Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Lachelle Winchester    15/12/2013    3 recensioni
Come reagireste se un Dalek interrompesse una normale giornata di lezione e una strana cabina blu comparisse nella vostra scuola?
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Elizah and the Doctor'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3: Siamo una squadra

Da quel momento seguii il Dottore in ogni singola mossa che faceva; mi spiegò che quella con i Dalek era una battaglia che combatteva da sempre, che ogni volta li sistemava ma questi trovavano sempre il modo di tornare indietro e di minacciare la tranquillità del pianeta Terra con delle novità. Quella volta erano riusciti a fuggire da una capsula che avrebbe dovuto tenere la Terra fuori pericolo per almeno duecento anni, ma a quanto pareva questi avevano trovato il modo di uscire prima, si erano diretti sul pianeta e il Dottore doveva sistemarli per l'ennesima volta.
« Se riusciamo a ricaricare questa chiave potremmo riaprire la capsula, dopo averla trovata, ma ci serve energia, molta energia per riattivarla. Ci serve una fonte di energia. » spesso sembrava parlare da solo e si ripeteva, era perfino più iperattivo di me e non riuscivo a seguire tutti i suoi ragionamenti.
Mi accorgevo che mi stava chiedendo qualcosa solo perché mi guardava e a quel punto lo fissavo confusa, perché mi ero persa nei suoi discorsi e non avevo la minima idea di cosa stesse dicendo. Tutto quello che avevo capito negli ultimi dieci minuti era che quell'affare rosso che aveva in mano era una chiave e che gli serviva qualcosa riguardo l'energia statica per avviare un processo di attivazione di un sistema che facesse riaprire una capsula per imprigionare i Dalek.
« Sai dove si trova l'impianto della corrente in questa scuola? » mi chiese, più specifico.
« Mmm...si, credo di si. » risposi un po' titubante, cercando di percorrere mentalmente la mappa della mia scuola.
« Perfetto, andiamo! » mi esortò, avviandosi velocemente avanti a me, poi si fermò perché non sapeva dove andare, ero io a dovergli mostrare il percorso.
Corremmo per circa cinque minuti prima di arrivare nel plesso principale del mio liceo, entrare velocemente mentre sentivamo il rumore di muri caduti ed esplosioni provocate dai Dalek, ma non ne seguivano grida di gente spaventata, quindi supposi che nella scuola non era rimasto più nessuno.
« Dottore, » richiamai la sua attenzione mentre raggiungevamo la porta dello stanzino in cui c'erano centrali e fili ingarbugliati. « quante persone saranno morte? E se non sono riuscita a portare tutti fuori? » gli chiesi, facendomi prendere dalla paura di aver sbagliato qualcosa.
« Adesso non è il momento giusto, ...ehm... come hai detto che ti chiami? » tirò fuori il cacciavite sonico dalla tasca e lo puntò in direzione di tutti quei fili, abbassandosi per poter entrare meglio in quella piccola stanza, piena di polvere tanto che mai nessuno entrava.
« Non l'ho detto. Elizah. » risposi.
« Ah, Elisabetta I d'Inghilterra. » sorrise mentre lo disse.
« Si, la regina vergine in persona. » continuai il gioco ma senza enfasi.
« Eh già. » non capivo perché continuasse a sorridere mentre parlavamo e un po' mi seccò perché non avevo voglia di ridere, pensando che fuori potevano essere morti dei ragazzi della mia età o perfino più piccoli.
« Quanto spesso ti capita di trovarti in queste situazioni? » gli chiesi, spostando un'enorme ragnatela che mi si era parata davanti.
« Diciamo che è come se vivessi di questo. » mi rivolse un enorme sorriso e poi tornò con le mani e lo sguardo sull'impianto, sistemandosi gli occhiali.
« E non hai paura di sbagliare qualcosa? Insomma, le nostre vite dipendono tutte da te. Non hai mai paura? » gli chiesi ancora.
Immaginavo che essere un eroe come quelli dei fumetti comportasse tante responsabilità e tanti pesi da portare, ma vivere quelle cose di persona, cercare di aiutare gli altri davvero, era tutto più difficile e complicato di quanto immaginassi. Sentivo che avrei potuto sbagliare qualcosa e non mi ritenevo all'altezza di aiutare il Dottore, che aveva tutta quella responsabilità. Poi vidi come si impegnava in quello che faceva, mi spiegò che è quello che faceva e offriva tutto sé stesso pur di salvare gli altri. Tutte le cose che mi disse mi fecero riflettere sul peso che portava da solo sulle spalle e da quel momento decisi che gli sarei voluta essere sempre al fianco, avrei voluto che contasse su di me. Divenne una persona a cui ispirarmi e ancora oggi è per me un eroe, uno dei migliori. 
