Dato che sto passando notti insonni, ho deciso di scrivere questa cosa
che avevo in mente da… Beh, dalla notte in cui ho visto Frozen, quindi da
venerdì XD
Volevo scrivere una Jack/Elsa, ma temo di non esserci riuscita alla
perfezione. C’è di certo che la storia si conclude esattamente come avevo
pensato all’inizio, e ne sono parecchio soddisfatta! :D
A dopo per altre note u.u
Lo spirito della neve
Non si era mai vista così tanta
neve.
Faceva freddo, ma non il freddo
che ti penetra nelle ossa e che ti chiude in casa, bensì il freddo dei pupazzi
di neve, delle risate, dei giochi e dell’attesa di rientrare per scaldarsi le
mani davanti al camino.
Il freddo di chi abita vicino a
un lago e lo vede ghiacciato come solo nei giorni di pieno inverno, e si
diverte a pattinare.
La bambina sorride felice e Jack
pensa che non ci sia niente di male ad accontentarla, nonostante la neve
estiva.
E poi si trovano lì, su un lago
che si spezza piano. Lui si è tolto i pattini e si tende verso la sorella,
indeciso.
Non vuole che le succeda nulla di
male.
L’ha promesso.
Non riuscirebbe a perdonarsi, se
le succedesse qualcosa, ma lei è terrorizzata ed immobile.
L’unico modo che conosce per
distrarla è il gioco. Han sempre fatto così, sin da quando è nata: giocare
insieme, divertirsi godendo appieno dell’infanzia, consci che crescendo quel
tempo non sarebbe più tornato. Non può trasformare il ghiaccio in un incubo.
Non può non salvare sua sorella,
che ama più di ogni altra cosa al mondo.
E allora gioca.
Un passo, poi un altro. Il bastone,
e lei che si muove, che crepa di più il ghiaccio.
E l’istinto, non proprio una
scelta, che lo fa scattare, la fa togliere dal pericolo prima che sia troppo
tardi.
Mentre muore, resta ipnotizzato
dalla luna, e pensa che vorrebbe solo far divertire ancora la sua adorata
sorellina, senza trasformare il ghiaccio in un incubo.
***
Elsa guarda preoccupata la
tormenta di neve che dura da più di due giorni.
“Regina, sta cadendo troppa neve.
Non può fare qualcosa per…?”
Lo sa.
Lo sa, sa che, appena smetterà di
nevicare, gli abitanti della sua città riusciranno ad uscire solo dalle
finestre. E questo non è un bene… Come possono gli adulti lavorare, quando la
neve sarebbe adatta solo per giochi di bambino?
Ma lei ci ha già provato. Ha
provato a concentrare il suo potere e a far sparire la neve, a far fermare la
tempesta… Ma nulla. Eppure non ha perso la sua capacità: se si concentra, un
rivolo di brina le risale dalla mano, esplodendo in piccoli fiocchi ghiacciati.
Solo, sembra non riuscire ad
intaccare neanche minimamente questa strana neve.
È perché si tratta di un fenomeno
naturale? Ma no, già da piccola si era esercitata a far sparire piccoli cumuli
di neve naturale, quando ancora giocava con Anna e nessun peso le gravava sul
cuore.
Ora non riesce.
Non riesce, e la paura la sta
scavando dentro, lentamente, rendendola di nuovo timorosa.
Instabile.
***
“Elsa, che ti succede?”
Anna, che era spaparanzata
davanti al camino insieme ad Olaf, si alza preoccupata alla vista dei guanti.
“Stammi lontana, Anna.”
“Perché? Che succede ancora?
Credevo che ora riuscissi a controllare i tuoi poteri senza più dovertene
preoccupare!”
“Lo credevo anch’io.”
“… E invece?”
“Invece non riesco a far sparire
la neve, Anna!”
“Elsa…”
“No! Non ti avvicinare a me!”
“Elsa!”
La regina corre via, nelle sue
stanze. Le è sembrato giusto avvertire la sorella: ora che conosce i suoi
poteri, credeva che avrebbe capito. Invece, lei è al solito testarda e
cocciuta, e non si rende conto della gravità della situazione.
