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Autore: aasil    05/12/2013    11 recensioni
Cosa succederebbe se Finnick non fosse morto, bensì rapito dai superstiti di Capitol City e completamente senza memoria?
Una società segreta, al cui vertice ci sono i figli del presidente Snow, cercherà di riconquistare il potere.
Dal testo:
«Cosa mi hanno fatto?» Chiese sconvolto, desideroso di avere risposte per tutte le domande che lo tormentavano.
Dopo un lungo sospiro Rosalie iniziò a raccontare.
«Eri in missione. Ti sei infiltrato fra i ribelli per scoprire i loro piani, tu volevi salvare Capitol City da una fine certa. Loro hanno capito chi eri, sono così crudeli Finnick, hanno lasciato che gli ibridi ti dilaniassero e poi ti hanno lanciato una bomba. Sei salvo per miracolo, i corpi degli ibridi ti hanno protetto.» Troppe informazione tutte insieme. Missione? Ribelli? Capitol City?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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AMNESIA

 

 

Lies

 

 

 

 

 

Il profumo di mare, gli riempiva l'anima come se bastasse il salmastro a rinvigorire il suo corpo ormai portato allo stremo da eventi che non riusciva proprio a ricordare.
Il vento gli scompigliava i capelli biondi, dandogli una sensazione di freschezza sul viso.
Passeggiava, raccogliendo le conchiglie dalle varie forme e colori, ne annusò una aspirando l'odore di quel posto che gli risultava estremamente familiare.
Si sedé sulla sabbia umida, accarezzandola fra le mani, tastando ogni granello.
Il mare calmo lo invitava a tuffarsi, era un richiamo irresistibile; immerse i piedi nell'acqua fresca e avanzò senza pensarci.
Un'onda gli investì in pieno la faccia e per la prima volta da quando aveva memoria, rise.
Tornò alla realtà e vide un paio di mani pallide e affusolate che gli cambiavano una pezza bagnata sulla fronte.
Sentì una sensazione di delusione risalirgli dallo stomaco quando si rese conto di essere ancora all'ospedale.
«Devi smetterla di farmi prendere certi spaventi.» Disse dolcemente Rosalie.
«Mi dispiace.» Fu tutto quello che Finnick riuscì a dire. Ma non era vero, non gli dispiaceva per niente, le sensazioni che aveva provato sulla spiaggia l'avevano fatto sentire vivo.
«Perchè sorridi?» Chiese incuriosita la ragazza dai capelli rossi.
«Ho fatto un sogno.» Sussurrò con un filo di voce, lo sguardo ancora perso in quelle immagini idilliache
«Ti sei ricordato qualcosa?» L'espressione sul volto della ragazza divenne indecifrabile, quasi spaventata.
«Ero su una spiaggia. Vorrei vedere il mare, possiamo andarci?» Chiese speranzoso.

«Tu odi il mare Finnick, hai sempre avuto paura di nuotare.» La confusione nel suo cervello aumentava, come poteva ritrovare sé stesso se ogni cosa che gli dicevano gli risultava del tutto estranea?
Decise che era giunto il momento di alzarsi, non ce la faceva più a stare sdraiato.
Sentiva i muscoli delle gambe indolenziti e pesanti e improvvisamente si chiese da quanto tempo era che non usciva da quello scomodo letto d'ospedale.
«Quanto tempo è passato dal mio “incidente”?» Chiese a Rosalie che era visibilmente contraria che lui si scostasse le coperte.
«Sono passati tre mesi da quando i ribelli ti hanno attaccato. I dottori hanno fatto miracoli su di te, in condizioni normali avrebbero potuto fare anche di meglio. Ma i distretti hanno preso il sopravvento e ci hanno quasi sterminato, costringendoci a fuggire da Capitol City. Riattaccare le tue dita era troppo costoso Finnick.» Disse, notando che lo sguardo del ragazzo era corso alla mano mutilata.
«Se non siamo a Capitol City dove siamo?» Il ragazzo non sapeva nemmeno cosa fosse Capitol City, immaginò una città pacifica, in cui i bambini giocano felici fra i vicoli. I ribelli, uomini grossi e potenti che con la loro crudeltà spazzano via quel paradiso per impadronirsi delle sue ricchezze.
«Siamo fuggiti per mare, abbiamo attraversato l'oceano e siamo finiti in un continente sconosciuto. Qui non c'è niente, la poca tecnologia che siamo riusciti a portarci dietro funziona male, le risorse alimentari sono poche, stiamo morendo.» Sussurrò con gli occhi lucidi.

