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Autore: thatswhatfriendsarefor    11/12/2013    15 recensioni
E se Rick fosse andato negli Hamptons senza Gina?
Una versione alternativa del rapporto fra Castle e Beckett a partire dalla fine della seconda stagione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'E se l'inizio fosse stato diverso?'
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CAPITOLO 11 Romantically involved

 

“Sai una cosa? Per come la vedo io, sometimes the hardest things in life are the things most worth doing. Buonanotte Kate, cerca di dormire un po’ e chiamami domani quando puoi.”

“Until tomorrow, Rick” rispondi sorridendo al pensiero che vi siete salutati a battute inverse questa volta.

 

Hai deciso di seguire il suo consiglio e adesso sei nel tuo appartamento. La cosa paradossale è che a casa senti ancora di più la sua mancanza, anche se lui qui non ci è mai venuto in qualità di … Già, come lo definisci? Fidanzato? No, prematuro. Boyfriend? Andiamo, non avete mica più 15 anni! Partner? No, fa troppo lavoro. Tuo uomo? Sì, decisamente meglio. Specialmente perché è tuo.

Ti piace immaginarlo che gironzola nelle stanze, curiosando fra le tue cose, meravigliandosi delle cianfrusaglie che possiedi, così poco da te, come la guida TV aperta alla pagina di Temptation Lane, pensare a voi due che cucinate insieme, fantasticare mentre vi rotolate o coccolate nel tuo letto, magari quando fuori è scoppiato un temporale. Amarsi intanto che all’esterno si scatenano lampi e tuoni è una cosa che ti ha sempre affascinato. E’ come se lo scrosciare repentino della pioggia o il boato di un fulmine che si scarica a terra, volesse sottolineare un momento magico per due amanti.

Sospiri.

Ti passa per un attimo davanti agli occhi come un flash una vivida immagine di te che vieni sospinta verso una porta mentre la stanza si illumina per un lampo improvviso. Subito dopo il fragore di un tuono e Castle che ti costringe sempre più verso l’uscio con l’irruenza dei suoi baci. 

Sospiri nuovamente.

Sei stanca e hai bisogno di riposare, ma avresti voglia di farlo fra le sue braccia. Come è possibile che tu sia già così dipendente da lui?

Scuoti la testa e decidi di non pensarci.

Quello che ti serve adesso è dormire. Punto.

Non hai l’energia per analizzare il vostro rapporto, anche se una vocina dentro di te ti spingerebbe a farlo. Finora hai sempre avuto relazioni in cui hai tenuto un piede fuori dalla porta, mentre quella con lui sembra diversa. Lui ti conosce forse più di te stessa. I suoi libri ti hanno aiutato nel momento peggiore della tua vita. Non glielo hai mai detto, ma dovresti davvero ringraziarlo. Ti sei rifugiata nella finzione delle sue storie quando il mondo reale per te era solo dolore e sofferenza. I suoi racconti ti hanno permesso di evadere, almeno momentaneamente, dall’angoscia che pervadeva la tua esistenza, sconvolta dal barbaro omicidio di tua madre e dall’abbandono di tuo padre, che aveva trovato conforto nell’alcool. Perché, qualora tu lo avessi dimenticato, lui è uno scrittore famoso. Sei terrorizzata dal suo lato pubblico, sempre esposto alla curiosità altrui, tu che sei la riservatezza fatta persona. Già una volta sei finita sul New York’s Ledger perché si vociferava che Richard Castle fosse romantically involved with NYPD Detective Kate Beckett e la cosa ti aveva mandato su tutte le furie. E in quel momento era solo gossip. Ora che invece…

No, basta, adesso non ci vuoi pensare.

Domani.

Lo farai domani.

Dopo aver riposto con cura l’orologio di papà e l’anello di mamma all’interno del portagioie, vicino al bigliettino di Rick, indossi la tua maglietta oversize e vai a dormire. Appena tocchi il letto, collassi all’istante.

 

L’indomani ti svegli riposata e pronta a buttarti di nuovo nell’indagine. Ti dispiace per quel medico, Dr Motorcycle Boy. Lo hai visto davvero angosciato per la morte dei suoi colleghi e spaventato all’idea di poter essere la prossima vittima. Sarà perché anche lui è un appassionato di Harley, sarà perché ammiri e rispetti la sua scelta di vita, ma hai deciso che si merita un trattamento speciale.