La tempesta si è placata e, proprio
come aveva predetto, solo i bambini sono riusciti a scappare dalle finestre,
per giocare scendendo dai cumuli più alti con la slitta e lanciandosi palle di
neve.
E lei, la regina con il potere
del ghiaccio, è inutile.
***
Jack ha osservato la regina
correre via, dalla finestra del salotto. L’ha vista anche in altre occasioni,
mentre la neve cadeva, ed è rimasto affascinato da un particolare: come lui,
anche lei è in grado di produrre ghiaccio.
Perché ferma il suo potere,
quindi?
Perché non aumenta il
divertimento dei bambini?
Che cosa teme, esattamente?
La gente sa cos’è in grado di
fare.
Perché, allora, si nasconde?
***
“Olaf, non capisci, è terribile!”
“Che cosa? Che Elsa voglia
dormire un po’?”
“No! Se mia sorella continua di
nuovo a dubitare del suo potere, potrebbe perderne il controllo come l’altra
volta! Non so perché non riesca a far sparire la neve, ma ci dev’essere
senz’altro una spiegazione… Se però Elsa si fa prendere dal panico, è la fine!”
***
Jack ha capito qual è il
problema, più o meno.
L’ultima volta che la regina ha
dubitato del suo potere, ha congelato quasi tutto il suo regno.
Bene, è qualcosa a cui deve porre
rimedio, e non vede altro modo se non quello di rivelarsi, in qualche modo. Ma
come?
Nessuno lo vede, perché nessuno
crede in lui.
E come potrebbero?
Chi conosce, in fondo, Jack
Frost?
Nemmeno lui si conosce, nemmeno
lui ha ricordi.
Sa solo che deve agire.
Lui voleva solo far divertire i
bambini, non condannarli ad un inverno eterno.
***
Elsa è nella sua stanza, seduta
sul davanzale della finestra, che osserva la neve ricoprire il suo paese.
Le mani sono ben protette dai
guanti e lei cerca di nascondere il tremito, preoccupata. Non tenta neanche più
di far sparire la neve: ha come l’impressione che, se ci provasse, non
riuscirebbe più a tenere a freno il suo potere.
Ha paura.
Sa che è sbagliato, ma non può
farci niente.
All’improvviso, la finestra si
spalanca e una tormenta irrompe, cogliendola di sorpresa. Non c’era niente del
genere nel cielo, fino a pochi secondi prima.
Mentre viene risucchiata
dall’esterno e cade nel vuoto, Elsa pensa solo a stringersi le mani e a
trattenere il terrore.
***
L’impatto con il terreno non è
ancora avvenuto e, nonostante l’altezza notevole da cui è caduta, non sentendo
alcun dolore, Elsa si azzarda ad aprire un occhio.
È sospesa nel nulla e lancia un
urlo, cercando un appiglio qualsiasi.
Lo trova, ma non è come si
aspetta.
Alla sua destra sente qualcosa,
ma non vede nulla. Riconosce alla cieca quello che dev’essere un viso, poi, con
un’occhiata terrorizzata al nulla sotto di sé, gli butta le braccia al collo.
“Chi sei?!” chiede, urlando.
Nessuno gli risponde.
“Chi sei?!”
***
Jack ha provato a parlare, ma,
anche se lo sapeva già, fa male sapere che nessuno lo può sentire, oltre che vedere.
Osserva la ragazza che gli si è
aggrappata contro nonostante tutto, e sorride.
Deve trovare il modo di
comunicare. Loro sono simili.
Così, mentre ancora la tiene
stretta a sé, alza un po’ il bastone e
inizia a compiere la sua magia.
***
Ci vuole un istante prima che
Elsa si renda conto della neve.
Smette di gridare all’entità
invisibile e i fiocchi scompaiono.
Ritenta ancora.
“Chi sei?”
Altra neve le cade attorno, poca,
limitata al pezzo di cielo sospeso sopra di sé.
Deglutisce, un po’ più calma, mentre
la neve scompare e lei cerca di decelerare i battiti del suo cuore.
La neve è una cosa che può
comprendere. Ma cosa può voler dire?
“Chi sei?” chiede ancora.
E, ancora, la neve inizia a
cadere.
