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Autore: Archaix_Lemixia    23/12/2013    1 recensioni
Uno squarcio temporale. Il destino dei mondi viene diviso in due realtà distanti ma unite. La prima è la storia di Roxas. La seconda inizia da un piccolo incidente... Che rischierà di cambiare le sorti dell'intero universo. Una porta. Tre chiavi. Tre cuori. Un unico destino.
" “Queste vengono dette Keyblade e sono in grado di raccogliere i cuori che gli Heartless possiedono. Il luogo in cui tutti i cuori raccolti si riuniscono si chiama Kingdom Hearts. Quando sarà completo noi tutti potremo ricevere quello che desideriamo di più: un cuore.”
Le due Nobody guardarono con stupore i due oggetti nelle loro mani: forse la cosa più preziosa che esistesse al mondo, ed era lì davanti ai loro occhi.
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“Game over. Credevo che avresti resistito di più davvero mi hai deluso, ma ve bene così. Ora che sono libero la mia vendetta sarà ancora più dolce”
Poi due fari gialli si accesero in mezzo al nulla, minacciosi, piantati su di lei
“Ascolta, quando troverai i cuori del Caos, distruggili. Non lasciare traccia o il nostro mondo scomparirà per sempre…”
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ATTENZIONE: DAL CAPITOLO 12 DIVENTERA' CROSSOVER. elenco dei mondi GIA' visitati:
- CALL OF DUTY
- SUPER PAPER MARIO
- HUNGER GAMES
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: KH 358/2 Days
Capitoli:
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La pazienza di Vexen – assalto delle palle da bowling
 
“Yaaawn, ma che succede…”
“Sveglia dormiglione! Sono le otto del mattino, gli altri hanno fatto colazione da un pezzo!!” esclamò una calda e amichevole voce familiare. Era il numero VIII che, preoccupatosi del ritardo delle due nuove reclute, era venuto a svegliarle dolcemente. E per dolcemente si intende che aveva letteralmente buttato giù dal letto Archaix e si accingeva a fare la stessa cosa con Lemixia. La numero XIII si rialzò ancora assonnata, borbottando qualcosa a proposito della gentilezza e dei lavori forzati di ieri. In effetti il giorno precedente ERA stato un giorno di lavori forzati: alzate dalle sette di mattina, avevano lavorato per raccogliere cuori e imparare tutte le nozioni base in un unico giorno fino alle nove di sera, quando erano tornate direttamente nella loro camera a buttarsi pesantemente sui letti come due corpi morti a cui avevano risucchiato ogni goccia di energia. E di conseguenza non avevano mangiato.
“Grazie di averci svegliate Axel, è che ieri eravamo yawn.. Davvero stanche…
“Non c’è problema Archa, in fondo sono la vostra “balia” ^^ e ora su forza Lemixia, che se tardi ancora Xaldin non ti da la colazione..” stava per dire Axel ma non ce ne fu bisogno: la piccola Nessuno scattò in piedi e abbracciò l’amico con un grande :”GRAAAZIE di essermi venuta a svegliarYawn…” riaddormentandosi poco dopo fra le sue braccia. Axel la rimise in piedi e squadrò le due compagne: “Certo che siete proprio gli opposti, eh?”
“Yaawn.. No non sempre, ma Lemixia è sempre stata così solare. Questo non vuol dire che però non lo sia anche io…”
“…Come fai a fare un paragone fra voi se non ricordi nulla del tuo passato?” chiese lui alzando un sopracciglio. Effettivamente non se lo era chiesta, così ci pensò su: “Beh… non so bene ma io e Lemixia ci conoscevamo già e quindi alcuni ricordi di noi mi sono tornati in mente in questa settimana…”
“MUOVETEVI CHE SI RAFFREDDANO I WAFFLE!!!!!” si sentì arrivare dal piano inferiore, così le Energie Gemelle si svegliarono definitivamente e scesero di fretta a furia a fare colazione.
 
Nella sala da pranzo quest’oggi non c’era più nessuno, com’era da prevedersi visto il ritardo mostruoso delle due Nobody: solamente uno Xaldin un poco impaziente aspettava con una teglia di waffle appena sfornati, che posò sulla tavola bianca decorata con delicati pizzi  a forma di cuore (rassegnatevi, TUTTO qui è a forma di cuore).
“Allora ragazze che è successo? Axel vi ha sfinite ieri? No avete neanche mangiato..”
“Eh già confermò Lemixia allungando una mano verso il vassoio dei waffle e addentando felicemente una di quelle deliziose cialde “ma stai tranquillo adesso siamo in forma smagliante e pronte per una nuova missione!!” concluse fiera. Il Feroce Lanciere si mise la mani sui fianchi mostrando un’espressione alquanto divertita e si girò per tornare alla cucina rispondendo: “Ne avrete proprio bisogno perché oggi andrete in missione di ricognizione con VEXEN”.
Lemixia deglutì un biscotto tutto d’un colpo e quasi rischiò di soffocare, Archaix fece cadere il waffle che aveva in mano e si girò verso il numero III: Vexen? Fra tutti i membri dell’Organizzazione non era certo quello che ispirava più simpatia, ma erano quel suo fare da scienziato pazzo e le sue continue lamentele sulle malattie e la coerenza a renderlo un personaggio alquanto bizzarro e poco raccomandabile. Si guardarono negli occhi, prima titubanti e poi convinte.
“Vexen eh? Beh siamo pronte: finalmente conosceremo qualcosa di più del nostro medico scorbutico” disse convinta la numero XIV.
 
