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Autore: mattmary15    19/12/2013    2 recensioni
Lei allungò una mano e gli spostò una ciocca di capelli dal viso. Lui inspirò cercando di raccogliere il profumo della sua pelle, la guardò dritta negli occhi azzurri come il mare e disse solo poche parole. Sempre quelle.
“Saori, lo sai”
Le disse con un sospiro, come se una malinconia antica di mille anni volesse farsi largo improvvisamente.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Pegasus Seiya, Saori Kido
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il destino di una vita intera'
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Note dell'autrice:  Brevi note come al solito lo prometto. Ringrazio tutti coloro che seguono la storia e particolarmente chi mi ha lasciato una recensione. Mi date le energie per continuare. Nonostante i giorni di festa proverò ad aggiornare velocemente. In questi giorni c'è talmente tanto lavoro che vorrei essere lanciata da Saga in un'altra dimensione (anche il triangolo d'oro va bene!!!). Un abbraccio circolare e vi lascio alla seconda parte del V capitolo. Signore e signori a voi Saga, Seiya, Saori, Kouga e Shun in ....
 
Capitolo IV : La vita salvata da Saga (Parte seconda)

“Dovrei colpirti con il fantasma diabolico?”
Ikki era scettico.
“E’ una follia!” urlò Shaina.
Mur si allontanò da Kouga e si rivolse a Shaka.
“Cosa ne pensi?”
“Di certo Seiya verrebbe catapultato nello stesso luogo in cui giace lo spirito di Kouga. Ho dei dubbi però che poi da lì possa tornare. Al momento non è abbastanza forte. Scusami se lo dico apertamente Seiya ma è quello che penso.”
“Ho già calcolato i rischi.” Fece il cavaliere d’oro.
“Saori lo sa?” lo incalzò Shaina.
“Atena lo sa. L’ho informata io stesso.”
“Ovviamente non approva!”
“La scelta è mia Shaina. Kouga ha scelto di combattere. Forse non era pronto. Devo rimediare al mio errore.”
“La colpa non è tua!” fece la donna cercando di convincerlo.
“Seiya e per i tuoi compiti? Se ti accade qualcosa, che ne sarà della protezione del santuario?” chiese Mur.
“Kouga ha dimostrato di poter prendere il mio posto come cavaliere di Pegasus. E’ più giovane di me. Io porto ancora i segni dell’ultima battaglia. Lui diventerà più forte di quanto io lo sia mai stato.”
“Ma sì, condanniamo anche lui al tuo stesso destino! Bella soluzione!” esplose Shaina.
Seiya replicò.
“Shaina io non posso accettare che versi in questo stato. Devo fare qualcosa!”
“Mi dispiace Seiya ma io non posso farlo! Conosco le conseguenze.” disse fermamente Ikki.
“Lo farò io!”
La voce, decisa e suadente, anticipò la comparsa di Saga.
“Ti spedirò volentieri all’altro mondo Seiya!”
“Saga!” esclamò Mur frapponendosi fra Seiya e il cavaliere di Gemini.
“Non puoi farlo!” disse Ikki “Che ti salta in mente?”
“Vuole aiutarlo” disse pacatamente Shaka.
“Aiutarlo?” chiese Shaina che era sempre più perplessa.
Shaka, che leggeva l’animo del cavaliere di Gemini e i suoi intenti, annuì.
“Il colpo di cui stiamo parlando appartiene a lui. Lo sa utilizzare con una precisione che Ikki non possiede. Del resto” disse rivolgendosi al cavaliere di Phoenix “a te non l’ha forse insegnato un allievo del cavaliere d’oro dei Gemelli?”
Ikki annuì.
“Bene facciamolo!”
“No Seiya, Saori non sarebbe d’accordo!” aggiunse Kiki sempre più preoccupato.
“Sono qui su sua esplicita richiesta! Se qualcuno deve, meglio che sia il più bravo a farlo, non trovi Ikki?”
Il cavalieri di Phoenix non gli rispose.
Saga camminò fino a che non fu occhi negli occhi di Seiya.
“Facciamo in fretta...”
Seiya non riuscì a terminare la frase che il fantasma diabolico di Saga l’aveva già colpito. I suoi occhi si fecero vitrei mentre Saga gli sussurrò all’orecchio.
“Ricorda di seguire il nastro scarlatto. Conduce a Saori. Se non la raggiungi morirà o vivrà perdendosi per sempre tra le mie braccia. Sarò felice di prendere il tuo posto.”
Seiya fu attraversato da un brivido e cadde all’indietro tra le braccia di Mur.
