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Autore: Petit_fantome    24/12/2013    5 recensioni
Dicono che le anime sensibili riescano a sentire la realtà cento volte più amplificata.
Le anime schierate invece, risultano molto odiose e dure al primo impatto perché, riescono a ingigantire cento volte anche la più piccola realtà. Come posso reagire queste due anime, che sembravo così diverse, all' amore?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Natale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Therese venne svegliata dalla suoneria del suo cellulare.

Prese con calma l'oggetto mentre si stirava sbadigliando.

"Pronto?".

"Ehm ciao, sono Elodie... ti ho disturbata?".

"Uhm no, meglio se mi alzo va. Dimmi, qualcosa non va?".

"Avrei bisogno di un favore, sei l'unica a cui posso chiedere."

"Si, so di essere unica. Ahahah, stupidaggini a parte, vieni ti aspetto per fare colazione."

"Colazione? Therese sono quasi le 11, tra un po' inizia il pranzo di Natale."

"A casa tua, da me invece non si farà nulla."

"Ma, ma come?".

"Dai vieni che ho fame su, mi trovi in camera."

Dopo poco tempo Elodie giunse a casa di Therese.

Ad aprirle ci fu uno dei camerieri che stava finendo il turno.

Dopo avergli fatto gli auguri, la ragazza schizzò veloce in camera di Therese.

Questa stava sorseggiando un caffè forte mentre sfogliata distratta un giornale.

"Therese... Bill sapeva tutto."

 

La cena procedeva come il solito.

Soliti piatti, soliti discorsi inutili e solite compagnie vuote.

Elodie era stata invitata da Bill a prendere posto vicino a lui.

Solo loro due sembravano divertirsi e stare bene.

Parlarono di varie cose in tono allegro e spensierato.

Fu solo grazie a Bill che Elodie riuscì a calmarsi.

Odiava essere al centro dell' attenzione, mentre Brigette non vedeva l'ora di esserlo.

Verso la fine della cena Bill si spose verso di lei.

"Verresti fuori in giardino con me?".

Elodie un po' si spaventò di tale richiesta.

Temeva che Bill avesse intenzioni degne di Brigette.

Ma quando lo guardò negli occhi si ricrebbe e accettò annuendo.

Si alzarono senza essere molto notati e uscirono.

Il giardino era illuminato a giorno dalle varie luminarie.

I due si sedettero in una delle varie panchine in legno che vi erano.

"Allora, che ne dici di iniziare dicendomi il tuo nome?".

Elodie spalancò gli occhi.

"C-come?"

"Sei molto simile a Brigette, fisicamente parlando, ma per tutto il resto siete all' opposto."

"Da quando lo sai?".

"Dalla prima volta che vi siete scambiate."

"Ma come???"

Bill sorrise intenerito.

"Be, l' unica volta che ho avuto... la disgrazia di conoscere Brigette, mi ha praticamente dato della donna drogata, per via del mio look e della mia inclinazione per piercing e tatoo. 

E soprattutto non è mai stata cordiale e gentile come te."

Elodie abbassò lo sguardo imbarazzata.

"Scusami se vi ho mentito."

"Non devi scusarti, devi solo dirmi il tuo nome."

"Elodie, mi chiamo Elodie."

"Mi piace molto, e dimmi, ora ti andrebbe di farmi vedere anche il tuo colore naturale di capelli?".

Elodie lo guardò sconfitta.

"È perché prima uno si è staccato ed è finito sulla mia giacca, toccandolo per toglierlo si sentiva che era sintetico."

La ragazza annuì togliendosi la parrucca.

Bill sorridendo le sfiorò una ciocca di capelli.

"Molto meglio. Senti ma il fiore poi è nato?".

La ragazza rispose convinta "Si grazie mille. È andato tutto benissimo grazie a te.'"

Dopo quel primo imbarazzo i due ripresero a parlare con tranquillità.

Passò molto tempo fino a che non sentirono uno dei camerieri informarli che era stato servito il dolce.

"Dobbiamo rientrare." Sbuffo Bill mentre Elodie si rimetteva la parrucca.

"Domani hai da fare?"

"Domani è Natale, di solito trascorro la giornata con i miei parenti, ma quest' anno loro sono lontani."

"Ti va di passarlo con me allora?"

"T-tu vorresti passare il Natale con me?"

"Si."

"Ehm, ok... se ne sei sicuro."

"Io ne sono più che sicuro."

"Allora va bene."

"Perfetto domani ti passo a prendere a mezzogiorno. Dove abiti?"

Elodie scrisse il suo indirizzo nel cellulare del ragazzo che poi salvò insieme al suo numero.