“Umpf, siete pronte? Non ho tempo da perdere io” e con questa frase, pronunciata sbrigativamente da un impaziente numero IV, la giornata era cominciata veramente bene: aperto il varco oscuro che le avrebbe condotte nel nuovo mondo Vexen si fermò e, giratosi verso le due matricole, assunto un fare a metà fra l’altezzoso e il seccato, mise subito in chiaro le cose:
“Ascoltatemi attentamente, piccole forme di vita a base di carbonio, perché ripeterò una volta sola quello che sto per dirvi” annunciò alzando il dito indice e puntandolo contro di loro “questo mondo in cui stiamo per recarci è situato in mezzo ad un deserto, quindi fate attenzione perché c sarà un sacco di sabbia. In secondo luogo, non dovete MAI interagire con i personaggi che incontrerete in quel mondo, altrimenti rischiate di far saltare l’operazione. Noi Nessuno siamo esseri che si nascondono nell’oscurità e come tali dovete sapervi muovere silenziosamente. Detto questo possiamo and-“ si girò verso il varco oscuro ma inciampò nel tappeto e cadde lungo disteso per terra, provocando un tonfo che si sentì fino alle fondamenta del castello. La numero XIII tentò di trattenere una risatina mentre la numero XIV neanche ci provò: scoppiarono a ridere come pazze mentre il povero Freddo Accademico si rimetteva in piedi imprecando contro la coerenza e il costruttore du quello stramaledetto castello.
 
Lemixia si avvicinò lentamente ad Archaix e le sussurrò all’orecchio: “logorroico come personaggio”.
 
