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Autore: KleineJAlien    21/12/2013    4 recensioni
Quell'omicidio divenne la cosa più orribile e vergognosa mai successa a Chester, e dintorni.
Ormai tra le mura della scuola e in tutti il resto della città non si parlava d’altro e nonostante non vennero mai rese pubbliche le ricostruzioni della vicenda, tutti sapevano bene che gli unici colpevoli della morte di Amanda erano i due ragazzi, la loro scomparsa inoltre, un paio di settimane dopo l’accaduto, alimentò ancora di più le certezze.
Nessuno li vide più.
Secondo alcuni erano stati spediti direttamente in un carcere minorile/centro di rieducazione a Londra.
Secondo altri avevano cambiato stato per sfuggire alla giustizia, o addirittura qualcuno credeva abitassero ancora a Chester ma che rimanessero chiusi in casa.
Erano tutti ipotesi molto estreme e chiacchiere cattive ma nessuno conosceva la verità se non le loro famiglie molto riservate.
Tre anni dopo nessuno aveva dimenticato, forse solo un po’ accatastato la paura di possibili assassini a spasso, fino al loro ritorno.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=_rBJimQLFtY
Genere: Generale, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Provenire direttamente dalla palestra Avery vide un gruppo di alti ragazzi avanzare nella sua direzione.
Era impossibile non capire chi fossero.
Il loro abbigliamento, il loro modo di camminare sicuro, il gruppo di Louis camminava verso di lei ma del moro dagli occhi chiari niente, non trovo neanche la folta testa riccia dell’amico lì in mezzo.
Senza far notare che li teneva d’occhio, la ragazza rimase al suo armadietto per prendere i libri che le servivano.
Era stata trattenuta da un docente, quindi il suo leggero ritardo era scusato.
Una stupida matita cadde dal suo armadietto per terra producendo un rumore quasi impercettibile che non passò inosservato.
I ragazzi che prima infatti non l’avevano notata, si accorsero di lei e iniziarono a bisbigliare tra loro tirandosi pacche come solo la specie maschile è in grado di fare.
Avery iniziò a sudare freddo senza una motivazione certa. Di cosa aveva paura?
Louis si era raramente avvicinato a lei con la banda al seguito, solitamente stava solo o al massimo accompagnato da Harry che stava in disparte.
E poi la campanella era suonata da poco, c’era sicuramente qualcuno come loro ancora in giro o con ore buche.
Tutti i pensieri positivi che però fino a quel momento si era fatta, non servirono a niente.
Il gruppo arrivò a lei facendole cadere i libri.
Erano almeno cinque, tutti più piccoli di Louis e non sapeva assolutamente cosa fare. Era una situazione nuova.
-Cosa volete da me?- trovò il coraggio di chiedere.
-Ha chiesto cosa vogliamo- quella frase pronunciata da uno dei ragazzi provocò una risata divertita di gruppo e la fece sembrare incredibilmente stupida e senza senso.
-Louis ci ha parlato molto di te-
-Non ci permette mai di avvicinarci a te- aggiunse uno alla sua destra.
-E ora vogliamo divertirci un po’ noi-
Avery si ritrovò chiusa con le spalle al muro e i ragazzi a capannetta intorno a lei.
Loro le facevano decisamente molto più paura di Louis.
Uno di loro, il più sfacciato, un ragazzo con i capelli rossicci  poggiò la sua mano sinistra sul suo fianco e avvicinò il bacino fino a farlo aderire con il suo.
Lei sussultò, chiuse gli occhi iniziando a tremare.
Sentì l’altra mano del ragazzo accarezzarle la guancia e spostarle con disinvoltura una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Cosa hai fatto a LouLu per essergli così indigesta?-
LouLu era il nomignolo con cui lo chiamava lei un tempo e questo le fece ancora più male.
O impressione dipende dai punti di vista,
-Lasciatemi- disse flebilmente la ragazza stringendo gli occhi.
Nonostante non li vedesse sapeva di avere lo sguardo di tutti  giocatori su di se e sapeva che avevano anche sorrisi compiaciuti stampati sul viso.
-Troveremo un modo per farcelo dire- disse ancora senza staccarsi da lei, anzi.