Il cavaliere di ariete lo depose al fianco di Kouga e pregò che Seiya non avesse fatto la più grande sciocchezza da tredici anni a questa parte.
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Saori sentì svanire il cosmo di Seiya. Si contorse nel letto.
Shun, suo fianco, le accarezzò la fronte.
“Andrà tutto bene”
Hyoga entrò di corsa.
“Shun! Il cosmo di Seiya...”
Shun si affrettò a zittirlo indicando Saori.
“Vado alla prima casa!”
“No Hyoga! Ascoltami. Ora Seiya e Kouga sono soli. Devono ritrovarsi e fare ritorno a casa insieme. Piuttosto, faresti una cosa per me?”
Shun usò l’espressione più dolce del suo repertorio. Hyoga si sarebbe sciolto per molto meno.
“Cosa?”
“June e Yuna sono nella casa del leone. Non mi sono accertato che stessero bene, ma non voglio lasciare sola milady. Potresti andare a chiedere a Marine di fare un salto qui? Sono certo che in questo momento sia l’unica che possa davvero comprendere lo stato di Saori.”
Hyoga annuì. Fece per andare poi si voltò.
“Tu come stai?”
Shun sorrise e si avvicinò al compagno. Gli posò una mano sul petto senza farsi notare da Saori che sembrava assopita.
“Sto bene.”
“Non mentirmi. Hai bruciato il tuo cosmo per colpa di quella donna, io lo so. Di certo non stai bene.”
“Dopo tutto quello che è successo a Kouga, non intendo stare qui a parlare di me e Pandora. Sto bene, grazie a te. Ora va da Marine. Vuoi?”
Hyoga lasciò la tredicesima casa.
Shun tornò verso Saori. La fanciulla dormiva. Il cavaliere le rimboccò le coperte e lasciò anch’egli la stanza. Fuori era rimasto Shura. Quando il cavaliere del capricorno non aveva altri obblighi, restava spesso fuori dalla tredicesima casa in attesa di ordini o semplicemente per vigilarla.
“Shura ti affido Atena. Riposa. Tra poco sarà qui Marin.”
Il cavaliere annuì.
“Tu dove stai andando Shun?”
“Torno presto”
“Non è una risposta! Bada che di cavalieri leggendari nei guai ne abbiamo fin troppi.”
Shun sorrise e si allontanò. La sua meta era la sua stessa casa.
Quando ci arrivò, vide Death Mask e Aphrodite che se ne stavano fuori dalla porta come di guardia.
“Credevo li aveste accompagnati. Come mai siete ancora qui?”
“Saga ci ha ordinato di controllare che non lasciassero la casa” fece il cavaliere dei pesci.
“Sono prigionieri?” chiese Shun.
“Non esattamente...” riprese Aphrodite.
“Quante chiacchiere!” lo in interruppe Death Mask “Sei troppo delicato tu. La sostanza è che non possono lasciare questa casa. E, per precisione, tu non puoi entrare.”
“E’ casa mia!”
“Sarà, ma per il momento, tu non ci entri.”
“Credi di potere tenere lady Pandora lì contro la sua volontà?”
“Credo che lei non proverà ad uscire se ci tiene al suo bambino!”
“Death Mask! Sei sempre lo stesso. Non ti smentisci mai! Non minacciare mio nipote!”
“Dimmi sei qui per fare il buon samaritano oppure ti sei ricordato dell’altra tua famiglia?”
“Non sfidarmi, non ti conviene!”
I due stavano per venire alle mani quando Aphrodite s’intromise.
“Lascialo passare. E’ casa sua e non credo che abbia da temere entrandoci. Non è il caso che ce ne occupiamo noi. Sono affari di famiglia!”
“Va bene. Se Aphro si preoccupa per te, faccio un passo indietro.”
Shun entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle.
“Veramente ero preoccupato per te. Tu non sai di cosa è capace Shun!” concluse il cavaliere di Phisces sorridendo.
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“Kouga”
Seiya si svegliò pronunciando il suo nome. Si trovava in un prato. C’era molta luce e fiori dappertutto. Avrebbe giurato che il profumo che sentiva era quello della pelle di Saori. Si guardò intorno cercando qualcosa di familiare che gli facesse capire dove si trovasse. Vide un albero. Una grande quercia. Nuova Luxor? Non doveva deconcentrarsi.
“Kouga? Se questo è il posto dov’è Kouga, dove si trova adesso? Qui non lo vedo. Kouga dove sei?” provò a chiamarlo.
Si alzò e fece qualche passo. Fiori e farfalle ovunque. Si accorse di avere schiacciato qualcosa. Spostò il piede e si chinò a raccogliere l’oggetto.