Il Dottore riuscì a ricaricare la chiave senza troppi problemi, dopodiché restava da localizzare la capsula e fare in modo che i Dalek ci entrassero dentro.

« Non capisco cosa stiano facendo i Dalek. » disse tra sé il Dottore quando fummo tornati nel suo TARDIS. « E' strano; la scuola è vuota, non c'è più nessuno e sanno benissimo dove mi trovo. Perché continuano a girare e non mi vengono a cercare? » continuò perplesso.
« Forse stanno cercando qualcosa. » ipotizzai mentre il Dottore mi fece segno di premere un pulsante.
« Ma cosa? » riusciva sempre a precedermi su qualunque ragionamento e raramente avevo incontrato qualcuno che fosse iperattivo come me. 
Mentre ragionava passava da un lato all'altro del TARDIS, e solo allora mi resi conto di come apparivo agli occhi della gente e capii perché mia sorella si lamentasse sempre di non riuscire a seguirmi con gli occhi.
« Sono arrivati qui da una settimana ma hanno attaccato solo oggi, anzi non hanno proprio attaccato, sono solo usciti allo scoperto. Allo scoperto, allo scoperto, ma certo...erano nascosti! » esclamò all'improvviso, facendomi sobbalzare; mi ero persa a guardare uno strano oggetto a forma di palla, contenente un liquido denso color verde acqua, con delle piccole lucine gialle che si accendevano ad intermittenza. 
« Erano nascosti, da chi? Di chi potrebbero avere paura se non di me? Li avevo sistemati, ma sono usciti, ma era impossibile uscire da soli da quella capsula, quindi...quindi non sono usciti, li hanno fatti uscire, li hanno liberati. Hanno alleati? No, i Dalek non hanno alleati, credono di essere superiori ma sanno che io posso sconfiggerli, quindi sono confusi, stanno scappando e cercando qualcosa contemporaneamente, ma da cosa stanno scappando e cosa stanno cercando? » continuò a ragionare ad alta voce da solo.
« D'accordo, Sherlock Holmes. Io non me ne intendo e forse sto per dire una cavolata, ma non esistono alieni mutaforma? Qualcosa che prende le sembianze di altre cose? » feci coraggio e lo feci partecipe di ciò che la mia mente insana stava producendo, prendendo ispirazione dalle decine di libri che avevo letto e dai milioni di esseri di cui la fantasia mi aveva sempre suggerito l'esistenza.
Lui mi guardò alzando un sopracciglio, avevo paura di aver detto una cosa stupida ma ormai era fatta, tanto valeva completare l'opera.
« Scusa, i Dalek hanno paura di te e sanno che solo tu avresti potuto liberarli, stanno scappando e non ti vengono a cercare. Perché? » chiesi.
Ne seguirono alcuni imbarazzanti minuti di silenzio, nei quali il Dottore continuava a percorrere a grandi passi il pavimento della sua nave e rifletteva a bassa voce, e io mi convinsi di aver detto una grandissima cavolata, forse troppo presa da quella situazione, che per quanto mi fossi ormai abituata, continuava ad essere alquanto strana per me.
« Ma certo! » esclamò all'improvviso, ma quella volta non saltai, forse perché al suo modo di fare mi stavo abituando. « Perché stanno scappando e stanno cercando me, il vero me. » il suo volto sembrò illuminarsi e corse subito nella mia direzione, mi poggiò le mani sulle spalle e sorrise guardandomi, poi corse avanti al monitor.
« Non sono sicuri di chi sia il vero Dottore. Qualcuno ha preso le mie sembianze e li ha aiutati a scappare. Per quale motivo? Non ne ho idea, ma lo scopriremo, è questo il bello. » la situazione non mi era ancora chiara. 
Chi avrebbe aiutato degli alieni a fuggire e perché con le sembianze del Dottore? 
« Sei davvero un genio, Elizah! » esclamò, guardando lo schermo che finalmente segnava il punto in cui era stata individuata la capsula dei Dalek.
« Non sono un genio, non ho capito neanche quello che ho detto io stessa. » feci un po' l'offesa, non mi piaceva essere presa in giro.
« Credimi, non lo dico a chiunque. » mi assicurò. « Dobbiamo solo trovare il finto me e rispedire indietro i Dalek. ».
« D'accordo, ora che facciamo? »
« Andiamo a cercare "l'alieno mutaforma". » concluse uscendo dalla cabina. « Vieni con me? Fai parte della squadra ora, no? » aggiunse e io lo seguii.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Lachelle Winchester