Il rosso si avvicino ancora, ancora di più fino a far scontrare i loro nasi.
Una scarica di fastidio improvviso riscosse l’intero corpo di Avery.
Non resistette e con un gesto veloce spinse via il ragazzo.
Rimasero tutti sorpresi del suo gesto.
Una serie di versi ammiratori e risatine partirono dal gruppo riempiendo di schiamazzi il corridoio deserto.
Una porta delle aule poco più avanti si aprì e da lì si affacciò un uomo stempiato con camicia abbottonata fino alla fine con una cravatta arancione.
-Jackson e compagnia!- li richiamò –Filate in classe subito!-
Tutto il gruppo sbuffò dimenticandosi all’istante della ragazza e fece come ordinato.
Il professore non riuscì a vedere Avery poiché lei era dietro una colonna.
Quella fu forse la goccia che fece traboccare il vaso.
Quando la gang di Louis si disperse per la scuola sotto il comando del professore, rimase per alcuni minuti per terra con la schiena poggiata alla parete con un grosso groppo alla gola e gli occhi che le pizzicavano.
Non era ma arrivata a piangere per Louis, a scuola o in qualsiasi luogo pubblico e quella fu la prima volta che successe.
Se qualcuno fosse uscito dalla propria classe in quel momento, l’avrebbero sicuramente trovata in lacrime riversa a terra.
Non voleva che accadesse così raccolse la sua sacca e camminò a passo veloce verso l’uscita.
Una volta fuori non riuscì a trattenere un singhiozzo che purtroppo catturò l’attenzione di altre persone che erano lì.
Non si era accorta di loro in precedenza e quando lo fece ormai era troppo tardi.
Liam bisbigliò qualcosa a Zayn che annuì buttando lontana la sigaretta.
Avrebbe voluto resistere finché non fosse stata abbastanza lontana per essere sicura di non incontrare nessuno ma non fece in tempo.
Subito dopo comunque prese a correre passando affianco ai due ragazzi e ancora piangendo andò nel punto più lontano della scuola, nell’angolo più remoto del parcheggio.
Ormai l’ora di storia era già iniziata da una decina di minuti, non si sarebbe mai potuta presentare nel bel mezzo della spiegazione con il suo ritardo e senza oltretutto una giustificazione valida.
Quella lezione era persa e non avrebbe comunque mai seguito il parlar frenetico della professoressa.
Arrivata nel suo angolino, si lasciò andare sul bordo dell’aiuola mal ridotta e poco curata, lasciando cadere la sua borsa al suo fianco incurante del suolo bagnato dall’umidità mattutina e nascondendo il viso tra le braccia conserte sulle ginocchia.
Quel posto era dimenticato da tutti. Era l’angolo dove parcheggiavano i professori che arrivavano sempre in ritardo. Nessuno sarebbe andato mai fino a lì a quell’ora.
Quella situazione era diventata insopportabile.
Aveva bisogno della sicurezza che un tempo aveva.
Ogni giorno usciva di casa per andare a scuola sapendo che avrebbe potuto incontrare Louis.
Per colpa sua aveva paura, per colpa sua iniziava a temere la sua stessa ombra tra le mura di quell’edificio.
Non si riconosceva più.
-Ehi tutto bene?- chiese improvvisamente una voce a pochi passi da lei mentre in contemporanea poteva sentire un tocco sulla spalla.
Avery alzò la testa di scatto per vedere chi fosse la persona che poteva trovarsi proprio in quel momento in giro e non poté evitare un sussultò quando incontrò il suo viso.
Non si trovava lì per caso, l’aveva sicuramente seguita.
Liam capì di esser stato troppo diretto e fece un passo indietro per darle il suo spazio.
-Stai bene?- chiese ancora.
La ragazza cercò di asciugarsi velocemente gli occhi tenendo il viso basso per non incontrare gli occhi del ragazzo, e non rispose comunque.
-Non mi risponderai vero?-
Avery scosse impercettibilmente la testa.
Un’altra persona probabilmente avrebbe ceduto dopo un po’ ad un tono così amichevole e dolce, ma lei non lo fece, soprattutto se la persona in questione era Liam Payne.
