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Autore: Brida    16/12/2013    2 recensioni
Questa è la storia dell'infanzia e della tormentata adolescenza di Brida Cousland destinata a salvare il Ferelden dall'invasione della Prole Oscura.
Dal 5° capitolo:
"Mi fai una promessa piccola lady?"
"Una promessa?" chiesi stupita guardando il suo volto.
Quasi automaticamente fissai una delle sue tante, piccole cicatrici. Era un guerriero esperto e quelle cicatrici lo testimoniavano.
"Farai sempre ciò che ritieni più giusto, a dispetto di quello che ti diranno gli altri, me lo prometti?"
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Custode e i suoi compagni'
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Mi accostai al bancone e sorseggiai della birra che mi era stata da poco portata.
Era stata una lunga giornata e faticavo ad accettare il fatto che mi sarei dovuta trattenere più a lungo di quanto pensassi, nella lucente e pietrosa Orzammar, la città dei nani.

Il trono era vacante e la scelta tra i due candidati, Bhelen e Harrowmont, pareva sarebbe durata ancora a lungo.
Nemmeno il fatto che io avessi sconfitto Javia, una delinquente che aveva cominciato a guadagnare troppo potere nelle strade di Orzammar, aveva cambiato di molto la situazione. Di nuovo non ero stata ascoltata, quando avevo avvertito tutti della pericolosità di un Flagello e della rinascita di un Arcidemone. Di nuovo dovevo combattere per poter ottenere l’aiuto che spettava a me, ai Custodi, di diritto.

‘Come fanno a non capire? Come possono non realizzare l’importanza della nostra missione? Dobbiamo essere tutti uniti, soprattutto ora, soprattutto qui’.

Le Vie Profonde, infatti, non distavano moltissimo dalle porte della città, eppure questa, non curante, continuava a dare importanza a futili questione politiche, senza nemmeno considerare che i suoi cittadini sarebbero stati i primi a venir spazzati via se l’Arcidemone non fosse stato sconfitto in tempo.

“Hanno il cervello di pietra, questi nani, non ci ascolteranno mai” aveva commentato sprezzante Morrigan quando gli esponenti più importanti della città avevano ignorato la nostra richiesta di aiuto.

E forse non aveva tutti i torti.

“Birra nanica. Cosa si può chiedere di meglio?” un accento Antiviano, molto noto, risuonò nelle mie orecchie.

Sorrisi nella sua direzione.

“Pensavo avresti utilizzato questa pausa per esplorare i bassifondi, non per bere una birra” commentai sorridendo all’elfo che si era seduto di fianco a me.

Avevamo infatti deciso di separarci un attimo, il nostro solito gruppetto, per prenderci un po' di respiro dalle questioni odierne.
E nonostante il mio primo intento fosse stato quello di godermi qualche momento di pace da sola, io col mio Mabari e una birra, non ero poi davvero così dispiaciuta che l’elfo mi avesse raggiunta e mi facesse compagnia.
Era più simpatico di quello che lasciava immaginare, anche se quando avevo a che fare con lui stavo comunque sempre in guardia. Era un assassino, e non lo dovevo dimenticare.

“Bassifondi?” domandò lui mentre sorseggiava la sua birra chiara.

“E’ lì che si trovano le prostitute” risposi senza troppi peli sulla lingua.

Lui scoppiò a ridere “Pensi che essere un assassino faccia di me un uomo che va a prostitute? Sei proprio ingenua cara mia, è questo che vi insegnano nei vostri castelli, eh?”

“Beh, non mi sembri uno che va troppo per il sottile, visto che ti sei offerto pure a me” rammentai la sua proposta, e il modo con cui l’aveva presa Alistair, e d’improvviso arrossii. Forse avevo sbagliato a portare avanti proprio quel discorso.

“Prima che tu diventa color porpora fammi dire che c’è una sottile differenza tra chi va a prostitute e chi fa la prostituta, e devo ammettere di far parte più del secondo gruppo che del primo. Non che me ne sia mai lamentato, se devo essere sincero” spostai il mio sguardo sugli occhi elfici di Zevran.

Ridacchiava ma sentivo che dentro la sua voce non c’era della completa sincerità. Non doveva aver avuto una vita facile.
Forse non potevo nemmeno immaginare le sofferenze che lui aveva patito, forse non le avrei mai potute capire.

