Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: cele_gingers    13/12/2013    0 recensioni
April,la ragazza appassionata di fotografia che deve imparare ad amare di nuovo.
Ed, il ragazzo che le insegnerà come fare.
Perché l'amore può curare le ferite, anche quelle causate dal Dolore della perdita di tutto ciò che ami.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- “Ho incontrato Jace un paio di anni fa. Ero incredibilmente stupida, non facevo altro che pensare a me stessa. Avevo amici più grandi. I ragazzi erano i soliti finti duri, con al seguito la ragazza di turno. Io stavo insieme a Steve da qualche mese e ormai ero parte del gruppo. Non mi accorgevo di come lui mi usava, ero cieca. Un sabato sera siamo usciti come al solito per andare a una festa. Steve ha bevuto moltissimo, a fine serata era avvinghiato ad una ragazza del primo anno. Quando li ho visti ho aperto gli occhi, ho visto le cose in maniera più chiara: non volevo più essere l’ennesima stupida presa in giro da Steve, o dal suo gruppetto di amici. Così l’ho mollato. Non che lui fosse molto dispiaciuto, per lui non significavo niente. Sono scappata via dalla festa piangendo. E nel giardino, pieno di coppie nascoste dietro i cespugli, ho notato un ragazzo, seduto sul muretto da solo. Alla luce della luna sembrava un angelo. I suoi occhi…non riesco a spiegare a parole la sensazione che ho provato guardandoli per la prima volta. Avrei potuto rimanere lì per sempre, osservandoli senza stancarmene mai, fino ad annegarci dentro. Lui si è avvicinato ed è rimasto con me tutta la notte, a parlare. Mi ricordo che diceva sempre che quella sera, alla festa, aveva trovato ciò di cui aveva bisogno, e che nulla da quel momento in poi sarebbe riuscito a toglierglielo. Mentiva, ovviamente. Mentiva senza saperlo. In fondo nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe successo poi. Una sera, sei mesi fa, ero a casa sua. Ormai era piuttosto tardi, almeno mezzanotte, così decisi di tornare a casa. Lo salutai con un semplice bacio, e adesso vorrei almeno essermi ricordata di dirgli “ti amo”. Circa mezz’ora dopo è cominciato l’incendio. È partito dalla casa del suo vicino, e si è propagato. I pompieri sono arrivati troppo tardi. Anche se non so cosa succedette poi, tutte le notti ho lo stesso incubo: il suo viso trasfigurato dalla preoccupazione, mentre cerca una via di fuga, le fiamme che divampano, fino ad inghiottirlo. Sai, vorrei solo aver provato qualcosa, quella notte, una sensazione che mi avvertisse di ciò che stava succedendo a Jace. Ma non ho sentito nulla di particolare, ho saputo tutto solo un’ora dopo. La prima ad avvisarmi è stata la madre di Jace. Appena ho realizzato ciò che cercava di dirmi in mezzo ai singhiozzi il telefono mi è scivolato ed è andato in frantumi sul pavimento. Poi non ricordo molto di quella notte, a parte la sensazione di vuoto dove avrebbe dovuto trovarsi il mio cuore. Non riuscii neanche a piangere, forse ero troppo scioccata per farlo. Mi sembrava così strano che fosse capitato proprio a noi. Perché a noi? Cosa aveva fatto Jace per meritare quella morte orribile?” -

- “Le cose peggiori nella vita ci arrivano gratis, April.” -

Mentre dice quella frase Ed sembra così sincero, nei suoi occhi non vedo pietà, ma comprensione. Parlargli è stato così facile, e ora mi sento diversa, più rilassata, come non lo ero da mesi. Così decido di raccontargli tutto: gli parlo della mia famiglia e della mia vecchia vita. Gli racconto del rapporto con i miei genitori, divenuto instabile dopo la morte di Jace. Gli dico persino che spesso sto a guardare il telefono, senza avere il coraggio di rispondere, perché ho paura che se parlassi con loro capirebbero quanto sto male. Quando hanno deciso di trasferirsi in Irlanda, ho rifiutato di andare con loro. La cosa più saggia da fare sarebbe stata seguirli, iniziando una nuova vita e cancellando la vecchia, ma non potevo lasciare quella città, tutti i ricordi e i momenti vissuti con Jace. Gli parlo di Leo, soprattutto di Leo. Della nostra amicizia, del modo in cui guardava Jace, di come si scostava i capelli corvini quando gli finivano sul viso. Quando ho finito mi sento completamente svuotata, senza più nulla da dire, ma non è una brutta sensazione: quando non hai nulla, non hai nulla da perdere.

Quando fuori il sole sta ormai tramontando, Ed si alza senza dire nulla, mi posa un bacio sulla fronte e se ne va. Quanto è strano questo ragazzo. È diverso dagli altri. Ma forse è una delle poche persone che mi piacciono davvero.

Quella notte, un nuovo viso mi appare negli incubi. È quello di Ed, intrappolato tra le fiamme, la faccia trasfigurata dal terrore.

 

 

 

 

NO, NON SONO MORTA. è passato più di un mese, mi verogno tantissimo, sul serio. questo capitolo non mi convinceva per niente, così ho aspettato a pubblicare, sperando in un colpo di genio lol alla fine mi sono arresa e l'ho pubblicato...non è il massimo, lo so. il punto è che non riesco più a continuare questa long, un pò per mancanza di tempo e un po per mancanza di ispirazione. non so, sto pensando di farla concludere tra pochi capitoli, perchè nonostante le idee non mi manchino, la mia testolina bacata non riesce a trasformarle in parole... ho cambiato anche qualcosina, questo capitolo non è centrato, come avrete notato. ah, e poi ho tolto il grassetto nei discorsi diretti, visto che in molte mi hanno consigliato di farlo. se vi va leggete, recensite blablabla eccetera. auf wiedersehen, cele_gingers x

   
 
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