Si ritrovarono nuovamente in quel corridoio etereo fatto di energia: un’aria strana circolava in quel tunnel, come se le Energie Gemelle fossero in simbiosi con l’ambiente circostante… Lemixia fece una battuta allusiva sul loro titolo in comune mentre si avvicinavano al portale che le avrebbe condotte nel loro secondo mondo….
La prima cosa che videro fu la sabbia. Tanta sabbia. Un mare di sabbia che circondava ogni cosa, che si estendeva fino all’orizzonte confondendosi con il cielo percorso da leggere tempeste di sabbia e che, soprattutto, lasciava intravedere solo la vista dell’imponente città che si stagliava davanti a loro: un grande muro color giallo chiaro circondava tutto il perimetro e si apriva solo in corrispondenza del grande portone decorato che dava sull’esterno, sull’oceano sabbioso. Archaix alzò gli occhi al cielo notò subito che qualcosa non quadrava: innanzitutto questo era oscurato da grosse nubi che prevedevano solitamente tempesta ma questo era tecnicamente impossibile perché (mi sa che lo avete capito) siamo nel deserto. Vexen camminò al centro della piccola piazza disabitata, certo che nessuno sarebbe passato di lì:
“Benvenute ragazze, questo luogo è il vostro campo di addestramento di ricerca informazioni, non vi dico altro. Avete un minuto di tempo per dare una prima occhiata e dirmi cosa vedete” annunciò solenne, aggiungendoci un colpetto di tosse “Coff coff…. Scusate, la sabbia… Sono troppo vecchio per andare in certi ambienti…”
Così cominciò la missione: Lemixia osservò attentamente le case e le botteghe, mentre Archaix guardò la strana disposizione di esse e si chiese perché tanta sabbia anche in città…
“stop al tempo. Ditemi cosa pensate di questo luogo”
Lemixia provò per prima: “Beh, è una città in mezzo al deserto, e questa è una piazzetta che sembra disabitata anche se ci sono delle case, e ho contato tre botteghe. Non è un posto molto popolato”
“…Tutto qua? C’è ancora molto da vedere ragazze! Prova tu” disse indicando Archaix che, leggermente intimorita dal tono della sua voce, indietreggiò di un passo: “Beh, anche io ho direi le stesse cose.. ma una cosa.. La sabbia.”
“ E con ciò? Siamo in mezzo al deserto! Usa un po’ di più quella testa che ti ritrovi attaccata al collo”
“No intendevo dire che… in mezzo agli angoli fra le case, vicino alle botteghe, fra i vasi che sono sparpagliati per terra… c’è molta sabbia.”
Il Freddo Accademico intuì “Uhm, e sapresti dirmi perché?”
Archaix guardò la compagna, che fece le spallucce, ed insieme provarono a rispondere: “Uhm… magari… ci sono parecchie… tempeste di sabbia?”
“Esatto: questa è una città predisposta per reggere forti tempeste di sabbia, non avete notato la disposizione delle case?? Procediamo, avete ancora molto da imparare” disse e si incamminò verso un grande portico che conduceva ad un'altra parte della città. Lemixia sbuffò, pensando a che noiosa giornata sarebbe stata, e diede una gomitata alla numero XIII: “Archa ti prego dimmi che questa missione dura solo la mattina” l’altra non seppe rispondere, limitandosi a sperare che fosse così.
Dopo aver esplorato la città per quella che a loro sembrò un’infinità di tempo si fermarono finalmente, davanti al portone d’ingresso di un grande edificio dalle punte dorate. Vexen interrogò le novelline su ogni stranezza che avessero incontrato, e ne dedusse che il loro punto di forza NON ERA la vista. Rimpiangeva i tempi in cui era ancora un Somebody ed il suo allievo era il piccolo Zexion, quello si che era stato un grande studente… Alla fine, quando i raggi di un caldo sole di mezzogiorno filtravano tra quello spesso strato di nuvole, i tre Nessuno tirarono le somme e decisero che quella sessione di addestramento era finita. Archaix era rimasta veramente colpita da quante cosa si potessero dedurre da una semplice occhiata, le abitudini, i costumi della gente, tutto semplicemente aguzzando l’occhio. Quindi questo era un altro dei loro obblighi si disse: i Nessuno devono acquisire capacità di riflettere e trarre informazioni rapidamente. L’unica cosa lasciata in sospeso era quello strano rannuvolamento ma per ora nessuno ci fece più caso. Stavano per tornare al castello quando Lemixia notò una cosa interessante: al centro del viale si era appena formata una strana macchia grigio/nerastra dai bordi bluastri.
“Vexen quello che cos è? Un altro segno che vi lasciate dietro voi come le X di energia?” chiese lei.  L’anziano si avvicinò alla macchia con uno sguardo che lasciava intendere la sua risposta: ragazze, non ho mai visto ‘sta roba in vita mia. La numero XIV curiosa si avvicinò ancora di più, fino a sporgere la faccia sopra quel buco nero. Provò a toccarlo…
Questo iniziò a lampeggiare, si deformò e si espanse immediatamente sotto i loro piedi, invadendo la strada di spire oscure e avvolgendo il portale verso casa stritolandolo e disintegrandolo. La terra tremò, e dalla grande pozza uscì una grossa mano che si aggrappò al terreno nel tentativo di tirarsi fuori da quel baratro oscuro: la materia nera si plasmò attorno all’essere che ne stava uscendo dandogli l’aspetto di una grande sfera dotata di arti ed una testa rinchiusa in un’armatura d’acciaio. Lemixia scattò subito all’indietro impressionata, non aveva mai visto qualcosa di simile, era talmente diverso da tutte le specie incontrate finora! Vexen dal suo canto evocò una specie di scudo che sembrava fatto di puro ghiaccio e si mise subito davanti alle due novizie, parando l’attacco che l’Heartless sferrò non appena fu in piedi. Questo arretrò di qualche passo e caricò a tutta velocità verso i tre Nobody prendendo di mira il più anziano, che impugnò il suo scudo e lo brandì contro di esso piantandogli la sua punta nel petto, venendo però sbattuto al muro con violenza.
