CAPITOLO
11 Romantically involved
“Sai
una cosa? Per
come la vedo io, sometimes the hardest things in life are the things
most worth
doing. Buonanotte
Kate, cerca di dormire un po’ e chiamami
domani quando puoi.”
“Until tomorrow,
Rick” rispondi sorridendo al pensiero che vi siete salutati a
battute inverse
questa volta.
Hai
deciso di seguire il suo consiglio e adesso sei nel tuo appartamento.
La cosa paradossale è che a casa senti ancora di
più la sua mancanza, anche se
lui qui non ci è mai venuto in qualità di
… Già, come lo definisci? Fidanzato?
No, prematuro. Boyfriend? Andiamo, non avete mica più 15
anni! Partner? No, fa
troppo lavoro. Tuo uomo? Sì, decisamente meglio.
Specialmente perché è tuo.
Ti
piace immaginarlo che gironzola nelle stanze, curiosando fra le tue
cose, meravigliandosi delle cianfrusaglie che possiedi, così
poco da te, come
la guida TV aperta alla pagina di Temptation Lane, pensare a voi due che cucinate
insieme, fantasticare mentre vi
rotolate o coccolate nel tuo letto, magari quando fuori è
scoppiato un
temporale. Amarsi intanto che all’esterno si scatenano lampi
e tuoni è una cosa
che ti ha sempre affascinato. E’ come se lo scrosciare
repentino della pioggia
o il boato di un fulmine che si scarica a terra, volesse sottolineare
un
momento magico per due amanti.
Sospiri.
Ti
passa per un attimo davanti agli occhi come un flash una vivida
immagine di te che vieni sospinta verso una porta mentre la stanza si
illumina
per un lampo improvviso. Subito dopo il fragore di un tuono e Castle
che ti
costringe sempre più verso l’uscio con
l’irruenza dei suoi baci.
Sospiri
nuovamente.
Sei
stanca e hai bisogno di riposare, ma avresti voglia di farlo fra le
sue braccia. Come è possibile che tu sia già
così dipendente da lui?
Scuoti
la testa e decidi di non pensarci.
Quello
che ti serve adesso è dormire. Punto.
Non
hai l’energia per analizzare il vostro rapporto, anche se una
vocina
dentro di te ti spingerebbe a farlo. Finora hai sempre avuto relazioni
in cui
hai tenuto un piede fuori dalla porta, mentre quella con lui sembra
diversa.
Lui ti conosce forse più di te stessa. I suoi libri ti hanno
aiutato nel
momento peggiore della tua vita. Non glielo hai mai detto, ma dovresti
davvero
ringraziarlo. Ti sei rifugiata nella finzione delle sue storie quando
il mondo reale
per te era solo dolore e sofferenza. I suoi racconti ti hanno permesso
di
evadere, almeno momentaneamente, dall’angoscia che pervadeva
la tua esistenza,
sconvolta dal barbaro omicidio di tua madre e dall’abbandono
di tuo padre, che
aveva trovato conforto nell’alcool. Perché,
qualora tu lo avessi dimenticato,
lui è uno scrittore famoso. Sei terrorizzata dal suo lato
pubblico, sempre
esposto alla curiosità altrui, tu che sei la riservatezza
fatta persona. Già
una volta sei finita sul New York’s Ledger perché
si vociferava che Richard
Castle fosse romantically involved with
NYPD Detective Kate Beckett e la cosa ti aveva mandato su
tutte le furie. E
in quel momento era solo gossip. Ora che invece…
No,
basta, adesso non ci vuoi pensare.
Domani.
Lo
farai domani.
Dopo
aver riposto con cura l’orologio di papà e
l’anello di mamma all’interno
del portagioie, vicino al bigliettino di Rick, indossi la tua maglietta
oversize e vai a dormire. Appena tocchi il letto, collassi
all’istante.
L’indomani
ti svegli riposata e pronta a buttarti di nuovo
nell’indagine.
Ti dispiace per quel medico, Dr Motorcycle Boy. Lo hai visto davvero
angosciato
per la morte dei suoi colleghi e spaventato all’idea di poter
essere la
prossima vittima. Sarà perché anche lui
è un appassionato di Harley, sarà
perché ammiri e rispetti la sua scelta di vita, ma hai
deciso che si merita un
trattamento speciale.
Mandi
un messaggio a Rick per augurargli una splendida giornata e ti
precipiti al Dodicesimo. Stranamente non ti risponde subito…
Forse dorme ancora
o forse è così preso dalla scrittura da non
essersi nemmeno accorto di aver
ricevuto un sms. Ti ha confessato che, quando è nel pieno
del processo
creativo, è capace di non allontanarsi dal suo computer per
ore, isolandosi da
tutto e da tutti. Non sente né la fame, né la
sete, né il sonno. Solo la voce
di Alexis penetra la bolla in cui si rinchiude, come è
sempre stato, sin da
quando si è dovuto occupare di lei come genitore single,
visto che Meredith non
è mai stata una mamma molto presente. Che poi, come si possa
non voler
condividere la magia della crescita di un figlio con Castle proprio non
riesci
a capirlo, anche se tu non sei esattamente una baby
person. Ma questa è un’altra storia.
