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Autore: Caelien    24/12/2013    1 recensioni
Harmavaryar significa 'Custode del tesoro' in elfico.
Premessa: è la mia prima FanFiction.
Luthien Undomiel è un personaggio che mi sono permessa di inventare. Entra a far parte dell'universo di questa fantastica triologia, e segue la Compagnia durante tutta l'avventura, spero senza stravolgere troppo la storia originale e deludere le aspettative di voi lettori.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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XII°


Luthien dormiva ormai da due giorni e due notti; non un battito di ciglia, non un impercettibile movimento del corpo. Legolas vegliò sul suo sonno ininterrottamente, nonostante gli inviti di Aragorn e Gimli a riposare.

Era la mattina del terzo giorno dopo la battaglia ed ormai Gandalf premeva per continuare il viaggio. Faceva avanti e indietro dalla stanza dell'elfa da ore, non riuscendo a capire per quale motivo le sue ferite non riuscissero a rimarginarsi.

“Luthien non ha forze per proseguire, sarà necessario avvertire Re Elrond e fare sì che venga scortata a Gran Burrone.” Annunciò lo stregone, uscendo dalla stanza dei guaritori. “Armi potenti hanno ferito il suo corpo, armi intrise di magia troppo oscura.”

Ma Aragorn, Gimli e Legolas insistevano per aspettare finché non si fosse svegliata: si sarebbe deciso poi il suo destino all'interno della compagnia.

“Aspetteremo fino a questa sera, poi Elrond deciderà per sua nipote.”

Gandalf si allontanò per discutere con Re Theoden riguardo il percorso da seguire, seguito da Aragorn e Gimli.

Legolas rimase solo, ancora una volta, di fianco al letto di Luthien.

“Se solo capissimo che forza maligna ha intriso la tua pelle...”

“Non potremmo fare nulla comunque, giovane elfo.”

Eomer fece capolino nella stanza, con il viso segnato dalla preoccupazione. Stette qualche momento in silenzio, poi riprese a parlare.

“Luthien mi ha consigliato durante tutta la mia adolescenza. E custodiva i miei sogni, mi proteggeva da qualsiasi oscura forza avesse potuto insidiarsi nella mia mente. C'è sempre stata per me, Thèodred ed Eowyn, anche quando mio padre il re era lontano. Le dobbiamo molto. Io le devo molto.”

Legolas ascoltò con attenzione il racconto del Rohirrim, notando nella sua voce un velo di malinconia, dovuta ad un sentimento lontano e di sofferenza.

“È incredibile quanto tempo sia passato, e quanto sia ancora così bella.”

Eomer avvicinò lentamente la sua mano alla guancia dell'elfa, quasi impaurito di poterla ferire, tanto sembrava eterea.

Proprio in quell'istante, le palpebre di Luthien si contrassero, ed infine si aprirono lentamente, scoprendo i suoi occhi. Ma non erano del loro splendido colore. Erano velati da una patina biancastra.

Appena si rese conto di essere cosciente, comincio ad ansimare forte, tanto da fare trasalire Legolas ed Eomer.

“Vado a chiamare Gandalf, rimani qui!”

Disse Eomer, sparendo verso la porta.

“Luthien, Cormlle naa tanya tel’raa*, Lle naa belegohtar*, resisti!”

Le sussurrò Legolas all'orecchio.

Subito arrivò Gandalf, seguito da gli altri uomini della Compagnia. Osservò Luthien con attenzione, per poi recitare un incantesimo in una lingua che nessuno dei presenti aveva mai sentito.

“Qualcuno di voi ha trovato il suo diadema?!”Chiese lo stregone con impazienza.

Legolas ripensò immediatamente al gioiello ritrovato qualche tempo prima. Con agilità si precipitò nella sua stanza, per poi tornare da Luthien col gioiello tra le mani.

“Posalo sulla sua fronte, presto!”Disse Gandalf, trafelato.

Non appena l'oggetto le sfiorò la pelle, Luthien abbandonò l'affanno e riprese a respirare regolarmente.

Tutti quanti guardavano i suoi occhi vagare da un viso all'altro, per poi posarsi su quelli dello stregone.

“Gandalf... Cosa mi è successo?”

