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Autore: DoPi    24/12/2013    1 recensioni
Loro non sono come noi
Questo pensiero mi accompagnò per il resto della giornata. Ma quello che non sapevo quel giorno, era che avrei pensato quella stessa cosa anche di me.
***
e se un incontro può cambiarti la vita? uno sguardo che serve a farti capire che non tutto è come appare?
se una profezia ti prestabilisce un destino che non è il tuo.
si può riscrivere una storia che è già stata letta da molti?
***
-è il tuo destino, non puoi cambiarlo- mi disse e la sua voce risuonò come una melodia nella mia testa. io lo guardai [...] -è il nostro destino-
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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“siete un gruppo di Capre! Vi rendete conto che non riuscite a fare nemmeno 10 metri che morite stecchiti a terra?” la voce della professoressa riecheggiava in tutta la palestra, chiara e possente quasi avesse voluto sfasciare ogni singolo muro in circolazione. Giada mi guardò con occhi supplicanti mentre continuava a correre con il resto della classe, io ricambiai il suo sguardo e soffocai una risata mentre la professoressa continuava ad urlare a squarciagola che non ce l’avrebbero mai fatta. –tu,Smith chi è il dio del vino- Giada iniziò a tremare convulsivamente e io scoppiai in una fragorosa risata. La professoressa mi guardò con due occhi penetrati e per un momento credetti di aver visto la morte, -lo trova divertente Green?- io la fissai per qualche secondo mentre la classe si fermava a guardarmi –non sa quanto professoressa- il mio tono era spavaldo, come sempre del resto. Non mi è mai importato molto quello che gli altri avevano da dire. –bene, se la pensa così, qualche ora di punizione non le farà male- la sua voce era ghiacciante,voleva ammutolirmi, non ce l’avrebbe fatta –certo, e magari le do anche qualche mentina per l’alito- detto questo mi alzai ed uscii dalla palestra dirigendomi in presidenza.
Bussai ripetutamente alla porta, e alla fine il preside si decise a farmi entrare. –green, che piacere rivederla- disse con il suo solito tono amichevole. Mi sedetti su una sedia e feci un segno in risposta. –vedo che ha studentesse autoritarie, Eniem- una voce che proveniva dall’angolo della stanza parlò lasciandomi di sasso. Non mi ero accorta ci fosse qualcun altro lì dentro. Girai lentamente la testa mentre il preside annuiva con vigore lasciandosi sfuggire una piccola risata. Proprio lì nell’angolo c’erano un signore con una carrozzella insieme a tre ragazzi e due ragazze. Mi soffermai su ognuno di loro, e mi chiesi cosa ci stessero a fare lì. Li scrutai ad uno ad uno, sembravano avere qualche anno in più da me, non tutti ovviamente, socchiusi gli occhi e aprii la bocca per parlare ma la voce del preside mi riportò alla realtà –green, mi dirà il motivo per cui si trova qua?- il signore sulla sedia a rotelle mi guardò per qualche secondo e io mi girai verso l’uomo che aveva parlato. Appoggiai le mani sulla cattedra e lo guardai dritto negli occhi –mi dica, Eniem chi è il dio del vino?- il preside mi guardò sconcertato e io continuai a fissarlo mentre un brusio si levava alle mie spalle –si sbrighi, perché altrimenti dovrò chiederlo a qualcun altro- dissi lentamente senza spostare il mio sguardo, mentre una risata si faceva strada alle mie spalle coprendo il mormorio. Il preside guardò uno dei ragazzi alle mie spalle, che probabilmente era colui che stava ridendo –Dioniso- disse poi guardandomi, io annuii –e secondo lei io muoio se non so che questo rincoglionito di Dioniso è il dio del vino?!- mi alzai di scatto sbattendo con vigore le mani sulla cattedra e facendo ballare qualche oggettino sparso su di essa. Improvvisamente dietro di me tutto si fermò, risate, chiacchierii come se tutti stessero trattenendo il fiato. Eniem mi guardò per qualche secondo sconcertato –che cosa sono queste parole Green?- esclamò subito dopo. Io mi voltai e fissai i ragazzi che erano rimasti alzati all’angolo della stanza –voi sapete chi è il dio del vino?- chiesi in un sussurro fissando gli occhi in quelli del ragazzo che mi era di fronte. Lui mi scrutò e poi annuii. Io mi avvicinai a lui e subito la biondina che gli stava affianco fece uno scatto avanti. Mi fermai sul posto e la guardai. Lei ricambiò lo sguardo, aveva meravigliosi occhi grigi illuminati da una scintilla, una scintilla che fa tremare la terra, una scintilla che nasconde superiorità, vita. –tu saresti?- le chiesi con sguardo duro –Green!- urlò il preside che stava visibilmente perdendo la pazienza –Annabeth- rispose lei con tono freddo, quasi volesse uccidermi. Io sorrisi –beh Annabeth, non fidarti di Dioniso, non è un bel tipo- e dopo aver detto questo uscii chiudendomi la porta alle spalle mentre il preside continuava ad urlare imprecazioni e sospensioni. Giada mi venne incontro seguita da Clara e Margherita. -beh?- mi chiese quest’ultima con sguardo preoccupato. Io alzai le spalle in tutta risposta –Dioniso è il dio del vino- risposi prima di salire le scale seguita dalle tre che si guardavano sconcertate. Mi girai un secondo priam di entrare in classe e vidi uscire l’allegra combriccola capitanata dal signore sulla sedia a rotelle. Annabeth mi rifilò uno sguardo assassino,e allora io spostai lo sguardo sul ragazzo alla sua sinistra. Non era molto più grande di me. E aveva due occhi neri che avrebbero potuto spaventare anche la morte in persona. Lui mi fisso e poi fece una piccola smorfia prima di voltarsi e seguire il gruppo che stava andando fuori.

Loro non sono come noi

Questo pensiero mi accompagnò per il resto della giornata. Ma quello che non sapevo quel giorno, era che avrei pensato quella stessa cosa anche di me.
  
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