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Autore: Afaneia    05/12/2013    0 recensioni
Chi è Luisa? Un tempo non era nessuno, era solo una piccola ragazza di provincia, una piccola allenatrice di Borgo Foglianova partita all'avventura come tanti, come tutti. E ora? Ora è la Campionessa di Kanto e Johto, dopo aver superato sfide e pericoli e aver sconfitto, dopo anni di viaggio e allenamento, Lance e Rosso, il Presidente della Lega Pokémon e il vero Campione delle due regioni.
Ma la vita continua a cambiare. La piccola ragazza di provincia ora è quasi una donna e i suoi nemici (Rosso, Argento, quel ladro che conobbe il primo giorno del suo viaggio) stanno cambiando e le loro relazioni mutano con loro. E soprattutto, ciò che cambierà definitivamente la sua vita sarà l'arrivo di Ho-Oh, la fenice di fuoco delle leggende, che discenderà dal cielo ad annunciarle una grande verità...
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Lance, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga della Prescelta Creatura'
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Quel giorno l’alba sorse sull’alta Torre splendente che si elevava fieramente poco a sud di Violapoli, nella località dove fino alla mezzanotte del giorno precedente si erano trovate le misteriose Rovine d’Alfa. Esse erano ora crollate: gli Unown, che Missingno aveva scelto di liberare, avevano trovato subito una nuova dimora nei numerosi piani della Torre.

Quella mattina, perciò, il mondo aprì gli occhi su quel miracolo inaspettato, quel retaggio dei tempi antichi nei quali il divino Celebi, creatore del Cielo e della Terra, talora pareva ricordarsi degli uomini ed elevava edifici e montagne, scuoteva mari e regioni intere. Tuttavia, quel miracolo non era opera di Celebi: sulla sua cima, che ardeva di sole, spiccavano queste parole molto profondamente incise in alfabeto Unown: Avvento di Missingno. Nessuno sapeva chi questo Missingno fosse, cosa volesse, né conosceva le ragioni di quel miracolo: perciò, mentre i giornalisti si riversavano in massa alle pendici della Torre e i pochi studiosi che per anni avevano abitato le Rovine d’Alfa, spodestati, cominciavano ad avventurarsi ai primi piani della Torre, centinaia e centinaia di persone si precipitarono invece ad Amarantopoli, nella speranza che i saggi che custodivano la Torre di Latta potessero dare loro delle risposte: ma essi tacevano, storditi quanto e più di loro.

I soli che quella mattina non si svegliarono né furono svegliati per vedere quel miracolo erano i soli cui Missingno aveva concesso di assistervi. Luisa, Argento e Lance quella notte erano tornati all’Altopiano Blu stanchi, spossati, felici, sporchi, esausti e dopo un bagno si erano addormentati sui grandi divani della camera di Lance, distesi alla meglio, ben asserragliati dentro la stanza per non essere disturbati. Il viaggio nella Città dei Numeri aveva tolto loro ogni energia; ma soprattutto, essi non desideravano assistere al risveglio del mondo. Perciò Joy bussò a lungo ma invano alla porta di Lance, che non si aprì, e altrettanto invano i loro Pokégear suonarono a lungo, abbandonati in un angolo dell’enorme camera sotto le pile dei loro abiti sporchi.

Ma quando finalmente si svegliarono, verso forse le dieci di mattina, Luisa corse a rispondere: l’avevano chiamata quasi tutti: sua madre, il Professor Elm, il Professor Oak, molti suoi amici e soprattutto, e con più insistenza di tutti, Rosso. Luisa sapeva a chi doveva dire per prima la verità; ma nonostante ciò si comportò onestamente e telefonò per prima a sua madre e al professor Elm, mentre dietro di lei Lance si occupava di rispondere a numerosissime telefonate dai più svariati studiosi e direttori di testata e Argento, che pareva divertito all’idea di non avere nessun compito ufficiale da svolgere né parenti da rassicurare, andava in bagno.

Solo dopo quasi venti minuti di conversazione Luisa trovò il tempo di telefonare anche a Rosso, che nel frattempo l’aveva già richiamata altre due volte. Le rispose infatti subito con voce alterata: “Luisa! Finalmente riesco a contattarti. Ti telefono da tre ore!”

“Lo so, Rosso, mi dispiace. Stavo dormendo” ammise la ragazza. Ma quella risposta non parve sufficiente a Rosso. “Vuoi scherzare? Andiamo Luisa, non prendermi in giro, per favore. Sei andata laggiù, non è vero?, non è vero?”

