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Autore: Mitsuki91    23/12/2013    7 recensioni
[Frozen- Il Regno di Ghiaccio]
[Frozen - Il regno di ghiaccio + Le cinque leggende]
Doveva essere una Jack Frost/Elsa, ma il tutto è rimasto molto soft.
***
“Stammi lontana, Anna.”
“Perché? Che succede ancora? Credevo che ora riuscissi a controllare i tuoi poteri senza più dovertene preoccupare!”
“Lo credevo anch’io.”
“… E invece?”
“Invece non riesco a far sparire la neve, Anna!”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'FrostQueen'
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Dato che sto passando notti insonni, ho deciso di scrivere questa cosa che avevo in mente da… Beh, dalla notte in cui ho visto Frozen, quindi da venerdì XD
Volevo scrivere una Jack/Elsa, ma temo di non esserci riuscita alla perfezione. C’è di certo che la storia si conclude esattamente come avevo pensato all’inizio, e ne sono parecchio soddisfatta! :D
A dopo per altre note u.u


Lo spirito della neve

Non si era mai vista così tanta neve.
Faceva freddo, ma non il freddo che ti penetra nelle ossa e che ti chiude in casa, bensì il freddo dei pupazzi di neve, delle risate, dei giochi e dell’attesa di rientrare per scaldarsi le mani davanti al camino.
Il freddo di chi abita vicino a un lago e lo vede ghiacciato come solo nei giorni di pieno inverno, e si diverte a pattinare.
La bambina sorride felice e Jack pensa che non ci sia niente di male ad accontentarla, nonostante la neve estiva.
E poi si trovano lì, su un lago che si spezza piano. Lui si è tolto i pattini e si tende verso la sorella, indeciso.
Non vuole che le succeda nulla di male.
L’ha promesso.
Non riuscirebbe a perdonarsi, se le succedesse qualcosa, ma lei è terrorizzata ed immobile.
L’unico modo che conosce per distrarla è il gioco. Han sempre fatto così, sin da quando è nata: giocare insieme, divertirsi godendo appieno dell’infanzia, consci che crescendo quel tempo non sarebbe più tornato. Non può trasformare il ghiaccio in un incubo.
Non può non salvare sua sorella, che ama più di ogni altra cosa al mondo.
E allora gioca.
Un passo, poi un altro. Il bastone, e lei che si muove, che crepa di più il ghiaccio.
E l’istinto, non proprio una scelta, che lo fa scattare, la fa togliere dal pericolo prima che sia troppo tardi.
Mentre muore, resta ipnotizzato dalla luna, e pensa che vorrebbe solo far divertire ancora la sua adorata sorellina, senza trasformare il ghiaccio in un incubo.

***

Elsa guarda preoccupata la tormenta di neve che dura da più di due giorni.
“Regina, sta cadendo troppa neve. Non può fare qualcosa per…?”
Lo sa.
Lo sa, sa che, appena smetterà di nevicare, gli abitanti della sua città riusciranno ad uscire solo dalle finestre. E questo non è un bene… Come possono gli adulti lavorare, quando la neve sarebbe adatta solo per giochi di bambino?
Ma lei ci ha già provato. Ha provato a concentrare il suo potere e a far sparire la neve, a far fermare la tempesta… Ma nulla. Eppure non ha perso la sua capacità: se si concentra, un rivolo di brina le risale dalla mano, esplodendo in piccoli fiocchi ghiacciati.
Solo, sembra non riuscire ad intaccare neanche minimamente questa strana neve.
È perché si tratta di un fenomeno naturale? Ma no, già da piccola si era esercitata a far sparire piccoli cumuli di neve naturale, quando ancora giocava con Anna e nessun peso le gravava sul cuore.
Ora non riesce.
Non riesce, e la paura la sta scavando dentro, lentamente, rendendola di nuovo timorosa.
Instabile.