Bill sorrise alzandosi e posandole la mano per aiutarla ad alzarsi.

"Non ti ci vedo molto con questo abito."

"Nemmeno io."

Scoppiarono a ridere entrambi mentre rientravano.

 

"Uhm, ok, tutto molto bello... io a che ti servo?".

"Be io, non ho nulla da mettere."

"Tutto qui? E dillo subito, accomodati, guardo cosa può offrirti il mio armadio."

Therese aprì le enormi porte scorrevoli rivelando una cabina armadio immensa.

Elodie sbiancò vedendo tutti quei indumenti.

I colori dominanti erano il bianco, il nero e le varie tonalità di grigio.

Ma in un angolo vi era un semplice tubino color ciliegia.

Therese lo tolse dalla cruccia e glielo pose.

"Tieni, te lo regalo."

"No io, non lo posso accettare."

"Oh si che lo accetterai e lo metterai insieme a queste."

Therese gli passò le scarpe abbinate.

"Tu, non lo metti mai?"

"Me lo sono fatto fare per un Natale particolare. È stato fatto su misura. Ma io preferisco sbarazzarmene. Brutti ricordi. Per ciò ora è tuo."

Elodie la osservò tornare a sedersi dove era prima.

L'abito era poco lontano ma lei sembrava fare di tutto per non guardarlo.

"Therese... Tu che pensi dell' amore?"

La ragazza non alzò nemmeno lo sguardo. "Che è un apostrofo rosa tra le parole "ti sto prendendo in giro". Per dirla in modo aggraziato."

Elodie la guardò per anche istante.

"È stato così pessimo?"

"Pessimo non rende l'idea."

Elodie si alzò dalla sedia e abbracciò forte Therese.

"Mi dispiace..."

Therese rimase immobile con gli occhi sbarrati.

Solo quando Elodie si staccò si ricompose.

"Va bene così... Ma dimmi sarete solo tu e lui?".

"Uhm si, perché Georg e Gustav sono con le loro compagne e Tom, il gemello, deve andare da una ragazza."

"A contribuire con l' evoluzione della specie."

"Be questo non lo sai di per certo."

"Elodie, è un uomo. Quelli smettono di ragionare con i genitali solo quando hanno un' erezione."

Elodie arrossì violentemente. "Ok ok, capito."

"Bene, adesso vai pure a prepararti. Tra un po' il tuo cavaliere arriverà."

"Si, grazie ancora e..."

Elodie fece per riabbracciarla ma questa la fermò. "Uno al giorno basta e avanza."

Elodie sorrise "Buon Natale."

"A te zuccherino."

 

 

***

 

Elodie fece appena in tempo a prepararsi.

Il vestito che le era stato regalato era semplice ma elegante.

Le maniche erano a tre quarti, il collo leggermente scollato, sotto il seno c' era un nastro di color nero che valorizzava le forme.

Era lungo fino a poco sopra le ginocchia.

I capelli decise di tenerli sciolti e di mettere un filo di trucco attorno agli occhi.

L' unico accessorio che indossava era un bracciale con perle nere.

Mentre si studiava alla specchio, pensando che Therese avrebbe riempito il vestito in modo molto diverso, suonò il campanello.

Un po' si vergognava di mostrare a Bill la modestia della sua casa, ma voleva essere il più sincera possibile ora. 

Voleva in ogni modo riparare il suo comportamento deplorevole.

Aprì al ragazzo. "Ciao, sono quasi pronta, vieni accomodati."

Bill la salutò tirandola a sé abbracciandola e baciandole castamente una guancia.

"Ciao Elodie. Fai pure con comodo."

Mentre la ragazza recuperava la borsa e il cappotto, Bill si guardò intorno.

"Che bella casa, è perfettamente in ordine. Camera mia sembra un campo di battaglia."

Elodie rise piano. "Diciamo che è passabile e accogliente."

"A me piace davvero molto." L'aiutò a mettere il cappotto.

Poco dopo uscirono e si diressero verso casa di Bill.

 

***

 

Therese se ne stava sul divano a osservare il fuoco del camino.

Era vestita con un lungo maglione nero e dei leggins dello stesso colore.

Aveva le gambe raccolte sul petto.

La governante le portò un vassoio con il suo thè e dei biscotti.

"Allora io vado, Buon Natale signorina."

"Grazie, Buon Natale a lei e alla famiglia."

Spostando lo sguardo sul vassoio, Therese si accorse che aveva iniziato a nevicare.

Prese la tazzina e si alzò andando davanti all' enorme vetrata.

Guardò la neve cadere.

Scostando lievemente lo sguardo si accorse di non essere sola.