Un ciondolo a forma di stella con la scritta ‘Forever Yours”.
“Shun? Cosa c’entra Shun?”
Per quanti passi potesse fare, non si muoveva di un solo metro. Cominciò a credere che Saga gli avesse lanciato un brutto tiro. Perché poi pensava a Saga adesso? Non ricordava bene. Doveva cercare Kouga. Non ricordava altro e nient’altro contava.
“Forse questi sono i campi elisi. Ma non li ricordo così”
“Ridammi il ciondolo!”
Seiya si voltò di scatto ma non c’era nessun altro oltre a lui.
“Il ciondolo? Chi sei tu che vuoi il ciondolo di Shun?”
“Quel ciondolo non è di Shun. Quel ciondolo è mio!”
“Hades?”
“Hai una bella faccia tosta a ripresentarti qui tu!”
“Sono venuto a riprendermi Kouga!”
“Chi?”
“Kouga. Ridammelo.”
“Chiunque sia questo Kouga, non è qui. Qui ci sono solo io. Io e ora tu. Forse è destino che i nostri spiriti rimangano uniti cavaliere di Pegasus.”
“Il mio destino non sei tu. Ho ancora tante altre cose da fare, persone da proteggere prima di tornare da te.”
“Proteggere. Non sei cambiato Tenma! Hai sempre pensato solo e soltanto a Sasha!”
“Chi è Sasha?”
“Non crederai davvero che sarò io ad aiutarti vero Tenma? O dovrei chiamarti Perseo? Sin dall’antichità hai protetto Atena e lottato contro di me. Ma sembra che tu non ne sia cosciente!”
“Non so di cosa tu stia parlando. Io sono qui solo per cercare Kouga.”
“Tu non sai quali saranno le conseguenze delle tue azioni. Il ciclo dell’esistenza prevede morte e rinascita. Così deve essere. Lo spirito di Atena non può tramandarsi ad un’altra generazione. Il suo spirito deve reincarnarsi così com’è. E così pure la tua essenza e la mia. Senza questo continuo flusso l’universo è destinato ad estinguersi. Bada quindi a ciò che fai. Che tu lo voglia o no, la volontà degli dei prenderà il sopravvento. Una volta hai chiesto a cosa servono gli dei. Servono a garantire l’equilibrio dell’universo. Decidere chi vive e chi muore serve a dare un ordine. Non disdegnare il disegno divino o dovrai perderti nel caos!”
Seiya vide in lontananza un punto nero farsi sempre più grande. In pochi istanti ingoiò qualunque cosa compreso Seiya. Il cavaliere si ritrovò a fluttuare nel buio.
“Non sono abbastanza forte. Così dunque deve finire? Dopo tutte le battaglie per far valere il libero arbitrio degli esseri umani, devo essere vinto dall’oscurità di Hades in un luogo come questo? Kouga. Ho fallito!”
Fu allora che sentì la voce.
“Avanti padre, se mi stai guardando dal cielo, questo è il momento di darmi qualche altro consiglio?”
“Kouga? Dove sei?”
Intorno a lui era solo oscurità ma Seiya sapeva che doveva cercare con gli occhi del cuore. All’improvviso lo vide. Kouga correva per cercare di raggiungere de figure davanti a lui.
“Kouga! Aspetta! Non andare!”
Seiya si lanciò nella direzione in cui correva Kouga, ma sembrava non riuscire mai a raggiungerlo per quanto forte corresse.
“Kouga dannazione voltati!”
Kouga non sembrava riuscire a sentirlo, così Seiya radunò le forze e scagliò il fulmine di Pegasus contro le figure che il ragazzo tentava vanamente di raggiungere. Le figure si dissolsero e Kouga urlò.
“Mamma, papà! Maledetto sei stato tu!” urlò voltandosi verso Seiya.
“Kouga sono io. Quelli non sono i tuoi genitori. Sono ombre che Hades ha messo sul tuo cammino affinché ti perdessi.”
“Ridammi i miei genitori!” fece Kouga preparandosi a lanciare il filmine di Pegasus.
Seiya non lo evitò. Il colpo lo centrò in pieno petto e lui cadde sulle ginocchia ai piedi del ragazzo.
“Kouga, ti prego, devi tornare indietro. Devi tornare da Saori.”
“Chi è Saori? Io conosco solo i miei genitori!”
“Saori è colei che ti ha cresciuto sin da quando hai aperto per la prima volta i tuoi occhi di neonato” disse Seiya prendendogli un braccio.
“Lasciami!” urlò Kouga divincolandosi “Sono in questo posto orrendo. Rivoglio solo i miei genitori!”
