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Autore: Liris    07/05/2008    6 recensioni
Una promessa
o forse semplicemente un desiderio
Un desiderio che una piccola ragazza piovuta da chissà dove potrà avverare con le sue stramberie.
L'importante è volerlo
Ben cinque anni son passati da quando i fratelli Elric hanno deciso di vivere nel mondo reale. Ma cosa succederebbe se una strana ragazzina tendesse loro la mano, aprendogli la via per riportarli di nuovo ad Amestris?
E se questo servisse a salvare loro la vita?
E se questo servisse ad un piccolo fagiolo ad aprire gli occhi su qualcosa che ha sempre celato nel suo cuore?
Se volete scoprire ciò che la mia mente ha sfornato, vi basta leggere
L'importante è volerlo, no?
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro personaggio, Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Desclaimers: Tutti i personaggi contenuti, a parte uno, non sono di mia proprietà ma di Hiromu Arakawa e la storia non è a fini di lucro
Genere: Romantico
Raiting:Giallo
Riassunto Capitolo:
-Al…-
-Gatti?- il viso di Lilith si illuminò d’un tratto, e alzatasi di botto, si fiondò fuori, alla ricerca dei felini.
-Beh, non è che..- cercò ancora Alphonse, iniziando ad alzarsi dalla sedia, seriamente preoccupato dal tremore del fratellone.
-Al…..io ti UCCIDO!!- gridò d’un tratto questo, mandando al diavolo l’emicrania, e saltando addosso al più giovane, mancando il bersaglio che prontamente si era allontanato, cadendo rovinosamente a terra.
-Nii-san, calmati! L’ho fatto senza volerlo!! Mi è venuto il pensiero che quei poveri micini si sarebbero sentiti soli senza di noi, e…- Alphonse cercò via di fuga verso la porta, mentre Edward si rialzava da quella posa poco decorosa per il, un tempo, FullMetal Alchemist.




-Tris vincente: gatti, Alchimia e magia-






Farsi passare quella bella botta alla testa non sembrava proprio un impresa facile.
Alphonse lo guardava curioso dalla sedia sul quale era comodamente seduto, mentre Lilith lo studiava con i verdi occhi, dall’alto della sua posizione accovacciata sulla scrivania.
-Ehm….tutto bene?- domandò il suo Nii-chan, controllandogli doverosamente il ghiaccio sul bernoccolo.

Edward chiuse gli occhi, borbottando una sorta di maledizione verso la figurina tranquilla e poco composta sul ripiano dove solo la mattina precedente stava scrivendo sul suo “diario di viaggio”
Questa si grattò la testa, desolata, spostando gli smeraldini occhi sul mobilio della stanza: tutto era arredato con mobili di mogano antico, mentre fogli con su appunti di ogni tipo erano sparsi su ogni superficie.
Come camera era abbastanza accogliente, come il resto della casa, si intende.
Lilith saltò giu con un agile mossa, senza emettere alcun suono, zompettando con fare curioso verso alcuni libri posti in una pila alquanto poco stabile, sul pavimento.
-Ci vuoi spiegare cosa accidenti è successo?- domandò un Edward alquanto inviperito, prendendo dalle mani del suo Nii-chan il ghiaccio, e riportandoselo sul bernoccolo.
Lilith sfogliò con fare interessato un tomo che aveva in quel momento tirato su dalla pila -Un piccolo errore di calcolo- affermò, senza alzare il naso dalle parole eleganti e veloci stampate su quelle pagine.

