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Autore: Bei e Feng    22/12/2013    3 recensioni
"[...]
- Tsu-kun! [...] Cosa ne dici di festeggiare il Natale con un bel viaggetto? -
- Viaggetto? -
[...]
Tsuna credeva, con immenso stupore, che quella vacanza sarebbe stata la prima tranquilla lontano dalle scocciature della vita mafiosa.
Sorridendo, il ragazzo chiuse gli occhi e si abbandonò ad un sonno sereno.
[...]"
Ecco, come richiesto, un breve seguito natalizio di 'Sole, mare, mafia', di facile lettura anche per chi non ha letto l'altra.
Speriamo di non annoiarvi! ^^
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vacanze Mafiose'
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Salve a tutti!
Ecco il secondo capitolo di questa storia! -Anche se con un po'di ritardo... ^^' Scusateci!
Continuano le disavventure natalizie del povero Decimo e dei suoi affiliati.
Buon divertimento!



- Perché Tsuna ha i capelli bianchi? E' morto? -
- Non dirlo neanche per scherzo, stupida mucca! Il Decimo è vivo e vegeto, e ha i capelli bianchi perché tu sei stato un incosciente a sbattere contro la scala! Lo hai fatto terrorizzare! -
- Tsuna-kun, come stai? -
- Potremo formare un duo ESTREMO, Sawada! Ora abbiamo anche i capelli in tinta! Sasawada sarà un nome perfetto! -
- C'è solo lo 0,001% di possibilità che i capelli di Tsuna-nii ritornino... platino. -
- Ma i capelli del Boss sono castani! -
- Calmatevi! Non sono bianchi: sono solo completamente coperti dalla neve! Però è davvero divertente! -
- Facciamo un pupazzo di neve? -
- Magari un'altra volta, I-Pin. -
- Ehi! Si sta rialzando! Mio Tsuna, come va? -
Lentamente e con aria d'oltretomba, il Decimo si mise a sedere barcollando. Intorno a lui, almeno una quarantina di Ryohei, ventimila Gokudera, altrettante Haru e Kyoko, e un paio di Yamamoto, Fuuta e Chrome dai contorni sfuocati oscillavano in direzioni casuali.
- Decimo! Tutto bene? -
- Ah... be'... ecco... - balbettò il ragazzo, che ancora si vedeva precipitare giù dalle nuvole.
- E' TORNATA LA MAMMA!!! - esclamò I-Pin, allegra.
- SI MANGIAAA!!! - strillò Lambo. - Arriverò prima io, Testa a Salsiccia! -
E corsero verso la baita prendendosi a spintoni.
- Coraggio, Tsuna, andiamo a mangiare! - disse Yamamoto, allegro, caricandosi Sawada, ancora mezzo rintronato, sulle spalle. Poi si avviò, fischiettando, verso casa, seguito da tutti gli altri.
Inutile dire che i guai, per il povero Tsuna, non sarebbero finiti lì.
E, infatti...
- Ehilà! Abbiamo ospiti! - esclamò Takeshi, allegro, rivolgendosi poi al Decimo così come si sarebbe potuto rivolgere ad un pupo di quattro anni. - Tsuna, guarda chi c'è! -
Lentamente, Sawada, ancora scosso dalla caduta e ancora sulle spalle dell'amico, alzò il capo e si voltò verso l'ingresso.
- EEEHHH??? - strillò, sbiancando alla vista di sei infiltrati che sedevano al tavolo da pranzo. Sei infiltrati e una poltrona, per l'esattezza.
- Feccia, - disse la voce bassa e autoritaria di Xanxus, il cui sguardo, in quel momento, abbandonò la tavola apparecchiata per posarsi sugli occhi sbarrati del ragazzo, facendogli gelare il sangue nelle vene. - Dov'è il pranzo? -
- E' vero, dov'è il pranzo per il Boss? - chiese Levi, minaccioso, rivolto a Tsuna.
- Ehi, razza di idioti! Avete forse preso il Decimo per la cuoca??? - ringhiò Gokudera, facendo un passo in avanti con tono di sfida, riprendendosi quasi subito. - Senza offesa per la signora Sawada, per carità! -
- Ma chi è stato a farli venire?... - mormorò Tsuna, stravolto, riuscendo finalmente ad accovacciarsi a terra con l'aria di un pazzo, come se sperasse di scomparire nel pavimento.
