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Autore: BebaTaylor    23/12/2013    1 recensioni
«Tutto bene?» mi chiede Sara attorcigliandosi una ciocca dei capelli biondi sul dito indice della mano destra.
«Tutto bene, non preoccuparti.» rispondo anche se non è vero.
Come posso spiegare la situazione a Sara e a Maddalena? Come posso dire loro che ho mentito? No, io non ho mentito. Loro non mi hanno mai chiesto “Ehi, visto che hai vissuto a San Antonio non è che conosci Jared Padalecki?” No, loro non mi hanno chiesto mai nulla. Io ho semplicemente omesso un piccolo particolare. Sempre se conoscere un attore famosissimo sia un piccolo dettaglio. Riprendo in mano il cellulare e mi collego a internet. Trattengo un imprecazione quando, nero su bianco, mi appare la news che Jared è veramente in Italia a girare un film, Afferro una bottiglietta d’acqua dallo zaino e bevo a piccoli sorsi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Padalecki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.


Trentasei Giorni


Capitolo Ventitre
*17 Agosto*


Se oggi sono a casa e non in prigione per tentato omicidio è per puro miracolo. Ieri non siamo andati in spiaggia ma ci siamo fermate al parco acquatico, Madda ha insistito così tanto che mi dispiaceva deluderla e ho detto che andava bene.
Ovviamente Sara non era dello stesso parere e ha iniziato a lamentarsi appena abbiamo preso i biglietti d'ingresso. E, altrettanto ovviamente, ho pagato io per tutte e tre.
È stato un vero miracolo che non l'abbia affogata nella piscina o che non l'abbia spinta giù dalla piattaforma dello scivolo l'unica volta che si è degnata di seguirci.
Comunque è un nuovo giorno e, tanto per cambiare, Sara si è degnata di presentarsi solo per il pranzo, è rimasta il tempo necessario per farsi un panino poi è tornata in camera, sbattendo la porta. Si staccherà, prima o poi. Getto lo strofinaccio sul ripiano e bado in salotto. Maddalena è seduta sul divano e ha in mano una rivista di Sudoko che ha preso ieri, sta rosicchiando la matita, lo fa sempre quando è concentrata.
«Che problemi ha Sara?» mi chiede senza distogliere lo sguardo dalla rivista.
Sospiro. “Che problemi ha Sara?”
Bella domanda, vorrei saperlo anche io.
«Non lo so.» rispondo e sospiro nuovamente. Odio tutto questo. Odio non sapere cosa succede a Sara. Odio quando si comporta come un stronza mestruata. La odio perché si comporta malissimo con sua sorella. Con le sue sorelle. «Credo che sia un po' stressata.» dico dopo qualche attimo di silenzio. Un po' troppo stressata. Sbuffo e cerco di rilassarmi. In fondo manca una settimana e poi ce ne torneremo alla solita routine: alzarsi presto per andare ad aprire il bar e andare a letto tardi sempre per colpa del bar.
E all'improvviso mi colpisce il pensiero che fra poco vado via e chissà quando rivedrò Jared. Abbiamo ancora così tante cose in sospeso.
Cosa siamo?
Cosa faremo?
Cosa farò?
Sospiro e chiudo gli occhi, meglio che non ci pensi.
Non lo bacerò più. Non farò più l'amore con lui. Oddio!
E per fortuna avevo detto che non ci dovevo pensare...
Mi alzo e torno in cucina, afferro le sigarette e l'accendino ed esco in giardino. Mi accendo una sigaretta e mi lascio cadere su uno dei lettini.