“Fate attenzione ragazze, non so perché quell’Heartless sia uscito fuori da quella macchia nera e non so a quale scopo sia qui, ma questa è la vostra seconda missione e non siete ancora in grado di affrontare nemici del genere!” disse a loro mentre si rialzava a fatica e cercava di evitare una seconda carica nemica, e richiamando il proprio scudo glaciale a sé ferendolo di striscio. La numero XIV non sapeva cosa stesse succedendo ma evocò la sua Keyblade e si mise in posizione di attacco, pronta ad ogni evenienza. L’Heartless si voltò verso di lei e con un’espressione dell’elmo che (incredibile) appariva addirittura divertita si avventò contro di lei. Il Freddo Accademico si contrappose fra i due combattenti  sbraitando:
“Ma avete sentito quello che ho detto? Voi non potete affrontarlo quindi filate via subito!” replicò mentre parava altri due attacchi del nemico e lanciava il suo scudo contro di esso, così Archaix prese Lemixia per una manica e scattò all’indietro saltando su un cumulo di sabbia, dove si poteva vedere la visuale della battaglia.
“Non va bene Archa, vuoi abbandonare la missione prima di aver svolto tutte le nostre mansioni? Ricordati che dobbiamo anche raccogliere cuori!”
“lo so lo so, neanche io vorrei ritirarmi ma guarda” e indicò lì in basso dove si stava svolgendo la lotta fra un anziano infuriato e un Heartless sbucato da chissà dove che sembrava tener quasi testa al Nessuno “se Vexen non riesce a sconfiggerlo come possiamo noi?”
Lemixia dovette annuire seppur riluttante, e si diressero furtive verso una stradina alternativa. Correvano silenziose come ninja nell’ombra, facendo attenzione se sul terreno ci fossero altre di quelle strane pozze, percorrendo tratti di quella città che ormai avevano imparato a memoria. Arrivate davanti all’ennesima piazzetta disabitata si fermarono, sentendo ancora in lontananza i suoni della battaglia. Ma come mai non avevano incontrato nessun abitante lì? E perché neanche a Crepuscopoli? Cioè, sparivano tutti quando arrivavano loro?
Quasi in risposta alla sua domanda davanti a loro sfrecciò un ragazzo, un tale dai capelli corvini e i vestiti trasandati, accompagnato da una scimmietta. Sembrava che stessero scappando da qualcuno… O da qualcosa! Davanti al ragazzo si materializzò un secondo Heartless identico a quello che stava combattendo Vexen!
“Oh no Abu ci ha trovati! Presto dobbiamo mettere in salvo la lampada!” esclamò lui porgendo alla scimmia una strana lampada dorata: questa la prese come se avesse capito il comando del padrone e (wow l’aveva capito davvero) scappò verso il vicolo in cui erano nascoste le due compagne, che prese alla sprovvista si appiattirono al muro come sogliole per non essere viste.
L’Heartless si raccolse informa di sfera e si gettò all’inseguimento del povero ragazzo, indifeso e privo di possibilità di vittoria.
“Archa… Ti prego…” Lemixia fremeva di –rabbia- dal suo nascondiglio, anche se internamente quella situazione le appariva alquanto divertente. Cacciò subito quel pensiero dalla mente e prese Archaix per una manica:
“Ti prego, aiutiamolo!!”
“non so, ci hanno detto di non interagire con altre persone ma…”esitò un attimo a continuare “…ma noi ce ne fregheremo altamente vero?”
“Così mi paci!!” esclamò la castana saltando fuori dal vicolo e scattando al centro della piazza, seguita da Archaix, per sovrapporsi fra quel ragazzo e l’Heartless. Immediatamente le armi lucenti della giustizia apparvero nelle mani delle proprietarie e si posero in posizione di difesa: l’impatto fu talmente forte da sbalzarle all’indietro facendole scontrare contro il ragazzo come tre birilli, ma almeno erano riuscite a fermarlo. Archaix si rialzò subito e scattò all’indietro scomparendo alla loro vista, lasciando come unico segno una freccia sul terreno. Lemixia la notò e capì subito (velocità Warp, imparata giusto il giorno prima grazie al mitico Axel) e si rimise in piedi prendendo la rincorsa contro l’avversario impugnando saldamente la Keyblade pronta ad attaccare. L’Heartless sembrava quasi seccato nei confronti di quello che considerava un moscerino fastidioso e caricò un pugno contro di lei, ma all’ultimo istante questo fu schivato rivelando la finta della ragazza. Archaix riapparve alla destra del nemico fendendo un colpo diretto al cranio corazzato del nemico che però si girò in tempo per vederlo e pararlo con la seconda mano. Ma anche questa era una finta: distratto dal secondo attacco non si accorse del terzo colpo che ricevette sotto forma di cubo di ghiaccio, che gli congelò la testa lasciandolo completamente cieco. Lemixia pronunciò un soddisfattissimo “Evvaiii!!” e colpì l’Heartless senza che lui potesse ribattere, lasciando il tempo alla numero XIII di avvicinarsi a quel ragazzo spaesato che era rimasto per tutto il tempo spiaccicato alla parete dal terrore.
“Corri, corri e fuggi via! Questo posto è troppo pericoloso!”
“Ma voi..”
“CORRI!!!!” quell’unica parola pronunciata con tanta violenza lo convinse in un batter d’occhio a staccarsi dalla parete e a dirigersi nel vicolo dove prima si era imbucata la scimmietta con in mano la lampada. “Aspetta Abu, ci sono anche io!!” sentirono in lontananza. Per ora era salvo. Archa si girò verso la palla do bowling che stava ancora lottando contro la sua piccola prigione di ghiaccio mentre Lemixia si era fermata concedendosi un momento di riposo e facendo sparire la Keyblade: “Mamma mia! Non credevo fosse così forte, ma in fondo è stato facile da sconfiggere… chissà perché Vexen ci sta mettendo tanto…”
“LEMIXIA ATTENTA!!” non fece in tempo a voltarsi che la sua ombra venne oscurata da una molto più grande e l’Heartless si schiantò a terra sopra di lei.
“LEMIXIAAA!!!!”  gridò disperatamente la ragazza lanciando un secondo blocco ci ghiaccio contro il nemico. Quando questo si girò e i loro occhi si incrociarono, questi ultimi si accesero di odio.
“TU!!!” una voce tonante e minacciosa  rimbombò nelle orecchie della Nobody, e un ceffone atomico la colpì scaraventoandola contro un muro con una potenza tale da distruggerlo. Arcuai gemette di dolore e si accasciò al suolo, mentre un grosso cumulo di macerie si depositava su di lei, seppellendola. Con la testa rivoltata all’indietro riuscì però  a vedere che l’impatto aveva come creato una galleria.
“ma questo…”
 