“Un'arma di Isengard ti ha colpita. Ma non un'arma qualunque, una forgiata alla maniera di Mordor. Il veleno ti stava uccidendo. Adesso via, lasciatela riposare.”

Gandalf e gli altri uscirono dalla stanza, lasciando l'elfa a riprendersi con la più assoluta calma.

“Le sue condizioni si ristabiliranno presto, credo... Credo riuscirà ad esserci accanto ancora.”

Un sorriso si dipinse sui volti di Legolas, Gimli ed Aragorn. Più preoccupato era Eomer.

“Sei sicuro di ciò che dici? E se avesse un'altra ricaduta? Se... Morisse?”

Legolas lo guardò con fare sospettoso. Il sentimento che aveva provato poco prima nella stanza doveva essere amore. Quello scostante, superficiale, caratteristico della razza degli uomini.

“Non succederà Eomer di Rohan, non finché veglierò su di lei. Andate, tranne te Legolas, rimani con me, devo farti qualche domanda.”

Eomer guardò prima Gandalf e Legolas con incertezza, poi lasciò il corridoio con Aragorn e Gimli.

“Dimmi Legolas, perché avevi tu il diadema?”

“L'ho ritrovato qualche notte fa tra le mie cose. Io ho sentito come una voce... cantava la storia di Luthien. Ma già conosco quell'oggetto, solo non capisco perché Non l'ho mai visto prima di ora.”

“Sai perché lo hai trovato tu?”

Legolas sembrò confuso. No, Gandalf.

“Comprendo... Ogni cosa ha suo tempo, giovane elfo, ora va a riposare, sei stato sveglio per troppo tempo. Domattina partiremo per continuare il nostro viaggio!”

Gandalf gli sorrise, lasciandolo solo e confuso.

*

La mattina seguente, Re Theoden, Eomer, Gandalf e l'intera compagnia, meno che Luthien, troneggiava in cima ad una collina, poco lontano dal Fosso di Helm.

Pronti a partire, seppur con estrema costernazione dal momento che l'elfa mancava tra loro, miravano l'orizzonte in direzione di Mordor, dove il fuoco e l'occhio di Sauron erano più vivi che mai.

“La battaglia per il Fosso di Helm è finita, la battaglia per la terra di Mezzo sta per cominciare. Le nostre speranze sono nelle mani di due piccoli hobbit... Sperduti nelle terre desolate.”

Stavano per avviarsi verso Isengard, quando il nitrito di un cavallo e il rumore dei suoi zoccoli li sorpresero da dietro.

Luthien cavalcava un esemplare di colore identico ai suoi capelli, fiero e bello. Nei suoi occhi un ritrovato coraggio e voglia di battersi, il suo corpo più in forma che mai.

“Luthien!”

Esclamò Theoden con allegria.

“Non potevo lasciare i miei compagni e voi, miei signori, non adesso.”

Disse lei, salutando con un cenno del capo tutti i presenti. Si fermò un istante in più ad osservare Legolas, il quale si costrinse a mantenere a bada l'istinto di andarle in contro.

“Coraggio allora, un lungo viaggio ci attende.”

Luthien, energica e sicura, cavalcava energicamente di fianco a Legolas e Gimli, sorridendo per la forza e la gioia ritrovata.

*1: Il tuo cuore è come quello di un leone

*2: Sei una valorosa guerriera


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Care lettrici/lettori. Aggiorno oggi dopo tanto, tanto tempo di assenza. Per questo mi scuso, ma una grande mancanza di ispirazione, e un grande punto interrogativo su come fare continuare questa storia, mi avevano assalita.
Ho notato, col tempo, che tanti di voi hanno inserito la storia fra le seguite, qualcuno tra le preferite, e per questo vi ringrazio di cuore. Ho deciso di riaggiustare qualche cosa qua e là nei capitoli in modo da aggiustare la forma lessicale e la trama, avendola scritta ed ideata molto tempo fa non ricordavo tutto con precisione.
Che dira, grazie a chi recenirà ed anche a chi passerà per una rapida letta. Grazie davvero <3
Un ringraziamento speciale a Jo che mi sta sempre vicina e mi ha sempre spronata a continuare le cose in sospeso <3

 

   
 
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