Sbuffo. Odio questa situazione. Perché non siamo andate da qualche altra parte? Che so, Londra, Disneyland a Parigi, il Polo Sud... forse le cose sarebbero diverse. Forse Sara non sarebbe sulla buona strada per la schizofrenia.
“E tu non avresti rivisto Jared!”
Oh, vocina nella mia testa, puoi tacere?
Comunque ha ragione. Se non fossimo venute qui non avrei rivisto Jared. Dio, è tutto così incasinato!
«Tutto bene?»
Sorrido e mi volto verso Maddalena. Sta mangiando un pezzo di pane.
«Sono solo stanca.» le rispondo, lei sorride e si toglie una briciola da labbro inferiore.
«Uh uh.» mormora guardando dall'altra parte, verso la strada.
Sorrido ancora di più quando vedo Jared e Mark avvicinarsi, il primo con in mano una vaschetta di gelato artigianale.
Jared mi bacia una guancia, pericolosamente vicino alle labbra, e sorride.
Dio, quant'è sexy!
«Vi va un po' di gelato?» domanda Mark. Certo che mi va!
Ci alziamo e andiamo in cucina. Madda prende le ciotole e io salgo ad avvertire Sara.
«Mark e Jared sono qui.» le dico entrando in camera. È rannicchiata sul letto, «Con il gelato. Scendi subito.»
Lei grugnisce qualcosa che mi sembra un “sì, arrivo”; esco dalla stanza e vado in bagno, mi guardo allo specchio per qualche secondo e torno da Sara,lei si alza, infila le infradito e scende le scale dietro di me.
Il suo viso si illumina come un albero di Natale quando vede Mark.
«Possiamo parlare?» pigola all'orecchio di Mark.
Guardo Jared, scrollo le spalle e afferro la ciotola piena di gelato che mi porge.
«Dopo.» risponde Mark sedendosi accanto a Jared, Sara sbuffa ma per fortuna non fa scenate.
«Vi siete divertite ieri?» domanda Mark prendendo una generosa cucchiaiata di gelato alla crema.
«Sì, tantissimo!» cinguetta Maddalena.
«No.» esclama Sara.
Mark e Jared si guardano ma non dicono nulla. Io mi limito a sbuffare piano.
«Cosa avete fatto di bello?» chiede Jared a Maddalena.
Lei alza le spalle e infila il cucchiaino nel gelato. «Siamo andate sugli scivoli, nella piscina con le onde...
insomma, le cose che si fanno in un parco acquatico!» risponde allegramente.
Jared le sorride e io mi sento come il mio gelato: sciolta. Si volta versa di me e mi lancia uno dei suoi sguardi super-sexy e attiva-ormoni.
Cacchio, sembro una ninfomane! Jennifer, datti un contegno, su, non hai quindici anni!
Mangio il gelato lentamente lanciando ogni tanto qualche occhiata a Jared. Le sue gambe si muovono sotto al tavolo e mi sfiorano. Subito dopo sento una mano – grande e calda – che mi sfiora il ginocchio. È la sua. Infilo il cucchiaino in bocca e sospiro quando la sua mano si toglie. Lo guardo e lui mi sorride.
Adoro quelle fossette e quel sorriso.
Forse dovrei correre di sopra a farmi una doccia gelata. Ma Jared è più sexy del solito, con quella t-shirt bianca che mette in risalto i muscoli.
Devo darmi una calmata.
Lui mi sorride ancora e mi tocca nuovamente il ginocchio ma questa volta la sua mano sale, fermandosi a metà coscia. Mando giù il gelato e tengo lo sguardo fisso su Maddalena e Mark, che scherzano. Sara li osserva, gli occhi grigi che bruciano di gelosia.
«Andiamo?» pigola Sara alzandosi, si avvicina a Mark e gli prende una mano. Lui sbuffa, finisce il gelato e scosta la ciotola, sbuffa nuovamente e si alza, seguendola al piano di sopra.
Jared leva la mano dalla mia coscia. Sospiro.
«Guardiamo un film?» propone Madda.
Annuisco. Sì, forse un film mi distrarrà.
Forse.