 
 
 
 
Un silenzio tombale circondava la sala in stato di abbandono. Il grande portone di legno decorato con antiche incisioni che un tempo accoglieva i visitatori era sul punto di cadere, staccato per metà da quelli che si possono definire cardini arrugginiti. Nessuno metteva ormai più piede in quel tempio nascosto fra le dune del deserto da ormai tanti anni… eppure ora dei pesanti passi rimbombavano all’interno della sala, accompagnati da una grossa risata: “Hair hair hair, vai a portarmi la lampada dice, ci vive un genio dice, beh ora vedrà di cosa sono capace!” esclamò il tizio che, varcato rumorosamente l’antico passaggio, si incamminò a grandi passi all’interno del tempio maledetto, non curandosi delle presenze maligne che lo seguivano nella sua ombra.
 
 
 
“Ugh ma questo è  un sentiero…” lo schianto provocato dal colpo del nemico aveva colpito Archaix in pieno, facendola sbattere pesantemente contro il muro precario. L’impatto aveva provocato un enorme buco grande il doppio di lei, sommergendola di grossi detriti: il dolore le invadeva il corpo e le percorreva la spina dorsale fino al cervelletto, dove una piccola ferita stava perdendo sangue. Il polso sinistro, ancora incastrato fra le macerie, stava perdendo la capacità di muoversi e le vertigini la colsero. Usando tutte le forze che le erano rimaste cercò di aprire gli occhi e alzarsi per ritrovare con lo sguardo l’amica, ancora stesa a terra priva di sensi. Ma non era finita, il colosso che le aveva ridotte in quello stato era ancora in piedi e con la furia negli occhi si avvicinò a passi pesanti creando delle piccole ma potenti onde d’urto che investirono in pieno la piccola Nobody, sottoposta ad una grande prova di resistenza: quella mano che poco prima l’aveva colpita con tanta violenza si ergeva ora sopra di lei solenne come la falce del cupo mietitore, pronta a mietere un’altra vittima. Sennonché questa congelò.
“Ti sei scordato di me? Non è prudente dimenticare il numero di avversari con cui ha a che fare!” una pioggia di grosse lastre di ghiaccio si riversò sull’Heartless che si ritrovò intrappolato all’interno di una prigione cristallina, questo tentò inutilmente di dibattersi ma fu tutto inutile: uno scudo affilato come una sega elettrica composto dell’essenza stessa della brina gli tranciò di netto la testa, facendolo sprofondare in un turbine di oscurità. Prima che scomparisse però Vexen scattò in direzione del punto in cui giaceva Lemixia e le prese la sua Keyblade, lanciandola verso l’Heartless prima che potesse tornare al suo proprietario. Questa si piantò nel petto di quel che restava del nemico e si sentì il suono di una serratura che si sbloccava, e dalla massa di oscurità scaturì un cuore di medie dimensioni che volteggiò sopra di loro e scomparì all’orizzonte.
“Ci vuole un po’di coerenza nella vita” disse seccato il numero IV. Lemixia finalmente aprì gli occhi, ancora debole per il colpo subito poco fa. Tentò di rialzarsi in piedi appoggiandosi alla sua arma, nel frattempo ritornata in suo possesso, e guardandosi intorno si chiese dove fosse finita quella palla da bowling con le gambe.
“Stai tranquilla, l’ho eliminato io. Quel mostro la cui vita era priva di senso non aveva alcuna coerenza… e non meritava di vivere” gli rispose lui con una naturalezza quasi glaciale. Lemixia mise su un piccolo broncio, lamentandosi interiormente di quanto fosse sempre così scorbutico: non lo aveva mai visto in quella settimana rilassarsi un attimo o prendere una pausa. Probabilmente era un tipo molto occupato o molto introverso, si disse. “O beh non mi interessa, dov’è Arch- ARCHAIX!!!” e la vide, in mezzo alle macerie di quel muro distrutto, priva di sensi. Si precipitò subito verso di lei ma fatti due passi cadde a terra con un gemito di dolore: probabilmente si era rotta la caviglia.
“Fermati, in questo modo potresti peggiorare il tuo già precario stato di salute”
La Nessuno ringhiò di dolore e si rimise in piedi disubbidendo bellamente agli ordini del suo superiore, arrancando fino alle macerie e cercando di tirare fuori la compagna.
“Ferma!!” tuonò il Freddo Accademico apparendo alle sue spalle e prendendola per un braccio: Lemixia tentò di divincolarsi ma Vexen le strinse il polso talmente forte che dovette fermarsi per il dolore. Così il numero IV le lasciò andare delicatamente la mano e spostò un paio di sassi con cautela: “potresti farle franare tutti i detriti addosso” disse solo. Poi tirò fuori la Nobody e borbottò qualcosa a proposito della vecchiaia e della gerarchia, fasciandole il polso sinistro chiaramente gonfio. Lemixia lo guardò mentre con cura sistemava la garza attorno al polso, e si chiese se davvero gli altri si preoccupassero per loro. In quell’istante Vexen apparve come uno di quegli zii apprensivi e scorbutici di film che non avrebbe saputo nominare…
“A-archa stai bene?” chiese dopo  un po’ la ragazza, quando l’altra Nessuno si riprese.
“Dai Lemi, non sono mica di porcellana! Sto bene…” rispose lei apprensiva sostenendosi in piedi con la sua Keyblade.
“A proposito, mentre ero lì stesa ho sentito un lieve fruscio, credo che quel buco conduca ad un passaggio segreto.” Lemixia si sorprese e si girò verso la grande spaccatura nel muro: in effetti sembrava condurre da qualche parte.
“Umpf, suppongo che non vorrete tornare a casa prima di aver completato la ricognizione…” sbuffò Vexen incamminandosi verso la crepa. E aveva ragione, perché Lemixia prese la compagna per mano e la trascinò con lei; Archaix si lasciò trasportare, anche perché non voleva rinunciare a completare la sua seconda missione. Che figura ci avrebbero fatto con Xemnas?? Vexen invece si girò verso le due e si sorprese: come, si erano già ristabilite? Poi guardò bene le loro mani unite… e sul suo viso gli angoli della bocca presero una leggera piega verso l’alto.
“Oh capisco…”
 
