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Autore: robin goodfellow    24/12/2013    2 recensioni
Vi era solo il rumore del vento. Ululati inquieti e il frusciare della sabbia fra la pietra nuda. Polvere bianca, che quasi feriva lo sguardo, aria gelida, che sferzava la faccia, e il sole, Imponente, fin troppo vicino a noi, feroce.
Genere: Fantasy, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi era solo il rumore del vento. Ululati inquieti e il frusciare della sabbia fra la pietra nuda. Polvere bianca, che quasi feriva lo sguardo, aria gelida, che sferzava la faccia, e il sole, Imponente, fin troppo vicino a noi, feroce.
Posai i polpastrelli fra le pietre squadrate della torre. Potevo vedere qualunque cosa da la su, così in alto da scorgere i piccoli crateri della Luna di Bohl, la più piccola e più vicina a noi dell’universo.
Mi tremarono le dita, irrefrenabili. Tempo fa nessuno avrebbe potuto scorgere  spazi di cielo così ampi dalla Torre di Skaar, eccetto per i Maghi dell’ Ordine dell’ Occhio, figure sinistre, incappucciate sotto spessi mantelli scuri, dal passo silenzioso e colpevole, unici passanti sulle pietre della Torre Bianca.
Ma … tutto era cambiato. E come il sole era diventato più vicino, desertificando zone in tutto il mondo , rendendole solo ampie leghe di sabbia bianca e fine, I maghi erano scomparsi, evaporati via da quelle lande desolate, come l’ombra sulla terra.
Sentii uno scalpiccio impercettibile, coperto dalla violenza del vento ghiacciato e dal frusciare della sabbia, proprio lì, vicino a me. Respirai a fondo, mentre un braccio nodoso mi cingeva i fianchi con fare paterno, e delle labbra color quercia mi si avvicinavano all’orecchio, in modo da sovrastare i rumori del deserto.
-Che cosa vedi lì?- sussurrò lui, con voce roca, calda come la legna nel fuoco, ruvida come la corteccia di pino, Indicandomi con un lungo dito venato in olmo la luce di un bianco puro, cristallino, lungo la linea dell’orizzonte.
-il nulla-mormorai, stringendomi di più al suo petto possente, sentendo la stoffa dei suoi abiti sotto i palmi e gli alamari in legno puntati contro la schiena, quasi spaventata dalla visione e dalle mie stesse parole, pesanti come macigni.
Il corpo dietro di me  fremette, aumentando la presa sui miei fianchi. Sulle labbra di quercia si allargò un ghigno, un sorriso feroce e colmo di tensione, mentre i denti dai riflessi ambrati si mostravano, serrati e aguzzi.
-Esatto. Ed è proprio lui che ci ucciderà-












Angolo Autrice:
è solo una cosa che ho ritrovato in vecchio quaderno di 5a elementare e che ho provato a riscrivere. Non è nulla di che, ma volevo provare.
Auguro buone feste a tutti
Robin Goodfellow
  
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