“Lasci che ti mostri il luogo dal quale provieni. Lascia che tu lo veda come lo vedo io”
Improvvisamente una luce dorata si fece spazio nell’oscurità.
Kouga chiuse gli occhi e quando li riaprì era in un campo fiorito.
Davanti a lui c’era un laghetto e tante farfalle. In mezzo all’erba un bambino dai capelli rossi cercava di raggiungere una figura seduta sulla riva del lago. Sorrideva ed invitava il bambino a raggiungerla.
“Quello sono io?”
Seiya annuì.
“Quella è mia madre?”
“Quella è Saori.”
Il bambino si sporse sul bordo del lago e sarebbe di certo caduto se una mano forte non l’avesse afferrato e riconsegnato alle amorevoli mani della donna. Tutti e tre sorridevano.
“Quell’uomo... sei tu... sei Seiya...”
“Bravo il mio Kouga!”
“Seiya, Seiya, che ti è successo? Dove siamo?”
“In una dimensione oscura. Devi tornare a casa Kouga.”
“Come ci siamo finiti?”
“Il fantasma diabolico di Eden”
“Capisco” disse il ragazzo rabbuiandosi “ e tu?”
“Io sono venuto a prenderti. Adesso torna indietro!”
“Come? Come faccio?”
“Devi volerlo. Sei rimasto qui perché pensavi di aver ritrovato in questo posto i tuoi genitori. Ma era solo un’illusione. Trova un ricordo felice, un motivo per vivere e brucia il tuo cosmo. 
Kouga chiuse gli occhi e rivide il lago e Seiya e Saori che lo stringevano e sentì le lacrime pungergli gli occhi.
“Sono stato uno stupido. Io una famiglia l’ho sempre avuta.”
Mentre diceva a se stesso queste parole sentì il suo cosmo bruciare e la luce calda del cavaliere del sagittario sostenerlo. Aprì gli occhi.
“Seiya tu? Tu verrai con me? Torni con me?”
Il cavaliere sorrise.
“Te lo prometto”
Seiya lo sospinse verso l’alto mentre sentiva svanire il prato sotto i suoi piedi e udiva di nuovo la voce di Hades.
“Alla fine, sembra che resterai con me Seiya...”
“Ho promesso” disse vedendo le farfalle svanire. Vide Kouga splendere e scomparire nella luce e sorrise.
“Ho promesso” disse cercando ancora l’immagine della donna con il bambino in braccio. Stava svanendo anche lei, tuttavia gli sembrò che lei gli stesse sorridendo stringendo il piccolo al suo seno.
“Saori...” sussurrò chiudendo gli occhi e abbandonandosi all’oscurità.
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Mur se ne accorse per primo.
“Kouga!”
Shaka, Saga, Kiki, Shaina e Ikki furono intorno al giaciglio.
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi.
“Kouga sei sveglio!” esclamò Shaina abbracciandolo.
“Shaina, Saga... Seiya è venuto a prendermi.”
“Sì, caro lo sappiamo. Andrà tutto bene!” fece la donna.
“Se va tutto bene perché Seiya non si sveglia?” chiese Mur.
Kouga allora si rese conto che il cavaliere era sdraiato accanto a lui. Si gettò sul suo petto.
“Seiya, Seiya. Hai promesso! Dovevi tornare con me!”
Saga si avvicinò.
“Stai tranquillo. Si risveglierà anche Seiya. Ora devi recuperare le energie. Vieni ti porto alla tredicesima casa” fece Saga prendendolo in braccio e incamminandosi verso l’uscita “Shaina tu puoi restare se lo desideri.”
“Aspetta!” urlò Phoenix.
“L’hai messo tu in questa situazione! Devi aiutarlo!”
“Non c’è più niente che possa fare per lui. Lasciami passare”
“Eh no! Mio caro. Vuoi prenderti il merito di riportare Kouga a Saori?”
Il ragazzo non ci capiva più nulla.
“Vaneggi. Saori sa bene ogni cosa. E comunque ho detto il vero. Ciò che potevo fare per Seiya, l’ho fatto!”
“Ikki lascialo andare” disse pacatamente Shaka.
“Aspettate! Saga dobbiamo aiutare Seiya! Hades voleva tenere Seiya in quella dimensione!”
“Ascoltami ragazzino. Quella dimensione non è l’Ade. La voce che hai sentito non era del dio degli inferi. Il fantasma diabolico non fa che creare incubi sulla base delle paure che le persone possiedono già. Sono certa che Seiya sarà in grado di fronteggiare la sua paura più grande e credimi, essa non è confrontarsi con Hades!”
