permesso di parlare.

Inghilterra si alzò e prese la parola, il suo tono di voce era sicuro come al solito e il modo di parlare conciso come sempre.

-Se qui passeremo tutto il tempo a discutere su torti subiti o su chi può lasciar le cose in sospeso in Europa, non la finiremmo più di discutere. Chi è coperto, come nel mio caso, da altre persone darà la propria disponibilità a viaggiare, a secondo della propria coscienza. Non nego che in questo momento l’Europa è in crisi, come ha detto Romano, e che lasciare il proprio Stato è un’ atto irresponsabile ,però ricordo che se una nazione non è presente sul proprio territorio porta gravi problemi alla propria gente. Non sappiamo cosa sia successo a Congo e a  Kenya ma sappiamo gli effetti devastanti che può portare la loro assenza. Concordo con Germania che abbiamo la necessità di indagare e sono disponibile ad andare in Africa quanto prima - concluse la nazione inglese mentre America sorrideva, meno male che per una volta erano d’accordo.

La donna belga invitò a sedersi l’inglese e guardò le persone davanti a sé, il suo sguardo cambiò in uno di disapprovazione.

-Olanda,qui dentro non si fuma- il tono della donna era ridiventato autoritario e Alfred vide il fratello di quest’ultima spegnere il tabacco della sua pipa e  alzare anche lui la mano,

L’olandese rimase comunque con la pipa in bocca mentre si dichiarava contrario alle ricerche.

-Anche se andassimo a indagare e scopriremmo qualcosa di strano, vi ricordo che non abbiamo più alcun poteri ufficiali se non quelli che ci siamo guadagnati noi con le nostre capacità. Siete tutti partiti con l’idea che Joseph e Tegla siano stati rapiti per la loro natura di nazione, dietro suggerimento delle parole di Vietnam, se così fosse avremmo un minimo di potere per intervenire ma se così non fosse, non potremmo fare nulla. Lasciamo alle nazioni africane le indagini e quando ci saranno abbastanza prove e informazioni interverremmo-

Aveva senso,  il senso pratico di un commerciante ma per Alfred era solo cinismo.

Però l’americano era incuriosito, quali erano state le parole di Vietnam? E le cercò nel fascicolo.

Intervenne questa volta Francia, elegante e splendente come al solito: il ritratto della vanità.

-Caro Olanda, il problema è proprio quello … le nazioni africane ci hanno chiesto una mano perché sanno che noi abbiamo più possibilità di ottenere informazioni rispetto a loro!-

America fu rincorato nel sentire Francia essere d’accordo sull’intervenire e se si considerava che era  addirittura d’accordo con Inghilterra, era qualcosa di miracoloso e decisamente un buon segno. Quando Belgio chiese se qualcuno volesse intervenire l’americano alzò rapidamente  la mano  e altrettanto rapidamente fece uscire dalla sua bocca della parola che avrebbe dovuto tenere per sé.

- Giusto, perché è il nostro destino e l'ha detto anche il vecchio!-

La frase senza senso suscitò un mormorio e America si sentì irrimediabilmente osservato, sapeva che la sala attendeva una spiegazione più dettagliata. E fu costretto a raccontare tutto.

Partì dalle notti insonne fino a finire alle parole del vecchio.

-Anche per questo motivo voglio intervenire.- spiegò Alfred.

 Inizialmente America non sentì nessuno parlare e poi  invece scoppiò qualche piccola risata mal trattenuta.

-Commento interessante America- commentò Belgio con un tono di voce che l’americano non seppe interpretare.

La maggior parte delle nazioni in sala lo guardavano come se fosse impazzito, persino Veneziano che era tra le nazioni più eccentriche, lo guardava stralunato.

Belgio capì la situazione, l’attenzione era irrimediabilmente calata e chiamò ufficialmente una pausa per aiutare tutti a riflettere.

La maggior parte delle nazioni uscì dalla saletta e si imboccarono in una sala adiacente alla prima, dove era stato preparato un piccolo rinfresco.

Avevano dieci minuti di pausa e America era vicino al piccolo rinfresco con un bicchiere di carta in mano  e con l’aria assorta.

Decisamente quella per lui era una giornata no, era stanco e la maggior parte dell’Europa pensava che era uno sciroccato.

Aveva anche letto la teoria di Vietnam che invece confermava le parole del vecchio. Vietnam aveva dichiarato che era stata attaccata per la sua natura di nazione e il vecchio aveva detto che il suo destino riguardava  la sua  natura di Terra.

