Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: firstmarch    04/12/2013    11 recensioni
"Come posso vivere non sapendo se un giorno uscirò da questa pseudo prigione?
Come posso vivere sapendo che tutti mi credono mentalmente instabile?
Mi chiamo Jade Lennox, per l'istituto 0127."
Arrestata e poi rinchiusa al S.T. Institute per disagiati mentali, Jade Lennox è accusata di aver commesso l'omicidio di suo padre. Nessuno pare crederle e tutti si convincono che qualcosa in lei non vada. A soli diciassette anni è costretta a convivere con la consapevolezza di non poter più vivere al di fuori di quelle mura, libera. Ma, per sua fortuna, non è la sola a non essere pazza, all'istituto.
Rachel Smith, Jared Greenwood e il misterioso nuovo vicino di cella, Justin Bieber, si rivelano perfettamente sani, come lei. All'apparenza non hanno niente in comune, ma, conoscendosi meglio, capiranno che una cosa di vitale importanza li accomuna. Il motivo della loro reclusione. Stanchi della loro immobile situazione e desiderosi di libertà, attuano un piano di fuga e non solo.
Cercano vendetta. Vendetta verso Claudius Gray, uomo d'affari, bugiardo e assassino.
__________________________________________________________________________________
TRAILER:
http://www.youtube.com/watch?v=OR8GMnQ82pU&list=UUVN1byk4i4CKeoucLXFlBfQ
PDF: http://ge.tt/6ZcOVFJ1/v/0?c
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Cinquantaseiesimo giorno.
capitolo diciotto.



“Jade.” Il mio sogno sta prendendo una piega strana, questa voce non ha niente a che fare con il contesto.
“Jade, svegliati.” Questa volta la voce è più alta e insistente, ma non voglio che la scena del mio sogno cambi, perciò cerco di ignorarla.
“Jade!” Uno scossone mi sveglia del tutto, riportandomi nel mondo reale.
“Eh? Che c'è?” Chiedo confusa, ancora intontita dal sonno. Davanti a me vedo Rachel, il suo zaino in spalla e un'espressione divertita sul volto.
“Bel sonno pesante, eh? Forza, tra cinque minuti arriviamo alla stazione di Washington.”
Mi guardo intorno nel nostro scompartimento, ma non c'è traccia di Jared e Justin.
“Sono già andati, ci aspettano alla fine della carrozza,” dice Rachel quasi leggendomi nel pensiero.
Io annuisco per poi alzarmi dal mio posto, con i muscoli doloranti e la testa che mi gira.
Vedo che Rachel non ha intenzione di raggiungere gli latri, perciò le chiedo il perché, dato che non siamo mai state grandi amiche.
“Davvero non te ne sei accorta? C'è una tensione palpabile tra di loro. Non so se sia per cosa ti ha detto Jared o per come si comporta.” La vedo abbassare lo sguardo, come se la cosa la mettesse a disagio. Mi allungo per recuperare il mio nuovo zaino e me lo metto in spalla, cercando poi di sistemarmi i capelli alla bella meglio. Improvvisamente vengo colta da un terribile dubbio, tanto che non riesco a trattenermi e ne parlo subito con lei.
“Rachel, ti piace Justin?”
Inutile negare il feeling che c'è tra di loro, li ho sempre visti scherzare, ridere, sorridersi. Non mi sono mai preoccupata di prendere in considerazione questa ipotesi, ma ora mi sembra più che plausibile, e mi sembra terribile. E se fosse successo qualcosa tra di loro? Sarebbe quello il motivo del perché Justin sia così restio nello stare con me.
Lei alza velocemente lo sguardo su di me, guardandomi sorpresa.
“Jade, quanto sei..? No, non mi piace Justin, tienitelo tutto, non avrebbe occhi per nessun'altra neanche volendo.”
A quelle parole il mio cuore si alleggerisce. Mi accorgo di aver trattenuto il respiro fino alla sua risposta. In un secondo momento, quando sto aprendo la porta del nostro scompartimento, la verità mi giunge improvvisa, come uno schiaffo.
“E' Jared.”
“Zitta!” Mi dice lei, mentre usciamo. In effetti mi accorgo che i due ci stanno aspettando qualche metro più avanti, perciò non faccio più il suo nome.