In quel momento sua madre entrò fischiettando allegramente e portando una grossa pentola fumante.
- Sei felice che abbiamo portato a casa i tuoi amici, Tsu? - chiese, soddisfatta.
- Ma perché??? - gemetté il ragazzo, sull'orlo di una crisi isterica, prima che qualcosa gli saltasse in testa.
- Lasciami raccontare com'è andata, Imbrana-tsuna... -

Due ore prima, a circa un miglio di distanza, alla cassa del supermercato del paesello più vicino alla baita...
- Idiota! - Squalo si voltò a dare un ceffone a Levi, in completa adorazione del Boss che gli stava accanto. - Non sei andato a ritirare dei soldi dal bancomat come ti avevo detto di fare, vero? -
- Ehi, non dare la colpa a me, scemo! - si difese l'altro, evitando la mano dello spadaccino. - Parlane con Mammon: ci ho mandato lei. -
Squalo si voltò verso la bambina che, dietro Levi e Xanxus, seduta sulla spalla destra di Belphegor, guardava la finestra della parete opposta con aria evasiva.
- Mammon. - disse lo spadaccino, con tono minaccioso.
- E va bene! - sbottò l'Arcobaleno, irritata. - Non sono andata a fare il bancomat perché pensavo che i soldi ci sarebbero bastati, ma ho fatto male i conti... -
- Come puoi credere che tre yen possano bastare per fare la spesa??? - sbraitò Superbi.
- Non è colpa mia se siete così esigenti nel fare compere! - rispose Mammon, imprecando.
- Oh, che peccato! - esclamò ironico Bel, disteso nel carrello della spesa che i Varia avevano preso, continuando a rimirarsi nello specchio da viaggio che teneva in mano, per quanto la fratina gli permettesse di farlo. - Ma non ci vedo nulla di strano, dato che il genio sono io. - Fece una breve pausa. - Ora sbrigati a pagare, capitano: il principe comincia a sentire dolore alle gambe e ha voglia di camminare. -
- Bene, genio, visto che ti ritieni tanto capace, pensaci tu a pagare! - disse Squalo, borbottando.
- Cosa? - Bel abbassò lo specchio, guardando il capitano. - Abbiamo finito i soldi? -
- Il tuo acume non sbaglia mai! - rispose Superbi, ironico.
- Mammon, ti ammazzo! - mormorò il principe, furioso, tentando di strangolare l'illusionista.
- Bambini, calmi: la mamma ha giusto la quantità di soldi precisa per pagare le vostre spesucce. Ecco qua, signorina! - sorrise Lussuria, dietro il carrello rivolgendosi prima ai suoi compagni e poi alla povera commessa, facendosi avanti e porgendole tre o quattro banconote.

- Però questa faccenda mi pare molto strana - disse Luss, uscendo con gli altri dal supermercato. - Io ho fatto il bancomat per voi, ma non capisco proprio... avevo messo i soldi del bancomat nel mio borsellino a fiori, mentre i miei erano in quello con i cuoricini, ma ora non riesco più a trovare quello con i fiori... Oddio! Me lo hanno rubato! -
- Che cosa hai intenzione di fare, allora? - chiese Squalo, borbottando. - Il paesello più vicino è valle, e un passaggio non ce lo darebbe neanche un pazzo! -
- Be'... io un'idea ce l'avrei, ma... non credo ti piacerà, Squ... - esitò il Varia.

Stesso supermercato, mezz'ora più tardi.
- Bianchi-chan, guarda - sospirò Nana, portando una busta della spesa. - Ci sono sei figuranti vestiti da Babbi Natale che cantano delle canzoni natalizie per raccogliere delle offerte per poter vivere. Oh, come vorrei portarli a casa con noi! -
A differenza di tutte le altre, pochissime, persone sane di mente che gironzolavano da quelle parti, che cercavano di passare alla larga dai sei figuranti che avevano poco di babbonatalesco, con quelle facce e quei bei linguaggi che usavano per inveire contro il freddo, Nana si commosse.
- E perché non lo fai? - chiese una vocetta acuta alle loro spalle.
- Oh, Reborn, ci hai seguiti fino a qui! Come sei caro!... - rise la donna. - Ma credi davvero che io possa? -
- Certo! -
- Tu che ne dici, Bianchi? -
La ragazza si strinse nelle spalle con un sorriso accennato.
