“Io non sono quel tipo di medico”.1
Tony intrecciò le caviglie, premette le spalle contro il lettino e alzò il capo guardando il soffitto, mosse le mani in aria sopra il petto stringendo le labbra.
“Per non parlare di quella volta. 1998, avevo ventitré anni e una carta di credito in meno; visto che a Pepper serviva per gestire tutte quelle cose che tutt'ora ignoro. Ero insieme a Rhodey al centro di addestramento per testare i nuovi caricatori automatici quando ...”.
Spalancò gli occhi, scattò seduto e si voltò.
“Ah!” urlò.
Bruce sobbalzò aprendo gli occhi, si tirò su gli occhiali rizzando la schiena e chiuse le gambe allargate poggiando le mani sui braccioli della poltrona.
“Sono sveglio!”.
Tony sogghignò, sporse le gambe oltre il bordo del lettino e poggiò la punta dei piedi in terra sporgendosi in avanti, inarcò un sopracciglio aggrottando la fronte e scosse il capo. Si alzò, fece tre passi di lato e si piegò in avanti.
“Dimenticavo. Legolas è già qui?”.
Bruce aggrottò le sopracciglia, si passò due dita sulla fronte corrucciata massaggiandola e sospirò piegando il capo. Alzò lo sguardo verso sinistra, strinse le labbra scuotendo la testa.
“È piombato letteralmente dal cielo insieme a Natasha quasi due settimane fa. Questo posto ha rischiato una brutta fine”.
Tony si voltò, mosse le dita in aria ruotando in tondo il polso e piegò il capo verso il basso con le iridi dilatate e le sopracciglia aggrottate.
“Ricordi cosa ti avevo detto sui rischi di brutte fini? Sono sicuro che avevamo fatto un discorso lungo almeno trentacinque secondi su cosa fare in caso di demolizione prematura del luogo”.
Bruce sospirò, alzò il capo voltando la schiena verso sinistra; affondando con il braccio e il fianco contro il bracciolo in pelle della poltrona.
“Non posso chiederti di ristrutturare un intero stabilimento ogni volta che il mio battito cardiaco supera le duecento pulsazioni al minuto2”.
Tony sorrise, allargò le braccia e le abbassò scuotendo il capo; arricciò il sopracciglio sogghignando.
“Non devi chiederlo per forza così”.
Alzò le spalle scrollandole, fece l'occhiolino.
“Puoi telefonarmi e dirmi che le pareti giallo pallido ti avevano stancato. O anche che Hulk è andato a farsi una passeggiata e i tre edifici nell'arco di cinquanta chilometri gli sembravano antiquati. Puoi perfino dirmi che c'è stato un terremoto che ha coinvolto solo questo spicchio di città. Per me è uguale”.
Bruce strinse le labbra, si sfilò gli occhiali poggiandoli sui pantaloni e chiuse gli occhi massaggiandosi le palpebre con due dita. Mise nuovamente gli occhiali, si rizzò e sorrise lievemente.
“È nel quinto piano sotterraneo. L'ho visto uscire da lì solo due volte, entrambe perché Natasha era venuta a vedere se fosse ancora vivo”.
Tony gli si avvicinò, gli porse la mano e si piegò in avanti.
“Grazie” disse.
Bruce batté le palpebre, allungò la mano stringendo il polso dell'uomo sentendo sotto le dita il bracciale dell'armatura. Aprì la bocca inarcando un sopracciglio, Tony strinse le labbra ritirando la mano e afferrò la giacca dallo schienale del lettino, la infilò coprendosi i bracciali e tolse gli occhiali da sole dal taschino.
“Sei un ottimo ascoltatore, Banner. Sul serio” disse.
Bruce avvampò, si morse il labbro abbassando il capo.
“Non potrò mai essere quel tipo di medico” borbottò.
Tony rise, si mise gli occhiali tra i capelli castano scuro e gli si avvicinò. Gli diede una pacca sulla spalla, fece l'occhiolino e si abbassò gli occhiali da sole.
“Alla prossima, doc”.
Si voltò, camminò fino alla porta e Bruce alzò il capo osservandolo aprirla. Sospirò, si massaggiò il petto guardando il lettino.
< Bisogna analizzare se stessi, per riuscire a farlo con gli altri > pensò.
Si alzò, passò le mani sulla camicia lisciandola e si sistemò la giacca sulle spalle. Batté le palpebre, tirò su gli occhiali schiacciandoli contro il volto e fece il giro della sedia.
< E l'unica persona capace di accettare l'Altro non sono propriamente io >.
1 Citazione di Bruce Banner, detta nella scena dopo i titoli di coda di Iron Man 3.
2 Non so con precisione a quanto debbano arrivare le pulsazioni perché avvenga la trasformazione, ma dai vaghi, non recenti e per nulla affidabili ricordi che ho del film era oltre le cento di sicuro.