“E' così, non è vero?” Mi limito a chiederle. Lei esita prima di rispondermi.
“Sì, ma non importa.”
“Come, non impor-”
“Siete bellissime così spettinate,” ci interrompe Jared, ormai di fronte a noi.
“Fottiti,” risponde Rachel, tirandogli un pugno sulla spalla, facendolo ridere. Contro ogni mia aspettativa, anche Justin ride, per poi spostare lo sguardo su di me, come se non gli importasse dei capelli e delle mie condizioni. Mi porta una ciocca dietro l'orecchio, sfiorandomi la guancia.
“Sei bellissima in qualunque modo.”
Arrossisco immediatamente, spostando lo sguardo, chiedendomi che cosa gli passi per la testa. Un gesto carino di fronte a Rachel e Jared? Di fronte alle altre persone che stanno per scendere?
“Stai bene?” Gli chiedo perciò. Lui ride, come se fosse un qualunque ragazzo normale.
“Mai stato meglio.” Si avvicina a me e tutto ciò che ci circonda svanisce.
“Mi dispiace per come mi sono comportato. Non posso garantirti che cambierò da un giorno all'altro, ma non voglio creare altri problemi. Non tra di noi,” mi dice, in modo che solo io possa sentirlo. Io accenno a un sorriso, guardando verso Jared e Rachel, che voltano repentinamente lo sguardo, riprendendo a parlare.
“Allora inizia dicendomi dove siamo diretti, adesso.”
Cerco di fare la seria, quella impassibile, ce la sto mettendo tutta, ma è difficile farlo con lui a pochi centimetri da me, stranamente di buon'umore.
“Andiamo in un hotel. In un hotel molto bello...abbiamo la sera libera, e domani mattina incontreremo RyLen. Ti va bene come risposta?” Mi dice non staccando lo sguardo dalle mie labbra.
“Sì, ma...non dovevi aspettare il momento giusto per dirmi tutte queste cose?”
Lui sorride, poi mi passa le dita sotto il mento, lasciandolo andare dopo pochi attimi.
“Un pomeriggio in più, uno in meno. E ci sono ancora diverse cose da dirti, ma non sarò io a farlo. Aspetta di vedere il nostro amico.”
“Si comunica ai gentili passeggeri che il treno 90410 sta entrando nella stazione di Washington.”
La voce all'altoparlante decreta la fine della nostra conversazione, anche se avrei voluto che continuasse.
“E guarda cos'ho qui,” mi dice quando ormai il treno si sta fermando. Mi mostra una carta di credito e me la mette sotto il naso, osservando la mia reazione.
“Per cos'è?”
“Per quello che vuoi. Facciamo finta di essere normali, almeno per il resto di oggi.” Il treno si ferma e le porte si aprono, permettendo a tutti di scendere. La gente inizia a uscire, vedo Rachel avviarsi, seguita da Jared. Sento il suo sguardo su di me, ma in questo momento me ne importa ben poco. Rimaniamo solo io e Justin quando finalmente posso allungarmi verso di lui per baciarlo velocemente.
“Non farlo durare troppo questo nuovo Justin, sono abituata a quello tormentato di sempre.”
“Hai paura che potrebbe piacerti troppo?”
“Non ho paura proprio di niente. Non di te, almeno.”
Lo bacio un'ultima volta prima di immergerci nella folla di Washington.


L'hotel era davvero bellissimo, oserei dire di lusso. Le camere sono due, matrimoniali. Chiunque stia operando dietro a tutta questa faccenda deve aver pensato che sarebbe stato meglio mettere in coppia le ragazze e viceversa. Beh, non posso non ammettere di aver dovuto trattenere un sorriso quando sono entrata nella mia camera insieme a Justin. Rachel e Jared sono rimasti molto imbarazzati dalla situazione creatasi, ma Justin è intervenuto subito dicendo a Jared che avrebbe dimenticato tutti gli scontri avuti se solo si fosse reso disponibile a questo piccolo scambio.
La sua espressione non era propriamente delle più felici, chissà cosa deve essergli passato per la mente, ma alla fine ha acconsentito.
La prima cosa che ho fatto quando sono entrata in quella sontuosa camera è stata farmi una lunga doccia, seguita da una notevole ispezione di tutto il bagno.