- Tutto ciò che dice il mio dolce Reborn è un ordine. -

- Ed è perciò che li abbiamo portati a casa. - concluse Reborn, soddisfatto, mentre Bianchi gli dava l'ultima cucchiaiata di minestra. - E sono sicuro che Tsuna ha apprezzato il nostro gesto di carità. -
Tsuna lo fulminò con un'occhiataccia, portandosi il cucchiaio alla bocca.
- E sono sicuro che contribuirà anche lui offrendo il suo letto ad uno dei nostri nuovi ospiti. - aggiunse il tutor, per nulla intimorito.
Ora il Decimo, lasciato cadere il cucchiaio sul piatto, si stava strappando i capelli dalla rabbia, sotto lo sguardo divertito e compiaciuto di Xanxus, al terzo boccone della sua nona porzione di bistecca.
Si erano messi a pranzare da appena cinque minuti.
- Certo che voi sei siete proprio gente veramente sfortunata! - esclamò Haru, confusa.
- Per fortuna che c'è sempre qualcuno pronto ad aiutarvi! - sorrise Kyoko, allegra.
- Però vi siete divertiti, dite la verità! - rise Yamamoto, ricevendo, per tutta risposta, un cazzotto in piena faccia da parte di Squalo, con tutta l'approvazione di Gokudera.
- Squ-chan! Comportati bene: siamo loro ospiti! - lo rimproverò Luss, seduto accanto a Nana, che sorrideva come se non fosse successo niente.
- Ehi! Che ne dite di giocare a palle di neve? - urlò Sasagawa, lanciando il piatto verso il soffitto in preda ad un entusiamo eccessivo che colse di sorpresa il povero Tsuna, alla sua destra.
- Non vi preoccupate, pulisco io. - sorrise Nana, alzandosi per andare a prendere scopa e paletta e raccogliere i cocci del povero, innocente piatto.
- Il principe non ha voglia di giocare a palle di neve. -
- Giochiamo a tombola! - propose Fuuta.
- E' un'ottima idea, tesoro...! - esclamò Lussuria, entusiasta.
- Frena, scemo: siamo al verde! - Mammon arrestò il suo entusiasmo senza preoccuparsi troppo.
- Potremo puntare le caramelle al posto dei soldi! - urlò Lambo, allegro.
- Vedi, Ma-chan, abbiamo trovato un compromesso. - sorrise Mamma Luss, soddisfatto.
- Se prendo quel bastardo che ci ha rubato i soldi...! - sotto il cappuccio che le copriva il volto, l'Arcobaleno drigrignò i denti, furiosa.

Mammon non dovette aspettare molto per ottenere quel tanto agognato regalo di Natale. Dovette attendere giusto una decina di ore, fino alle due e mezza di notte, più o meno, quando tutti gli abitanti della baita stavano dormendo profondamente. Tutti tranne uno.
Lambo, infatti, vagava ramingo per tutta la baita in cerca della cucina, che non ricordava dove fosse. Dopo aver vagato per almeno venti minuti, il bambino raggiunse finalmente la sua meta e il suo obiettivo: il frigorifero.
Con l'aria furtiva che si addice ad un trafugatore di vettovaglie del suo calibro, si avvicinò al frigo, aprì lo sportello e si lanciò all'arrembaggio.
Aveva appena estinto un quarto delle scorte, quando dei passi attirarono la sua attenzione. Sembravano venire da sopra. Non dal piano superiore, dove si trovava la maggior parte delle camere, ma da ancora più sopra: dal tetto.
I passi, che sembravano appartenere a più persone (o ad un'unica persona particolarmente scoordinata), si stavano spostando da sopra la sua testa, verso il piccolo salottino adiacente.
Incuriosito, il bambino, abbandonato un semifreddo a metà, li seguì, fermandosi al centro della stanza, in attesa.
"Ma chi può essere? Un ladro?" Lambo gelò. "Se è così, il Piccolo Lambo deve avvertire la mamma!..."
Improvvisamente il bambino udì delle imprecazioni sommesse, e poi dei tonfi lungo la canna del camino, che precedettero un botto più forte e una nube di cenere.
Lambo stava per darsela a gambe, ma in quel momento, paradossalmente, la riflessione ebbe il sopravvento sulla sua bambinaggine.
"Un attimo: Natale + Notte + Passi sul tetto + Camino = ..." pensò.
Una figura si alzò dal camino, tossendo per la polvere e barcollando. Pur senza riuscire ad identificarla, a causa della scarsa luce che veniva dalla finestra, Lambo seppe con certezza di non aver sbagliato.