Lui allo stesso modo sapeva che non si sarebbe mai aperta con lui.
Prima di tutto era uno sconosciuto e poi era Liam Payne.
La sua fama non era delle migliori, anche lui avrebbe reagito così.
Dopo un’ultima occhiata se ne andò lasciandola nel suo angolino da sola.
L’avevano vista piangere, in un momento di fragilità, debole, aveva ancora più timore.
 
A passo lento, con le auricolari a volume alto, raggiunse la scuola in tempo.
Sugli scalini dell’ingresso principale Liam e Zayn erano già là ad attenderla.
Appena il primo la vide tirò subito una gomitata al secondo, lui la guardò e scosse le spalle, non contento l’altro gli prese la sigaretta dalle labbra e ignorando tutti i suoi insulti, la gettò per terra e la spense con un movimento veloce della scarpa contro il terreno.
Avery li raggiunse in pochi secondi, sorrise frettolosamente e lì superò diretta verso l’aula.
Non si girò neanche una volta per controllare se la stessero seguendo, era certa che i due fossero dietro di lei, sentiva i loro passi.
Accese le luci e tutti gli interruttori collegati ai macchinari che li servivano. Prese posto nella prima fila di postazioni e dalla borsa tolse fuori una fila di fogli stampati che divise e fece scivolare fino ai due ragazzi accomodatisi di fronte a lei.
Fece tutti gesti meccanici che aveva già pensato e ripensato prima di arrivare in modo che avesse il meno a che fare possibile con loro.
Pensò che l’indifferenza o l’ignorarli sarebbe stato il modo migliore per non farli entrare più di tanto in confidenza.
Proprio per quel motivo appena rientrata a casa la sera prima lavorò a quelle schede così che le venissero fatte meno domande possibili e avrebbe interagito meno con i due ragazzi, ma così non fu.
Mentre Avery si occupava di preparare tutto il materiale per l’esperimento che avrebbero dovuto fare, Liam e Zayn leggevano i fogli aggrottando le sopraciglia di tanto in tanto.
-Se non capite certi termini nell’ultima pagina ci sono le definizioni e alcune spiegazioni-
-E se non capissimo nemmeno quelle?-
-Cosa non hai capito?- chiese leggermente scocciata convinta di aver fatto un buon lavoro.
-Niente era per sapere- alzò le spalle il moro.
La ragazza si bloccò con due becker in mano guardandolo torvo.
Le opzioni erano due. O si divertiva ad infastidirla, o era davvero stupido.
Nessuno parlò a meno che non fosse strettamente necessario e Zayn non intervenne nuovamente.
Avery compiva ogni gesto lentamente e con precisione per far capire bene ai due ragazzi tutti i passaggi.
-Grazie per aver accettato di darci una mano- disse Liam alla fine del terzo esperimento alzandosi la mascherina sulla fronte, provando ad essere cordiale.
In risposta però ricevette solamente un cenno del capo.
-Dai si capisce lontano un miglio che non voleva farlo-
Avery esattamente come qualche decina prima rimase immobile ma con la differenza che alzò di scatto la testa stupita di quello che il moro aveva appena detto.
Aveva ragione ma che doveva rispondere?
Biascicò un prego giusto per non metterseli contro e continuò con il suo lavoro.
Il tempo passò lentamente tanto che appena il bidello entrò nell’aula avvisando che doveva chiudere, la ragazza mise apposto le ultime cose e schizzò fuori trattenendosi tre secondi solamente per ‘salutare’
-È stato un piacere- grande balla –Ci vediamo a scuola- speriamo di no.
-Grazie- rispose Liam.
-Non sprizzare così tan..-
Era già fuori.
 
 
 
Spazio autrice:
Non rileggo il capitolo da un sacco di settimane perciò sinceramente non so se ci sono errori madornali, scusatemi nel caso.
Qua abbiamo un contatto ancora più profondo con i personaggi maschili di questa FF, in particolar modo Liam.
Spero il capitolo vi sia piaciuto e spero mi facciate sapere.
Ultima cosa importante, il prossimo capitolo lo posterò martedì così da essere tutti più tranquilli.
Buone vacanze a tutti!
   
 
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