Il cavaliere dei gemelli non disse più una parola fino alla tredicesima casa. Fece un cenno a Shura che si allontanò con uno sguardo di intesa e posò Kouga a terra.
“Voglio che entri in quella stanza e le corri incontro sulle tue gambe. L’hai fatta morire di paura. Abbracciala e inventa qualcosa di carino. Non so, dille che ti è mancata. In ogni caso non fare riferimento alle condizioni di Seiya!”
“Tu non vieni?”
Saga scosse il capo.
Kouga aprì lentamente la porta e il viso di Saori si illuminò. Era a letto e Kouga la vide pallida come non mai. Distese le braccia e lui vi si fiondò correndo.
In confronto al luogo tetro e gelido in cui era stato fino a qualche minuto prima, l’abbraccio di Saori sembrava quello di un caldo focolare domestico. Saori piangeva.
“Perdonami. Ora lo so.”
Atena mostrò un’espressione interrogativa.
“Cosa sai?”
“Di avere una famiglia. Tu e Seiya siete sempre stati la mia famiglia. Ho sbagliato a non apprezzarla. Mi lamentavo sempre di essere considerato il figlioccio di Atena, dello sguardo severo di Seiya, ma la verità è che voi mi avete cresciuto. Ho combinato solo guai e ora per colpa mia Seiya...”
Kouga si morse le labbra. Non doveva fare cenno alla condizione di Seiya.
Saori gli carezzò i capelli e gli sollevò il viso per guardarlo negli occhi. Kouga piangeva.
“Non devi piangere. Seiya mi ha promesso che sarebbe andato tutto bene e devi sapere che lui mantiene sempre le promesse. Sono così felice che tu stia bene. La colpa di quello che è accaduto non è tua. Tu sei stato molto bravo in tutta questa storia. Sai Kouga, a volte i bambini si dimostrano più maturi degli adulti. Tu ed Eden avete combattuto bene, mentre noi ci siamo solo preoccupati del nostro orgoglio e di rivangare vecchi rancori.”
“Saori”
“Dimmi”
“Saga dice che la dimensione in cui si viene spediti dal fantasma diabolico, è quella dei nostri incubi”
“E’ vero”
“Però Seiya laggiù mi ha mostrato un posto bellissimo. E’ grazie a quello che ho trovato la luce, invece lui è rimasto laggiù con Hades. Io vorrei fare qualcosa.”
“Kouga, sia tu che Seiya avete fatto la vostra parte. Ora tocca a me. Vuoi darmi una mano a salvare Seiya?”
Kouga annuì.
“Ascoltami dunque e fai esattamente come ti dirò. Adesso però fatti dare il bacio che spetta al vincitore del torneo” disse Saori stringendo Kouga forte al petto.
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In cucina c’era solo Eden. Se ne stava ad occhi chiusi seduto al tavolo.
“Eden”
“Zio, sei tu! Notizie di Kouga?”
Shun scosse il capo.
“Vengo dalla tredicesima casa. Posso dirti che Atena sta bene.”
“Almeno questo.”
“Dov’è tua madre?”
“Di sopra. Le ho chiesto di riposare. Sembrava scossa per l’accaduto.”
Shun rimase in silenzio.
“Sai zio, lei non è cattiva.”
“Me lo ha già detto tuo padre quale madre stupenda sia stata per te.”
“Tu non ti ricordi niente del periodo passato con lei? Lei mi ha raccontato che si è presa molta cura di te.”
“Non si è presa cura di me, ma di suo fratello.”
“Vedi zio, non credo che qualcuno possa biasimare la sua natura.”
Shun era sorpreso di sentire discorsi tanto maturi da un ragazzo della sua età e un po’ ne era intimorito.
“Anche io speravo che potessimo essere una famiglia. Confidavo che, come mio padre, avessi accettato la natura di mia madre. La mia natura.”
“Non ho sentito niente di malvagio in te Eden. Purtroppo non credo che supererò mai quello che mi ha fatto tua madre.”
“Questo mi dispiace. In fondo io speravo che almeno tu, potessi parlarmi dell’altro mio zio. Mio padre e mia madre si rifiutano di farlo.”
Shun rabbrividì.
“Se si rifiutano c’è un motivo.”
“Non sarebbe meglio conoscere che non sapere?”
“Non lo so Eden. E’ una scelta che spetta ai tuoi genitori”
“Ma loro, in fondo, cosa ne sanno? Tu invece, tu hai condiviso l’essenza con lui. Sei stato la sua incarnazione”
“Io sono Shun cavaliere di Andromeda. Niente altro. Mi dispiace che confidassi in me per queste cose”
“Vorrei solo sentire la mia famiglia intorno a me. Sono stanco di sentirmi solo ed incompleto.”