- Babbo Natale! - esclamò, felice, saltando in braccio al nuovo venuto. - Sei venuto solo per il Grande Lambo che è sempre nella lista dei buoni! - fece una brevissima pausa, più per riprendere il fiato che non per dare la possibilità al poveretto di ribattere. - Mi hai portato quello che ti ho chiesto, vero? vero? -
- Certo, marmocchio... - lo sconosciuto ghignò, mostrando dei canini affilati che scintillarono alla luce della luna.
- AAAHHH!!! - strillò Lambo, alla vista di quei denti, saltando giù dalle braccia del 'Babbo Natale', per andarsi a rifugiare al piano di sopra, nel letto del povero Gokudera, che, colto di sorpresa, afferrò la dinamite (spenta) e la scagliò, senza alcuna volontà di farlo, contro la testa di Ryohei, che dormiva di fronte a lui e che si svegliò di soprassalto, guardandosi attorno.
- Che cosa è successo? - chiese, perplesso, l'Estremo.
- C'E' UN VAMPIRO DI SOTTO! - strillò un dosso tremante sotto le coperte azzurre di Hayato.
- Ma che scemenza! I vampiri non esistono! - esclamò Gokudera, passandosi una mano sul volto. Se c'era una cosa che non poteva augurare a nessuno, nemmeno al suo peggior nemico, era di venire svegliato di soprassalto, nel cuore della notte, proprio dalla Stupida Mucca.
- Un vampiro???... - incredulo, Ryohei pendeva dalle labbra del marmocchio.
- Bisogna munirsi immediatamente di aglio! - esclamò Yamamoto, un poco preoccupato ma sempre, ovviamente, entusiasta.
- E di paletti di frassino! - aggiunse Sasagawa, rivolgendosi poi a Lambo. - Portaci dove hai visto il mostro! -
Per la deficientaggine che lo circondava, il povero Gokudera stava per strapparsi i capelli dalla disperazione, quando la luce si accese, e Tsuna, Nana, Fuuta, Bianchi, Kyoko, Haru e Chrome si riversarono nella stanza, già piccola di suo, chiedendo ai presenti cosa fosse accaduto.
- E' entrato un vampiro! Voleva mangiare il Piccolo Lambo! - rispose, tremando, Lambo.
- Stupidaggini! - brontolò Hayato, incrociando le braccia. - La stupida mucca deve solamente aver fatto un brutto sogno. -
- Non è vero! - protestò il bambino.
- VOOOI!!! FATE SILENZIO, VOGLIAMO DORMIRE!!! - Squalo, seguito da Mammon e da Lussuria, fece la sua entrata ad effetto, mettendo tutti sull'attenti.
- Che cosa è successo, tesorucci? - chiese Luss, vestaglia rosa shocking addosso, maschera di bellezza in faccia e bigodini in testa. - Perché Lambo-chan piange? -
Non appena Lambo lo vide, sbiancò.
- AAAHHH!!! MEDUSAAA!!! - strillò, ricacciandosi sotto le coperte di Gokudera, che lo spinse per terra con un sonoro calcio.
- Gokudera! Sei un incivile! - lo rimproverò ovviamente Haru. - Il povero Lambo non è abituato a dormire fuori di casa, ed è per questo che viene a cercare la tua compagnia! Non vedi com'è spaesato? -
Hayato le rispose con uno sguardo scettico, che Haru ignorò, o che forse proprio non riuscì a captare. Poi lei, Kyoko e Chrome ritornarono in camera portando con loro il bambino. Anche Nana, Lussuria, Bianchi e Fuuta uscirono dalla stanza per tornare a dormire.
Non appena rimasero solo in sei, Ryohei si rivolse a Yamamoto con aria seria ma con un guizzo nello sguardo:
- Takeshi, andiamo a prendere l'occorrente e a cacciare questo vampiro all'ESTREMOOO!!! -
- Hai ragione, Sasagawa-sempai: non dobbiamo perdere un minuto di più! - assentì Yamamoto. - Vieni con noi, Gokudera? -
- Tsk! Non ho la minima intenzione di unirmi ai vostri stupidi infantilismi! - rispose il bombarolo, scettico.