Bevé un sorso dell’acqua e scacciò i cattivi pensieri pensando che comunque la sua presenza aveva cambiato la situazione.

Avrebbero agito molto presto, se non ci fosse stato lui a scuoterli, chissà quanto ci avrebbero messo!

L’americano gettò uno sguardo sulla sala e vide che si erano formati dei gruppetti i quali stavano discutendo tra loro.

C’era il gruppetto dei membri dell’ex- Urss, Lituania, Polonia e Estonia, che stavano discutendo animatamente con alcuni membri dell’Europa centrale.

Spagna invece stava discutendo animatamente con Francia mentre i fratelli italiani ,insieme a Malta ,stavano discutendo con Grecia.

I membri dell’Ue dell’Europa del nord stavano discutendo  con Inghilterra.

America non era così  ingenuo da credere che stessero parlando solo del argomento del giorno.

Doveva essere dura appartenere all’UE, imparare a capire cosa era il bene della comunità prima  degli interessi personali.

Ma se si faceva troppo il volere dell’UE a svantaggio dei propri cittadini si rischiava fermentare l’odio per l’unione.

America conosceva bene quella situazione, perché era uno Stato federale e non era per niente facile gestire diverse mentalità e pensieri.

L’americano era così distratto dai suoi pensieri da non accorgersi che si era avvicinato Germania al rinfresco.

America l’osservò sott’occhio  e vide il tedesco compiere dei movimenti insolitamente lenti, come se stesse cercando di perdere tempo.

Notò anche che lo teneva a una certa distanza come al solito: anche negli incontri del G8 difficilmente  i due si erano mai trovati vicini.

Germania si era appoggiato al muro vicino al distributore  e  continuava con la sua ostinata lentezza a compiere i suoi gesti.

America lo guardò interrogativo e percependo che il tedesco volesse proprio parlare con lui,  decise di fare la prima mossa

-Come mai non c’è Prussia?- domandò e vide il tedesco voltarsi verso di lui per rispondere pronto.

Decisamente voleva parlare con l’americano.

- Prussia non c’è quasi mai alle riunioni internazionali. Ufficialmente non è più una nazione ma si occupa della politica interna della Germania- rispose il tedesco.

La spiegazione lasciò America leggermente stupito, sinceramente si aspettava che Prussia passasse tutto il suo tempo … a non fare nulla o a vivere una vita normale.

America cercò di immaginarselo con il completo da ufficio mentre  parlava con il Cancelliere ma gli risultava difficile.

-Ammetto che pensarlo come un civile, possa essere un po’ difficile- confermò Ludwig- Ha passato maggior parte della sua esistenza sui campi di battaglia ma è molto bravo, anche se parla alla sua segretaria come se fosse una recluta-

Dal piccolo sorriso che fece il tedesco, America capì che voleva fare una battuta e si finse divertito.

Germania si avvicinò ad America e posò il bicchiere sul tavolo del rinfresco.

-E’ uno dei motivi perché ho deciso di andare in prima persona a indagare. Gilbert è in grado di gestirsi da solo la situazione a casa-

America annuì mentre il tedesco parlò nuovamente- Quindi, lo so che pronunciato da me può sembrare strano ma considerami  tuo alleato per  questa  … - il tedesco non completò la frase perché America gli rubò la parola.

-Crociata della giustizia?- suggerì l’americano.

- La definirei di più ricerca della verità- lo corresse Germania.

America sorrise e gli porse la mano e, nonostante un attimo di incertezza da parte del tedesco, ci fu la stretta.

-Comunque sia … -  iniziò imbarazzato il tedesco -  Credo che dovresti riposarti un po’, dormire bene … -

Germania non concluse la frase ma America capì a che cosa si riferiva, ridacchiò nervoso e lo ringraziò.

Convincere il tedesco a fidarsi  dei nativi d’America sarebbe stata una battaglia persa.

Il tedesco guardò di sfuggita l’orologio che aveva al polso destro.

-Dovremmo rientrare, sono passati i dieci minuti.-

I due improbabilissimi alleati si avviarono insieme versa la stanzetta della riunione ma furono intercettati da Belgio e  gli spiegò che avevano finalmente avuto una sala più grande.

La nuova sala era decisamente migliore, non era solo la grandezza: il tavolo rotondo da conferenza dava più sensazione di serietà  rispetto ai banchetti di scuola della prima.