Ho trovato trucchi e tutto quello che potessi desiderare, come se fosse stato preparato apposta per il mio arrivo. Forse avrei dovuto passarne qualcuno a Rachel, dato che la sua deve essere la stanza destinata ai ragazzi. Non ho perso tempo e mi sono subito truccata, anche di più di quello che ero solita fare quando non ero all'istituto. Ora i miei occhi sono contornati di nero, le ciglia sono molto più lunghe di prima e le gote sono di un delicato rosa. Annesso al bagno ho trovato un armadio, neanche a dirlo, pieno di vestiti. Ho rovistato tra di essi, cercando il più bello, il più elegante, il più inadatto al mio stile precedente, e l'ho indossato, accompagnandolo con scarpe nere dal tacco alto.
Quando sono tornata nell'atrio ho trovato un bigliettini sul tavolo, con sopra la scrittura di Justin.
“Fuori con Jared, non per molto. Questione importante. Quando torno ci sono solo per te.” Sto leggendo in questo momento.
L'ultima frase mi fa arrossire ancora una volta, ma visto che nessuno può vedermi non ne faccio un problema. Afferro la penna appoggiata di fianco al biglietto e scrivo una risposta.
“Fuori con Rachel, non so per quanto. Questione importante. Quando torno ci sono solo per te.”
Rido al pensiero di “questione importante”, dato che la intendo in maniera leggermente diversa dalla sua. Prima che possa finire di scrivere, qualcuno bussa alla porta. Quando la apro, non sono stupita di trovarmi di fronte a Rachel, anche lei vestita elegante e sicuramente bellissima.
“Hai visto quegli idioti?” Mi saluta lei.
“Stavo per venire a bussare alla tua porta,” le rispondo, mostrandole poi la carta di credito lasciatomi da Justin, accennando a un sorriso malizioso.
“Che ne dici?”
“Dico che inizi a piacermi, Lennox.”
Afferra la carta e si allontana verso le scale del piano, con me al suo fianco.




Io e Rachel andiamo inaspettatamente d'accordo, tanto che facciamo shopping insieme per più di un'ora, per poi rintanarci in un ristorante italiano per la cena.
Non so quale sia il tetto massimo della carta di credito, ma per adesso non sembra averne uno.
Siamo quasi alla fine della cena, sono circa le dieci e mezza di sera, quando le chiedo di suo padre, dimenticandomi completamente della discrezione e del fatto che sia stato Jared a parlarmene.
“Jared...quando imparerà a starsene zitto?” Sbotta lei, ma non sembra arrabbiata. Il rossetto rosso è ormai solo sul suo bicchiere, ma rimane comunque bella, non so come faccia.
“Se è un problema, possiamo non parlarne, sono stata sfacciata.”
“Jade, non parlarmi di sfacciataggine, sono la prima ad esserlo!” Detto questo beve un altro sorso di vino, per poi rivelarmi di suo padre, Claudius Grey e di come sia finita all'istituto. Rachel, da sempre ribelle e alternativa, non stava alle regole di suo padre, non era la prima della classe e frequentava diversi ragazzi senza apparente motivo. Tutto questo non poteva passare inosservato, non dopo diversi avvertimenti. Arrivò al punto di spedirla lì, fino a quando “non si sarebbe data una regolata”. Evidentemente, mi dice lei, deve essersi dimenticato di avere una figlia, visto che Rachel è rimasta prigioniera per più di un anno.
Alla fine del suo racconto mi ritrovo con la testa tra le mani, i gomiti sul tavolo, la bocca aperta.
“Che schifo.”
“Già.”
E non parliamo più fino a quando non è il momento di andarsene, mezz'ora dopo.
Quando torniamo all'hotel sono leggermente instabile per via del vino, ma io e Rachel abbiamo ormai suggellato la nostra strana amicizia.
Entro nella camera e trovo Justin, seduto sul letto, una gamba in continuo movimento, forse per la tensione.
“Ehi”
Lui si precipita verso di me, circondandomi la vita con le braccia.
“Che hai fatto? Stai bene? Ero in ansia per te, Jade,” dice in tono grave.
“Ecco il mio Justin tormentato, quello preoccupato,” dico sorridendogli. Lui si scioglie leggermente, allentando la presa.
“La prossima volta dimmelo dove vai.”