***

“Elsa, che ti succede?”
Anna, che era spaparanzata davanti al camino insieme ad Olaf, si alza preoccupata alla vista dei guanti.
“Stammi lontana, Anna.”
“Perché? Che succede ancora? Credevo che ora riuscissi a controllare i tuoi poteri senza più dovertene preoccupare!”
“Lo credevo anch’io.”
“… E invece?”
“Invece non riesco a far sparire la neve, Anna!”
“Elsa…”
“No! Non ti avvicinare a me!”
“Elsa!”
La regina corre via, nelle sue stanze. Le è sembrato giusto avvertire la sorella: ora che conosce i suoi poteri, credeva che avrebbe capito. Invece, lei è al solito testarda e cocciuta, e non si rende conto della gravità della situazione.
La tempesta si è placata e, proprio come aveva predetto, solo i bambini sono riusciti a scappare dalle finestre, per giocare scendendo dai cumuli più alti con la slitta e lanciandosi palle di neve.
E lei, la regina con il potere del ghiaccio, è inutile.

***

Jack ha osservato la regina correre via, dalla finestra del salotto. L’ha vista anche in altre occasioni, mentre la neve cadeva, ed è rimasto affascinato da un particolare: come lui, anche lei è in grado di produrre ghiaccio.
Perché ferma il suo potere, quindi?
Perché non aumenta il divertimento dei bambini?
Che cosa teme, esattamente?
La gente sa cos’è in grado di fare.
Perché, allora, si nasconde?

***

“Olaf, non capisci, è terribile!”
“Che cosa? Che Elsa voglia dormire un po’?”
“No! Se mia sorella continua di nuovo a dubitare del suo potere, potrebbe perderne il controllo come l’altra volta! Non so perché non riesca a far sparire la neve, ma ci dev’essere senz’altro una spiegazione… Se però Elsa si fa prendere dal panico, è la fine!”

***

Jack ha capito qual è il problema, più o meno.
L’ultima volta che la regina ha dubitato del suo potere, ha congelato quasi tutto il suo regno.
Bene, è qualcosa a cui deve porre rimedio, e non vede altro modo se non quello di rivelarsi, in qualche modo. Ma come?
Nessuno lo vede, perché nessuno crede in lui.
E come potrebbero?
Chi conosce, in fondo, Jack Frost?
Nemmeno lui si conosce, nemmeno lui ha ricordi.
Sa solo che deve agire.
Lui voleva solo far divertire i bambini, non condannarli ad un inverno eterno.

***

Elsa è nella sua stanza, seduta sul davanzale della finestra, che osserva la neve ricoprire il suo paese.
Le mani sono ben protette dai guanti e lei cerca di nascondere il tremito, preoccupata. Non tenta neanche più di far sparire la neve: ha come l’impressione che, se ci provasse, non riuscirebbe più a tenere a freno il suo potere.
Ha paura.
Sa che è sbagliato, ma non può farci niente.
All’improvviso, la finestra si spalanca e una tormenta irrompe, cogliendola di sorpresa. Non c’era niente del genere nel cielo, fino a pochi secondi prima.
Mentre viene risucchiata dall’esterno e cade nel vuoto, Elsa pensa solo a stringersi le mani e a trattenere il terrore.

***

L’impatto con il terreno non è ancora avvenuto e, nonostante l’altezza notevole da cui è caduta, non sentendo alcun dolore, Elsa si azzarda ad aprire un occhio.
È sospesa nel nulla e lancia un urlo, cercando un appiglio qualsiasi.
Lo trova, ma non è come si aspetta.
Alla sua destra sente qualcosa, ma non vede nulla. Riconosce alla cieca quello che dev’essere un viso, poi, con un’occhiata terrorizzata al nulla sotto di sé, gli butta le braccia al collo.
“Chi sei?!” chiede, urlando.
Nessuno gli risponde.
“Chi sei?!”

***

Jack ha provato a parlare, ma, anche se lo sapeva già, fa male sapere che nessuno lo può sentire, oltre che vedere.
Osserva la ragazza che gli si è aggrappata contro nonostante tutto, e sorride.
Deve trovare il modo di comunicare. Loro sono simili.
Così, mentre ancora la tiene stretta a sé, alza un  po’ il bastone e inizia a compiere la sua magia.

