Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Archaix_Lemixia    25/12/2013    1 recensioni
Uno squarcio temporale. Il destino dei mondi viene diviso in due realtà distanti ma unite. La prima è la storia di Roxas. La seconda inizia da un piccolo incidente... Che rischierà di cambiare le sorti dell'intero universo. Una porta. Tre chiavi. Tre cuori. Un unico destino.
" “Queste vengono dette Keyblade e sono in grado di raccogliere i cuori che gli Heartless possiedono. Il luogo in cui tutti i cuori raccolti si riuniscono si chiama Kingdom Hearts. Quando sarà completo noi tutti potremo ricevere quello che desideriamo di più: un cuore.”
Le due Nobody guardarono con stupore i due oggetti nelle loro mani: forse la cosa più preziosa che esistesse al mondo, ed era lì davanti ai loro occhi.
---------------------------------------------------------------------------------------
“Game over. Credevo che avresti resistito di più davvero mi hai deluso, ma ve bene così. Ora che sono libero la mia vendetta sarà ancora più dolce”
Poi due fari gialli si accesero in mezzo al nulla, minacciosi, piantati su di lei
“Ascolta, quando troverai i cuori del Caos, distruggili. Non lasciare traccia o il nostro mondo scomparirà per sempre…”
---------------------------------------------------------------------------------------
ATTENZIONE: DAL CAPITOLO 12 DIVENTERA' CROSSOVER. elenco dei mondi GIA' visitati:
- CALL OF DUTY
- SUPER PAPER MARIO
- HUNGER GAMES
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: KH 358/2 Days
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La città di Halloween – ricordi nascosti