-Oh certo….e questo lo chiami errore di calcolo??- abbaiò Edward, indicandosi la testa lesa, pentendosi quasi subito di aver aperto bocca, visto l’emicrania che spuntò fuori come un vecchio conoscente, facendolo gemere e tornare disteso sul letto.
La graziosa ragazza li aveva in qualche modo trasportati in un battito di ciglia in casa loro, più esattamente: Alphonse era finito nel caminetto spento, in mezzo ad un bel cumulo di fuliggine, Lilith lunga e distesa sul divano del salottino, mentre per Edward….beh, lui aveva accidentalmente colpito l’angolo della mensola, dopo che si era alzato mezzo intontito sul ripiano in cucina.
La giovane alzò il muso dal libro, sorridendo con fare ingenuo.
-Diciamo di si. Colpa vostra che avete pensato qui! Io le coordinate le avevo date giuste.- affermò tranquilla, chiudendo il tomo con un colpo secco della mano, ricevendo da parte del maggiore degli Elric un mugolio contrariato.
-Oh, pardon- si scusò la giovane, avvicinandosi al letto, dove abbandonò il libro.
-Perché sarebbe colpa nostra?- domandò Alphonse, osservandola sedersi con fare tranquillo e rilassato sul letto, accanto ad Edward.
Lilith alzò il panno col ghiaccio, per constatare il danno subito dal povero ragazzo.
-Mettiamola in termini semplici: se durante un trasferimento, qualcuno pensa intensamente ad una cosa totalmente fuori rotta, fa deviare completamente il percorso.- cercò di semplificare la ragazza, grattandosi desolata la testa.
-Ehi, frena un secondo! Ne io ne Alphonse abbiamo pensato ad altro, se non a casa, no?- saltò su Edward, rivolgendo lo sguardo sul fratello, che se ne rimaneva ora tutto zitto, con il viso rivolto verso terra.


-Vero Nii-chan..?- sussurrò Ed, ora leggermente dubbioso.
-Nii-san,…non è esattamente…cioè- cercò di giustificarsi il più piccolo, alzando il viso per guardare l’altro.

-Al..- mormorò questo, senza più guardarlo, ora curvo, seduto sul letto.
-S-si..?- rispose titubante Alphonse.
-Non dirmi che hai pensato a quei gatti…-

-…- nessun segno di vita da parte dell’altro.
-Al…-
-Gatti?- il viso di Lilith si illuminò d’un tratto, e alzatasi di botto, si fiondò fuori, alla ricerca dei felini.
-Beh, non è che..- cercò ancora Alphonse, iniziando ad alzarsi dalla sedia, seriamente preoccupato dal tremore del fratellone.
-Al…..io ti UCCIDO!!- gridò d’un tratto questo, mandando al diavolo l’emicrania, e saltando addosso al più giovane, mancando il bersaglio che prontamente si era allontanato, cadendo rovinosamente a terra.
-Nii-san, calmati! L’ho fatto senza volerlo!! Mi è venuto il pensiero che quei poveri micini si sarebbero sentiti soli senza di noi, e…- Alphonse cercò via di fuga verso la porta, mentre Edward si rialzava da quella posa poco decorosa per il, un tempo, FullMetal Alchemist.
-Fuggi che è meglio, Alphonse Elric, altrimenti ti ritroverai quei gatti per cappello e per sciarpa!- gridò sulla porta, vedendo il minore dei due rifugiarsi in cucina, mentre Lilith zompettava allegra passando di li con uno degli incriminati felini fra le braccia.
Edward si chiuse la porta della camera alle spalle, con un colpo secco, riprendendo mentalmente controllo di se.
Poggiò una mano sulla fronte, sentendo ancora un leggero dolore causato dal bernoccolo un po’ più in alto, ma la cosa stava passando.

E dire che a quell’ora potevano già essere ad Amestris…
Certo, Edward. Sempre che quella ragazzina non vi stava prendendo in giro.
Ma come spiegarsi scientificamente quel viaggio dalla piazza alla loro casa?
No..non c’era un modo.
Prendendosi la testa fra le mani, si risedette sul letto, sbuffando piano.
Voleva mettere fine a quella pazzia….si sentiva ancora il fiato di quegli uomini sul collo, e sapeva che non sarebbero stati al sicuro finché non sarebbero tornati nel loro mondo.
Un altro sbuffo uscì dalle sue labbra, mentre si lasciava andare lungo e disteso sul morbido materasso, chiudendo gli occhi.
Voleva rivedere le verdi distese di Reesembol, riabbracciare zia Pinako, quella bisbetica di Winry, sentire come stavano tutti quei mezzi lavativi al Quartier Generale di East City…e magari prendere un po’ a calci un ben noto Colonnello di sua conoscenza.
Un leggero sorriso si disegnò sulle sue morbide labbra, pensando a quanto gli mancavano i loro battibecchi….quanto gli erano mancati in quei 5 anni…
Aprì di scatto i dorati occhi, osservando perplesso, e allo stesso tempo spaventato il soffitto.
Che diamine di pensieri erano quelli, adesso?
Si portò la mano sana sullo sterno, sentendone un dolore fastidioso, come se la cassa toracica avesse preso a contrarsi, schiacciandogli gli organi interni.
Aprì le labbra, boccheggiando per un attimo, rannicchiandosi in posizione fetale sul letto, chiudendo per un momento gli occhi.
Perché..
Perché ogni volta che quel maledetto pensiero gli sfiorava la mente, doveva provare quel dolore e poi quel vuoto nel cuore?
Tante…troppe volte si era svegliato nel cuore della notte, con le lacrime agli occhi, madido di sudore, per un incubo o semplicemente un sogno che non ricordava.
Prese fiato con lentezza, stringendosi il cuscino al petto, mentre toglieva con gesti leggermente furiosi gli stivaletti, facendoli cadere giu sul pavimento.
Tolse dalla mente il viso, o anche solo la voce di quell’uomo, e cercò riposo in quella stanza illuminata appena dalla piccola luce sulla scrivania.