Un’enorme caverna si ergeva davanti ai tre viaggiatori che, scoperto un passaggio segreto dietro al crollo del muro, si erano ritrovati nel pieno deserto sconfinato e desolato con un’unica scia di grosse impronte dirette verso un punto imprecisato. Il cielo sembrava schiarirsi man mano che ci si allontanava dalla città e lasciava intravedere i raggi dorati di un sole cocente. Ed ora si ergevano in tutto il loro splendore le fauci possenti di una tigre di sabbia che custodiva nella sua bocca l’entrata di un tempio, probabilmente. Esitanti, le Energie Gemelle si –nascosero- dietro la veste del freddo Accademico che anche in quel luogo tanto caldo emanava un’aura gelida. Vexen stava osservando affascinato ogni minimo particolare di quel luogo con una vista che tendeva ai raggi X mormorando fra sé e sé.
“z-zio Vexen che facciamo?”
“Smettetela di chiamarmi Zio Vexen e comunque è ovvio quello che faremo: entreremo dentro”
“Non siete mai stati qui vero?”
“No, ammetto che questo posto mi è nuovo, ma mi dispiaccio un po’ perché le forma di questo tempio sono grandiose…”
E così, una volta entrati, si erano ritrovati davanti ad un’enorme sala decorata da bassorilievi articolati e colonne dall’ordine simil-corinzio scanalate. L’intera struttura sorreggeva un piano che sembrava quasi cavo ma all’inizio nessuno ci fece caso. Si avventurarono all’interno del tempio: mano a mano che procedevano le strutture murarie diventavano sempre più decadenti e rovinate, mentre una sensazione di oppressione si diffondeva fra gli inaspettati visitatori.
“hair hair hair**” si sentì una risata goffa nell’aria. Vexen si mise immediatamente in posizione di autodifesa alzando la guardia ma non ci fu nessun movimento. Lemixia si guardò intorno e da una delle decine di porte che si ritrovavano davanti vide un leggero bagliore:
“Ehi lì c’è qualcosa!” esclamò correndo verso la porta seguita a ruota dalla compagna che –ovviamente- non poteva allontanarsi. Superarono un lungo corridoio completamente immerso nell’oscurità, gli unici suoni presenti erano i loro passi e i lamenti di Vexen: “Tornate qui, stupide! Lo sapete che ventunmilanovecento giorni sulle spalle??” e via dicendo. Alla fine del corridoio si ritrovarono in una grande sala proiettata sul vuoto, piena di colonne che sembravano fluttuare su quel baratro profondo mille miglia. Ai lati della stanza numerosi fori nelle pareti facevano dedurre la presenza di alcuni trabocchetti, ma Lemixia non se ne curò più di tanto e saltò immediatamente sulla prima colonna.
“Lemixia!!” stai attenta potrebbero esservi delle trappole!”
“ma no stai tranquilla, starò attent-“una freccia infuocata sibilò a tre centimetri dalla sua faccia. “u-ugh..”
Sotto la guida del paziente numero IV attraversarono molte altre sale grandiose e immense, ad un certo punto anche piene di oro e oggetti preziosi ma non si fermarono a raccoglierli: “Non toccate nulla, credo di averlo studiato già questo posto in uno dei miei libri, quelle sono trappole per allodole e potrebbe crollare tutto se anche solo le sfioraste” così ne restarono a debita distanza. Stavano per raggiungere la sala più interna quando Vexen si bloccò sul posto e fermò le Nobody dietro di lui.
“Ehi ma qui non c’è nessuna lampada! Ho cercato dappertutto ma niente…”
“Idiota sono qui!!!!”
“Ugh, Jafar? Sei lì dentro?? Credevo che il moccioso ti avesse eliminato”
“ultime notizie, gli asino volano. Certo che sono io!! Tirami fuori da qui!!!”
“Ma che modi, e comunque sono venuto apposta..”
“GAMBADILEGNO!! Lo sapevo che c’eri tu dietro a questo!!!” quest’ultima voce era quella di un ragazzo che quando giunse alle orecchie del Freddo Accademico lo fece accigliare visibilmente. Si girò immediatamente verso le piccole Nessuno e aprì un varco oscuro dietro di loro: “Andate, non potete rimanere qui è una faccenda troppo rischiosa!”
“Ma tu..”
“Andate, stupide!” e le spinse all’interno del portale. Le spire color nero pece si avvolsero intorno alle Nobody e le trascinarono nel fondo dell’oscurità…
Corridoio oscuro.
Archaix aprì gli occhi, mettendo a fuoco le pareti eteree che la circondavano: era ritornata in un corridoio delle tenebre. Si alzò massaggiandosi il braccio su cui era pesantemente caduta, guardandosi intorno, e ricordandosi dove fosse si affrettò a mettersi il cappuccio: aveva già imparato che quel luogo era amico e ostile ai Nessuno. Lemixia era già in piedi e anzi, i suoi grandi occhi castani roteavano frenetici  in giro per il corridoio alla ricerca del portale in cui Vexen le aveva gettate:
“Vexen! Vexeeeen!! Dove diavolo sei, non ci hai detto come tornare a casaaa!!” ed era vero: il Freddo Accademico le aveva spinte nel varco senza dare a loro alcuna direttiva. Ergo, sono bloccate. Incrociando lo sguardo della compagna, confuso quanto il suo, decise di andare alla ricerca di un altro portale nel corridoio. Chissà, magari in quel momento passava di lì Axel che annunciava che era tutta ordinaria amministrazione e le riportava a casa. Si, certo.
“Mi sa che così non concludiamo niente. Se solo fossimo in grado di riprodurre quei portali che fanno tutti…”
“Ma certo!! Archa dobbiamo provare: ti ricordi come si fa?”
“Beh, non so proviamo a concentrarci su dove dobbiamo andare” e si misero in posizione: alzarono le braccia contemporaneamente concentrandosi fino all’inverosimile, mettendo a fuoco la loro cameretta con il poster di Crepuscopoli. E dopo una decina di minuti a mimare gesti yoga e Kung fu finalmente uscì qualcosa:
un portale grande quanto una pallina da tennis.
“-_-“ riprovarono, questa volta ottenendo un varco grande quanto una cuccia per cani, ma si dovettero accontentare. Si misero a gattoni strisciando dentro al portale. Ritrovandosi a Crepuscopoli.
“Sarà una lunga giornata..” sospirò desolata Archaix.
Intanto, nella silenziosa biblioteca del castello che Non Esiste, il Burattinaio Mascherato stava cercando un capitolo riguardante dei certi appunti* nel suo Lexicon (il Lexicon è un libro incantato, le cui pagine sono pressoché infinite. Immaginatevi un dizionario Treccani unito all’intera collezione dei manuali delle Giovani Marmotte), interrotto dall’arrivo del Notturno Melodico  che con impeto aveva aperto le porte della sala e si era precipitato da lui:
“Zexion è importante, ho un dilemma che non riesco a risolvere” continuava a ripetere tirandolo per la manica. Zexion alzò lo sguardo con aria rassegnata a ei degnò di rispondere: “E sia, cosa ti cruccia?”
“Ho bisogno di sapere perché abbiamo chiamato questo castello e questo mondo “che non esiste” ? Insomma, io lo vedo! Perché voi dite di noo??”
“… Ti risponderò ma prima una cosa: tu sei in questa Organizzazione da anni, e questa domanda ti viene in mente ADESSO?”
“Si”
“-_- Vedi, questo nome con cui rappresentiamo questo mondo è un rimando alla nostra triste condizione di esseri inesistenti. Noi non dovremmo esistere ma esistiamo, così come questo castello fatto dell’essenza stessa diAAAAAAAARGHH!!!!!” due Nobody in stato di confusione apparvero al centro della stanza e atterrarono sopra il povero VI, provocando un fracasso terribile.
“Lemixia! Archaix! Cosa ci fate qui, non eravate in missione??” esclamò Demyx fingendo stupore e confusione.
“Beh vedi Vexen ci ha gettate in un varco oscuro obbligandoci a tornare qua ma non sapevamo come fare e… ma non dovresti esserci anche tu in missione?” Demyx le guardò per qualche secondo. E l’attimo dopo di lui era rimasta solo la nuvoletta con le sue sembianze, segno che se l’era data a gambe alla velocità della luce. Le Nessuno si rianzarono scusandosi con il numero VI per l’accaduto ricevendo scuse di rimando, e l’attenzione cadde sul capitolo aperto del libro del Burattinaio Mascherato.
“Che cos’è? Cosa stai cercando?” chiese curiosa Lemixia avvicinandosi al libro tentando di sbirciare il titolo, allungando una mano: questo si chiuse di scatto sbuffando indignato e si chiuse a chiave, rischiando di tranciarle un dito. “Ehi! Zexion, ma il tuo libro è animato!!” si lamentò prendendosi le mani per assicurarsi che fossero tutte intere. “Oh scusatelo” rispose con un tono leggermente divertito “il mio Lexicon è legato alla mia anima e per questo non vuole che nessun’altro lo legga. Non è vivo ma è una reazione naturale.”. Archaix guardò -incuriosita- i delicati finimenti d’argento che decoravano la superficie del libro raffiguravano il simbolo della loro organizzazione, mentre a lato a caratteri cubitali e scritto con lettere romane andava riportato: VI.
“Che forza… Che cosa stavi leggendo?”
Zexion rimase terribilmente turbato (si fa per dire) dal quella domanda ma non lo diede a vedere e rispose in tono ambiguo:
“è un segreto”
 