- Mammon sostiene di aver sentito l'odore dei suoi quattrini provenire dal piano inferiore. E non sbaglia mai. - grugnì Squalo, che non voleva altro che andare a dormire. - Perciò verremo con voi. -
- Fantastico! - esultò Yamamoto. - E tu, Tsuna? -
- Io... be'... - rispose Sawada, esitante.
- Ben detto, Sawada! - una pacca sulle spalle da parte di Ryohei lo fece cadere a faccia avanti. - Ero sicuro che avresti detto di sì! -
- Non ha detto né sì né no, idiota! - sbraitò Gokudera, irritato. -  Ma se è così, verrò anch'io! -
- Ottimo! - esclamò il pugile, scattando in piedi. - Forza! Andiamo a caccia di vampiri! -

Con le stesse attitudini di un zulu che va a caccia, Ryohei, dopo aver costretto tutti ad infasciarsi accuratamente il collo con delle sciarpe per proteggersi da eventuale morso di vampiro, precedette gli altri giù per le scale, armato di un paletto di legno. Alle sue spalle, Yamamoto salterellava come se stesse facendo una piacevole scampagnata, suscitando l'irritazione di Gokudera, che Tsuna, accanto a lui, aveva prontamente disarmato di paletto per evitare che ci accoppasse l'amante del baseball. A chiudere l'animata spedizione c'era Squalo, che al paletto aveva preferito la propria spada.
Appena terminate le scale, Ryohei si rivolse con un sussurro all'illusionista, seduta sulla sua spalla destra.
- Avanti, Mamo, cerca! -
- Non trattarmi come se fossi un cane, scimunito! E non chiamarmi Mamo! - lo rimproverò lei, riuscendo, senza farsi notare, ad estrarre dalla tasca laterale della felpa del suo portatore una banconota. - L'odore viene da laggiù. - e indicò il salotto, completamente avvolto nell'oscurità.
Tsuna deglutì a vuoto.
- Takeshi, vai a prendere dell'aglio in cucina. - mormorò Sasagawa, facendo cenno a Yamamoto di andare. E il ragazzo ubbidì.
Pochi secondi dopo era già di ritorno con una notevole quantità d'aglio. Ognuno si imobottì le tasche e poi si addentrarono nel salotto.
Sagome scure si muovevano nella stanza con movimenti lenti e prudenti. Quattro, per l'esattezza. Sembravano così talmente concentrati nelle loro azioni, che non si accorsero dei nostri ammazzavampiri che erano appena entrati, e così i sei non ebbero difficoltà a circondarli. E poi...
- ALL'ATTAAACCO!!! - strillò Ryohei.
I cinque, reprimendo l'istinto di tapparsi le orecchie per difendersi da quei potentissimi ultrasuoni, si lanciarono all'attacco, scagliando contro i quattro esseri tutti gli agli che avevano addosso. E quando gli agli terminarono, nonostante i loro occhi bruciassero per chissà quale motivo, i sei difensori dell'umanità si avventarono contro i quattro vampiri, colpendoli con i paletti.
- Dannato Scemo del baseball! - urlò Gokudera, le lacrime agli occhi. - Questi non sono agli: sono cipolle! -
- Ops! - rise Takeshi, solare. - Devo essermi sbagliato! -
Furioso, Gokudera scagliò nella sua direzione una cipolla, che invece raggiunse la nuca di Ryohei.
- I VAMPIRI CI ATTACCANO CON LE NOSTRE STESSE ARMIII!!! - strillò il pugile, incitando gli altri a combattere con maggiore vigore.
La battaglia durò per almeno un quarto d'ora, quando la situazione cominciò a degenerare: qualcuno abbandonò gli scontri, qualcun altro continuava strenuamente a combattere, un altro cadeva, un altro ancora, disarmato, cercava disperatamente di difendersi a mani nude, qualcuno cercò, muovendosi alla cieca, di portare soccorso dove ce n'era bisogno. Un putiferio vero e proprio.
 Alla fine, il povero Squalo, esasperato e dopo essere rimasto a braccia conserte per un bel pezzo, si decise finalmente ad accendere la luce, illuminando una scena che aveva del demenziale.
