Ico
Prelude
Una volta Angelina mi disse che ricordiamo solo
quello che non è mai accaduto.
Sarebbero passati anni prima che io potessi
comprendere queste parole ;
ma è meglio che cominci
dall’inizio.
Che in questo caso è la fine.
Sparii per non so quanto tempo .
Amici ,parenti
,commilitoni ,insegnanti
si lanciarono alla ricerca di quel fuggiasco che alcuni credevano già morto
ammazzato e vittima di questa guerra sanguinosa .
Alcuni lo
credevano disperso per i boschi in preda ad un violento attacco di amnesia ,altri
credevano invece che fosse diventato un disertore traditore del suo stesso
sangue , degli stessi ideali con cui suo padre , il generale , lo aveva
cresciuto.
Un giorno
un poliziotto in borghese credette di riconoscere quel ragazzo ,la descrizione
coincideva. Il sospetto vagava nei pressi del lago come un’anima in pena .
Il
poliziotto mi si avvicinò e mi chiese se ero Evan Flynn , l’ Evan Flynn che era scomparso senza
lasciare tracce.
Io annuii senza dire una parola e mi limitai a fissare il mio riflesso
attraverso le lenti dei suoi occhiali tondi.
Ci incamminammo lungo la strada che portava al pub e
lui cominciò a parlare. Mi disse che c’era un mucchio di gente che mi cercava per
farmi un sacco di domande per le quali mi conveniva avere delle buone risposte
.
- A
volte dire la verità non è una buona idea Flynn –
Mi diede una moneta per telefonare a casa e dopo che
ebbi finito mi diede i soldi per il taxi e mi augurò buona fortuna. Gli chiesi
come faceva a sapere che non sarei scomparso un’altra volta . Lui mi guardò a
lungo mentre si accendeva una sigaretta e mi disse.
- Non scompare la gente che ha qualcosa di
importante da dire Evan -
Mi accompagnò fuori e mi salutò senza chiedere dove
fossi stato o cosa avessi fatto per tutto questo tempo.
Poi
si voltò e lo vidi allontanarsi avvolto dall’odore pungente del fumo misto a
quello acre della birra.
Presi un taxi diretto verso casa dove immaginavo mi aspettasse mio padre con un
plotone d’esecuzione al seguito.
Per quasi un mese psicologi , dottori , investigatori e familiari mi
torturarono con interrogatori e mille domande per farmi rivelare il mio
segreto.
Ma io non dissi mai niente .
Mentii raccontando a tutti quello che ognuno voleva sentirsi dire.
Col tempo tutti lo accettarono e si sforzarono di fingere di aver dimenticato la
faccenda e io feci lo stesso , non rivelai mai a nessuno il mio segreto.
Tutti abbiamo un segreto talmente importante per cui
dare la vita.
Il mio si chiama Ico.