Gli occhi di Eden si fecero tristi e il nero delle iridi si sciolse.
Shun gli andò vicino e gli posò una mano sul capo.
“La tua famiglia è qui. Non sarai mai solo. Credimi, Hades non porterebbe che dolore nella tua vita”
“Non dire queste cose a mio figlio!”
La voce di Pandora risuonò nell’aria.
“Eden va di sopra!”
“Come desideri madre.”
Eden sparì su per le scale.
“Cosa vuoi Shun? Non ti basta aver rinnegato colui che dovevi essere? Ora vuoi che anche mio figlio segua il tuo esempio?”
“Pandora non sono venuto qui per questo.”
“Allora?”
“Se ti chiedessi una cosa, la faresti?”
Il tono di voce usato da Shun ricordò a Pandora quello dell’amato fratello.
“Cosa desideri?”
“Lascia qui Eden. Com’era nei progetti e torna con Ikki all’arco di Cerbero”
Pandora rise.
“Vuoi liberarti di me, fratello?”
“Non sono tuo fratello!”
“Avanti, non vorrai dirmi che una parte di te non sente ancora quel richiamo nel suo cuore?”
“Credimi Pandora, non più”
La donna esitò e poi reagì con rabbia.
“D’accordo. Vuoi liberarti di me. Ma che tu non voglia trattenere tuo fratello è disgustoso. Davvero hai cancellato i sentimenti che provavi per lui dal tuo cuore solo perché lui ha scelto me?”
“Se ti dicessi che invece voglio che tu lo porti via perché ancora lo amo come fratello? Se ti dicessi che te lo affido?”
Pandora sussultò.
Ti rivelerò il motivo della mia richiesta a condizione che tu non ne faccia parola con Ikki.
La donna annuì e Shun si sfilò lentamente la maglia.
La macchia nera saliva da metà avambraccio fino alla spalla destra.
Gli occhi di Pandora si riempirono di lacrime.
“La maledizione di Marte. Shun tu stai morendo!”
“Questa  la verità. Tutto si riduce a questo. Ikki non lo deve sapere. Durante il tuo soggiorno la ferita è peggiorata. L’oscurità alla quale mi esponi, mi costringe involontariamente a bruciare il cosmo. Il potere di Marte mi sta divorando. Ad ogni modo, io sono sereno. A me va bene così. Non voglio che mio fratello lo scopra. Si distruggerebbe per i sensi di colpa e, se come sostieni, lo ami, devi risparmiargli questo dolore.”
“Credi che non soffrirà per la tua morte?”
“Ikki è forte. Gli faranno sapere che sono morto in battaglia”
“Quale battaglia!” urlò Pandora.
“Quella che porterà Marte prima o poi. Lo sa anche Ikki. Allora il tuo compito sarà quello di tenerlo lontano dal campo di battaglia.”
“La sentirà. E’ nato per la guerra. Come mio figlio! Anche lui morirà in battaglia, e io sarò di nuovo sola!”
“Tu non sarai mai più sola perché hai conosciuto l’amore.”
Pandora tese una mano verso Shun poi, lentamente, la ritrasse.
“Ti ho fatto del male Shun, ma io amavo mio fratello. E, anche se tu non lo capisci o non lo accetti, per me tu sei il fratellino che avrei dovuto crescere e tenere al sicuro dai pericoli del mondo. Ti giuro che il tuo destino non sarà quello di Hades. Ora scusami, ma sento il bisogno di abbracciare mio figlio”.
Shun rimase solo. Si infilò la maglia e uscì. Salutò con un cenno del capo Cancer e Phisces e s’incamminò verso la casa del leone.
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“Saga!”
Kouga entrò nella stanza del grande sacerdote gridando.
“Devi venire Saga!”
“Che succede Kouga?”
“Shun è andato da lady Pandora! Saori ha detto che se non andrai tu a vedere che succede e a riportare Shun sano e salvo alla casa del leone, ci andrà lei stessa! Saga ti prego, lei sembra così pallida! Che faccio ci vado io mentre tu stai con lei?”
“Non dire idiozie moccioso! Proprio quello che ci si aspetterebbe da un Pegasus. Ho lasciato lì Cancer e Aphrodite proprio per tali eventualità!”
Kouga sussultò.
“No Saga!” disse appendendosi alla veste da grande sacerdote che l’uomo indossava “Ci devi andare tu. Saori ha detto che Shun è in pericolo!”
“Quei due buoni a nulla che avranno combinato? Tu resta qui e bada che Atena non usi il suo cosmo. Potrebbe ucciderla!”