Decidi pertanto di non
dar peso alla sua mancata risposta e ti concentri sul caso. Vuoi
ricontrollare
un dettaglio che avevi notato distrattamente ieri sera, subito prima
che il tuo
uomo ti chiamasse. Quando arrivi alla scrivania, Esposito e Ryan sono
già al lavoro,
indaffarati nel raccogliere ulteriori informazioni per capire chi
è il bastardo
che ha fatto fuori i due medici e per quale motivo si è
accanito contro di
loro.
Ti
metti di nuovo a fissare la lavagna con la tua solita attenzione e
concentrazione, quando improvvisamente – come spuntato dal
nulla – un bicchiere
della tua caffetteria preferita si materializza sotto il tuo naso. Il
tuo
sguardo passa dalla lavagna al caffè, segue la mano che
impugna il contenitore,
risale su per il braccio e si perde negli occhi azzurri e nel sorriso
del
proprietario di quel braccio e di quella mano. Gli sorridi a tua volta,
mentre
il cuore ti batte talmente forte nel petto che temi possa sentirlo
persino
Montgomery, barricato nel suo ufficio.
Vi
guardate senza parlare, come vi è capitato già
più di una volta.
Accidenti,
è qui davanti a te e vorresti almeno poterlo sfiorare, ma
siete al Distretto e quindi vi limitate ad accarezzarvi e ad amarvi con
gli
occhi. Siete
talmente persi nella reciproca
contemplazione che non vi accorgete della presenza degli altri agenti,
e in
particolare di Kevin e Javier. I quali vi guardano con una malizia
appena
appena accennata e chiedono innocentemente: “Are
we interrupting something?”
Com’è
che ti sembra di aver già vissuto una scena simile?
“Yes” risponde Castle.
“No” rispondi tu,
contemporaneamente.
“OooooK…” dice
semplicemente
Espo. E lascia sottintendere tutt’altro.
Kevin
invece, ancora più innocentemente, vi chiede: “Do you guys practice this when we’re not
around?” Poi scuote la testa e continua:
“Castle, che ci fai a New York? Ti
pensavamo negli Hamptons a scrivere e a occuparti della tua
abbronzatura…”
“Ho
un appuntamento con Gina più tardi per il libro e ho pensato
di passare
a salutarvi e
vedere se potevo esservi utile.”
Dichiara sereno, come se fosse la pura verità. Deve avere
ereditato il talento
di Martha… evidentemente, i geni della recitazione non hanno
saltato la sua
generazione.
“E
naturalmente hai pensato bene di portare il caffè a
Beckett…”
continua Esposito, sollevando
un sopracciglio
con fare allusivo.
“Beh,
è quello che faccio sempre, no? Non vedo cosa ci sia di
diverso…
adesso.” Appunto, non mettiamoci subito sulla difensiva: non
c’è niente di diverso
adesso.
Niente.
A parte il fatto che
avete trascorso
tre giorni straordinariamente intensi nella sua tenuta negli Hamptons.
Niente.
A
parte il fatto che lui ti abbia fatto raggiungere vette che pensavi
inimmaginabili.
No,
no, no, Kate, se cominci a pensare a quello non riuscirai mai a
tenere nascosta la vostra relazione. Cerchi di riprendere il controllo
della
situazione e fai un breve riassunto a Rick a proposito del caso e di
cosa siete
riusciti a identificare finora. Gli ometti solo il dettaglio della
passione che
hai scoperto di avere in comune con il dottor Davidson e il fatto che
lui ti
abbia invitato a fare un giro in moto insieme.
Appena
Esposito e Ryan si allontanano, gli chiedi sottovoce: “Castle, what are you doing here? Pensavo
saresti rimasto negli Hamptons per un’altra
settimana!”
“Lo
so, but I couldn’t go another
week without seeing you, così stamani mi sono
alzato presto e sono partito.
Vuoi che me ne vada?” Ti risponde sussurrando, mentre con gli
occhi ti implora
di dirgli che no, non vuoi assolutamente che se ne vada.
Quanto
daresti per non essere al distretto! Se foste a casa tua gli
dimostreresti chiaramente quanto è mancato anche a te e
quanto quella frase ti
abbia colpito dritta al cuore. Ma siete al Dodicesimo e pertanto devi
limitarti
a fargli cenno di no con la testa e a sorridergli. Proprio sul
più bello, ecco
che il dottor Davidson arriva e chiede di te.