“Non lo sapevo neanche io! Su, calmati.”
A quelle parole sembra davvero calmarsi, tanto che si prende un attimo per osservarmi da capo a piedi. Non mi ha mai vista così.
“Perché tutto questo-”
“Perché dobbiamo essere normali, l'hai detto tu, ricordi?”
Lo bacio, lasciandogli un sorriso ebete sulle labbra.
“Ricordi?” Ripeto, dandogli un secondo bacio, più passionale.
“Sì, benissimo.” Mi attira a sé facendo scontrare il mio bacino contro il suo, facendomi quasi male. Il vestito è così aderente che lo sento quasi gioire per questo; fa scorrere la mani lungo tutta la schiena, tornando poi su, alla zip del vestito. La tira giù repentinamente, come se avesse fretta. Mi sfila il vestito dalla testa, quasi senza che io me ne accorga, poi riprende a baciarmi, passando dalla bocca al collo, percorrendo tutto l'incavo e giungendo al seno. Mi accorgo solo ora che indossa una camicia, ma adesso è solo d'impiccio, perciò la sbottono in fretta e furia, rallentando solo quando le mie mani sono a contatto con il suo petto. Lui mi prende in braccio, in modo che le mie gambe siano avvolte al suo bacino, mi porta sul letto e mi fa sdraiare, restando sopra di me. Mi abbassa una spallina del reggiseno, mentre io perdo completamente la lucidità. Il cuore mi batte all'impazzata, il fiato mi manca, mentre lui mi tortura con i suoi baci.
“E' la notte migliore della mia vita, Justin, la migliore.”
“Il meglio deve ancora venire.”




E' quasi mezz'ora che camminiamo quando finalmente arriviamo a destinazione.
Siamo in un parco molto grande, non saprei dire quale, dato che non sono mai stata a Washington e la sera prima ho girato a zonzo tra i negozi insieme a Rachel.
Justin cammina affianco a me, guardandosi spesso intorno, come per paura che qualcuno ci stia spiando. Questa mattina mi sono svegliata tra le sue braccia e sono stata felice di non trovarmi di fronte ad una pietra. Certo, non era come la sera prima, si vedeva che era già preoccupato per l'incontro di stamattina, ma non mi ha evitato, mi ha parlato, mi ha sorriso e mi ha baciata. Era tutto così perfetto, e adesso ho paura di scoprire a cosa stiamo andando in contro.
Ci sediamo su una panchina, il che mi ricorda troppo le vicende successe all'istituto, ma cerco di non pensarci. Per i primi dieci minuti non si fa vivo nessuno, tanto che inizio a preoccuparmi anche io.
“Arriverà,” mi ripete Justin un paio di volte, forse più a se stesso che a me.
Dopo altri cinque minuti gli chiedo se per caso non abbiamo sbagliato posto.
“No, Jade, siete nel posto giusto.”
Mi giro di scatto, non credendo alle mie orecchie, non volendo crederci. Dietro di noi vi è un uomo col gli occhiali da sole, nonostante il cielo coperto, e un cappello nero. Non importa cosa si sia messo addosso per non farsi riconoscere da terzi, io non ho dubbi.
“Jade, questo è Rylen, e come puoi vedere...”
“Papà.”


 
SPAZIO AUTRICE.

Ragazze mie, scusate tantissimo il ritardo, questa volta abbastanza schifoso. Scusate se rispondo tardi alle recensioni, scusate.
Sto avendo un fracco di compiti, verifiche e interrogazioni, e ancor di più per la recente occupazione (di merda) che ci ha fatto slittare molte (troppe) cose. Inoltre devo scrivere anche per il concorso di cui vi avevo parlato e ho anche uno schifosissimo compito + esposizione + powerpoint su una regione francese. Peggio di così non si può.
Il capitolo non è neanche così lungo, ma spero possiate perdonarmi.
Spero almeno di avervi stupito nell'ultima parte! Dai che non ve lo aspeetavate....
Ora, chi ha visto Catching Fire? E' o non è un fottutissimo capolavoro? Non vi ha fatto scoppiare di feelings? Ok, ora me ne vado, devo chiudere, che domani mi aspeetano (e due) una verifica e due possibili interrogazioni.
A presto, vi lovvo!
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: firstmarch