Mandi un messaggio a Rick per augurargli una splendida giornata e ti precipiti al Dodicesimo. Stranamente non ti risponde subito… Forse dorme ancora o forse è così preso dalla scrittura da non essersi nemmeno accorto di aver ricevuto un sms. Ti ha confessato che, quando è nel pieno del processo creativo, è capace di non allontanarsi dal suo computer per ore, isolandosi da tutto e da tutti. Non sente né la fame, né la sete, né il sonno. Solo la voce di Alexis penetra la bolla in cui si rinchiude, come è sempre stato, sin da quando si è dovuto occupare di lei come genitore single, visto che Meredith non è mai stata una mamma molto presente. Che poi, come si possa non voler condividere la magia della crescita di un figlio con Castle proprio non riesci a capirlo, anche se tu non sei esattamente una baby person. Ma questa è un’altra storia. Decidi pertanto di non dar peso alla sua mancata risposta e ti concentri sul caso. Vuoi ricontrollare un dettaglio che avevi notato distrattamente ieri sera, subito prima che il tuo uomo ti chiamasse. Quando arrivi alla scrivania, Esposito e Ryan sono già al lavoro, indaffarati nel raccogliere ulteriori informazioni per capire chi è il bastardo che ha fatto fuori i due medici e per quale motivo si è accanito contro di loro.

Ti metti di nuovo a fissare la lavagna con la tua solita attenzione e concentrazione, quando improvvisamente – come spuntato dal nulla – un bicchiere della tua caffetteria preferita si materializza sotto il tuo naso. Il tuo sguardo passa dalla lavagna al caffè, segue la mano che impugna il contenitore, risale su per il braccio e si perde negli occhi azzurri e nel sorriso del proprietario di quel braccio e di quella mano. Gli sorridi a tua volta, mentre il cuore ti batte talmente forte nel petto che temi possa sentirlo persino Montgomery, barricato nel suo ufficio.

Vi guardate senza parlare, come vi è capitato già più di una volta.

Accidenti, è qui davanti a te e vorresti almeno poterlo sfiorare, ma siete al Distretto e quindi vi limitate ad accarezzarvi e ad amarvi con gli occhi. Siete talmente persi nella reciproca contemplazione che non vi accorgete della presenza degli altri agenti, e in particolare di Kevin e Javier. I quali vi guardano con una malizia appena appena accennata e chiedono innocentemente: “Are we interrupting something?”

Com’è che ti sembra di aver già vissuto una scena simile?

Yes” risponde Castle.

No” rispondi tu, contemporaneamente.

OooooK…” dice semplicemente Espo. E lascia sottintendere tutt’altro.

Kevin invece, ancora più innocentemente, vi chiede: “Do you guys practice this when we’re not around?” Poi scuote la testa e continua: “Castle, che ci fai a New York? Ti pensavamo negli Hamptons a scrivere e a occuparti della tua abbronzatura…”

“Ho un appuntamento con Gina più tardi per il libro e ho pensato di passare a salutarvi e vedere se potevo esservi utile.” Dichiara sereno, come se fosse la pura verità. Deve avere ereditato il talento di Martha… evidentemente, i geni della recitazione non hanno saltato la sua generazione.

“E naturalmente hai pensato bene di portare il caffè a Beckett…” continua Esposito, sollevando un sopracciglio con fare allusivo.

“Beh, è quello che faccio sempre, no? Non vedo cosa ci sia di diverso… adesso.” Appunto, non mettiamoci subito sulla difensiva: non c’è niente di diverso adesso.

Niente.

A parte il fatto che avete trascorso tre giorni straordinariamente intensi nella sua tenuta negli Hamptons.

Niente.

A parte il fatto che lui ti abbia fatto raggiungere vette che pensavi inimmaginabili.

No, no, no, Kate, se cominci a pensare a quello non riuscirai mai a tenere nascosta la vostra relazione. Cerchi di riprendere il controllo della situazione e fai un breve riassunto a Rick a proposito del caso e di cosa siete riusciti a identificare finora. Gli ometti solo il dettaglio della passione che hai scoperto di avere in comune con il dottor Davidson e il fatto che lui ti abbia invitato a fare un giro in moto insieme.

Appena Esposito e Ryan si allontanano, gli chiedi sottovoce: “Castle, what are you doing here? Pensavo saresti rimasto negli Hamptons per un’altra settimana!”

“Lo so, but I couldn’t go another week without seeing you, così stamani mi sono alzato presto e sono partito. Vuoi che me ne vada?” Ti risponde sussurrando, mentre con gli occhi ti implora di dirgli che no, non vuoi assolutamente che se ne vada.

Quanto daresti per non essere al distretto! Se foste a casa tua gli dimostreresti chiaramente quanto è mancato anche a te e quanto quella frase ti abbia colpito dritta al cuore. Ma siete al Dodicesimo e pertanto devi limitarti a fargli cenno di no con la testa e a sorridergli. Proprio sul più bello, ecco che il dottor Davidson arriva e chiede di te.