Saga uscì e Kouga corse da Saori.
“Via libera.”
“Bene. Andiamo alla prima casa piccolo.”
La casa dell’ariete era silenziosa. Mur era salito con Shaka alla sesta casa per preparare un infuso per Seiya. Ikki era andato via non potendo sopportare la vista dell’amico privo di sensi. Shaina era seduta al suo fianco e gli teneva una mano. Giela lasciò subito non appena vide Saori e Kouga entrare.
“Grazie per essere rimasta con lui”
“Non è servito a nulla. Respira sempre più piano. Temo che...”
Saori mise una mano sulla spalla della guerriera e le sorrise.
“So cosa fare. Non lo perderemo.”
“Saori se bruci il tuo cosmo...” poi la donna si interruppe guardando Kouga. A sorpresa il ragazzino terminò la frase.
“...morirai, Saori.”
La donna si inginocchiò e lo prese per le spalle.
“Guardami Kouga. Chi sono io?”
“Atena”
“Credi che Atena non possa sconfiggere un incubo? Abbi fiducia in me. Seiya è laggiù da qualche parte. Gli serve solo che gli indichi la via. Tornerà da noi.”
“Vieni Kouga, lasciamoli soli. Saori siamo qui fuori” disse Shaina portando via Kouga.
Saori guardò Seiya e gli carezzò la fronte con una mano.
“Coraggio cavaliere, hai promesso.”
Si mise a sedere al suo fianco e fece in modo da posare la testa di Seiya sul suo grembo.
“Seiya hai detto che avresti trovato sempre il modo di tornare nel luogo in cui sono io. Io sono qui. Torna da me. Voglio sentire ancora la tua voce dirmi quelle poche ma importanti parole affinché io possa a mia volta dirti che lo so Seiya, che lo so, che lo sento in ogni fibra del mio essere, e che anche io provo le stesse cose. Forse adesso dovrei usare quella parola che non ci concediamo mai. So che servirebbe eppure ne ho paura. Ho paura che dicendola ad alta voce, me la porterebbero via. Che mi porterebbero via te. E io non potrei sopportarlo. Sai Seiya, io sono la dea, ma tu sei sempre stato più forte di me. Sei stato più forte quando ero dispettosa allo scopo di allontanare tutti dal mio mondo fatto di solitudine e sofferenza; lo sei stato quando la freccia mi ha trafitta e non c’erano speranze; lo sei stato nel profondo degli abissi quando, per la prima volta, un uomo voleva farmi sua; lo sei stato negli inferi quando ti sei frapposto fra me e il mio nemico atavico; lo sei stato quando Marte mi ha rapita; lo sei stato quando i mesi passavano e io non sapevo cosa fare. Io non ho mai davvero saputo cosa fare. Mai prima di guardare i tuoi occhi. Nei tuoi occhi io trovavo la forza di decidere e di andare avanti. Sempre e comunque. Sai Seiya, ho fatto una scoperta in tutti questi anni in cui tu hai vegliato su di me da lontano. Una cosa che avrei voluto dirti da tanto tempo. Sai perché non l’ho fatto? Perché tu mi avresti guardata e ti saresti messo a ridere. Sì Seiya a ridere, perché tu non credi nel destino. Non credi che le cose debbano andare per forza in un modo. Che faccia avresti fatto se ti avessi detto che siamo legati da un filo antico che attraversa le epoche di ciclo in ciclo? Avresti riso e mi avresti detto che mi davo arie da dea. Ti prego Seiya, apri gli occhi e prendimi in giro!”
Saori pianse e le lacrime caddero sul volto privo di sensi di Seiya. Se il piano di Saga non aveva funzionato, il potere di Atena avrebbe rimediato.
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Saga giunse di corsa alla casa di Shun.
“Voi due! Cosa avete combinato? Non avevo dato ordini chiari? Nessuno entra e nessuno esce!”
Cancer si alzò allarmato.
“Che cos’è questa storia? Siamo qui come ci hai ordinato!”
“Dov’è Shun? Lo avete fatto entrare?”li incalzò Saga.
“Bhe è casa sua!”
“Cancer!”
“Saga non è successo nulla! Shun è andato via pochi minuti fa. Stava bene. E quei due sono ancora lì dentro come ordinato!”
“Andato via?”
Saga strinse il pugno e comprese.
“Quel moccioso! Rimanete qui!” disse sparendo alla velocità della luce.
Death Mask e Aphrodite si guardarono incapaci di comprendere cosa fosse accaduto al grande sacerdote.
Saga nel frattempo raggiunse la prima casa e vi trovò Kouga e Shaina.