“Tu nascondi un segreto” gli dissi solamente.

“Come tutti qui, d’altronde. Questo fa di me una cattiva persona?” mi domandò.

“No, certo” scossi il volto e mi concentrai sul boccale davanti a me.

“Perché non ti fidi di me? D’altronde non sono proprio tutti dei bravi ragazzi nel nostro gruppo, eh?” mi chiese sinceramente.

“Sto imparando a fidarmi. E poi chi ti dice che io non mi fidi di te?”.

“Non sono un idiota, capisco che non sono ancora riuscito a farmi accettare. Ho tentato di ucciderti, è vero, ma ti ho salvato la vita in altre occasioni. L’ho salvata ad Alistair quando eravamo nell’Oblio, questo non basta?” il suo tono era stranamente serio.

“Io… non lo so” ammisi sinceramente.

“E’ per il mio passato, è perché sono un Corvo?”.

“No… E’ perché sei Antiviano” spostai il mio sguardo su di lui.

“Una donna Antiviana mi ha procurato grande dolore e sofferenza, in passato, a causa sua… ho perso molto” abbassai gli occhi un secondo, al ricordo di un’antica sofferenza.

“Una Tayka, così veniva chiamata. Mia cognata era d’Antiva, ma anche lei una volta ammise che nel suo paese crescevano e diventavano potenti troppi ingannatori e assassini. Per questo non ho mai amato particolarmente la vostra gente”.

“Ingannatori e assassini sono ovunque, e tu dovresti saperlo meglio di qualunque altro. Il fatto che a noi sia dato un nome, Tayke e Corvi, non cambia molto. Non cambia niente”.

Zevran aveva ragione. Persone simili erano dappertutto ed era stupido da parte mia giudicare un popolo partendo dall’esempio di un solo individuo.

Ingannatori e assassini.

Gente come Loghain, e l’Arle Howe. Non avevano un nome, eppure avevano tradito i loro amici, il loro popolo, senza alcuna remora. E io mi ero sempre circondata di certi individui, non ero mai riuscita davvero a liberarmene.
Ecco perché ero diffidente nei confronti di Zevran, temevo di venire raggirata nuovamente, proprio da un Antiviano.
Ingannatori e assassini.

Bhelen e Harrowmont. Chi di loro non rappresentava uno di questi?
Di chi mi sarei dovuta fidare? Ed era poi davvero così importante?
Improvvisamente mi venne un’illuminazione.
No, non lo era. 

Non dovevo fidarmi io di loro, ma sarebbero stati loro a doversi fidare di me.
E non solo loro. Orzammar necessitava di un Re e io gliel’avrei dato, io li avrei costretti a dover ascoltare la mia parola, perché io gli avrei fatto un favore immenso.
Bisognava solo capire quale favore, bisognava solo capire cosa cercare.

“Zevran tu hai perfettamente ragione, e io ho avuto un’idea geniale”.

Mi alzai in piedi e in quel mentre una ciotola di terracotta mi venne lanciata contro.
La schivai appena in tempo, mentre questa si andava a schiantare contro un muro.

“Maledetti Custodi, *hic*, venite qui a bere la nostra birra e a sedere ai nostri tavoli *hic* e poi non servite mai a niente” un nano visibilmente ubriaco si rivolse a me, continuando con il suo lancio di oggetti.

“Ehi Oghren piantala, prova ancora a lanciare qualcosa e ti caccio fuori a calci!” lo minacciò l’oste.

“Vengo qua tutti i giorni a bere la tua birra *hic* e osi trattarmi così, brutto… grrr *hic*”.

Zevran intanto si era alzato pure lui e stava guardando abbastanza divertito il nano ubriaco, mentre invece Lucky aveva cominciato a ringhiargli contro.

“Buono, buono” dissi io avvicinandomi al mio Mabari.

“Ingannatori e assassini, ecco cosa siete tutti. I Custodi, Harrowmont, Bhelen, tutti. Bastardi, che la Pietra vi cada sopra e sia la vostra tomba” continuò a borbottare mentre io mi avvicinavo.

“Ti ringrazio per la ciotola” cominciai a rivolgermi a lui.