***




Il freddo aveva intirizzito le sue ossa, e ora si ritrovava a tremare, mentre colpi provenienti da chissà dove volevano riportarlo alla realtà.
Si strinse di più al cuscino, mentre un braccio caldo si stringeva al suo fianco, attirandolo contro un petto morbido, dal quale poteva sentire un cuore battere un ritmo regolare.
Le gambe si ritrassero, portando la sua posizione fetale ancora più racchiusa, quasi come se fosse davvero un bimbo all’interno dell’utero materno, in cerca di protezione.
Sentì un mugolio provenire dal basso, e pensò che fosse uno dei sei gatti che si tenevano in casa, bello accucciato ai loro piedi.
Perché su quel letto non era solo…no, lo sentiva ancora quel braccio, e mentre si girava, nell’oscurità del dormiveglia, portò una mano sul viso posto pochi centimetri più in su del suo, mentre un profumo familiare, conosciuto parve arrivare alle sue narici.
-Colonn..- arrestò quelle parole, impunemente uscite dalle sue labbra, mentre cercava di auto convincersi ad aprire gli occhi. Finalmente un po’ di luce iniziò a creare i giusti lineamenti di quel viso, portandolo a pensare che il colonnello fosse somigliante in maniera straordinaria a suo fratello.

Fermo Edward.

Connetti il cervello, e apri del tutto quelle cascanti palpebre, mentre mandi al diavolo chi continua a bussare alla porta, inveendovi contro.
Quello che ti sta stringendo a se è effettivamente tuo fratello, che ora, per colpa della tua mano posata sulla sua guancia, si sta lentamente svegliando dal richiesto riposo del vostro corpo, di poche ore che vi siete concessi, senza volerlo
-Nii-san..che cosa c’è?- domandò con voce impastata Alphonse, portandosi una mano chiusa a pugno sull’occhio destro, stiracchiandosi per il risveglio un po’ inaspettato.
Edward si tirò su piano, osservando come ai suoi piedi, insieme ad uno dei grandi gatti della casa, nella sua stessa posizione ci fosse Lilith ancora assopita.
-Al, ci siamo addormentati.- finalmente parlò il maggiore, portandosi una mano alla testa, un po’ rintronato, sentendo ancora il continuo bussare, capendo solo ora che quello è l’unica cosa reale del sogno dal quale si è appena destato.
Alphonse seguì il fratello seduto sul letto, osservando perplesso la ragazzina ai loro piedi, felicemente rannicchiata con accanto il micio color perla.
-Non ci voleva..- sussurrò Edward, ora leggermente in ansia, rivolgendo l’attenzione verso la porta aperta della stanza, dal quale giungevano i colpi all’entrata di casa.

Alphonse cercò subito di svegliare Lilith, scuotendola energicamente.

Avevano come stupidi abbassato la guardia e di sicuro chi continuava a bussare alla porta alla porta d’entrata non era la tenera signora Rotterban, che chiedeva un po’ di zucchero….a meno che la simpatica nonnina non fosse diventata alquanto nerboruta.
-Lilith! Svegliati!! Siamo nei guai!- affermò Alphonse, mentre Edward si era alzato dal letto, capelli sciolti e scompigliati, correndo scalzo in corridoio.
Sorpassò tre gatti con un balzo e si nascose dietro l’angolo che dava sul salottino e all’entrata chiusa.
Qualcuno dall’altra parte gridava in tedesco stretto, mentre una voce conosciuta si esprimeva più liberamente.
-Fratelli Elric! Aprite immediatamente! È la polizia che ve lo ordina! Siete accusati di crimini contro la decenza e stregoneria, e se non aprirete questa porta con le vostre mani, la butteremo giu noi!!- il poliziotto del pub faceva la voce grossa per farsi vedere da chi aveva intorno, oltre i suoi sottoposti, anche due cittadini.
-Signori, forse mi sono sbagliata…sapete, con l’età l’udito è molto meno acuto e la mente fa brutti scherzi- la vocina della signora Rotterban tentava di superare quel frastuono.
Edward sperò con tutto il cuore che dessero retta all’anziana donna, che cercava di convincerli che all’interno dell’appartamento non c’era nessuno, che si era sbagliata.