“Ti prego, Rosso, calmati… sì, sono scesa laggiù, ho incontrato…”

“No, non per telefono” disse improvvisamente Rosso. “Vieni qui, per favore. Voglio che mi spieghi tutto di persona.”

Luisa emise un sospiro stanco, ma Rosso aveva ragione: non erano certo cose che potevano spiegarsi per telefono, e in tutto il mondo lui era di certo la persona che più di tutti aveva diritto di sapere.

“Va bene. Qui dove?”

“A casa mia. Cioè, voglio dire, ovviamente… a casa mia e di Blu.”

“Va bene, Rosso. Arriverò tra una mezz’ora: dammi solo il tempo di vestirmi e mangiare qualcosa.”


Rosso le venne ad aprire in abiti da casa, con occhi cupi e stanchi che trafissero i suoi. “Blu è in Palestra” le disse a mo’ di saluto, lasciandola entrare. E poi, appena chiusa la porta: “Sei andata laggiù, vero? Oh, sapevo che ci saresti andata! Sapevo di averti spinta tra le braccia di Missingno…”

“Ehi, Rosso… lasciami parlare” gli disse Luisa sorridendo. “Stai calmo, ti prego. Posso spiegarti tutto, se me ne dai il tempo.”

“Va bene. Siediti sul divano” rispose Rosso, quasi a malincuore: avrebbe voluto poterla travolgere di domande. Tuttavia l’accompagnò al divano e si sedette al suo fianco, scrutandola senza scampo.

Luisa si dilungò nel raccontargli tutto dettagliatamente: sapeva che Rosso voleva sapere. Gli descrisse la sua discesa nell’abisso, il modo in cui si era trovata separata dai suoi fratelli; il suo incontro col vecchio cieco della Città dei Numeri, la sua fuga; la voce angosciante di Missingno, la verità, la sua bontà; il ritorno all’Isola Cannella e finalmente, sulla cima di quell’alta Torre, l’incontro che aveva avuto luogo tra le due divinità. Rosso la seguiva attento, comprendendo tutto, attento a non perdere un passaggio; solo a un tratto, quando Luisa gli descrisse la voce di Missingno, si alzò in piedi e cominciò a passeggiare nervosamente su e giù davanti al divano, come incapace di stare fermo, per poi tornare seduto dopo poco.

Finalmente il racconto terminò, e Rosso rimase a lungo in silenzio davanti a lei, pensieroso. Infine, passandosi una mano tra i folti capelli scuri, domandò: “Non capisco. Non riesco a capire. Se Missingno amava tanto Celebi, come dici tu… perché non si è rivelato a lui? Perché non è stato lui a volersi mostrare?”

“Perché mio padre era libero” rispose Luisa semplicemente. Comprendeva le perplessità di Rosso; tuttavia, ella aveva ben chiaro il piano di Missingno nella propria mente. “Era libero, e come Missingno infinitamente potente; e tuttavia, pur avendo questa grande libertà, ha scelto di non voler conoscere, di non voler cercare le ragioni della sua vita. Missingno ha rispettato la sua libertà e la sua scelta.”

“Eppure ha inviato sulla terra gli Unown, a quanto dici” rispose Rosso. Pareva sempre più perplesso. “Non era questo un modo per interferire colla sua infinita libertà, come la chiami tu?”

Ma Luisa scosse dolcemente il capo. “No, Rosso. Il punto è lo stesso: lui ha inviato a mio padre un mistero che potesse risolvere, tramite il quale potesse risalire a lui, ma non l’ha obbligato a farlo. Come al solito, mio padre ha liberamente scelto di non voler sapere. Il suo era un invito, una proposta, quasi una sfida.”

Rosso chinò gli occhi sulle proprie ginocchia forti, segnate, robuste. Era ancora pensieroso, poco convinto, meditabondo.

“Vuoi dunque dirmi che di tutte le vite che si sono succedute su questa Terra dal giorno della Creazione fino a oggi, di tutti coloro che... solo di me Missingno ha scelto di servirsi con l'inganno?”

Luisa rimase un attimo in silenzio, mordendosi le labbra.

“Non posso negare, Rosso” disse semplicemente. “La tua vita è servita a Missingno per poter redimere l'umanità; ha scelto di asservire al suo proprio scopo il tuo destino, perché tu potessi tentarmi e spingermi ad andare nella Città dei Numeri. Tuttavia, egli manterrà ciò che ti ha promesso: se lo vorrai, se liberamente sceglierai, egli benedirà la tua felicità e tu prospererai.”