"Già completata la riproduzione?".

"Pensavo di iniziare proprio ora per la verità."

"Be qui non hai materia prima, per cui vattene."

Tom era sulla soglia della porta e in mano teneva due grandi scatole.

Si spostò verso il centro della stanza e posò una delle due scatole sul tavolo.

Con l' altra invece si avvicinò alla ragazza.

"Questo è per te."

"Tienitelo."

"Ti prego Therese. Non è facile per me quello che stò facendo."

"Non sei costretto a farlo, vattene." La ragazza continuava a non rivolgergli lo sguardo.

"Sto cercando di chiederti scusa."

"È troppo tardi."

"No, e lo sai, altrimenti mi guarderesti."

La ragazza non rispose abbassando lo sguardo.

"Aprilo per favore."

Therese si girò verso Tom e iniziò a sciogliere il fiocco che chiudeva la scatola.

Non fu difficile e appena sciolto lo lasciò cadere a terra.

Tolse il coperchio della scatola e lo fece cadere a terra dalla sorpresa.

In quel momento uscì il musetto di un piccolo gattino persiano, dal pelo completamente bianco.

Therese lo prese in mano commossa.

"Piccolo, ciao. Sei bellissimo."

La ragazza se lo portò al petto e iniziò ad accarezzarlo e a coccolarlo.

Tom guardava la scena sorridendo.

Guardò Therese e le accarezzò il viso piano.

Finalmente dopo tanto i loro sguardi si incrociarono.

Le sensazioni che ne nacquero furono troppo pesanti per la ragazza che ritornò a guardare il piccolo gatto.

Tom andò a prendere l' altra scatola.

"A casa tua, era tradizione che per il giorno di Natale, ti venisse confezionato un abito."

Aprì la scatola rivelazione il contenuto. "Ti va di indossarlo?"

L'abito era color porpora con le maniche di camicia e lungo fino al ginocchio.

"Andrebbe rosso per Natale, ma a te non piace il rosso." Sorrise guardandola.

La ragazza annuì e con ancora il gatto in mano, prese il vestito e si diresse nell' altra stanza per cambiarsi.

Tom rimase fermo vicino alla vetrata finché Therese non ritornò.

Si voltò a guardarla, "Sei favolosa."

La ragazza accennò un sorriso timido continuando a giocare con il micino.

"Io... ehm avrei bisogno di parlarti. Seriamente."

Tom si sedette sul divano torturandosi le mani.

Therese si sedette poco lontano da lui appoggiandosi il gatto sulle ginocchia.

"Ho anche questo per te." Il ragazzo estrasse dalla giacca una piccola scatolina blu.

La ragazza la guardò senza prenderla in mano.

"Si lo so, questa domanda non dovrei farla a te, ma a me.

Sono stato un idiota a lasciarti.

Sono stato un codardo.

Io stavo... dannatamente bene con te.

Tu non eri solo sesso come con le altre, ma non volevo ammetterlo.

E quella notte in cui ti sei ammalata me ne resi conto e mi spaventai.

Mi spaventai perché quella volta rimasi sveglio tutta la notte, non per fare sesso, ma perché avevo paura stessi male.

Lo avevo fatto solo e unicamente per mio fratello. Mai per altri.

Invece quella notte ti sono rimasto accanto sempre. 

Rimasi sveglio per sentire se avevi freddo, se tossici, se tremavi.

Rimasi sveglio per te.

Rimasi sveglio pregando che ti passasse presto, perché il giorno dopo era Natale e tu ami il Natale.

Rimasi sveglio perché...

Perché ti amo.

Mi spaventai a morte quel mattino e ti abbandonai.

Ti lascia senza una spiegazione.

Ma ora sono qui per dirti quello che provo e per dirti..."

Il ragazzo aprì la scatolina rivelando al suo interno un foglietto con scritto:" Sì"

"Sì al voler stare insieme.

Sì a volerti sempre accanto, e non solo per il sesso.

Sì al voler farti compagnia mentre studi.

Sì al voler esserci quando stai male e a quando stai bene.

Sì all' amarti.

Sì al voler vederti il più possibile.

Sì ai "ti amo" detti piano prima di addormentarsi.

Sì all'essere solo tuo.

Perché ti amo Therese."

Tom alla fine del monologo si ritrovò a deglutire a vuoto mentre guardava agitato la ragazza."Sì." Sussurò la ragazza girandosi verso di lui.

Tom fece cadere la scatolina sul divano e si gettò a baciarla.

"Buon Natale piccola mia."

"Buon Natale Tom."

Tom si sedette sul divano portandosi Therese sulle gambe per poter giocare, anche lui, con il micino.