Cara nonnina.
L’avrebbe baciata di gratitudine per quel gesto di solidarietà, anche se gli uomini fuori non l’ascoltavano.
Ora colpi più pressanti e ritmati diedero ad Edward la certezza che i poliziotti stessero cercando di buttare giu la porta.

-Nii-san! Che cosa facciamo?- domandò spaventato Alphonse, arrivandogli dietro, seguito a ruota da Lilith che osservava pensierosa i tre mici che stavano passando li vicino.
-Perché non puoi portarci via adesso?- domandò invece il biondo verso la ragazza, stringendo con un gesto di rassicurazione la spalla del minore.
Lei alzò il viso, guardandolo desolatamente -Non sono una fonte inesauribile di energia, sai? Devo avere la mia ora di ripresa!- affermò Lilith, facendo sbucare fuori dal nulla il bastone precedentemente usato, indicando con un leggero picchiettio del dito indice su di esso, alcune piccole rune intagliate sulla superficie di legno, e la leggera luce di cui rilucevano solo tre su sei.
-Fammi indovinare: dovremo attendere finché non torneranno tutte e sei a splendere?- disse, seguito subito da un versetto affranto, Edward, guardando nervosamente la porta d’ingresso che iniziava a creparsi.
Lilith annuì veloce, quasi infantilmente, con due lucidi occhioni smeraldini, contenta dell’intuizione dell’Elric.
Si tolse poi il poncho che portava ancora indosso, rimanendo con una semplice canottiera color cielo primaverile, e mostrando solo ora dei salva braccio di cuoio, finemente lavorati ed intarsiati.
I colori vivaci delle vesti, la gonna di quell’arancio carico coperto solo su un lato da un drappo rosso, sembravano stonare col grigiore di quel mondo.
-Che intenzioni hai?- domandarono quasi all’unisono i due Elric, mentre l’osservavano radunare intorno a se i sei mici della casa, con un fischio acuto uscito dalle sue piccole e morbide labbra.
-Oh, vedrete! Daremo degna battaglia!- affermò tutta eccitata, guardandoli per un solo secondo, mentre aveva immerso la mano sinistra in una tasca nascosta dell’indumento rosso, con il viso animato da una luce allegra e troppo sicura di se.
Faceva quasi paura tutta quella sicurezza ai due fratelli, che si scambiarono per pochi istanti uno sguardo perplesso.
-Perché non fate vedere la vostra stregoneria tanto richiesta da quei signori là fuori?- domandò Lilith, con un luccichio eccitato negli occhi.
-Stregoneria?- domandò curioso Edward.
-Vuoi dire l’Alchimia? Ma qui non funziona- affermò Alphonse, osservandola confuso, mentre la ragazzina spargeva sopra ai gatti una strana polverina finissima e argentata, tirata fuori dalla tasca di poco prima.
-Cos’è, polvere di fata?- domandò scettico Edward, ricevendo un occhiataccia da Lilith.
-ah..ah…ah….spiritoso. Le fate non esistono, caro. Beh, non in questo mondo, almeno- affermò all’inizio fra i denti la giovane, rimanendo poi un attimo pensierosa.
Scosse la testa, tralasciando altre affermazioni futili, rivolgendosi tranquillamente ai gatti che la osservavano tutti fermi ai suoi piedi, con i musini alzati, e le orecchie in su, mentre le code si muovevano con fare sensuale.
-Allora miei piccoli amici, appena la porta verrà abbattuta, e quei cattivoni entreranno nel vostro territorio, voglio che voi sfoderate gli artigli, e con il più furioso miagolio da battaglia, gli saltate addosso, facendogli saggiare la vostra furia!- spiegò ai felini la propria strategia, osservata in modo perplesso da Ed e Al, che si chiesero se fosse impazzita o meno.
Credeva realmente che i gatti la stessero ascoltando?

