Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Wave__    19/12/2013    1 recensioni
Eternal Love è la storia d'amore di un angelo e un demone. Di Elena e Paul. S'incontrano, si amano e si vogliono. Si cercano e si trovano, sempre. Ma c'è Dio, che farà di tutto per ostacolare il suo miglior angelo..
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Will I be a good father?


Pj era rimasto ad ascoltare le parole di Elena, senza aggiungere altro. L’amava, e l’avrebbe sempre amata, e per lei sarebbe riuscito a cambiare. Avrebbe rinnegato perfino sé stesso.
Ma alle parole di Elena, Paul restò di stucco, impietrito, immobile, cercando di elaborare ciò le sue orecchie avevano appena sentito.
Un figlio? Aveva davvero detto che avrebbero avuto un figlio? Un bambino, un loro bambino?
Il suo sguardo si puntò su di lei, fisso, andando poi a colorarsi di un dolce sorriso.
Il solo pensiero che di lì a poco qualcuno o qualcuna sarebbe nato a testimonianza del loro amore, lo rese felice.
Non riuscì a dire una parola, perché le parole non bastavano per esprimere quanto l’amasse, più che ami. Quanto già amasse quella piccola creatura che cresceva dentro di lei.. D’impulso le labbra del demone andarono a ricercare quelle dell’angelo, accarezzandole con entrambe le mani il viso, scendendo lungo il suo corpo, bloccandone una su un fianco e l’altra sull’addome.
«Mi basterebbe essere un padre degno di quel nome, ma so che con te al mio fianco, potrei riuscire dove ogni uomo fallisce.»
Paul fece una breve pausa, posando la fronte su quella di lei, tornando a parlare.
«Ti amo amore mio, e per te e nostro figlio sarò un uomo diverso. Se ti ho mentito era solo per paura di perderti, ma ora so che con te posso essere quello che sono realmente, non lascerò che niente e nessuno ci possa dividere.»
Elena pensava davvero che Pj non avrebbe più aperto bocca.
«Pensavo che non avresti più parlato. Pensavo che non volessi.. Lei o lui, ecco. Pensavo di aver sbagliato a dirtelo così, ma mi è uscito, spontaneamente. Non riuscivo più ad aspettare, dovevo dirtelo.»
Abbassò un attimo lo sguardo, prima di rialzarlo e puntare i suoi occhi in quelli scuri di Pj.
«Tu sarai un padre più che degno di quel nome. Il padre migliore del mondo. Tu non fallirai, io ti sarò sempre accanto quando starai per cadere, e ti sorreggerò, costantemente. Parliamo del presente, adesso. Il passato non è importante. Viviamo l’adesso, l’oggi, l’ora.»
«Come potrei non volerlo, amore mio? Io ti amo, e amo qualsiasi cosa provenga da te o dal nostro amore. Solo che.. Mi hai colto impreparato, tutto qua.»
Pj sorrise, stampandole un bacio leggero.
«Ti amo, ogni momento più del precedente..»
Le sue labbra erano come calamite per quelle del demone, incapace di starle lontano.
«Come l’hai saputo, Elena? Non è una cosa che si scopre attraverso mezzi di comuni mortali.», domandò, alzando un sopracciglio. L’espressione di Elena era qualcosa che non si poteva descrivere, ma che comunque voleva dire tutto.
Alzò infine le spalle.
«Sei andata da Jeremia, non è così? L’hai sospettato e sei voluta andare da lui per averne conferma.»
El sorrise, inclinando la testa da un lato, annuendo.
«Si, sono passata da lui. Era l’unico che avrebbe potuto dirmi qualcosa di concreto. Sai che è il più forte stregone che esista, e per questo è costantemente ricercato da entrambe le fazioni. Angeli e demoni se lo contendono, e lui non può far altro che scappare. Forse potrei anche aver trovato un modo per aiutarlo, ponendo fine al suo vivere in sotterranei o che altro.», concluse, andando a sedersi sul letto.
«Dobbiamo tanto a quel ragazzo, più di quel che pensiamo. Ci ha protetti tante volte, in questi quattro anni. E’ il minimo che possiamo fare per lui, per cui, qualsiasi idea tu abbia, ti appoggerò.»
Paul raggiunse Elena, inginocchiandosi di fronte a lei, mentre la mano dell’angelo andò ad accarezzare dolcemente il viso del suo compagno.  
«Quanto ti amo non lo immagini neanche. Quanto amerò questa piccola creatura.. Più della mia vita.»
«Secondo te.. Maschietto o femminuccia? Demone o angelo?», domandò Elena, senza staccare gli occhi da quelli del suo uomo.
Le loro labbra si sfiorarono dolcemente.
«Uhm.. Un’ibrida magari, a metà tra me e te. Qualcosa che non si è mai visto prima.. Bella come la mamma.» sussurrò nuovamente, posando i palmi delle mani sul materasso, tirandosi su, prima di andare a sovrastare il corpo di Elena con il suo, andando a farle posare la schiena sul materasso.
«Qualcuno di unico.. Io dico maschietto. Maschietto bello e forte come il suo papà.»
Questa volta fu l’angelo a sibilare in un soffio quelle parole. Era tutto così strano.
Era come se il mondo avesse preso a ruotare in maniera pi frenetica, in un altro senso. Andando a ruotare attorno a quella piccola creatura che cresceva nel ventre di Elena.
Qualcosa che, quando avesse visto la luce, sarebbe stato un essere fenomenale, più di quel che credevano entrambi.
«Ci sarà da scegliere un nome.. Sia maschili che femminili, visto che fino alla nascita, non sapremo il suo sesso.»
«Abbiamo tempo per i nomi, non credi, amore mio? L’importante che cresca forte e sano, amato da entrambi.», disse Paul, andando a girarsi e a posare un fianco sul materasso, tirandosi dietro la sua amata Elena.
«Un’altra piccola te, un’altra piccola donna a correre per casa, che amerò quanto te, più di ogni cosa, più della mia stessa vita.»
«Un altro piccolo te, un altro piccolo uomo a correre per casa, che amerò quanto te, più di ogni cosa, più della mia stessa vita.»
«Nessuno farà mai del male alla mia famiglia. Nessuno.»
Il naso di Pj andò a sfiorare quello di lei. Occhi negli occhi.
«Mai. Nessuno. Nessuno mi porterà mai vita da te. Nessuno ci porterà via da te. Io sono tua, noi siamo tuoi. Tu mi appartieni. Io ti appartengo.»
«Sono vostro, ed io ti appartengo.»