Rick rimane alla tua scrivania, seduto sulla sua sedia, a osservarti a distanza mentre parli con quel dottorino che gli ha scatenato un’antipatia immediata. Anche Demming non gli era mai andato a genio. Per non parlare di Sorenson. Ma questo bellimbusto proprio non lo digerisce. Vedi con la coda dell’occhio che non vi perde di vista un attimo. Il dottor Davidson, o Josh come ti ha detto di chiamarlo, è venuto per avere notizie sullo sviluppo delle indagini e – ammettiamolo – per provarci spudoratamente con te, proponendoti di uscire per un caffè, invito che hai educatamente rifiutato. Al termine della vostra chiacchierata, lo saluti e ritorni dal tuo uomo. E sì, hai detto ancora una volta “tuo uomo” e ne sei assolutamente e piacevolmente consapevole.

“E così quello è il dottor Davidson…” ti dice.

“Già.” Lo vedi che sta diventando geloso, ma hai deciso di giocare un po’ con lui, hai bisogno di alleggerire la giornata.

Pensieroso, gioca distrattamente con una penna, fa una smorfia con le labbra ed emette solo un “Mmmmmm….”

“Cosa vuoi dire con quel mugolio?”

“Non mi piace.”

“No?”

“Non ha l’aspetto di un medico.”

“E perché? Ti sembra che possa essere una spia o un agente della CIA? O magari un mafioso?” Gli rispondi in tono canzonatorio. Quanto ti è mancato poter scherzare con lui e le sue teorie folli!

“Beh, ne avrebbe tutte le caratteristiche. Io, fossi in te, lo terrei a debita distanza e lo controllerei bene. Secondo me nasconde qualcosa.”

“Ah sì?”

“Decisamente.”

“Sei sicuro che sia solo questo?”

Ci pensa un po’ e poi sbotta: Fine. It’s true. I’m jealous. There, I said it. I – I want you all to myself. And if – if that makes me petty, so be it. Guilty as charged.” Dichiara sconfitto.

In realtà tu lo trovi irresistibile e, se potessi, te lo mangeresti di baci seduta stante, ma visto il luogo in cui vi trovate, ti limiti a sorridere e a sussurrargli: “Actually, I kind of think it’s sweet.”

“Davvero?” ti chiede stupito e rasserenato al tempo stesso.

“Sì. Davvero.” Poi, controllando che non ci siano testimoni indiscreti nelle vicinanze, ti avvicini al suo orecchio, proprio come hai fatto al termine del vostro primo caso, e gli sussurri: “Sono solo tua. Always.”

E per la prima volta, dopo tanto tempo, ti senti davvero bene.

 

Angolino delle autrici:

Eccoci giunte al termine di questa straordinaria avventura, che ci ha regalato tanto divertimento nella fase di stesura e, a sorpresa, anche in quella di revisione. Man mano che abbiamo pubblicato il cuore si colmava sempre più del vostro calore e affetto.

Sono tante le persone da ringraziare: chi ha letto in silenzio, chi ha lasciato qualche recensione, chi ha messo la storia fra le seguite, le ricordate e le preferite e chi ci ha supportato dal primo capitolo all’ultimo.

Vogliamo dire grazie in particolare a:

Rebecca: per aver interagito con i nostri personaggi, averli bonariamente presi in giro, essersi arrabbiata e aver gioito con loro (e con noi) e averci lasciato delle recensioni lunghe quanto i capitoli stessi, piene di ironia e di profondità allo stesso tempo; un ringraziamento speciale poi per averci regalato a sorpresa quel banner meraviglioso, un gesto inatteso quanto gradito, quindi grazie grazie grazie;

Diletta: per lo spirito di sacrificio che l’ha portata con istinti omicidi fino negli Hamptons per fare compagnia a Rick… una martire immolata per la causa;

Tatiana: per essere stata sempre fra le prime a leggere e a recensire, con un affetto e un entusiasmo tangibili;

Serena, Ivi: per essere rimaste indietro nella lettura ed essersi fatte la maratona, recensendo comunque ogni singolo capitolo;

Cri: per la sua fantastica sfera di cristallo, con cui è riuscita a indovinare molto di quello che stavamo per pubblicare e per l’entusiasmo con cui ha recensito ogni capitolo.

Anna: per le sue recensioni che sono sempre così accurate, precise e profonde e per l’affetto che ci ha sempre dimostrato.

Avete reso speciale questo esperimento e il vostro affetto è stato un regalo di Natale anticipato.

Grazie di cuore a tutte voi!

Debora e Monica

 

  
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