Era anche aumentato drasticamente il numero delle persone, i membri non appartenenti alla comunità europea erano appena arrivati.

Gli fu spiegato che erano stati invitati anche le nazioni non membri dell’Ue perché era una situazione importante e anomala.

Tra questi America notò Principato di Monaco che aveva conosciuto tempo addietro con il legame che si era creato tra i due Stati tramite il matrimonio tra l’attrice americana Grace Kelly e il principe di Monaco.

America era sempre stato una Repubblica ma vedere una sua cittadina divenire principessa era stato emozionante e  conoscere meglio la  bella Margot era stato molto piacevole.

Salutò la ragazza con una mano e lei con un sorriso raffinato.

-Che donna di classe- pensò America.

Quando si sedettero nuovamente tutti, la riunione ricominciò  ancora più litigiosa di prima.

Probabilmente era dato dalla presenza di altre nazioni burrascose come Svizzera e Turchia, quest’ultimo ogni volta che specificava che era il dovere di tutti farsi i propri affari guardava eloquentemente America.

Ma, dopo una lunga discussione  si era infine concordato  sul dovere di indagare: il problema era mandare chi e dove?

Francia, nonostante che prima di fosse dichiarato disponibile, spiegò bene che in quel momento non poteva mollare tutto perché non aveva nessuno che potesse sostituirlo.

L’inglese aveva le spalle coperte da ben tre fratelli e per cui era disponibile ad andare in Africa quanto prima, specificando di averlo promesso ad Sudafrica.

Germania fu affiancato all’inglese per maggioranza di voti, i due  sarebbero partiti quanto prima.

Rimaneva chi mandare in Vietnam e America con la sua determinazione aveva alla fine convinto le altre nazioni a mandarlo lì, nonostante che molte di esse  avevano mostrato reticenza nella scelta.

Era risaputo che Vietnam non amasse i visitatori occidentali e l’americano non era esattamente nelle sue grazie.

Per cui trovare un compagno per America risultava arduo, dovevano  affiancargli un europeo che non avesse mai avuto interesse in Asia ed erano pochi.

Belgio guardò l’ora e passò una mano tra i capelli leggermente spettinati.

Non voleva sospendere la riunione perché non avevano tempo da perdere, ma vedeva negli occhi delle altre nazioni la  sua stessa stanchezza e così non si poteva lavorare. Forse doveva chiamare un’altra pausa o rimandare la riunione a domani mattina e nel frattempo organizzare il viaggio di Inghilterra e Germania?

Indecisa sul come gestire la riunione, la belga decise che forse una pausa era più necessaria a lei che agli altri.

Decise così di dare altri dieci minuti di pausa e mentre uscivano le nazioni dalla sala, Belgio si sedette sconsolata alla sua postazione.

Si dice che un’idea brillante possa venire anche nel momento dello sfinimento massimo, una sorte di regalo che fa il cervello al proprio possessore.

La sala si era quasi svuotata, quando la belga notò Svizzera insieme alla sua protetta, Liechtenstein, che si stavano allontanando dalla sala.

Belgio stava inconsciamente sperando in un’idea brillante che non le costasse le ultime sue forze.

La belga notò che Svizzera e la sua protetta si erano alzati per ultimi e adesso stavano uscendo.

Gettandogli un’occhiata distratta, Belgio si mise a pensare quale erano le caratteristiche dello svizzero.

Svizzera era ben notò per il carattere bellicoso e per le sue idee pragmatiche, ovviamente durante la riunione si era espresso  più volte sul doversi fare gli affari propri.

Sì, Vash rappresentava appieno la neutralità del suo Stato …

-Svizzera!- lo chiamò la belga alzandosi dalla sedia.

Lo svizzero  e la  sua protetta si voltarono e rimassero fermi sul posto mentre Belgio li raggiunse.

-Vorrei parlare un attimo con te, Svizzera - pronunciò suadente la belga e lo svizzero strinse protettivo la mano di  Liechtenstein.

Il principato guardò rapidamente entrambi, accennò un sorriso e rivolgendosi a Svizzera disse- Vado a chiacchierare con Monaco-  salutò la belga e uscì dalla sala.

Con la voce più gentile che poteva usare lo svizzero, domandò a Belgio cosa volesse e se voleva ancora convincerlo ad entrare nell’UE.

