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Autore: Misplaced    20/12/2013    0 recensioni
L'unica cosa che farò adesso sarà quella di mettere una fine almeno a questa nota iniziata alle 20:19 di un Mercoledì di dicembre, mettermi a letto e pensare a tutt'altro tranne che a te ma non prima di fallire guardando Facebook sperando di trovare un tuo messaggio.
Ecco cosa farò.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sto ancora chiedendo perché io sia qui.
Quello che sto facendo è totalmente illogico e stupido, ma d'altronde da quando ti ho conosciuto la mia vita è cambiata; in meglio o in peggio non so, entrambe forse.
E sono qui, ora, a guardare quella maledetta barra che va e viene nel tentativo di invogliarmi a scrivere qualcosa su di te, su di noi. Ma non ha senso perché tanto non leggerai mai tutto ciò, non avrò mai il coraggio di inviarti questa nota scritta sull'Ipad alle 20:19 di un Mercoledì di dicembre. Ma va bene così.
Se ora potessi vedermi rideresti di me: sono qui con un ridicolo pigiama grigio sformato mentre sorrido con le lacrime agli occhi mentre penso a te.
Perché tu sei tutto questo: gioia e dolore, nella mia vita hai portato tanto di quel caos che ormai mettere a posto sembra impossibile eppure mi ci trovo tanto bene in questo disordine che non cambierei nulla.
Non saprei neanche da dove iniziare a parlare di te qua dentro è tutto limpido ma appena le mie dita premono sui tasti diventa confuso e mi sembra completamente sbagliato.
E sai quanto mi piace essere precisa nelle cose, maniacale direi, ma più ci provo a scrivere quello che sento più mi viene voglia di prendere e cancellare tutto e infilarmi a letto sperando di ricevere un tuo messaggio. Ma ieri notte ti ho pensato, ho pensato a noi cercando di essere il più imparziale possibile e mi rendo conto che quello che provo per te è un contrasto unico.
Sto rileggendo le due righe qui sopra e mi viene da ridere perché questa cosa doveva essere dedicata a te, doveva parlare di te ma non si sa come sto parlando di me; sono un egoista del cavolo. Ma a te piaceva tanto. 
Ti piaceva viziarmi con tutte quelle belle parole e farmi sentire importante e speciale, darmi una sferzata di autostima che non ho e a me piaceva tanto ricevere tutte quelle attenzioni anche se lo negavo, ma andiamo non ci credevo neanche io figuriamoci tu.
Ricordo di come mi facevi spuntare il sorriso quando mi chiamavi "piccola", come quello che ho in questo momento ripensandoci e mi ricordo di come hai smesso di farlo quando per paura della distanza ho messo fine a tutto buttando scuse a casaccio.
E ti chiedo scusa per questo, non sai quanto avrei voluto consolarti quando mi hai detto che ti si era spezzato il cuore, vera o meno che fosse questa cosa, ma non potevo. 
Mi sembra giusto darti una spiegazione, anche se non la saprai mai, ma così facendo la mia coscienza smetterà di strillare almeno un po' spero.
Non avevo più la forza per andare avanti sai? Il non averti accanto per poterti stringere in un abbraccio o il fatto che per sentirti c'era bisogno di un computer. Tutte scuse stupide, perché distiamo solo un'ora e mezza di treno io e te.
Ma la distanza mi stava logorando, ero diventata un fantasma della vera me e mi stava distruggendo. Così ho messo la parola fine a questo suicidio, non rendendomi conto che in realtà l'ho solo posticipato. 
Perché non ho mai smesso di provare qualcosa per te, non so se è amore dato che nessuno sembra dargli una definizione vera e propria, ma è qualcosa.
Poi hai iniziato a non farti più sentire e sei sparito. 
E una parte di me con te. 
L'unica persona che mi dava la forza di accettarmi per quel mostro che sono si era volatilizzata.
Poi sei riapparso e sono tornata a sorridere. Ma sei andato via di nuovo e sono tornata a star male. Senza che nessuno lo vedesse ovviamente.
Sei rispuntato e sei scomparso di nuovo.
E il mio umore è stato altalenante, come la tua presenza.
Su e giu, su e giu, su e giu. Come un'altalena. 
A proposito, te l'ho mai detto che mi piacciono le altalene?
Non credo, ma visto che ti ho raccontato tutto di me mi viene difficile pensare che tu non sappia qualcosa che mi riguardi.
E solo adesso mi rendo conto che io di te non so nulla.
Non zero zero totale, però se dovessi fare un tema su di te non saprei che scrivere. 
Mi sono persa. All'inizio della nota avevo le idee chiare su cosa fare e cosa scrivere, beh più o meno, ma adesso... beh adesso è andato a monte tutto così come tu hai mandato a monte tutte le mie certezze.
Io. Io che cerco di non cadere mai, invano, crollata come un castello di carte.
E alla fine sei sparito. Totalmente, non sei più riapparso. Come un mago con il suo ultimo spettacolo di magia. Puff! Volatilizzato.