Nel bellissimo salone, ora completamente stravolto dai tumulti della battaglia, si stavano consumando gli ultimi atti dello scontro. Gokudera, riuscito a saltare sopra il suo avversario mostruoso, lo stava picchiando senza alcuna pietà. Ryohei, l'avversario, cercava di difendersi lanciandogli cipolle e cercando di colpirlo con il paletto. Yamamoto stava bastonando allegramente il divano, nel tentativo di centrare il "vampiro dagli occhi serrati" Tsuna, rannicchiato e tremante sul bracciolo sinistro. Mukuro Rokudo stava strangolando Fran, Ken Joshima rincorreva la propria coda sotto lo sguardo scettico di Chikusa Kakimoto, seduto sulla poltrona, mentre Mammon cercava furtivamente di sfilargli da una tasca quella che credeva essere una banconota accartocciata, ma che in realtà era una semplice carta di cioccolatino.
- VOOOI??? - esclamò Superbi, alla vista dei Kokuyo.
- Eh? La gang di Kokuyo!? - Tsuna, incredulo, riaprì gli occhi.
- Dannate sanguisughe! Ladri di quattrini! Vi strangolerò con le mie stesse mani!!! - strillò Mammon, iraconda, cercando inutilmente e a suon di saltelli di raggiungere i quattro, che avevano trovato riparo dalla sua furia sul tavolo al centro della stanza.
- Ladri di quattrini? - chiese Ryohei, sorpreso. - Quindi non sono vampiri? -
- Certo che no, idiota! - esclamò Gokudera, lanciandogli l'ultima cipolla che aveva in mano.
- Allora siete stati voi a rubare i loro soldi. - disse Yamamoto.
- No, non siamo stati noi. - rispose Chikusa, serio.
- E tu sta'calmo, soldo di cacio! - ringhiò Ken, dando un calcio a Mammon.
- E' stata MM. - disse Fran, atono, massaggiandosi il collo, sul quale erano ancora impressi i segni delle mani del maestro.
- Non ci credo! - urlò l'Arcobaleno, rimettendosi rapidamente in piedi. - Tirate fuori i miei soldi! E pure i vostri! -
- Credi forse che saremmo venuti qui di soppiatto, se avessimo ancora dei soldi? Nostri o vostri che fossero? Quella donna ce li ha fregati tutti per andarsene in crociera. Ed è per questo che siamo venuti qui: per trovare qualcosa da mettere nello stomaco! - rispose Mukuro, estraendo dalla tasca interna della giacca un foglio ripiegato e porgendolo a Mammon. - Guarda qua! -
Mammon lo lesse rapidamente e con attenzione, poi lo lasciò cadere a terra, digrignando i denti e portandosi le mani sul capo. - Dannata sgualdrina! Se la prendo le faccio fare una crociera sullo Stige! -
In quel momento la porta della stanza si aprì, e Nana fece capolino, sorridente.
- Non sapevo ci fosse in corso un pigiama-party! Volete latte e biscotti? - chiese, come se non avesse neanche lontanamente visto i resti del salone.
- Magari! Io ho tanta fame! - esclamò Fran, gli occhi ingigantiti nel sentire quelle due parole, 'latte' e 'biscotti'.
- Oh, che carino! Vado subito in cucina! - rispose la donna, uscendo fischiettando allegramente.

- Quindi voi siete amici di Tsu? - chiese Nana, allegra, il mento appoggiato sulle mani, seduta di fronte ai ragazzi di Kokuyo, che stavano divorando latte e biscotti, seduti al tavolo della cucina.
- Di chi? - chiese Ken, gli occhi sbarrati e la bocca stracolma di biscotti.
- Sta parlando del Vongola. - lo spintolò Chikusa, rimproverandolo a bassa voce.
- Certo. - sorrise Mukuro, in risposta a Nana, finendo il suo latte.
- Oh... E che media avete a scuola? -
I Kokuyo si guardarono a vicenda, come per chiedersi cosa rispondere.
- Ho capito: tu sei il genio del gruppo, vero? - rise Nana, indicando Ken.
- Eh? - esclamò Joshima, mentre Chikusa scuoteva il capo e Mukuro ridacchiava.
Un improvviso sparo proveniente dal piano superiore attirò la loro attenzione.
- Io ho sonno: voglio dormire!!! - urlò Xanxus, con voce autoritaria.
- Oh, santo cielo! Come funziona male quell'orologio a cucù! - sorrise Nana. - Sarà meglio tornare a letto. Non vi preoccupate: preparerò dei letti per voi in un batter d'occhio! - e tornò al piano di sopra.
- Va bene, ora torniamo a dormire! Ne ho abbastanza di queste avventure notturne! - borbottò Gokudera, salendo al piano superiore, seguito dagli altri.
  
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