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Autore: Mitsuki91    05/12/2013    3 recensioni
Piccola songfic.
Ho rubato un pacchetto di un contest scaduto e questo è quello che mi è venuto in mente.
Un Severus forse un po' insolito, che ha trovato un modo diverso per non soffrire per la morte della sua amata Lily...
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Boh, mi son decisa a pubblicare anche questa storiella XD

Ho scritto questa… Cosa, perché, sbirciando nei contest, ho trovato un pacchetto interessante.
C’era Severus Piton e come prompt “Papaveri”, che sul principio mi ha lasciata sconcertata.
Poi mi son ricordata di questa canzoncina che mi cantava sempre mio nonno, e poi il mio lato tragico ha avuto il sopravvento, come al solito…
Volevo scriverla per il contest, ma ho letto che non accettava song fic.
E poi ho letto che era scaduto .-.
Quindi, tagliando la testa al toro, l’ho scritta comunque per conto mio, pur ispirandomi al pacchetto u.u


Papaveri rossi

Lo sai che i papaveri son alti alti alti,
e tu sei piccolina, e tu sei piccolina…

Ti ricordi quando la prendevi sempre in giro, perché era bassa, così bassa, e tu così alto, in confronto, e lei si arrabbiava, ti teneva il muso ed era così divertente… Andare lì, carezzarle una guancia, ricevere una linguaccia in risposta.
E tu eri alto, alto, e lei così piccola, che quasi scompariva fra le tue braccia, e la sua testa arrivava a malapena all’altezza del tuo petto.

Lo sai che i papaveri son alti alti alti…

I papaveri le piacevano molto, perché erano rossi come i suoi capelli.
Ce n’erano un sacco, giù al fiume; avevate trovato un posto segreto dove raccoglierli, e tu ricordi ancora la sua risata gioiosa, i suoi occhi socchiusi, e le sue mani che strappavano fiori, e la sensazione dell’erba sotto la schiena…
E tu eri così alto, Severus, che per guardarla negli occhi dovevi chinarti, e per questo vi sdraiavate vicini, così che i tuoi piedi più in basso non sarebbero stati un problema.

… E tu sei piccolina, e tu sei piccolina…

Piccola è la polvere fra le tua dita, e lontani sono i ricordi dolorosi, la sensazione del petto che si apre, mentre tutto il tuo mondo crolla.
Piccola era Lily fra le tue braccia, quelle braccia esili che non erano state in grado di proteggerla; quella mente di cui ti eri vantato tanto, ma che non aveva capito la sola cosa essenziale, e allora avevi riferito la profezia al Signore Oscuro e condannato la sola donna che amavi…
Piccolo è anche il gesto di inspirare.

Lo sai che i papaveri son alti alti alti,
e tu sei piccolina, e tu sei piccolina…

Lo sapevi che l’oppio viene prodotto dai papaveri, Severus, prima di quel giorno?
Lo sapevi che la droga dà dipendenza?
Ma era il frutto dei papaveri, quelli che erano alti come te, e rossi come lei.
Era il frutto dei papaveri che ti allontanava dal dolore, che ti permetteva di reclinare la testa e di fissare il cielo, e di vederla, in mezzo alle nuvole, mentre ti sorrideva serena.

… Sei nata paperina, che cosa ci vuoi far!

La chiamavi papera, perché era così bassa rispetto ai papaveri, e ti divertivi a dirle che starnazzava ogni volta che apriva bocca.
La chiamavi papera e lei si offendeva e ti teneva il muso, ma ti bastava una carezza sul suo viso per farle fare una linguaccia e farla ridere, ridere ancora…
E ora la polvere dei papaveri è la tua unica fonte di salvezza, Severus, dopo che Lily è morta, e che tu ti sei reso conto di essere stato il suo carnefice.

La chiamavi papera, perché era stata sempre così piccola; ma ora, disegnata sopra il cielo, mentre ti sorride serena, pensi solo a come ce l’abbia fatta, finalmente, a librarsi in alto.
Ha raggiunto i suoi adorati papaveri, e stavolta sei tu ad essere troppo basso riuscire ad afferrarla, a sfiorarle una guancia con le dita. Quell’ultima carezza ti è negata, e tu sai che lei non ti farà mai più la linguaccia, e che non riderà con te.
Ti abbandoni all’oblio, grazie al frutto dei papaveri, e tutto il resto è nulla.
   
 
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