Ammise a sé stesso che la ragazza era veramente bellissima, i capelli raccolti in una crocchia bassa, da cui usciva scomposto qualche filamento ramato a incorniciarle il volto punteggiato da lentiggini.

Gli occhi grandi e marroni erano bassi, persi in chissà quale ricordo.
Gli dispiacque vederla triste, gli sembrava una brava persona; doveva pur averla sposata per qualche motivo.
Finnck scese dal letto reggendosi alla sponda e a Rosalie che lo guidò aiutandolo a fare qualche passo.

Una dottoressa bassa e dagli arruffati capelli biondi si affacciò alla porta con un sorriso a trentadue denti.
«Il ragazzo sta meglio?» Chiese rivolgendosi a Rosalie, invece che a lui.
«Si, credo che sia in grado di venire in riunione.» Asserì in tono complice.
«Vuoi che ti faccia portare una sedia a rotelle o cammini da solo?» Disse la donna dolcemente rivolgendosi finalmente a lui.
«Voglio provare a camminare da solo, grazie.» Gracchiò.

Rosalie lo strinse a sé affondando il viso nel suo collo e si allontanò solo per dargli un intenso bacio sulle labbra. La dottoressa si schiarì la voce contrariata ma dopo pochi secondi si lasciò andare ad una risata compiaciuta.
«Scendete al piano terra appena avete finito voi due.» Disse ancora ridacchiando.

Finnick sperava di provare qualche genere di emozione, e anche se non percepì alcun brivido gli piacque baciare Rosalie.

Si sentì in colpa per quel pensiero, gli sembrava completamente sbagliato baciare qualcuno che non conosceva, perchè, anche se lei gli aveva detto di essere sua moglie, lui non riusciva proprio né a ricordarlo né a sentirsi del tutto a suo agio vicino a lei.

La ragazza, soddisfatta, lo sorresse e lo trascinò fino all'ascensore, pigiò una combinazione di tasti, e iniziarono a scendere.
«Finalmente sento che stai tornando in te, mentre ti baciavo ho riconosciuto il ragazzo che amo.» Sussurrò dolcemente al suo orecchio.
«Abbiamo qualche foto del nostro matrimonio? Potrebbero aiutarmi a ricordare meglio..» Chiese lui incerto.
«Certo, dopo la riunione potrai vedere tutte le foto che vuoi.» Sorrise e lo prese a braccetto.

Un leggero bip li avvertì che le porte stavano per aprirsi.
Uscirono e si trovarono in una grande stanza completamente bianca, come tutto il resto.

Il pavimento di marmo lucido risplendeva delle piccole luci attaccate al muro che incorniciavano la stanza. Si sentì come se lo avessero privato dell'ossigeno, non gli piaceva quel posto e quella fantomatica “assemblea” di cui aveva sentito parlare non gli sembrava niente di buono.
Si lasciò guidare in silenzio da Rosalie, che si fermò davanti ad un'imponente porta di legno pesante, l'unico colore diverso dal bianco che era presente in tutto l'edificio.
La ragazza spinse la porta con facilità e lo fece entrare per primo, si trovò in un'ampia sala nel centro della quale era situato un tavolo rettangolare circondato da sedie. In fondo vi era una parete a vetri che mostrava l'interno di un'altra stanza.