***

Maddalena si è addormentata a metà film così, io e Jared siamo usciti in giardino.
«Sai, vorrei che fossimo completamente soli.» mi sussurra. Siamo sdraiati sul lettino, vicino, i nostri nasi si sfiorano.
«Perché?» domando pigramente, godendomi le sue carezze sul braccio e sulla spalla.
Jared sorride e mi sfiora le labbra con le sue. «Indovina?» sussurra e fa scendere la mano dal braccio al fianco, sfiorando il bordo dei jeans.
Sorrido e gli accarezzo una guancia, il suo sorriso si allarga ancora di più, gli occhi verdi sembrano brillare per un secondo.
Mi attira su di sé e rido contro la sua spalla.
«Hai capito, vero?» mormora per poi mordicchiarmi il lobo, le sue mani si intrufolano sotto la maglietta.
«Maddalena è di là.» gli dico e strozzo un urlo quando sento le mani di Jared sotto le spalline del reggiseno.
Lui ride contro il mio viso e mi bacia la guancia. «Dorme...» sussurra, e raggiunge il suo scopo: mi slaccia il reggiseno.
Mi alzo leggermente facendo leva sui gomiti. «Siamo in giardino!» esclamo, «Qualcuno potrebbe vede-»
Non riesco a finire perché Jared mi bacia di nuovo.
«Shh!» Jared posa l'indice sulle mie labbra, «Se non ci sentono non ci vedono!»
Non ha tutti i torti. Chino la testa e lo bacio, dimenticando completamente quello che c'è attorno a noi. Il suo profumo mi manda in tilt, le sue labbra sono così morbide, le sue mani così calde...
Voglio farlo qui. Adesso.
«Sono lì!»
Per poco non rotolo giù dal lettino quando sento la voce di Sara.
Mi siedo, allaccio il reggiseno e abbasso la maglietta, spero non abbiano visto nulla.
«Maddalena?» domanda Mark.
«Dorme.» risponde Jared.
Guardo Sara, sembra felice. La sua mano è posata sul ginocchio di Mark e lo guarda adorante. C'è sotto qualcosa e devo scoprire cosa. Prima che arrivassero i ragazzi Sara aveva una faccia da funerale ed ora è allegra e felice. La cosa mi puzza. Insomma, Sara è felice come un bambino la mattina di Natale mentre Mark guarda ovunque – me, Jared, il prato, gli alberi, – tranne che lei, anzi mi sembra a disagio.
Voglio sapere, cacchio, sono curiosa come una scimmia. Se non scopro quello che sta succedendo credo che esploderò. Mi alzo e guardo Sara. «Andiamo in cucina una momento?» le chiedo.
Lei annuisce, bacia la guancia di Mark e mi segue.
«Come mai sei così felice?» le chiedo in italiano quando siamo dentro casa.
«Mi ha detto che mi ama! Mark me l'ha detto!» cinguetta felice.
Credo che la mia mandibola abbia fatto un buco sul pavimento. «Co-cosa?» balbetto.
Lei annuisce. «Sì!» esclama. «Non è bellissimo?»
Bellissimo? Ma se Mark fa fatica a guardarla!
Sara mi guarda, ansiosa di sentire la mia risposta.
«Ma certo che è bellissimo.» mento. Lei sorride e torniamo in giardino.
Chiacchieriamo per un po', Maddalena si è svegliata e sta giocando con il telefono. Sono troppo curiosa di sapere perché Mark ha detto a Sara che la ama quando non è vero. Insomma, se ne accorgerebbe pure un morto che Mark non ama Sara.
«Distrai Sara per cinque minuti, devo parlare subito con Mark.» sussurro a Jared, lui mi guarda sorpreso ma annuisce.
Respiro profondamente e mi alzo lentamente. «Ehi, Mark, mi aiuti con il vino-?» gli dico.
Lui si alza senza dire una parola e mi segue. Una volta scesi in cantina lo spingo contro il muro.
«Cosa cazzo pensi di fare?» sibilo.
«Di cosa parli?» domanda.
Sbuffo e incrocio le braccia. «Lo sai, non fare il finto tonto.» rispondo. «Perché hai detto a Sara che la ami quando non è vero?» esclamo puntandogli un dito – l'indice destro – sul petto.
Mark borbotta qualcosa e guarda per terra. «Ecco... vedi è che... insomma...»
Non ci posso credere. Mark, quel Mark, sta arrossendo come una scolaretta alla prima cotta.
«Allora?» lo incalzo, abbasso la mano e lo fisso.
«Ecco, sì. Lo stavamo facendo e lei si è fermata e mi ha detto di dirle che l'amo.» sbotta.
«E non potevi dire di no?» faccio notare. «Io volevo solo che finisse quel cazzo di pomp-» si blocca e posa una mano davanti alla bocca. Mark non ha problemi a sfoggiare le sue conquiste sui red carpet e arrossisce perché non riesce a dire che gli hanno fatto un pompino. Scuoto la testa divertita e respiro profondamente. «Non avresti dovuto farlo.» gli dico. Afferro un paio di bottiglie e le passo a Mark.
«Torniamo di sopra.» esclamo.
Lui mi segue di sopra e in cucina trovo Madda che apparecchia la tavola. Mark posa le bottiglie sul mobile e mi fissa. «Vado in bagno.» mormora prima di fuggire.
«Dov'è andato?» esclama Sara.
«In bagno.» rispondo alzando le spalle.
«Cosa mangiamo?» chiede.
«Non ne ho idea.» dico. «Pasta?» propongo. Sara annuisce.
Credo che questa storia finirà in un vero casino. Non so quando ne come, ma finirà con un disastro.

***

Madda è in camera che dorme. Sara e Mark sono chiusi in camera e io e Jared siamo in salotto.
«Fra una settimana partiamo, torniamo a casa.» mormoro.
«Lo so.» sussurra lui e mi abbraccia, poso la testa sulla sua spalla e respiro il suo profumo. Mi mancherà.
Come mi è mancato fino a quando non l'ho rivisto.
«E poi?» pigolo.
Lui mi bacia i capelli e mi accarezza la schiena. «E poi cosa?»
Respiro profondamente. Vai, Jenny, fai quella cazzo di domanda. «E poi noi? Cosa succederà?» mormoro.
Jared sospira e mi stringe più forte. «Non lo so.» mi bacia la tempia e posa la testa sulla mia.
Chiudo gli occhi e mi sposto, sedendomi sulle sue gambe.
Jared sospira e mi accarezza la schiena, mormora qualcosa.
Un qualcosa che suona più o meno come “Credo di essermi innamorato di te.”
O forse è solo il frutto della mia immaginazione. Nel dubbio taccio, mi sposto un pochino e gli bacio una guancia.
Jared sorride.

Sono di fretta (sono in preda a un delirio per cui devo scrivere, scrivere e scrivere), per cui vi ringrazio e vi auguro Buon Natale!

   
 
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