«Sei mio.»
«Si, tuo. E tu sei mia.»
«Tua.»

Quella che si erano appena fatti era una promessa. Una promessa che entrambi avrebbero mantenuto. Avrebbero dato la loro vita, qualsiasi cosa fosse successo, l’uno per l’altra e per il piccolo o la piccola che Elena portava in grembo.
«Non succederà nulla al bambino o alla bambina, te lo prometto, El. Non mi perdonerai mai se vi succedesse qualcosa..»
L’abbracciò, stringendola a lui e respirandola. Le labbra si sfiorarono, andando a schiudersi in un bacio, in un unione che sapeva di tutto.
Mi sorrise, accarezzandomi il viso, prima di portarsi a sedere.
Pj si alzò dal letto, andando a portarsi davanti alla finestra aperta, posando entrambi i palmi delle mani al davanzale, osservando attentamente la vita della città e le cupole del Cremlino in lontananza.
Anche Elena si alzò, avvicinandosi a lui, circondando il suo petto con le braccia, andando a posare la sua testa contro la schiena, stringendolo forte a lei.
«Lo sai che ti amo da morire. Ti amo come non ho mai amato nessuno. Ti amavo anche prima di conoscerti e, se ti conoscessi adesso, m’innamorerei ancora di te. Sempre è stato, e sempre sarà.»
Respirò profondamente il suo dolce profumo, lasciando che Paul John si voltasse e la stringesse tra le braccia, cullandola dolcemente.
«La stessa cosa che provo io. M’innamoro di te ogni giorno che passa.»
Le mani di Paul si posarono sul viso dell’angelo, mentre le loro labbra si univano ancora, in un nuovo bacio.
«Questa creatura è un miracolo. E’ il frutto del nostro amore..», sussurrò nuovamente.
Elena si portò una mano al ventre, lasciando che le mani del suo uomo si posassero sulle spalle, prima di andare a stringerla nuovamente contro il suo petto.
Neanche Dio e neanche il Diavolo sapevano quanto loro due si amassero.
L’amore per un Demone andava ben oltre le Sue aspettative.
L’amore per un Angelo andava ben oltre le aspettative di ogni demone di ogni girone infernale.
Se Dio l’avesse rivoluta con Lui, non sarebbe ritornata in Paradiso.
Se Satana avesse richiamato il suo Demone, Pj questa volta non si sarebbe lasciato influenzare: sarebbe rimasto al fianco di Elena, non sarebbe ritornato all’Inferno.
C’erano cose ben più importanti nella vita che farsi controllare da Dio o da Lucifero.
Quelle cose importanti –per Elena- erano Pj e quella piccola nuova vita che cresceva dentro di lei.
Quelle cose importanti –per Pj- erano Elena e quella piccola nuova vita che cresceva nel ventre del suo unico vero amore, l’unico che era riuscito a sciogliergli il cuore e l’anima, l’unico che aveva creduto in lei.

«Ti amo, Pj.»
«Ti amo anch’io, Elena.»
..E restarono lì, abbracciati davanti a quella finestra aperta, per un tempo indefinito.
La schiena di Elena adesso posata al petto di Pj, le cui mani carezzavano lente il ventre dell’angelo, restando a scrutare immobili e senza parlare, quel panorama, osservando il cielo colorarsi di varie sfumature, passando dal nero, al rosso, all’arancione e al rosa, andando ad indicare l’alba, l’inizio di una nuova giornata.
Che per loro stava ad indicare l’inizio di una nuova vita.

Assieme. Loro due e quella creatura che sarebbe nata, che avrebbe visto la luce, loro frutto.
Frutto del più grande sentimento esistente. Che li aveva travolti, entrambi.
L’amore.
 
  
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