Contò all'incirca una ventina di persone, Rosalie prese posto accanto ad un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi marroni e fece cenno a Finnick di raggiungerla.
Gli sguardi di tutti erano puntati su di lui, una donna sulla sessantina aveva la pelle chiazzata d'arancione e innumerevoli piercing sul viso, rimase poi sconvolto nel notare gli occhi dell'uomo vicino a lei, le iridi cambiavano colore a seconda di cosa guardava. Un altro esibiva grandi orecchie da topo e una gran quantità di tatuaggi sul corpo mezzo nudo.
Decise che era meglio smettere di guardare quegli strani individui e si affrettò a raggiungere Rosalie. Il ragazzo dai capelli corvini si alzò in piedi appena lui li raggiunse e gli strinse la mano in modo educato.
«Ben tornato Finnick Odair. Un tempo eravamo molto amici, sono Tiberius Snow il mio nome ti dice niente?» Scandì le parole con voce mielosa.
Il ragazzo del distretto 4 scosse la testa, convinto di non aver mai sentito quel nome, in contrario però il cognome gli risultò familiare anche se non seppe spiegarsi il perchè.
«Senz'altro ti starai chiedendo cosa ci fai qui vero? Ebbene noi vogliamo darti tutte le risposte che stai cercando, anche se credo che le cose essenziali te le abbia già dette mia sorella. Vero Rosalie?»
La ragazza sorrise in modo complice al fratello e lui parve soddisfatto.
«Dobbiamo vendicarci Finnick, i ribelli hanno ucciso mio padre e tutte le nostre famiglie, hanno sterminato i nostri concittadini e reso schiavi i pochi superstiti rimasti. Non voglio vivere in questa terra inospitale, voglio tornare nella nostra patria, a casa. Per fare questo sto chiedendo il tuo aiuto, sei stato un grande combattente in passato.»
Gli occhi di tutti erano incollati a lui, doveva dare una risposta.
«Come posso aiutarvi nella condizione in cui mi trovo? Non mi ricordo niente di ciò che sono stato, di chi sono..» Rispose incerto.
«Di questo non dovrai preoccuparti, ti aiuteremo noi a ritrovare la memoria. Non ti stiamo chiedendo di scendere in battaglia, vogliamo che tu sia il nostro simbolo, per i ribelli sarà un duro colpo vederti ancora vivo.» Vide il fuoco negli occhi di Tiberius, tutta quella foga lo spaventò un po'.
«Se hai detto che siamo così in pochi, chi combatterà?» Iniziò a pulsargli la testa per lo sforzo di seguire i pensieri del giovane.
«Abbiamo già un piano per questo, ma prima di raccontartelo voglio mostrarti qualcosa.» Scambiò un intenso sguardo d'intesa con Rosalie che si alzò e accompagnò Finnick nella sala adiacente a quella in cui si teneva la riunione.
«Siediti qui.» Disse impaziente, indicandogli una sedia al centro della stanza.
Lui fece come gli era stato ordinato, e la rossa tornò indietro, nella sala della riunione.
Si sedé di nuovo sulla comoda poltrona accanto a quella del fratello e osservò attraverso il vetro l'espressione sul volto di Finnick.



 

***


 

 

Angolo autrice:

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ci tengo a ringraziare tutte le persone che hanno letto e recensito quello precedente, vi adoro! ♥
Credo che alcuni dei dubbi che potevano nascere dal prologo si siano sciolti, sto cercando di scrivere in modo chiaro e comprensibile ma di lasciare comunque un alone di mistero su alcune parti, in modo che la lettura dei prossimi capitoli sia più interessante.

Tutti i personaggi che non conoscete sono frutto della mia immaginazione, nel libro non esiste alcun Tiberius Snow e tanto meno sua sorella Rosalie Snow.
Voglio ricordare a che punto del libro siamo, sono passati tre mesi dalla caduta di Capitol City, Katniss sta male ed è depressa ma è comunque tornata a vivere nel distretto 12, è da poco tornato anche Peeta.
Annie invece è tornata nel distretto 4 ed è incinta di Finnick.
Se avete qualsiasi dubbio sulla storia chiedete pure :3
Adesso torno a studiare matematica (domani ho la verifica :S ) e spero di trovare le vostre recensioni, sono davvero importanti per me.

 

Much love ♥♥♥
-Lisa

   
 
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