***

Ci vuole un istante prima che Elsa si renda conto della neve.
Smette di gridare all’entità invisibile e i fiocchi scompaiono.
Ritenta ancora.
“Chi sei?”
Altra neve le cade attorno, poca, limitata al pezzo di cielo sospeso sopra di sé.
Deglutisce, un po’ più calma, mentre la neve scompare e lei cerca di decelerare i battiti del suo cuore.
La neve è una cosa che può comprendere. Ma cosa può voler dire?
“Chi sei?” chiede ancora.
E, ancora, la neve inizia a cadere.
Elsa alza lo sguardo, cercando di assorbire quante più informazioni possibili dai fiocchi. All’improvviso, uno di questi le si posa sul naso, facendole strizzare gli occhi.
“Ho capito.” dice, sorridendo appena, la sensazione di terrore sparita del tutto “Sei lo spirito della neve.”
“Immagino che possa essere corretto.” risponde una voce accanto a lei, e ci manca poco che Elsa si butti nel vuoto, da come sobbalza violentemente.

***

Ora lo vede.
Un ragazzo, forse della sua età, la sta tenendo in braccio, sospesa a metri e metri da terra. Ha i capelli bianchi, come erano diventati ad Anna quando lei l’aveva colpita, il colorito pallido e grandi occhi azzurri.
Un vero e proprio spirito della neve.
“Il mio nome è Jack Frost.” si presenta lui, sorridendo.
Poi lei capisce, collega.
“Oh!” esclama “La neve è tua, per questo non riesco a scioglierla!”
“Esatto. Ho sentito dire che l’ultima volta che hai temuto i tuoi poteri non è stato molto piacevole, quindi…”
“… Quindi hai pensato di avvertirmi.”
Il sollievo, un enorme e dolce sollievo la pervade.
Dunque non deve temere! Dunque, se non riesce a far sparire la neve, è perché viene da qualcuno che ha poteri più grandi dei suoi, o comunque intoccabili.
Jack la riporta alla finestra della sua camera, depositandola con dolcezza sul davanzale.
“Sono contento di aver conosciuto qualcuno come me.” le dice, sorridendo.
Sta per andarsene, ma lei lo trattiene per le vesti.
“Senti, ma perché hai mandato tutta questa neve?”
Lui la guarda un po’ stupito.
“Non è ovvio?” chiede, e, dopo aver visto il suo cenno di dinego, esclama “Per far divertire i bambini!”
Elsa lascia la presa su di lui, stupita.
E, dopotutto, non è quello che faceva da piccola? Giocare con sua sorella, nonostante tutto, nonostante la sveglia in piena notte e nonostante il pericolo?
Solo per vederla sorridere.
Solo per farla divertire.
Scoppia a ridere, rincuorata.
“Hai ragione!”
E Jack Frost le sorride ancora una volta, prima di allontanarsi verso un nuovo, stupendo, invernale divertimento.

***

Elsa cammina fra la sua gente, di nuovo senza guanti, di nuovo con il suo vestito di ghiaccio.
La neve si è ormai sciolta, ma il cielo è carico di nuvole.
Iniziano a cadere i primi fiocchi, e lei pensa a come avrebbe voluto conoscere di più quello strano spirito della neve; pensa a come la loro temperatura corporea fosse simile quando lui l’aveva stretta, in mezzo al cielo.
Sua sorella Anna è felice assieme al ragazzo che ha contribuito a salvarle la vita, mentre lei non ha ancora trovato nessuno di adatto.
Lui sarebbe potuto essere quello che Kristoff è per Anna? Di certo avevano molti punti in comune.
Alza gli occhi al cielo, come sperando di scorgerlo attraverso la cortina di nubi.
Lo rivedrà mai?
“Ah!” esclama un bambino, distraendola.
Aveva aperto la bocca verso il cielo, cercando di acchiappare la neve, ma un fiocco gli era caduto in mezzo agli occhi… Proprio come era successo a lei.
“Stai attento.” gli dice “Perché Jack Frost ti pizzica il naso!”


Ecco le due noticine finali:
1_ Ebbene sì, ho immaginato che la trasformazione di Jack avvenga proprio quando Elsa impazzisce e congela tutto. Forse abita abbastanza lontano dalla zona “calda” (lol), perché il lago ghiacciato non è stabile, però gli effetti della paura della regina si son fatti sentire anche lì.
2_ La fine <3 ho immaginato che sia stata proprio Elsa a dare il via a quel modo di dire carinissimo! Dopotutto, le leggende nascono pure da qualche parte, no? E chi meglio di una “regina delle nevi”, per dare il via alla leggenda dello “spirito della neve”, di nome Jack Frost?
   
 
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