Elsa alza lo sguardo, cercando di
assorbire quante più informazioni possibili dai fiocchi. All’improvviso, uno di
questi le si posa sul naso, facendole strizzare gli occhi.
“Ho capito.” dice, sorridendo
appena, la sensazione di terrore sparita del tutto “Sei lo spirito della neve.”
“Immagino che possa essere corretto.”
risponde una voce accanto a lei, e ci manca poco che Elsa si butti nel vuoto,
da come sobbalza violentemente.
***
Ora lo vede.
Un ragazzo, forse della sua età,
la sta tenendo in braccio, sospesa a metri e metri da terra. Ha i capelli
bianchi, come erano diventati ad Anna quando lei l’aveva colpita, il colorito
pallido e grandi occhi azzurri.
Un vero e proprio spirito della
neve.
“Il mio nome è Jack Frost.” si
presenta lui, sorridendo.
Poi lei capisce, collega.
“Oh!” esclama “La neve è tua, per
questo non riesco a scioglierla!”
“Esatto. Ho sentito dire che
l’ultima volta che hai temuto i tuoi poteri non è stato molto piacevole,
quindi…”
“… Quindi hai pensato di
avvertirmi.”
Il sollievo, un enorme e dolce
sollievo la pervade.
Dunque non deve temere! Dunque,
se non riesce a far sparire la neve, è perché viene da qualcuno che ha poteri
più grandi dei suoi, o comunque intoccabili.
Jack la riporta alla finestra
della sua camera, depositandola con dolcezza sul davanzale.
“Sono contento di aver conosciuto
qualcuno come me.” le dice, sorridendo.
Sta per andarsene, ma lei lo
trattiene per le vesti.
“Senti, ma perché hai mandato
tutta questa neve?”
Lui la guarda un po’ stupito.
“Non è ovvio?” chiede, e, dopo
aver visto il suo cenno di dinego, esclama “Per far divertire i bambini!”
Elsa lascia la presa su di lui,
stupita.
E, dopotutto, non è quello che
faceva da piccola? Giocare con sua sorella, nonostante tutto, nonostante la
sveglia in piena notte e nonostante il pericolo?
Solo per vederla sorridere.
Solo per farla divertire.
Scoppia a ridere, rincuorata.
“Hai ragione!”
E Jack Frost le sorride ancora
una volta, prima di allontanarsi verso un nuovo, stupendo, invernale divertimento.
***
Elsa cammina fra la sua gente, di
nuovo senza guanti, di nuovo con il suo vestito di ghiaccio.
La neve si è ormai sciolta, ma il
cielo è carico di nuvole.
Iniziano a cadere i primi
fiocchi, e lei pensa a come avrebbe voluto conoscere di più quello strano
spirito della neve; pensa a come la loro temperatura corporea fosse simile quando
lui l’aveva stretta, in mezzo al cielo.
Sua sorella Anna è felice assieme
al ragazzo che ha contribuito a salvarle la vita, mentre lei non ha ancora
trovato nessuno di adatto.
Lui sarebbe potuto essere quello
che Kristoff è per Anna? Di certo avevano molti punti in comune.
Alza gli occhi al cielo, come
sperando di scorgerlo attraverso la cortina di nubi.
Lo rivedrà mai?
“Ah!” esclama un bambino,
distraendola.
Aveva aperto la bocca verso il
cielo, cercando di acchiappare la neve, ma un fiocco gli era caduto in mezzo
agli occhi… Proprio come era successo a lei.
“Stai attento.” gli dice “Perché
Jack Frost ti pizzica il naso!”
Ecco le due noticine finali:
1_ Ebbene sì, ho immaginato che la trasformazione di Jack avvenga
proprio quando Elsa impazzisce e congela tutto. Forse abita abbastanza lontano
dalla zona “calda” (lol), perché il lago ghiacciato non è stabile, però gli
effetti della paura della regina si son fatti sentire anche lì.
2_ La fine <3 ho immaginato che sia stata proprio Elsa a dare il via
a quel modo di dire carinissimo! Dopotutto, le leggende nascono pure da qualche
parte, no? E chi meglio di una “regina delle nevi”, per dare il via alla
leggenda dello “spirito della neve”, di nome Jack Frost?