Un nuovo giorno sorgeva silenzioso nel mondo che Non Esiste. Axel stava dormendo tranquillamente, avvolto nelle pesanti coperte del suo letto, e immerso in un sonno senza sogni. Per un Nessuno fare dei sogni è praticamente impossibile perché essi sono dettati per la maggior parte dalle emozioni e dagli istinti, cosa che in loro è totalmente assente. Eppure qualcosa nella mente del petardo umano stava lentamente prendendo forma come una sorta di ricordo perduto o una realtà intangibile… In cima al campanile di Crepuscopoli due figure parlavano felici avvolte da un’atmosfera gioiosa… quasi nostalgica. Due gelati salmastri nelle mani, mille parole dette da due amici sinceri che sembravano conoscersi da sempre anche se non era così: Axel era lì, davanti a quel ragazzo dai capelli color del grano e gli occhi di un profondo azzurro cielo. Non lo conosceva veramente ma era come se gli mancasse, come se…
“Ti rendi conto di quanto poco ci hai messo a manovrare la Keyblade? Sei un vero portento!” le parole gli uscirono di bocca come in un film programmato e non capiva perché le aveva dette, forse per confortarlo, dato che il viso del biondo era irrimediabilmente triste. “Lo pensi davvero?” il ragazzo si girò verso di lui con una scintilla speranzosa negli occhi, come se non avesse aspettato altro che quel complimento.
“Ma certo R… Ro…”
“Ugh, che c’è non ti ricordi più il mio nome? Mi offendi in questo modo sai?” disse in tono scherzoso lui, ma non c’era niente da ridere. Perché stava parlando con lui? Era uno sconosciuto! Doveva andarsene da lì ma non poteva, era come immobilizzato.
“Ehi Axel…” improvvisamente il cielo divenne da dorato a rosso scuro, fino a sporcarsi di nero. Il campanile e qualsiasi altra cosa attorno a lui divenne di un grigio quasi irreale, mentre il viso del ragazzo davanti a lui si tinse di un nero pece che avvolse la sua testa trasformandola in quella di un Heartless. Axel rimase inorridito alla vista di quegli occhi che poco prima erano color del cielo, e ora erano diventati di un bianco diafano.
“…non ti senti bene? …“ la sua voce era ora un suono gracchiante e disturbato. La figura divenne sempre più grande fino a superare il campanile.
“Non ti…”  Axel non riusciva a muoversi incatenato dal ricordo di un sentimento che tanto aveva odiato quando era un Somebody, davanti a quel mostro.
“…ricordi più…” l’Heartless alzò un braccio sfoderando una fila di lunghi artigli affilati.
“…di me?” la falce della morte calò su di lui mentre gli occhi bianchi dell’Heartless si tingevano di un rosso sangue.
“AAAAAAAAAAAAAAAARGHH!!!!!!” si svegliò di soprassalto aggrappandosi alle coperte e rischiando di cadere dal letto, ma ormai era tutto finito. Un incubo, da quanto non ne aveva uno? Da quando era diventato un Nessuno. E allora perché ora lo spettro delle sue paure era tornato a tormentarlo anche là dove non sarebbe potuto arrivare? Si scrollò di dosso quei pensieri insensati e si concentrò sulle questioni serie della giornata: oggi non aveva missioni in programma quindi avrebbe continuato le indagini sul mistero che lo crucciava fa giorni: nell’Organizzazione c’era un traditore. Se lo sentiva nel profondo, nel suo stesso sangue da sicario.
Più in là altri due Nobody dormivano profondamente avvolte completamente nelle coperte fino alla punta del naso, perché in quei giorni il clima era diventato particolarmente freddo. Immerse così nei loro sonni senza sogni, non si accorsero della figura che lentamente entrava nella loro camera e si avvicinava ai loro letti….
“SVEGLIAAAAAA!!! Tutti in piedi il mattino ha l’oro in bocca!!” Lemixia fece un salto talmente alto da spiaccicarsi sul soffitto e Archaix rovinò a terra trascinandosi la coperta.
“XIGBAR!! Quando avevamo detto di svegliarci presto non intendevamo questo!!”esclamò la numero XIV adirata.
“Pardon” rispose il Tiratore Libero mentre scendeva dal soffitto “è che ho fretta di partire per la missione perché ho un impegno e non vorrei tardare, quindi sveglia il sole è alto giù dalla branda!!”
E così un nuovo santissimo giorno cominciava, con la gentilezza tipo -ippopotamo in una gioielleria- di Xigbar. Dopo la colazione scesero nella sala delle missioni dove puntualmente trovarono il Mago che Danza sulla Luna (tre ore della nostra vita sono state dedicate per cercare di capire PERCHé si chiamasse così) che assegnò loro l’incarico: il giorno prima i gruppi di missione erano stati già formati per evitare disguidi, così si misero subito in marcia attraverso il corridoio delle tenebre verso il  nuovo mondo. Quando Saix disse il nome di questo, Xigbar era sembrato troppo soddisfatto, per questo Archaix si sentiva stranamente tesa nel vedere quel sorriso beffardo che sicuramente aveva qualcosa in mente. Finalmente si ritrovarono davanti al portale che li avrebbe condotti alla loro destinazione quando il Tiratore Libero si fermò un attimo: “Ragazzine, questo mondo non è come gli altri e non so come dirvelo ma…. Aspettatevi il peggio”
Entrarono nel portale. Stranamente l’aura che emanava quell’anticamera, che solitamente era di un bianco panna, era completamente nera. Tutto attorno si respirava un’insolita aria di morte, come se stessero andando negli stessi inferi.
Davanti a loro i caratteri cubitali di una città fantasma roteavano intorno a loro mentre il tetro paesaggio prendeva forma, lasciando intravedere ora il cimitero pieno di tombe inquietanti, ora gli alberi cavi spogli e secchi, ora la città in lontananza che sembrava emanare anch’essa quell’aura di morte. La scritta prese forma fondendosi nel nome –Halloween Town-  e scomparì. Halloween? Che strano, quel nome rimbombò nelle menti delle giovani ragazze con forza come se non fosse la prima volta che avevano sentito quella parola, ma non ci fecero molto caso all’inizio. Ad Archaix evidentemente non piacque quel posto perché arretrò fino a stringere un lembo del cappotto di Xigbar che la fissava divertito, e neanche a Lemixia andò a genio perché arretrò anch’essa.
“La sentite?” chiese ad un certo punto il cecchino alle due, che si girarono alzando un sopracciglio. Sentire cosa scusa?
“La sentite l’aura di questo posto? È un’aura diversa da quella di qualunque altro mondo perché qui si riuniscono tutti gli esseri che sono morti nel proprio mondo. Qui gli Heartless non attaccheranno le persone che vi abitano anzi a volte non li noteranno neppure perché neanche loro hanno dei cuori. Tutto chiaro?” precisò lui guardandole con quella sua espressione divertita, il suo fare saccente e il suo unico occhio.