“Capisco. Per questa volta ti perdono, hai fatto bene a tenerle alla larga da tipi del genere” Nella sala delle riunioni quattro figure incappucciate discutevano sulla situazione: quando l’ultimo elemento del progetto Blade sarebbe giunto, e la Triade delle Tenebre sarebbe stata completata, si sarebbe compiuto l’esperimento.
“Xemnas, come sai che anche il terzo perderà il proprio cuore? Sai che non possiamo interferire con gli eventi del mondo Destino, a discapito dell’ordine spazio-temporale. Non abbiamo fatto nulla neanche per le Energie Gemelle, è stato tutto un caso!” uno dei presenti stava sollevando un argomento piuttosto cruciale. Xemnas non rispose.
“è stato tutto un caso…. Vero?”
“…Certo. È stato tutto un caso. Un caso fortuito, di cui però mi fido e che so che non si fermerà  a metà strada. Bexyk arriverà.”
“Come dici tu. speriamo.” Concluse uno di loro, per poi scomparire in un vortice di spire oscure seguito dagli altri due. Un piccolo sorriso si fece strada sul viso del Superiore, coperto dal cappuccio nero.
“Già, che incidente fortunato…”
 
 
*appunti che centrano con il progetto Blade… Muhahaha
**= dite la verità: chi di voi non ODIA questa risata!?
 
Angolo delle autrici:
Archaix: eheheh Vexen è scorbutico ma sotto sotto è buono. Vero zio Vexen?
Vexen: smettetela, stupide! Non prendetemi per gli snitzel! E smettetela di chiamarmi Zio Vexen!!
Lemixia: ok d’accordo… NONNO VEXEN   XDXD
Xigbar: Nonno Vexen!? AHAHAHAH ti fai mettere i piedi in testa da due ragazzine?
Lemixia:Zio Xiggy!!^^
Xigbar: Zio cosa?
Xaldin: Zio Xiggy, che nome carino eh Xigbar?
Xigbar: sta zitto Linda
Xaldin: come c*** mi hai chiamato??
Xigbar: LINDAAAA
Xaldin: AAAAAAARGHH!!!!

 
  
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