Quando le sei teste feline annuirono all’unisono, rimasero basiti.
-I gatti sono gli animali più intelligenti, fieri e furbi del mondo!- affermò Lilith puntando poi gli occhi sulla porta ormai in prossimità di cedere.
Strinse la presa sull’oggetto, sorridendo in modo divertito -bene…- sussurrò, posizionandosi con i due biondi. Tutti e tre brandirono la propria arma, Lilith il bastone, Edward una scopa trovata li vicino, ed Alphonse una padella, pronti ad accogliere i visitatori, con una fila di sei gatti davanti a loro, come una perfetta cavalleria.

Un colpo.
Due
Tre

Quando al quarto la porta venne scardinata, e cadde in avanti con un tonfo sordo, si scatenò il putiferio.

Tutti e sei i felini erano balzati sui primi poliziotti che avevano fatto irruzione, più i due civili, iniziando un selvaggio “rifacimento di unghie” sulle loro facce.
Edward riconobbe subito, come anche il fratello, i due tedeschi che proprio qualche ora prima avevano fatto parte del gruppo che li aveva attaccati, e di sicuro era colpa loro se erano stati denunciati ingiustamente alla polizia.
Lilith dal canto suo non guardava in faccia nessuno, rifilando calci e bastonate con veloci movimenti e zompetti aggraziati; aveva disarmato i primi due uomini della legge che le si erano parati davanti, intimandogli di abbassare l’arma, e li aveva sistemati entrambi con un calcio ben assestato.
Edward aspettava che il nemico si avvicinasse impunemente, e li cacciava dietro di se con colpi precisi sulla schiena, lasciandoli alla punizione che infliggeva loro Alphonse, con una bella padellata in testa.
Dieci minuti durò la resistenza, seguita con interesse dalla signora Rotterban, che se ne rimaneva rintanata sul pianerottolo, con occhiali ben inforcati, a gustarsi la punizione per quegli uomini sgarbati.
Durò, fino a che Edward non fu disarmato dal poliziotto del pub, ed Al fu atterrato con un calcio alle ginocchia, da parte di uno degli uomini che era riuscito a sgattaiolare dietro di lui.
-Nii-san!!- riuscì a gridare Alphonse, cercando di avvisare il maggiore della presenza dietro di se, troppo tardi, perché un pugno lo abbatté a terra, proprio nel momento che si girò.
Edward cercò di tirarsi su, usando le braccia come perno, sputando a terra il sangue che gli aveva riempito la bocca, sentendone il sapore metallico sulla lingua.
Lilith teneva fermo davanti a se il bastone, con entrambe le mani, separate tra loro, riuscendo a tenere a debita distanza due poliziotti già malamente pestati.
-Edward, unisci quelle maledette mani!- gli gridò contro la giovane, senza staccare gli occhi dai suoi avversari.
Il maggiore degli Elric guardò spaesato verso di lei, ancora in ginocchio dolorante a terra, mentre cercava di rialzarsi, fermato da un nuovo colpo allo sterno da parte dell’agente del pub.
Imprecò contro di lui, ritornando lungo disteso, con la rabbia che saliva in corpo, oltre al dolore.
-Questo fagiolo potrà anche unire i piedi, ma resta il fatto che verrà arrestato, insieme a voi altri, e portati direttamente in centrale.- si sbeffeggiò l’uomo, tacendo di colpo.

Avrebbe voluto continuare a deridere il ragazzo.

-Non…- una vena pulsò sulla testa bionda.
Gli sarebbe davvero piaciuto prendere tutti e tre e ricevere i meritati onori per il nuovo arresto.

-…chiamarmi..- un sonoro ciaf, seguito da una luce completa di scariche azzurrine, risuonò nella stanza ora completamente assente di suoni, se non i battiti dei cuori dei presenti.

Ma qualcosa, ora lo sapeva, glie lo avrebbe impedito.

- ….ULTRAMICROBO, TAPPO SUPER PICCOLO DELL’INTERO UNIVERSO, MA COSì PICCOLO DA NON VEDERSI NEMMENO CON LA LENTE DI INGRANDIMENTO!!- gridò il giovane, alto non più di un metro e un tappo, più 5 cm guadagnati, posando le mani a terra con un colpo secco, trasmutando il pavimento sotto di loro, così che tentacoli enormi afferrarono gli uomini ancora in piedi, bloccandoli.
-Stregoneria!! Stregoneria!!- strepitò qualcuno, mentre altri, quelli che stavano rinvenendo in quel momento, se la diedero a gambe, urlando -Diavoli! Demoni!! Non sono umani!!-
Alphonse, libero dalla sua guardia, raggiunse il fratello, sorpreso quanto lui -Wow, Nii-san!- riuscì solamente ad affermare, mentre Edward si guardava le mani perplesso.