“Stupidi! Credete di avere fatto una cosa buona?”
Fece per entrare quando Kouga gli si parò innanzi.
“Lasciali stare! Lascia che Saori riporti indietro Seiya!”
“Non ne ha bisogno. Tra poco Seiya si risveglierà con le sue proprie forze! Per quale motivo credete che lo abbia colpito con il fantasma diabolico io stesso? Per il piacere di sprofondarlo nell’abisso? Levati moccioso! E ricordati. La vita di Atena è sacra! Viene prima di tutto! Se Seiya sapesse come ti sei comportato ne sarebbe molto deluso!” concluse spostandolo di lato ed entrando in casa.
Le luci delle candele illuminavano le stanze private di Mur. Saga la vide stringere il corpo inanimato di Seiya e senti stringere allo stesso modo il proprio cuore.
Un infarto avrebbe fatto meno male.
Si avvicinò e le posò una mano sulla spalla ferita.
“Non dovete farlo. Non avete forse fiducia in me?”
“Saga!” disse lei in un misto tra vergogna e sorpresa.
“Non vi ho forse detto che avrei manipolato la sua mente?”
“Io... io...”
Il viso di Saga si addolcì.
“Capisco. Non sono mai stato bravo ad ispirare fiducia! Ora però ascoltate. Visto che siete qui, c’è una cosa che potreste fare. Sussurrategli all’orecchio di seguire il filo scarlatto.”
“Solo questo?”
Saga annuì.
Saori gli toccò di nuovo la fronte e si chinò su di lui.
“Seiya, segui il filo scarlatto. Seguilo Seiya, il filo scarlatto.”
“E ora aspettiamo” disse il cavaliere di gemini rimanendo in piedi al fianco della dea come una delle colonne del tempio.
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“Se mi avessi lasciato portare qui Sasha, ora saremmo tutti e tre riuniti!”
Seiya continuava a sentire la voce di Hades.
Chiuse gli occhi. Kouga era salvo. Tese una mano verso l’alto. Continuava a sentirsi cadere.
“Invece ora saremo solo io e te. Per l’eternità!”
Seiya vide lentamente l’armatura d’oro staccarsi da lui. Sagitter lo stava rigettando? Non era più degno dunque. Si sentì più leggero. 
“Non rivedrò più Saori...”
“Segui il filo scarlatto!”
“Saga è la tua voce?”
No. Non era la voce di Saga.
“Seiya, il filo scarlatto!”
Seiya riaprì gli occhi e vide una scia rosso sangue. Tentò di afferrarla e vide che il suo braccio era di nuovo bardato dell’armatura d’oro.
“No, Tenma, devi restare qui!”
“Io non sono chi tu dici! Io sono Seiya! Ho promesso a Saori che sarei tornato da lei. Ho promesso a Kouga che sarei tornato da loro!”
Adesso entrambe le braccia e il petto erano adornate dall’armatura.
“Lei è Atena. Credi davvero che ci sia spazio per te nel suo cuore? Tu farai la fine di Perseo, di Tenma e di tutti i cavalieri di Pegasus! Anche il tuo Kouga si unirà alle schiere degli eroi morti per lei e dimenticati!”
“No! Saori non mi perderà mai di vista. In mezzo alle centinaia di schiere di cavaliere a lei fedeli, mi troverà sempre, il filo rosso che vedo è quello che ci unisce!”
L’armatura era tornata ad avvolgere tutto il suo corpo.
“Io sono Seiya di Sagitter e il mio posto è accanto a lei. Non la lascerò sola! Non la lascerò maiiiii!”
Aprì gli occhi e la vide. China su di lui, con gli occhi pieni di lacrime, bellissima come non la ricordava, con un sorriso infinito.
“Seiya!”
“Saori... ho sentito la tua voce! Sono tornato”
“Sì, Seiya. Lo hai fatto. Sei tornato da me ancora una volta!”
“Avevo promesso...”
“Si, lo hai fatto” disse lei stringendolo e baciandogli la fronte dove ancora c’era il segno del fantasma diabolico. Si girò a guardare Saga.
“Grazie Saga. Avevi ragione tu e io torto. Ti sono debitrice.”
“Avete già onorato il vostro debito. Ora torno alla tredicesima casa. Il vostro primo cavaliere è qui. Non correte alcun pericolo.”
Si girò e fece per uscire quando la voce di Seiya lo trattenne.
“Saga!”
“Sì?”
“Grazie.”
“L’ho fatto perché l’ha ordinato Atena.”
“Sì. Ne sono certo. Grazie lo stesso”
Saga uscì e Seiya si perse negli occhi di Saori.
 
 
  
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