I due sorridevano e tra un bacio e l' altro cercavano di scegliere il nome adatto per il nuovo arrivato.

 

***

 

Bill fece accomodare Elodie in una grande sala.

La parete di fronte era composta da tre enormi vetrate che davano sul giardino.

Al centro vi era un enorme tavolo rettangolare apparecchiato per due.

Elodie si guardò in giro stranita.

"Ma, l'albero? Le decorazioni?".

"Non ci sono."

"Eh già." Rispose imbarazzata.

"È perché nella mia famiglia oramai sono importanti solo gli affari. Per cui sarebbe davvero meschino fare tanta cerimonia per un evento che non sentiamo nel cuore."

"Certo, ha senso. Ma... perché dobbiamo stare così lontani uno dall'altro?".

Elodie guardò la grande tavola. Era preparata per due, uno all'opposto dell' altro.

Tra i due ci saranno stati come minimo tre metri di distanza.

"Be è così che mangiamo noi di solito."

"Ti dispiace se mi siedo vicino a te?".

Bill la guardò stranito.

"Ehm no certo, ma, aspetta chiamo i camerieri a far spostare tutto."

"Ma no, lasciali tranquilli."

Elodie prese le varie stoviglie e la sedia e si mise vicino a Bill, che si accomodò a capo tavola.

Quando entrò il primo cameriere si guardò intorno spaesato, solo quando Bill alzò una mano egli capì la nuova disposizione.

Il pranzo passò sereno, Bill chiese molte cose ad Elodie ma lei non si sentì sotto processo o in imbarazzo.

Le parole le uscivano fluide e tranquille.

Poco dopo del dolce Bill spostò lo sguardo sulle vetrate.

"Sta nevicando."

Elodie si alzò per guardare.

"Siiiiii, dai vieni." Prese Bill per mano iniziando a tirare per fare in modo che si alzasse.

"Dove?".

"Fuori ovviamente, dai mettiti il cappotto e usciamo."

"Ma ma…"

"Niente "ma", su dai."

Elodie lo tirò fino a che non uscirono entrambi dopo esercii coperti.

Appena fuori dalla casa, la ragazza raccolse un pò di neve e la gettò addosso al ragazzo.

"Ma allora vuoi la guerra." Iniziò anche BIll a lanciarle addosso la neve.

La loro "battaglia di neve" continuò per ore, tra inseguimenti, risate e gridolini.

Si concluse quando Bill, ormai esausto, abbracciò forte Elodie.

"Sono sfinito… Erano anni che non lo facevo."

La ragazza ricambiò la stretta. "Ti arrendi?".

"Sì…" Bill aveva un forte fiatone.

Elodie, senza staccarsi dall' abbraccio, gli tolse dai capelli della neve che vi era rimasta attaccata.

Bill la guardava sereno.

"Ho una cosa per te."

La ragazza lo guardò stranita.

Bill estrasse dalla tasca del pantaloni una piccola scatolina celeste di Tiffany.

"Bill, no, io non posso accettare. Io non ho nulla."

"Ti sbagli, tu è da circa.. uhm, tre anni che hai il mio cuore."

Il ragazzo aprì la scatoline rilevandone la catenina in argento con il ciondolo a forma di cuore.

"Ho bisogno che il mondo sappia che sei la ragazza che amo."

Elodie abbassò lo sguardo e si staccò.

"Non mentirmi per favore, io lo so, sono stata una stupida a prendere il posto di Brigette, ma ti prego non ingannarmi su cose come queste."

Bill prese il volto tra le sue mani e la baciò.

"Ti sembro uno che sta' mentendo?"

Elodie aprì dopo qualche secondo gli occhi.

"N-no."

Bill sorrise e riprese a baciarla.

"Buon Natale Elodie."

"Buon Natale Bill."

 

 

                                                                                                                                                                                         The End (?)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E ora tocca a me. Buon Natale a tutti. 

Grazie mille per aver speso un pò di tempo a leggere questa breve storia.

Voglio spendere qualche riga per ringraziare alcune persone molto importanti. 

Prima fra tutte un grande saluto a Debby. 

Lei è la mia Elodie e spero molto che anche da lassù la possa leggere.

Poi grazie anche a Giada, Laura, Natasha, Aurora, Enrica, Paola, Sara e Samantha.

Vi ringrazio moltissimo. Siete delle persone straordinarie e io ho solo questo modo per farvi un pò capire quanto i voglio bene. Buonissimo Natale tesori. 

E molte grazie anche a Rabbit001 per aver commentato lo scorso capitolo.

Auguri ancora a tutti.! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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