Per quella volta non fu necessario avvicinarsi alla città perché la missione prevedeva di eliminare un gruppo numeroso di Heartless nel cimitero, dove si stavano dirigendo. Solenni lapidi bianche costellavano il viale che portava al cancello d’ingresso, sormontato da un cielo scuro dove neanche la luna riusciva a rischiarare il cammino, mentre il freddo pungente di un gelido Dicembre faceva rabbrividire persino gli alberi.
“Ma perché ci hai accompagnato tu in questa missione? Ormai siamo autonome…” chiese ad un tratto Lemixia per spezzare il silenzio che si era creato nel gruppetto. Xigbar si voltò verso la numero XIV e rispose con nonchalance: “Vedete, mi è stata commissionata una missione analoga in questo stesso mondo, e poi non voglio perdermi la vista dei vostri sguardi terrorizzati davanti a quello che vi aspetta” la sua risposta ebbe effetti anche peggiori del silenzio, in che senso sguardi terrorizzati? Che cosa le aspettava davvero in quella missione?
Arrivati al cimitero, non c’era anima viva. Ma questo era normale. Xigbar si mise in un angolo del camposanto e disse alle Energie Gemelle di andare a sistemarsi al centro: la missione era liberare i cuori di un gruppo di nemici decisamente superiori di numero e in vantaggio rispetto al terreno. La fioca luce della luna si rifletteva sulle lapidi dipinte di un solenne bianco, scrostato per via del tempo. La numero XIII si guardò intorno, quel posto non la faceva sentire bene, ma non nel senso che aveva paura ma proprio che si sentiva male! Quella sensazione soffocante sembrava avvolgere ogni centimetro del suo corpo stritolandolo in invisibili spire maligne. “Lemixia, tu ti senti a tuo agio? Nel senso, ti senti bene?”
“Beh perché non dovrei senti-ATTENTA!!!!” gridò sobbalzando all’indietro alla vista di un’inquietante spettro con un ghigno terrificante che si era formato alle spalle della compagna e l’aveva avvicinata: Archaix si girò verso il nemico e sentì una scossa di gelido che le trapassò il petto. L’Heartless l’aveva LETTERALMENTE trapassata con uno dei suoi artigli immateriali, immobilizzandola. Due occhi a forma di faro le si puntarono contro accecandola mentre con l’altro braccio l’Heartless si preparava a colpirla. Lemixia evocò la Keyblade pronta ad attaccare ma venne fermata dal numero II: “Ferma, vediamo come si comporta di fronte a questo inconveniente. Vi capiterà spesso d’ora in poi” disse con un leggero ghigno in volto. Lemixia si fermò frustrata di poter solo rimanere a guardare.
L’Heartless piantò anche la seconda mano nel petto della ragazza che si dibatteva invano: era come se tutta la sua energia stesse venendo risucchiata dal suo corpo, si sentiva svuotata di ogni forza e volontà…
-L’energia risiede in ogni parte del creato. Libera il tuo potere e falla tua-
Una voce, la stessa che aveva sentito quando lei e Lemixia volteggiavano nel buio…
Un’aura nera avvolse Archaix e i suoi occhi si tinsero dello stesso colore, l’Heartless se ne accorse e il suo ghigno beffardo si tramutò in un’espressione di terrore puro e tentò di liberarsi ma era troppo tardi: delle spire color delle tenebre partirono dal petto della Nessuno e lo bloccarono trascinandolo lentamente verso di lei. Lo spettro lanciò un sibilo di dolore mentre veniva risucchiato in quello stesso corpo che poco prima aveva tentato di ferire. L’aura nera si dissolse e Archaix rimase lì, in piedi, con lo sguardo vuoto e nero. “Archaix!!” gridò la compagna che si precipitò verso di lei strattonandola per farla tornare in sé.
“M-ma che è successo?”
“Uhuhuh dovevi vedere la tua faccia, sul serio! XD E comunque abbiamo appena assistito ad una dimostrazione del potere dell’Energia. Ora tocca a te Lemixia “ ghignò divertito il Tiratore Libero, come se non sapesse che aveva rischiato di perdere una compagna.
“fermi tutti, che intendi dire? Che cos’era quello? E in che senso che il nostro potere è quello dell’Energia?” Lemixia mise le mani lungo i fianchi e si pose davanti a lui con sguardo di sfida. Lui si limitò a guardarla come se fosse tutto scontato e rispose: ”Tsk, ragazzine… Ancora non avete capito che possedete un potere a dir poco spaventoso? Chi è in grado di manipolare l’Energia può rigenerarsi prendendola da un qualsiasi altro essere vivente e molto altro! Orsù ora tocca a Lemixia e poi siete autonome, ho una missione anche io”  concluse sbrigativamente guardando la numero XIV e invitandola a fare altrettanto. Solo che non sembravano esserci nemici intorno. Si avviò nuovamente verso il centro del cimitero guardandosi intorno con circospezione, finché non scorse qualcosa alle sue spalle: si voltò di scatto e vide un altro di quegli spettri che si stava preparando ad attaccare ed evocò la Keyblade roteandola e ferendolo di striscio. “Non usare la Keyblade! Usa il tuo potere!” Archaix le ricordò la prerogativa, ma come poteva usarlo?? Si concentrò al massimo sull’Heartless, ma non successe niente e dovette schivare una serie di rapidi affondi. Scartò di lato e si concentrò al massimo, usò tutte le sue risorse energetiche…
-L’energia risiede in ogni parte del creato. Libera il tuo potere e falla tua-
WTF?? La stessa aura demoniaca che circondava Archaix si risvegliò e risorse come dall’entroterra formando una serie di spire oscure, queste uscirono dal petto delle Nobody e andarono a conficcarsi nel corpo ectoplasmatico del fantasma che emise un sottile grido di dolore e venne trascinato all’interno di lei. Poi tutto finì. L’energia che quel potere emanava le sembrava immenso, si sentiva come se potesse risucchiare il mondo intero e poterlo soggiogare con un solo schiocco di dita.
“L-lemixia… Stai bene?” chiese titubante la compagna che, avvicinatasi, le aveva appoggiato una mano sulla spalla.
“Come mi sento? Mi sento alla grande!! Sento che potrei dominare il mondo!!! Non ti senti così anche tu?”
Archaix si guardò le mani, cercando di capire cosa fosse successo: “Beh si… è come se dentro di me si fosse risvegliato un potere di dimensioni enormi che è fuoriuscito dal mio petto con una violenza inaudita..”
“Si si tutto molto commovente ma adesso devo andare: ora usate le Keyblade per sconfiggere i nemici perché se li risucchiate non raccoglierete i loro cuori. Ci vediamo fra un’oretta davanti al cancello della città fantasma ok? Ciaoooo” e detto questo lui e la sua gentilezza tipo -Elefante in una cristalleria- si incamminarono con tutta tranquillità verso una località ignota, oltrepassando il grosso cancello che delimitava il cimitero e addentrandosi nel bosco.
 