“Non so chi tu sia ma devo chiederti un paio di cose” continuai, ignorando la sua aggressione.

“Proprio a lui dobbiamo fare delle domande?” mi si affiancò l’elfo.

“Andiamo… ci odia ed è completamente ubriaco” fece notare.

“Odia noi, ma pare odiare di più coloro che dovrebbero occuparsi di questa città e che invece non lo stanno facendo, dico bene?”

“Quei bastardi mi hanno tolto ogni cosa *hic*, il mio nome, le mie armi e la mia Branka… Dicono che è morta, morta! Ma io so che non è vero. So che mentono” urlò colmo di rabbia.

“Branka? Chi è?” chiesi incuriosita.

“Qualcuno che li metterebbe tutti a posto *hic*, se solo fosse qui”.

“Qualcuno… che è più importante di loro? Che conta di più?” domandai.

Era quella la mia idea, non avevo bisogno di ottenere la loro fiducia, ma dovevo costringere tutti a doversi fidare di me, ottenendo qualcosa, o qualcuno, che fosse più in alto di loro, di Bhelen e Harrowmont, e che mi avrebbe, finalmente, ascoltato.
La questione si sarebbe risolta così.

“Certamente, lei è un Paragon *hic*, ed è anche mia moglie”

“Bene, portami da lei… come hai detto di chiamarti?”

“Oghren.”

“Piacere, io sono Brida” evitai di stringergli la mano, visto che la sua era sporca di sudore e birra.

"E ho bisogno che tu mi porti da tua moglie"

Lui ruttò. “Sarà un lungo viaggio, un viaggio molto pericoloso”.

“Sicuramente meglio che rimanere qui a far nulla, mentre Bhelen e Harrowmont si scannano” commentò Zevran che aveva capito il mio piano.

“Perfetto, meglio questo che niente” conclusi sorridendo.

“Quindi ci fidiamo di lui?” mi domandò l’elfo.

“Certo, sembra un tipo affidabile, no?” e in quel mentre il nano mi vomitò sulle scarpe.

Una volta era capitata anche a me una cosa simile, ma a parti invertite.
Ed era molto meglio a parti invertite.

“Ti fiderai mai di me?” mi chiese Zevran con il sorriso, mentre il nano rideva e io guardavo schifata le mie calzature.

“Non lo so Zevran, non lo so” dissi solo sorridendo.

Sperando a lui bastasse così.


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Capitolo abbastanza breve che vuole, da una parte richiamare alcuni momenti del passato di Brida, dall'altra analizzare velocemente il suo rapporto con Zev. Zevran non avrà molto spazio in questi flash, purtroppo, ma il problema della fiducia sarà una faccenda molto interessante per Brida e per l'elfo, come potrete vedere prossimamente ;). Brida, inoltre, si rammenta della nostra terribile Aisha, la Tayka che lascia nell'animo della Custode un ricordo incancellabile, e ciò ci prepara al Processo che avrà luogo nel prossimo capitolo. 
Infine, abbiamo il primo incontro con Oghren, uno dei personaggi che io più adoro :D. In primis, come avrete notato, ho voluto distaccarmi dal videogioco, riguardo ai motivi che portano la Custode a cercare Branka. Mi sembrava più intrigante così, piuttosto che la solita missioncina data da qualcuno :) 
In secondo luogo chiedo scusa se ho utilizzato un termine inglese, Paragon. Non mi ricordo, purtroppo, come venisse tradotto nei sottotitoli italiani, quindi per ora ho lasciato la parola in lingua originale. Per chiunque sapesse la traduzione, me lo dica che cambierò al volo il termine! 

Grazie a chiunque mi continui a seguire e a leggere, in mezzo a misteri, amori, e tanti, troppi, pensieri che affollano la mente della nostra Brida, Lady disubbidiente e Custode coraggiosa. 
Ho postato quest'ultimo capitolo un po' frettolosamente (conto di ricontrollarlo nei prossimi giorni). Se trovate degli errori, non esitate a farmeli notare, mi fate solo un piacere :) 

Ciao! 

Ps: probabilmente pubblicherò anche la prossima settimana, nel caso, a causa delle vacanze natalizie, non ce la facessi, auguro già adesso un BUON NATALE a tutti :D 

 
  
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