-L’UE non c’entra.- disse la belga agitando la mano nell’aria come se volesse allontanare quel pensiero.

-Vorrei che accompagnasi America in Vietnam- disse la donna  senza tanti giri di parole.

Svizzera lo guardò stranito e poi con il tono burbero, che tutti conoscevano, dichiarò- Io con quello sbarbatello? A che pro? Non sono neanche d’accordo con l’indagare.-

Belgio sospirò pesantemente- E’ già stato deciso che si indagherà e tu sei la nostra soluzione ideale. Sei l’unico europeo che veramente non ha mai avuto interessi in Asia. Vietnam non ti vedrà come l’invasore occidentale e questo equilibrerà la presenza di America - spiegò lentamente Belgio, non perché Svizzera fosse stupido ma una persona piena di pregiudizi può essere altrettanto difficile da trattare.

-Equilibrare in teoria, ma ti ricordo che non sono una persona diplomatica. Non tratto le persone con i guanti, Emma - Svizzera scandì bene quella frase, lui veramente odiava essere coinvolto in cose che non gli interessavano.

-Questo lo so, Vash. E non cambi neanche facilmente idea - disse la belga con tono aspro.

-Però non puoi dirmi che tutto ciò non ti riguarda. Non sappiamo se il prossimo rapimento o sparizione avverrà in Europa – spiegò la donna dura – E non sappiamo neanche se c’entra qualche capo in questa storia- continuò cinica Belgio- Degli umani non sempre ci si può fidare, ti ricordo che stato il tuo altruismo a salvare  Liechtenstein dalla morte -

A quella frase lo svizzero non disse nulla e invece i suoi occhi tradirono una certa sorpresa e imbarazzo.

-Le cose buone si vengono sempre a sapere, Vash - dichiarò la belga con un sorriso malizioso -Per favore dacci una mano - continuò dolce.

Svizzera assunse un’espressione esasperata per nascondere un’ imbarazzata.

-E’ l’unico favore che vuoi da me?- domandò scontroso Svizzera mentre la belga affermava con un cenno di capo.

-Almeno per il momento- disse tra sé Emma.

- Va bene, spero solo che ne varrà la pena. - disse Svizzera determinato mentre Belgio lo guardava divertita, perché tante nazioni maschili fingevano costantemente un atteggiamento a macho?

-Spero solo che non mi mandate la finanza di tutta l’UE mentre sono via. Non potrei tollerarlo- continuò scontroso lo svizzero, Belgio non disse nulla, se avesse potuto era una cosa che avrebbe fatto da tempo.

 -Come vado con lo sbarbatello in Vietnam?- domandò l’uomo.

-In aereo ovviamente- disse scettica la belga che non si accorse di un impercettibile gesto d’ansia da parte dello svizzero.

-Dopo la pausa, ci accorderemmo per queste formalità - spiegò la belga continuando a non accorgersi dei segni d’ansia che aveva procurato nello svizzero.

La piccola pausa era finita proprio a quell’ultima frase e, rientrarono, anche piuttosto rumorosamente, le altre nazioni.

Poco dopo Belgio  mise a corrente l’atto volontario di  Svizzera e si levò un mormorio di sorpresa, che la belga fece cessare con un rimprovero.

Furono anche organizzati i rispettivi viaggi in Africa e Asia e su che cosa dovessero fare i volontari esattamente una volta giunti: interrogare testimoni e  vittime ,tenendo un basso profilo, e controllare i luoghi del rapimento.

La riunione era stata lunga e  estenuante ma aveva raggiunto i propri obiettivi.

 Svizzera si trovò riempito di chiacchiere dal loquacissimo America e pensò che la bella belga l’aveva ingannato.

 

 

NOTA DELL’AUTRICE: Ai tempi che ho scritto questo capitolo, ero in grave crisi come scrittrice… avevo perso lo smalto che avevo ma sono stata aiutata dal mio collaboratore Jhon e per questo voglio ringraziarlo ancora una volta.

Immagino che molti di voi siano un po’ sconvolti del binomio America-Svizzera ma volevamo creare qualcosa di veramente originale e credo che ci siamo riusciti.

Ringraziamo tutte le persone che si stanno seguendo o messo nei preferiti, ci fatte molto piacere. Per chi volesse commentare, sappiate che tutte le recensione sono accolte con entusiasmo, soprattutto quelle costruttive. Qualsiasi dubbio abbiate potete chiedercelo tramite recensione.

 

  
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