Quando anche l’ultimo dei venti/trenta spettri si fu volatilizzato le Energie Gemelle si fermarono ansimanti, appoggiandosi ad una lapide circolare benedicendo Kingdom Hearts per essere ancora vive. Fra tutti i nemici che avevano affrontato sinceramente gli Indaspettri erano i più antipatici, ti saltavano alle spalle e ti facevano prendere un infarto ogni due per tre.. Visto che il loro lavoro era finito, tanto valeva dirigersi subito verso il punto d’incontro pensarono, così le Energie Gemelle si avviarono verso quella spettrale cittadina che la luce fioca di un’inquietante luna color bianco diafano faceva apparire quasi irreale. Oltrepassarono il solenne cancello arrugginito del cimitero e si diressero per quella stradina sinistra e buia, costellata di pochi alberi spogli e rinsecchiti. Mentre camminavano Archaix ne osservò uno in particolare per un po’ di tempo, come se fosse diverso dagli altri. E quando gli passarono di fianco lei sentì una leggera risatina provenire da esso. Si voltò di scatto e vide che l’albero le stava mostrando un inquietante sorriso sadico. Cacciò un piccolo urlo che attirò l’attenzione della compagna: “Che c’è hai visto un altro Heartless?”
“N-no niente” rispose lei, vedendo che in realtà quello era un normale albero secco. Era stata solo la sua immaginazione. O no?
 
