Ciao!
Eccomi qui con un nuovo capitolo: abbiate pazienza, ma non avrò
molto tempo a disposizione in questi giorni: prendetevela con la
scuola. Un grazie a Rue Meridian e a QueenLilly o Lilly-Des (ma come ti
devo chiamare?! eheh) che hanno recensito il primo capitolo: spero vi
piaccia anche questo!
Buona lettura!!!! Ciaooooo! By Monipotty
I soldati,
nelle loro divise rosso fuoco e con i fucili in mano, si disposero in due file,
ai bordi di un lungo tappeto rosso, sull’attenti con i fucili levati in modo da
formare un passaggio. Poi, dallo stesso portone, una figura si fece avanti con
le mani dietro la schiena: James Norrington si fece avanti e passò tra le due
file di soldati arrivando fino al governatore Swann; questi gli porse una spada
di bella fattura con filigrane in oro sull’elsa, che il neo-commodoro prese: se
la rigirò un po’ fra le mani, la puntò verso il sole per osservarne la lama,
poi la riporse al governatore sotto gli sguardi orgogliosi dei suoi superiori e
del rappresentante del re. Dopo una breve introduzione, il maestro delle
cerimonie lo fece giurare, poi gli consegnò la spada e la cerimonia cessò.
Tutti i presenti si fecero avanti per stringere la mano e congratularsi col
commodoro Norrington. Josephine scorse i suoi genitori farsi avanti e il
commodoro stringere al padre la mano e baciando la mano alla madre. Poi lo vide
voltare la testa verso di noi e guardarci; dopo che si furono tutti
congratulati, l’orchestrina cominciò a suonare un’aria mentre il commodoro si
avvicinava alle due ragazze. Josephine guardò i suoi occhi verdi che sembravano
velati da una strana malinconia, il suo viso che non rispecchiava per nulla i
suoi trentaquattro anni.
“Buongiorno a voi, Miss Swann e Miss Allen.” Salutò cortesemente. Josephine si
ricordò il primo giorno che lo vide: fu il giorno successivo al suo arrivo a
Port Royal, e il governatore Swann lo presentò a lei e alla sua famiglia come
il sottotenente Norrington; la sua prima impressione fu che era troppo serio
per i suoi gusti, ma aveva solo otto anni; col passare del tempo lo conobbe
meglio e scoprì che, pur essendo molto riservato, era molto galante e cortese
e, così, finì per innamorarsene.
“Buongiorno,
James.” Lo salutò Elizabeth. Vedendo che Josephine non diceva nulla, le tirò
una leggera gomitata e Josephine si riscosse dai suoi pensieri.
“Buongiorno,
commodoro.” Disse timidamente. James le fece un segno col capo.
“Miss
Swann, potrei parlarvi un attimo?” lei annuì. “In privato, possibilmente.”
Josephine si accorse di essere di troppo.
“Oh…si,
certo…allora ci vediamo dopo, Elizabeth. Ossequi, commodoro.” Salutò Josephine.
“Ossequi,
miss Allen.” Rispose lui con un leggero inchino.
Josephine
si allontanò di poco e rimase a guardare i due mentre si avvicinavano al bordo
delle mura, dal quale si godeva di una vista mozzafiato; si voltò subito: non
voleva spiarli ed era sicura che Liz le avrebbe detto tutto più tardi.
Raggiunse sua madre che stava chiacchierando con una vecchia signora, sua
amica, ma dopo poco si andò a sedere sul muricciolo a distanza dalla coppia che
parlava. Ad un tratto, un urlo squarciò la quiete.
“ELIZABETH!!”
urlava qualcuno. Josephine si voltò di scatto e vide il commodoro salire sul
muricciolo e togliersi la giacca, pronto a gettarsi dalle mura.
“Commodoro!”
lo chiamò “Che cosa è successo?” domandò spaventata.
“Elizabeth!
E’ svenuta ed è caduta in acqua!” esclamò mentre degli uomini tentavano di
trattenerlo. Poi si voltarono e cominciarono a correre verso il porto.
Josephine decise di seguirli ma fu bloccata da suo padre.
“No,
Josephine. Tu resti qua!” le disse trattenendola per un braccio.
“Ma…ma…”
tentò di dire lei.
“Niente
ma! Questo non è un lavoro per te. Lascia fare al commodoro ed ai soldati.
Resta con tua madre, io vado col governatore.”
“Voglio
venire anch’io, padre! Elizabeth è mia amica!” esclamò Jo per convincerlo. Ma
non c’erano ragioni; così lei esplose.
“Perché
mi tratti come una ragazzina? Perché sembra che tu ti penta di avere una figlia
come me? Perché ti vergogni? Dimmi il per…!” ma non finì la frase che suo padre
la schiaffeggiò davanti a tutti i presenti, sbigottiti. Dopo quel gesto, il
signor Allen si riscosse e sul suo viso comparve un’espressione di disgusto per
ciò che aveva fatto e di scuse. Josephine si portò la mano alla guancia che si
stava arrossando velocemente, gli occhi pieni di pianto.
“Josephine…”
cominciò suo padre “Josephine…i-io…non…”
“TI
ODIO!” gli urlò Josephine e, strappandosi il cappello dalla testa, corse via in
lacrime spingendo via il padre, lasciando la madre stupita e addolorata e il
padre sconvolto.