Rosso sorrise d'un sorriso amaro, senza rispondere. Pensava agli anni che Missingno gli aveva strappato. Ma Luisa gli prese una mano.

“Tutte le vite del mondo sono sempre state schiave, Rosso; schiave del fatto stesso di essere state create a immagine e somiglianza di mio padre, mio padre che aveva avuto paura... la tua vita è servita a redimere le altre. Ora più nessuno, mai, sarà schiavo della paura, del destino...”

Rosso allontanò la mano dalla sua, pensierosamente. Luisa lesse nei suoi occhi le parole che non le avrebbe mai detto: nessuno ha chiesto il mio sacrificio.

“Un'altra cosa non capisco” disse ad alta voce, alzandosi in piedi, come per volersi scuotere da quel pensiero. “Il testo inciso nella stanza degli Unown parlava specificamente di una statua. Tuttavia... non è affatto una statua quella nella zona di Rovine d'Alfa. È una torre.”

“Ho faticato anch'io qualche momento a capire” disse Luisa sorridendo. “Quando mi trovavo nella Città, ho chiesto a Missingno di farsi vedere; ma mi ha risposto che egli non aveva un corpo tangibile e visibile, che nessuna forma poteva racchiudere la sua potenza. Non vi è alcun modo di rappresentare Missingno, Rosso, e in effetti io e te, che l'abbiamo incontrato, altro di lui non conosciamo che la potenza della sua voce. Missingno è già in tutte le cose, nell'aria che respiriamo, nella nostra mente. Non esisterà mai alcuna immagine che possa rappresentarlo; ma quella grande Torre che vediamo, quella vastità che si protende verso il cielo, verso l'immensità insondabile... quella Torre può non rappresentare Missingno, ma di certo, come c'è scritto, rappresenta il suo avvento e l'inizio dell'età dell'oro che ci ha preannunciato: un età in cui finalmente tutti noi, umani e Pokémon, liberamente potremo protenderci verso la conoscenza, verso il cielo, accedere alla conoscenza della divinità...”

Ma Rosso continuava a tacere. Sì, in lui Luisa scorse un altro dei grandi doni di Missingno: si poteva non accettare i suoi doni, rifiutare la sua libertà, ignorare la sua redenzione. Tuttavia tutto questo, i suoi doni, la libertà, la redenzione, erano lì per chi volesse accettarli, per chi volesse conoscerli e accogliere Missingno. Anche questo era libertà, dopotutto: scegliere di non essere liberi.

“Che cosa farai ora?” chiese per cambiare argomento. Rosso la guardò con stupore: “Che cosa?”

“Sai... della tua vita” accennò Luisa guardandosi intorno.

Rosso si guardò attorno come per la prima volta. Lui e Blu stavano riarrendando la casa, un passo alla volta, un mobile per volta: Blu voleva cancellare ogni traccia della sua infanzia difficile e solitaria.

“Non l'indovini?” domandò a bassa voce.

“Sì, credo di indovinarlo, o almeno lo spero” disse Luisa alzandosi. Gli appoggiò le mani sulle spalle, fraternamente, familiarmente: “Missingno manterrà la sua parola se tu lo vorrai. Ora sia io che te possiamo trovare pace: nessun mistero deve più essere svelato, e la chiave dei misteri del mondo è accessibile a tutti coloro che vorranno cercarla. Ora so tutto, e tutti potranno sapere tutto. Questo è il grande, ultimo dono di Missingno, questo è il significato di tutti questi inganni... è libertà.”


Buonasera a tutti!

Questo è, almeno per ora, l'ultimo capitolo della storia. Tuttavia non è detto che sia l'ultimo in assoluto: se avrò voglia, tornerò a scrivere su questi personaggi. Pertanto non metterò la voce “conclusa” a questa storia, anche perché nella mia mente non lo è.

Ma mi sembra opportuno ringraziare debitamente tutti coloro che hanno contribuito in qualunque modo a questa mia, in questo pseudo ultimo capitolo.

Perciò grazie a: coloraimbow, Sky98, Bloody Emma, TokorothX3, nihil no kami, I_AnDrY_I per le recensioni;

Chaos9000, colorainbow, Himeko Stukishiro, Sky98, vale_misty per aver aggiunto la storia alle preferite;

Bloody Emma e Dragon_Flame per aver aggiunto la storia alle ricordate;

Bloody Emma e Colorainbow per aver aggiunto la storia alle seguite.

(Molti nomi sono ripetuti, ho deciso di citarli in ogni “categoria”)

Che dire? Buona serata, e grazie, grazie di cuore per essere anche solo arrivati fin qui.


Afaneia

   
 
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