 
-Umpf, ci mancava solo di doverlo cercare in un bosco di proporzioni pazzesche, ma non potevano chiamare Tartufo/Zexion e darmi le coordinate?- Xigbar si stava lamentando per l’ennesima volta che si ritrovava a girare in tondo nello stesso tratto di bosco, che sembrava fatto apposta per perdersi oltre che per spaventare. Ma ormai lui era abituato a cose del genere, chissà come se la caveranno le novelline invece, continuava a chiedersi…
 
 
Finalmente arrivate al grande cancello d’entrata alla città di Halloween, Lemixia e Archaix si guardarono intorno, non vedendo nessuno. Silenzio totale, di Xigbar neanche l’ombra. Una folata di vento passò attraverso le inferrate color nero corvino aprendole con un inquietante cigolio, come per accogliere le due ragazze, come se volesse dire: “benvenute piccine, volete entrare nella città dove tutto è terrore? Fate pure…”  Lemixia scrutò oltre l’entrata: da fuori si vedeva solo l’ingresso ad una piazza deserta, al centro una strana fontana che sembrava brillare di luce propria…
“Ehi Archa perché non entriamo? Tanto abbiamo ancor un po’ di tempo prima che Xiggy arrivi” propose lei mostrando un piccolo sorrisetto alla compagna che dall’espressione sembrava più che contrariata.
“Ma certo, è solo che non… non mi ispira molto questo posto”
“Che c’è hai paura?” la canzonò divertita mettendo la parola –paura- fra virgolette.
“Non potrei neanche volendo Lemixia, ma il fatto è che sento un’aura estremamente negativa provenire da questo posto. Tu no?”
Lemixia la guardò facendo le spallucce, e incamminandosi verso il cancello sapendo che non potevano allontanarsi e che quindi Archa l’avrebbe seguita volente o nolente.
 
“Toh, dovevo aspettarmelo che saresti apparso qui” Xigbar si trovava in un grande campo di zucche demoniache, che circondavano interamente una collina dal buffo aspetto a forma di ricciolo sullo sfondo di una grande luna. Un posto niente male, molto scenografico si disse lui, ma non altrettanto bello per quell’aggeggio che gli si mostrava davanti: proprio sopra la collina era piantato un macchinario dalla forma di un cuore nero, con una specie di timer sopra. I numeri rossi scorrevano lenti all’indietro, provocando un leggero ticchettio ad ogni secondo. E ad ogni secondo che passava il cielo intorno ad esso sembrava distorcersi in una spirale spazio-temporale che molto probabilmente conduceva all’altra dimensione della spaccatura*, pensò fra sé e sé.  Proprio davanti a questo in posizione di difesa si trovava un enorme Heartless nero con gli arti a forma di lama, lucenti, che brillavano infuocati nel buio. Il Tiratore Libero mise su il suo solito ghigno ed evocò le sue pistole magiche caricate al massimo: “Ma buona sera! Ti ha mandato la tua signora giusto? Beh temo che dovrai tornare a mani vuote nella tua dimensione brutto sgorbio!!”
La scintilla della ferocia si accese negli occhi del nemico che scattò in avanti attaccando il Nobody roteando su se stesso: questo si scansò di lato e alzò una mano davanti a lui provocando una sorta di apertura nello spazio che si collegò dietro la testa dell’Heartless, e sparò cinque colpi. Due andarono a segno e la Spada Infuocata grugnì di dolore girandosi e puntando contro di lui le sue lame incendiarie fendendo un colpo fulmineo che lo ferì di striscio. Xigbar atterrò sul terreno freddo per controllare la ferita che aveva ricevuto alla schiena: stava perdendo sangue. Ma si sa, lui non era un tipo da spaventarsi per un nonnulla, da ritirarsi alle prime difficoltà. Si alzò in piedi, osservando le centinaia di zucche arancioni disperse nel campo, e rise: “Ehi tu! credi davvero di poter mandare in fumo i nostri piani? Ti avverto” scomparve, per poi riapparire alle sue spalle sorprendendolo e puntandogli le sue armi nell’incavo del collo “ Se quel fottutissimo cuore meteoritico non funziona sarà colpa tua”
 
