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Autore: asyouwishmilady    26/12/2013    3 recensioni
Dopo il sortilegio di Peter Pan (3x11), gli abitanti di Storybrooke perdono la memoria per la seconda volta. Emma, l'unica ad essere riuscita ad andarsene dalla città in tempo, torna alla sua vecchia vita a Boston, nuovamente ignara di essere la Salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro e la madre di Henry. Dopo un sogno particolarmente realistico, però, le torna in mente tutto. Dove saranno Henry e gli altri? Saranno ancora in questo mondo? E come sarebbe riuscita a salvarli?
Scrivere questa fanfiction è l'unico modo che ho per sopravvivere fino a Marzo. Spero che aiuti anche voi ad uccidere l'attesa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Mi sembrava di essere rinchiusa in una bolla di vetro: i suoni, gli odori, i movimenti della nave, erano attutiti dall’intensa sensazione che mi provocava quel contatto così intimo con lui.

Mi teneva stretta a sé con forza, con la mano destra premuta contro la mia schiena nuda. Lo desideravo, come se la mia intera esistenza dipendesse unicamente da quello.

«Aspetto questo momento da molto tempo, Emma» mormorò Uncino con un filo di voce, prima di posarmi un delicato bacio sulla spalla, facendomi rabbrividire dall’eccitazione. Potevo sentire il suo respiro affannoso infrangersi contro la mia pelle.

Anche io aspetto questo momento da molto tempo, avrei voluto dire: avrei voluto dire molte cose, chiedergli come fosse possibile che lui non fosse tornato nella Foresta Incantata con gli altri, discutere su come saremmo riusciti a creare un portale, ma l’unica cosa che riuscivo a fare era fissarlo con la bocca semi aperta, pregando che non si fermasse.

Le sue labbra si andarono a deporre voracemente sulle mie, attenuando ulteriormente il mio contatto con il mondo esterno.
Senza rendermene conto mi aggrappai letteralmente a lui, affondando le mani nei suoi capelli scuri ancora bagnati, con così tanta foga da farlo sobbalzare.

«Sei così…» esordì lui, osservandomi divertito ed eccitato, ma io lo interruppi immediatamente con un altro bacio, costringendolo a lasciare la frase in sospeso.

«Zitto» mormorai con voce quasi impercettibile, mentre gli strappavo di dosso prima la giacca di pelle, poi la t-shirt.
Mi fermai un secondo a fissare il suo corpo semi nudo: era perfetto, come me l’ero sempre immaginato. Ogni angolo di lui, raccontava la sua storia: le braccia muscolose di chi aveva lottato, insieme ad un timone, contro un mare in tempesta, le cicatrici sul petto di chi aveva rischiato infinite volte di morire, le spalle larghe di chi trovava in una spada il suo pane quotidiano.

Senza riuscire a resistergli un minuto di più, lo spinsi violentemente contro la parete in legno della stanza, facendo aderire i nostri corpi nudi. Quella sensazione così terribilmente inebriante, mi fece perdere del tutto il controllo. Inarcai la schiena, mentre lui spingeva con foga il suo bacino contro i miei fianchi.

Nel frattempo che lui si sfilava faticosamente quei maledetti jeans aderentissimi, io presi a lasciargli una scia di fugaci baci sul petto, senza quasi prendere fiato tra uno e l’altro.
Liberatosi da quella prigione di tessuto, Uncino sollevò la mia gamba con l’avambraccio sinistro e la poggiò sul suo fianco.

«Ti amo, Emma» mormorò dolcemente, accarezzandomi la guancia arrossata. Io gli sorrisi e, mi resi conto, ero felice, a mio agio con lui.
Facemmo l’amore per un tempo indefinito, senza badare per un po’ al mondo esterno, alla magia, alla logica, al buon senso.

Quando il debole sole invernale lasciò posto al buio della sera, crollammo sul letto della stanza, esausti come dopo un duello.
Noi due soli, senza problemi, senza preoccupazioni.
Ero completamente fuori controllo. Ero pazzamente innamorata, come non lo ero mai stata.

***

Quanto tempo era passato? Cosa stavo facendo? Balzai giù dal letto, con il cuore che mi martellava dolorosamente nel petto.
Avevo perso del tempo prezioso. Dovevo salvare gli altri. Henry. Che idiota incosciente ero stata, come avevo potuto essere così egoista?

«Emma» mi chiamò Uncino da sotto le coperte, con la voce assonnata «Cosa stai facendo?»