Rick
rimane alla tua scrivania, seduto sulla sua sedia, a osservarti a
distanza mentre parli con quel dottorino che gli ha scatenato
un’antipatia
immediata. Anche Demming non gli era mai andato a genio. Per non
parlare di
Sorenson. Ma questo bellimbusto proprio non lo digerisce. Vedi con la
coda
dell’occhio che non vi perde di vista un attimo. Il dottor
Davidson, o Josh
come ti ha detto di chiamarlo, è venuto per avere notizie
sullo sviluppo delle
indagini e – ammettiamolo – per provarci
spudoratamente con te, proponendoti di
uscire per un caffè, invito che hai educatamente rifiutato.
Al termine della
vostra chiacchierata, lo saluti e ritorni dal tuo uomo. E
sì, hai detto ancora
una volta “tuo uomo” e ne sei assolutamente e
piacevolmente consapevole.
“E
così quello è il dottor
Davidson…” ti dice.
“Già.”
Lo vedi che sta diventando geloso, ma hai deciso di giocare un
po’ con lui, hai bisogno di alleggerire la giornata.
Pensieroso,
gioca distrattamente con una penna, fa una smorfia con le
labbra ed emette solo un “Mmmmmm….”
“Cosa
vuoi dire con quel mugolio?”
“Non
mi piace.”
“No?”
“Non
ha l’aspetto di un medico.”
“E
perché? Ti sembra che possa essere una spia o un agente
della CIA? O
magari un mafioso?” Gli rispondi in tono canzonatorio. Quanto
ti è mancato
poter scherzare con lui e le sue teorie folli!
“Beh,
ne avrebbe tutte le caratteristiche. Io, fossi in te, lo terrei a
debita distanza e lo controllerei bene. Secondo me nasconde
qualcosa.”
“Ah
sì?”
“Decisamente.”
“Sei
sicuro che sia solo questo?”
Ci
pensa un po’ e poi sbotta:
“Fine. It’s
true. I’m jealous. There, I said it. I – I want you
all to myself. And if – if
that makes me petty, so be it. Guilty
as charged.”
Dichiara sconfitto.
In
realtà tu lo trovi irresistibile e, se potessi, te lo
mangeresti di
baci seduta
stante, ma visto il luogo in cui vi
trovate, ti limiti a sorridere e a sussurrargli: “Actually, I kind of think it’s sweet.”
“Davvero?”
ti chiede stupito e rasserenato al tempo stesso.
“Sì.
Davvero.” Poi, controllando che non ci siano testimoni
indiscreti
nelle vicinanze, ti avvicini al suo orecchio, proprio come hai fatto al
termine
del vostro primo caso, e gli sussurri: “Sono solo tua. Always.”
E
per la prima volta, dopo tanto tempo, ti senti davvero bene.
Angolino
delle autrici:
Eccoci
giunte al termine di questa straordinaria
avventura, che ci ha regalato tanto divertimento nella fase di stesura
e, a
sorpresa, anche in quella di revisione. Man mano che abbiamo pubblicato
il
cuore si colmava sempre più del vostro calore e affetto.
Sono
tante le persone da ringraziare: chi ha letto
in silenzio, chi ha lasciato qualche recensione, chi ha messo la storia
fra le
seguite, le ricordate e le preferite e chi ci ha supportato dal primo
capitolo
all’ultimo.
Vogliamo
dire grazie in particolare a:
Rebecca:
per aver interagito con i nostri
personaggi, averli bonariamente presi in giro, essersi arrabbiata e
aver gioito
con loro (e con noi) e averci lasciato delle recensioni lunghe quanto i
capitoli stessi, piene di ironia e di profondità allo stesso
tempo; un
ringraziamento speciale poi per averci regalato a sorpresa quel banner
meraviglioso, un gesto inatteso quanto gradito, quindi grazie
grazie grazie;
Diletta:
per lo spirito di sacrificio che l’ha
portata con istinti omicidi fino negli Hamptons per fare compagnia a
Rick… una
martire immolata per la causa;
Tatiana:
per essere stata sempre fra le prime a leggere
e a recensire, con un affetto e un entusiasmo tangibili;
Serena,
Ivi: per essere rimaste indietro nella
lettura ed essersi fatte la maratona, recensendo comunque ogni singolo
capitolo;
Cri:
per la sua fantastica sfera di cristallo, con
cui è riuscita a indovinare molto di quello che stavamo per
pubblicare e per
l’entusiasmo con cui ha recensito ogni capitolo.
Anna:
per le sue recensioni che sono sempre così
accurate, precise e profonde e per l’affetto che ci ha sempre
dimostrato.
Avete
reso speciale questo esperimento e il vostro
affetto è stato un regalo di Natale anticipato.
Grazie
di cuore a tutte voi!
Debora
e Monica