L’uomo arrivò al bancone, sedendosi su uno sgabello e togliendosi il casco bianco da Pacificatore, rivelando i lunghi capelli rossi, dei piccoli occhi azzurri ed un sorriso gentile, contornato da una barba incolta.
« Buongiorno, Sae » salutò la donna al di là del tavolo, che si volto, e le rivolse un sorriso. « Cosa hai preparato di buono oggi? »
La vecchia e rugosa signora, senza rivelare il suo ingrediente segreto, si limitò a riempire una ciotola con la brodaglia.
« Non dovresti essere a festeggiare, Darius? E’ Natale, dopotutto. »
Il Pacificatore fece spallucce, non curante. « Non ho affetti, qui, nel Dodici » ammise. « E poi cosa c’è di meglio che passarlo in tua compagnia? »
Sae si sentì rincuorata da quelle parole, non più con solo la sua nipotina affianco, come era da anni oramai.
« Buon Natale, Sae » le augurò il rosso.
Fu l’ultimo Natale che passarono assieme.
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