“Lemixia questa me la paghi” disse con un fil di voce Archaix mentre camminavano per le strette vie della cittadina deserta, ma una sensazione strana le attanagliava come se fossero costantemente spiate. Quando giunsero davanti ad un grande edificio a forma di torre, sottile e altissima, si fermarono per guardarsi intorno: il paesaggio era in genere tutto uguale, tanto che temettero di essersi perse. All’improvviso un rumore alle loro spalle le fece sobbalzare: si voltarono di scatto ma videro che era solo un ramo secco caduto a terra, nulla di strano. Lemixia si avvicinò ad esso e lo guardò con circospezione, quasi come fosse un nemico: “Che volevi fare, volevi spaventarci eh? Beh noi siamo più forti della paura anzi non sappiamo nemmeno cosa s-“
-Ne sei sicura?-
Una voce spettrale che sembrava provenire dalle profondità più recondite degli inferi arrivò al suo orecchio facendola rabbrividire. Un suono leggero come un soffio di vento cominciò a formarsi e ad aumentare.
“Ok Xigbar esci fuori, se è uno scherzo non è divertente…” disse Lemixia guardandosi in torno e cominciando a preoccuparsi sul serio (anche se ipoteticamente i Nobody possono preoccuparsi). Il suono sconclusionato e distorto cominciò a delinearsi in una canzone di festa, proveniente da un vicolo buio nel quale Archaix poté giurare di aver visto qualcosa muoversi. Entrambe conclusero che sarebbe stata una pessima idea seguire quel suono così inquietante ma la curiosità (sempre ipotetica) era troppa, così si addentrarono lo stesso in quel vicoletto con uno strano groppo alla gola. Quando videro quello che stava succedendo nella piazzetta gremita delle più svariate specie di mostri e dalle più strane decorazioni mai viste in tutta la loro vita da Nessuno (che non era poi così tanto lunga) la curiosità si azzerò lasciando il posto alla più completa e assoluta confusione. Strani giocattoli dall’aspetto tutt’altro che dolce venivano fabbricati con metodi decisamente poco ortodossi e in un angolo un tizio pelato stava agganciando otto scheletri VIVI di renne ad una grande bara.
“M-ma che cavolo stanno facendo??”
“Non. Lo. So. Ma credo che si stiano preparando ad una qualche astrusa festa…”
Videro al centro della piazza un sacco gigantesco trascinato malamente da tre ragazzini con le cosiddette facce da schiaffi** e sembrava decisamente che in quel sacco ci fosse un qualcuno. Poi tutti i presenti si zittirono e fece la sua comparsa un essere scheletrico e altissimo che fece gelare il sangue nelle vene alle ragazze. Non tanto per l’aspetto, ma per la sua aura: era così grande che riusciva a contenere l’intera città di Halloween, ed emanava un’energia potente ed oscura.***. Anche se sembrava come se fosse assopita… Videro che i tre aprivano il sacco e da esso ne uscì la testa di un uomo grassoccio con una lunghissima barba bianca ed un cappello rosso in testa, che aveva tutta l’aria di essere arrabbiato nero…
“Babbo Nachele! In persona! Sono contento di conoscerti! Ma…Tu hai le mani, non hai per niente le chele!”
“WTF!?”
“Quest’anno non devi più preoccuparti del Natale non ce n’è bisogno. Questo è il momento di rilassarti. Fate in modo che stia comodo”
“M-ma deve esserci stato uno sbaglio!!”
“Aspettate! Ecco cosa mancava! *prende il cappello a Babbo Natale* grazie”
“EHI!” ma non fece in tempo che fu rinchiuso nuovamente nel sacco e trascinato via dai bambini pestiferi. Lemixia e Archaix si guardarono con dei punti interrogativi al posto delle facce. Ma che diavolo è successo??
“miaoooo” sentirono arrivare dietro di loro. Un gatto spelacchiato si avvicinò a Lemixia e cominciò a graffiarle il vestito “via sciò sciò!!” lei lo scalciava via per farlo smettere, avrebbero potuto essere scoperte! Ed è quello che successe, perché uno di quei mostri si affacciò al vicoletto e sembrò averle viste: “micio dispettoso, lascia stare questi due! E voi chi siete?” ma quella domanda si perse fra le canzoni sconclusionate nel vento perché le due se l’erano filata alla velocità dalla luce. Stavano per arrivare al cancello d’entrata quando sentirono una frase pronunciata all’altoparlante: “attenzione gente, mancano solo poche ore al Natale, quindi vi consiglio di….”
 