«Vorrei saperlo anch’io» sbottai nervosa, mentre camminavo, stizzosa, su e giù per la stanza «Dove sono i miei vestiti?»

«Ma che ti prende?» domandò lui, mettendosi lentamente a sedere, tra uno sbadiglio e l’altro. Come poteva essere così tranquillo? Come?

«Dobbiamo salvare la mia famiglia, ricordi?» feci io sarcastica, come se stessi parlando ad un bambino di quattro anni.

«D’accordo» si mise in piedi, ed io restai un istante ad osservare il suo corpo nudo, ricordando quello che era successo il giorno prima.
Cercai con tutte le mie forze di trattenermi dal sorridere come un’idiota ma, mio malgrado, non ci riuscii. Sfortunatamente, lui se ne accorse all'istante e ricambiò sereno. Era così bello, lui era… No, Emma, non ora.

«Come sai» iniziò, mentre si infilava i suoi soliti pantaloni di pelle nera «Solo un tipo di creatura può viaggiare tra i mondi»

«Le sirene» mormorai, ricordando tutto quello era successo sull’Isola che non c’è, con Pan, Tremotino e il vaso di Pandora.

«Esatto, tesoro» annuì lui, soddisfatto della mia risposta, intanto che si allacciava in vita la vistosa cintura d’argento «Dobbiamo solamente trovarne una e convincerla a portarci dei fagioli magici. Il che non è propriamente semplice, ma…»

«Perfetto, direi. Quando inizia la ricerca?» domandai, di nuovo speranzosa. Non importava come, ma ce l’avremmo fatta anche questa volta.

«Quando desideri tu, milady. Ma prima dovresti metterti qualcosa addosso» si avvicinò di qualche passo e mi sfiorò il mento con la mano buona «Non sono sicuro di riuscire a concentrarmi, altrimenti»

Scossi la testa, fingendomi seccata.
«Dammi uno di quei cosi» feci poi, seria, indicando con un cenno l’armadio da cui Uncino aveva preso i suoi abiti. 
Mentre mi infilavo i vestiti da pirata di Uncino, notai che stava mettendo completamente sottosopra la stanza.

«Cosa stai cercando? Dobbiamo sbrigarci» lo esortai, brusca.

«Il mio uncino, non posso andare là fuori senza. Non ho idea di dove sia finito con il sortilegio» rispose, preoccupato, senza smettere di cercare.

Incrocia le braccia al petto «Non puoi prenderne uno nuovo? Oppure» sorrisi tra me e me, e mi lasciai cadere sul letto disfatto «Oppure puoi tenere quella mano finta, che è sicuramente meno inquietante»

«Mh…» si bloccò e prese ad accarezzare il suo mento coperto di barba scura.

«Era solo una battuta» aggiunsi io: sapevo che non si sarebbe mai separato da quel coso, faceva parte di lui e della sua storia, ormai.

«Potrei momentaneamente tenere la mano finta, ma ci sarà un prezzo da pagare» posò su di me i suoi occhi scaltri.

«Ci risiamo» sbuffai, appoggiando la testa alla parete dietro al letto «Nessuno ti sta costringendo a fare niente, Uncino, era solo una batt…»

«Chiamami Killian, d’ora in poi» biascicò timidamente a testa bassa, grattandosi il capo «Non ha senso chiamarmi Uncino, se non ho il mio uncino, no?»

«Killian» ripetei io, perplessa, mentre mi precipitavo verso il ponte della nave «Lo terrò in considerazione. Ora sbrighiamoci».


Salve! Inzio col dire che ho riscritto questo capitolo qualcosa come cinque volte, perché cercavo la sfumatura giusta di passione, senza scadere nel volgare. Spero di esserci riuscita e spero che vi sia piaciuto almeno un po'. Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate. Adesso cosa accadrà? Riusciranno a trovare una sirena (che sappiano non essere esattamente collaborative) e convincerla ad aiutarli a raggiungere gli altri nella Foresta Incantata? Emma riuscirà ad accettare completamente la sua relazione con Uncino, chiamandolo anche con il suo vero nome? Posterò il prima possibile. :)

PS: Mi è stato chiesto come mai Henry non fosse con Emma (avete ragione, non sono stata molto chiara nella trama, effettivamente...). Quando ho inziato a scrivere la storia, non avevo ancora visto la 3x11, ed ho immaginato cosa sarebbe potuto succedere dopo il sortilegio di Pan. I resto dei dettagli li scoprirete presto! 
Claudia
   
 
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