-Ehi voi due!- li risvegliò dalle loro riflessioni la voce urgente di Lilith, che con un cenno della testa, li richiamò accanto a se.
Questa fece roteare una sola volta il bastone sopra la sua testa, e quando fu sicura che i due Elric le fossero vicini, ne sbatté la punta inferiore sul pavimento, facendo comparire così un cerchio, a parere di Edward, Alchemico, ai loro piedi.

-Vedete di pensare alle cose giuste, ora!- gridò Lilith, ridendosela, mentre l’energia intorno a loro li avvolse come una coperta invisibile, cambiando fino a diventare una follata di vento.
Alphonse strinse nella mano sinistra la camicia del fratello, chiudendo gli occhi, e sentendo di nuovo sotto di loro la sensazione precedentemente provata, come di vuoto.

Sotto gli occhi atomi di presenti, i tre sparirono in un lampo.




Si prova e si sbaglia
Si cade e ci si rialza
Non esiste “non posso“
Non esiste “non ce la faccio“
Esiste solo
“devo provarci“





Oh, bene, ed ecco a voi il secondo capitolo^^
Dire che mi son divertita come una matta a scriverlo, non basterebbe a farvi capire come sono davvero contenta di essere riuscita nel mio intento A_A ahah! XD
Ringrazio tantisssssimo per i commenti ricevuti*-* e anche delle visite anonime (uhauaha io vi veeeedo n.d. Liris con voce alla Sauron) non credevo di far nascere così tanto interesse^^
Bene, passiamo ai ringraziamenti, dovutissimi*_*


SakuraAshe e Betta90: visto visto?*-* sono un lampo! XD contenta che sia piaciuta^^ *si gratta testolina imbarazzata* ci sto mettendo davvero tanto perché esca bene *-*


SeryChan: grassie^^, ehh, Lilith è fonte di mistero e di divertimento XD diciamo una pazza in miniatura XD ho seguito il tuo consiglio A__A spero che vada meglio così^^ mi sono anche accorta che da più leggibilità anche nel senso di suspance XD (shh, non datele retta, è malata poverina n.d. vocina della coscienza) (>_> n.d. Liris)


chamaedrys: oh cara, *batte il cinque* vedo che condividi i miei dolori XD
Speriamo davvero A_A anche se ho paura che con il manga ci daranno l’ennesima mazzata XD A_A ma la speranza è l’ultima a morire! Ahah! A_A
*annuisce* si si i nostri Elric non vengono compresi, poveri tati v.v ed è meglio per loro sloggiare XD l’importante è sperare che la strada sia giusta questa volta ghghghg piaciuto il capitoletto?*-* pensavi che fossero al sicuro già nel secondo, eh? Eh? XD


mua: *faccina sadica* uhuhuhuhuh *i due Elric guardano l’autrice alquanto perplessi e spaventati*
Naa, tranquilla….forse arriveranno tutti interi a casa *-* ihihihih *Ed e Al non sembrano tranquillizzati*
Contenta che ti abbia incuriosito^^ e come già detto, la cara e piccola Lilith sarà un vero vulcano di pazzia XD già si nota da questo capitolo ghghg


Elmeren: ohhh mio dio O-O du du du du, no dai ç.ç non prendertela con me (si prepara psicologicamente a rivederla sul treno)
Ma ti pare che io sappia qualcosa di quello che stiamo facendo a scuola in storia v.v? è già tanto se mi sono informata qui XD no dai, almeno da sapere quelle poche cose v.v sai…
Cmq! ç.ç Huges è tenero…anche mio padre si chiede del perché l’hanno freddato ç-ç tato lui……buahuahaua A___A me non fiata più…scoprirai A__A
Certo che sono fissata v.v tsè, i miei nomi son sempre teneri (e le personalità sempre pazze XDD) visto che tenera pazzerella? *-* aspettati delle belle scenette ghghg



Bene miei cari, alla prossima*-* e mi raccomando! Aspetto commentucci freschi freschi*-*
Baci^^

Liris
   
 
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