Natale. Quella parola volteggiò leggera nell’aria come una piuma e arrivò alle loro orecchie con un insolito suono di scampanellio, risvegliando un ricordo assopito nella mente delle giovani ragazze. Un ricordo lontano che lottava contro il tempo e contro quell’oscura amnesia che le avvolgeva per venire a galla in tutto il suo splendore, ma quando sembrò che ci stesse riuscendo un secondo suono sconclusionato le distolse dai loro pensieri.
“Ragazze! Ecco dov’eravate finite! Vi avevo detto di non entrare qua dentro altrimenti gli abitanti vi avrebbero scoperte…”
Era la voce di Xigbar, che da due minuti buoni stava aspettando al cancello. Archaix lo osservò meglio: aveva un piccolo squarcio nel cappotto in posizione della schiena. “Ehi Xigbar ma dove sei stato? Che missione ti avevano affidato?”
Il Tiratore Libero le squadrò per un attimo, notando che erano arrivate di corsa col fiatone e immaginando che fossero state beccate, e rispose con nonchalance: “anche io avevo un Heartless. Ma non quelle mezze seghe degli Indaspettri, anche se in gruppo diventano molto pericolosi, no io ho avuto un Heartless enorme!! E l’ho sconfitto senza battere ciglio, sono stato davvero bravo..” mentre il qui presente Xigbar si pavoneggiava Lemixia e Archaix avevano aperto un varco oscuro e gli avevano fatto ciao con la manina, lasciandolo solo. “Ehi aspettate..” sbuffò, che c’era di male ad elogiare le sue eroiche gesta? Ripensò a quello che era successo poco prima pensieroso…
 
Flashback, flashback, flashbaaaack…
La spaccatura nel cielo si stava ingrandendo sempre di più diventando un vortice che attrasse a sé  ogni cosa: le zucche del campo si sradicarono e finirono in quel pozzo senza fondo, ora nero come la pece. Xigbar si allarmò ma non lo diede a vedere.
“porta i miei omaggi alla tua signora”  ghignò beffardo, disintegrando la scatola cranica dell’Heartless con un colpo secco. Tutta l’area piombò nel silenzio più totale, interrotto solamente dai passi del Tiratore Libero che si avvicinava a quel congegno a forma di cuore proveniente dalla dimensione parallela. “Dopo tutti i rischi che abbiamo corso non voglio che il nostro piano vada in fumo per colpa tua” puntò contro di esso le sue pistole, caricate di una potente energia violacea.
“Quindi riavvolgiti nel tuo mantello e resta dove sei” e sparò un colpo diretto al congegno, che esplose liberando scariche elettriche bluastre e scomparì.
Fine flashback, flashback, flashbaaaack…
 
 
*= spaccatura? L’altra dimensione? Ma dai, ve l’avevamo detto che comincia tutto con una spaccatura spazio-temporale che divide la realtà in due dimensioni distinte, di cui questa storia segue il corso della seconda! O beh, rinfrescarvi la memoria non fa mai male, ma intanto riflettete bene: chi è la signora di cui parla Xiggy? Un occhio attento potrebbe averlo già capito… ^^
 
**= eddai ammettetelo: Vado, Vedo e Prendo sono dei dolci bambini con quei sorrisetti sadici che appena li vedi ti verrebbe voglia di gonfiarli di botte.
 
***= collegamenti con Death City puramente casuali? Nooooo, ma ci piace pensare che tutti i leader abbiano un potere sovraumano come Shinigami-sama (anche se lui è un dio e quindi possiede un potere superiore agli altri leader ma ritorniamo al punto)
 
Angolo delle autrici:
Lemixia: Archa, vedo che ti piacciono tanto le parole “nonchalance” e “diafano” dato che le ripeti sempre. Non sarà un po’ troppo?
Archa: si ma tu non obietti mai nulla e vai avanti senza battere ciglio, che ci posso fare se stanno bene ovunque?
Lemixia: anche questo è vero. Comunque il mistero si infittisce, chi sarà questa “signora” che si cela dietro il mantello?
Archaix: mi sa che alcuni di voi lo hanno già capito… Vero? Ma per ulteriori conferme non mancate ai prossimi appuntamenti perché ci saranno un sacco di novità. E non perdetevi lo speciale capitolo natalizio di domani mi raccomando!!
 
Messaggio pubblicitario no Profit: A Natale regala anche tu una LUCINA NUMURICA! il ricavato sarà devoluto a due povere ragazze bisognose! SALVA LE LORO ASPETTATIVE!!

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Archaix_Lemixia