E quando credevo che fossi finalmente riuscita a cancellarti dalla mia testa sei ricomparso di nuovo. Non da solo stavolta. Con una ragazza. 
Un'altra "piccola".
Lì ho capito che nonostante tutto quel tempo non te ne eri mai andato veramente dalla mia mente contorta.
Ti ho ignorato, respinto, maltrattato addirittura.
Ho provato di tutto per toglierti fuori dai miei pensieri. Ma sei rimasto. Come non avevi mai fatto.
E Dio quanto ti ho odiato in quel momento.
C'eri. Eri, sei, una presenza costante nella mia vita ma non sei più mio.
E questo mi da molto fastidio. Tanto, troppo.
Cielo, se fossi qui adesso mi guarderesti male perché sto ridendo come una pazza. 
Sai quelle risate isteriche molto sceniche, dove si butta indietro la testa e il corpo è sconquassato dalle convulsioni, sono io in questo preciso momento.
Perché dentro di me adesso c'é una lotta continua. 
La testa, la parte più razionale di me, mi dice di smetterla. 
Smetterla con tutte queste stronzate, perdona la parola.
Smetterla con tutti questi ricordi dolorosi che mi fanno solo deprimere di più.
Smetterla con te. Definitivamente. Tagliare i ponti per sempre. 
Ma il cuore. Beh, lui è di tutt'altra opinione.
E non solo lui, ma anche lo stomaco nel quale non volano le farfalle quando mi scrivi ma passano rinoceronti, leoni, elefanti e lo zoo intero. 
Mi dicono che non possono né vogliono rinunciare a qualcosa che mi fa sentire viva.
Mi dicono di non rinunciare ad una delle poche persone che mi rende felice.
Mi urlano che non devo mollare la persona che nonostante le mie innumerevoli ed enormi imperfezioni mi ha voluto bene senza che cambiassi niente di me.
E poi c'è lui. 
Il mio stupido orgoglio.
Che poi, tanto stupido non è.. 
Mi ha fatto riflettere su tante cose che la parte razionale di me approva totalmente ma quella irrazionale prova a nascondere con delle scuse che fanno acqua da tutte le parti.
Ad esempio come ti spieghi che ti fai sentire solo quando hai bisogno te? 
Come mai parliamo fino alle 3 di mattina solo quando hai bisogno tu? Come mai quando sono a pezzi io, per te è solo un: "passerà, vedrai.".
Come mai dici che ti importa di me ma alla fine se non sono io a scriverti per te non esisto? 
Come mai adesso mi sto chiedendo se tutto quello che mi hai detto è vero? Come faccio a sapere che non è stata solo una bugia? Magari mentre ti rispondevo tu ti facevi quattro risate con i tuoi amici. Non mi basta più avere fiducia. 
Perché, dannazione, perché? 
Perché nonostante tutto quello che mi fai io non ti abbandono? 
Perché nonostante tutto io credo ancora nelle tue parole?
Perché nonostante la distanza io sono ancora influenzata da te?
Perché a me importa ancora di te, stupido idiota. Ecco perché.
E me ne rendo conto solo ora anche se penso di averlo sempre saputo.
È assurdo vero? Un paradosso. 
Ma d'altronde tutto ciò è un paradosso.
Io sto uno schifo e tu sei felice.
Tu non ti fai questi problemi, io si.
Io non ho mai smesso di interessarmi a te.
Io forse non ti sono mia interessata.
Ed è in momenti come questi, mentre ho la vista sfuocata a causa delle lacrime che penso che forse non avrei mai voluto conoscerti e mi viene voglia di farti leggere tutto questo solo per farti capire ciò che sto passando.
Ma tanto non succederà mai.
Te lo dico io come andrà a finire: io continuerò a star male per te e tu te ne fregherai altamente. Ma a me va bene così.
Non ce la faccio a dire STOP a tutto questo.
Stop alle conversazioni prolungate.
Stop ai commenti maliziosi.
Stop a visualizzazioni senza risposta. 
Stop a tutto.
No. Non avrei mai il coraggio. 
Non ho la forza per farlo né quella di inviarti tutto questo.
L'unica cosa che farò adesso sarà quella di mettere una fine almeno a questa nota iniziata alle 20:19 di un Mercoledì di dicembre, mettermi a letto e pensare a tutt'altro tranne che a te ma non prima di fallire guardando Facebook sperando di trovare un tuo messaggio.
Ecco cosa farò.
Non il classico finale da favola vero? 
Dove io ti dico ti amo e poi tu ti fai trovare sotto casa mia domani. 
No, per niente. 
Dopotutto a te non è mai importato nulla di me, e me ne sono fatta una ragione.
Ma una piccola parte di me, chissà quale, continua a sperare che non sia cosi.
E si, se te lo stai chiedendo ho riciclato una frase di Twilight.
Ma ora va beh, sono le 22:55 e direi che è ora di andare a dormire, non trovi? Dopotutto, bisogna andare a scuola. 







  
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