Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: LittleWriter01    26/12/2013    4 recensioni
Matilde è una ragazza di 14 anni con svariati problemi:la scuola, l’amore, la famiglia, la vita sociale e persino la morte. Si avventurerà nel selvaggio mondo delle superiori, con i suoi due migliori amici: Simone Tarsila. Scoprirà cos'è l'amore, cos'è la vera amicizia e scoprirà anche di essere una ragazza forte e in gamba. Si ritroverà davanti persone meschine e false, persone altruiste e simpatiche.
Questa è una storia adolescenziale che affronta i problemi soliti in questo periodo.
Salve a tutti, mi presento. Mi chiamo Matilde, un nome buffo a mio parere, ma pieno di significato. È un nome di origine germanica e vuol dire “forza e combattimento”. Rispecchia esattamente quello che sono: una ragazza con alcuni problemi, ma che fuori si mostra sicura e spensierata.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
MY DIARY, MY LIFE                                                                                                                                                                    
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CAPITOLO 1: QUESTA È LA MIA VITA
 
Salve a tutti, mi presento. Mi chiamo Matilde, un nome buffo a mio parere, ma pieno di significato. È un nome di origine germanica e vuol dire “forza e combattimento”. Rispecchia esattamente quello che sono:  una ragazza con alcuni problemi, ma che fuori si mostra sicura e spensierata. Non mi sono descritta fisicamente e non vi ho neanche detto la mia età. Scusate, ma a volte posso essere davvero sbadata! Ho 14 anni, vivo a Milano e frequento il Liceo di Scienze umane. Mi è sempre piaciuto dare consigli e aiutare le persone; lo facevo soprattutto alle elementari, quando le mie amiche avevano “problemi di cuore” e mi chiedevano dei consigli su cosa fare, anche se io non avevo mai avuto una relazione. Spero di diventare una brava psicologa. Sono alta 163 centimetri, magra (forse troppo), con lunghi capelli castano scuro e occhi color nocciola, ereditati da mio papà. Mi considero una ragazza mediamente carina, anche se ho qualche brufolo di troppo, che copro con un po’ di correttore. Forse la parte del corpo che mi piace di più sono gli occhi, forse per la forma e per il colore. Tornando ai miei problemi.. sono davvero tanti: la scuola, l’amore, la famiglia, la mia vita sociale e persino la morte. Non ho mai pensato al suicidio, non fraintendetemi, ma la morte si è portata via una persona a me molto cara: mia nonna. Sono già passati più di due anni e mezzo da quando mia nonna ci ha lasciato. A gennaio saranno tre anni. Mia nonna materna era già malata da diverso tempo, prendeva farmaci su farmaci e questo non faceva altro che aggravare la sua situazione. In una fredda giornata del gennaio del 2011 ci ha lasciati. In questo momento non sto versando lacrime, le ho lasciate scorrere molto tempo fa, e ormai non ho più niente da versare. Due settimane dopo, ci ha lasciato il mio gatto, il mio adorato Peo. Lo so che penserete che soffrire per un animale è una cosa stupida, ma quando questo ti è stato accanto fin dalla nascita, ti ha dimostrato il suo affetto e ti ha coccolato tutti i giorni, non puoi fare a meno di sentire la sua mancanza. Anche lui è salito lassù insieme a nonna per via di una malattia all’intestino; da quel momento ho odiato ancora di più le malattie. Eravamo tutti distrutti, ma quella che lo era di più era mia madre; perdere la propria mamma deve essere una delle sensazioni più brutte di questo mondo. Certo, loro due litigavano, ma in fondo è una cosa normale. Ho cercato di piangere il meno possibile in quel periodo, non perché non volessi bene a quei due membri della famiglia, ma perché ho capito che doveva esserci almeno una persona forte, per la mamma, che la facesse sentire al sicuro e protetta.
Non piango mai come una fontana, ma mi ritrovo sempre gli occhi lucidi per ogni piccola emozione che provo. Questo fatto mi ha fatto maturare prima del previsto, per cui cerco sempre di tenere la retta via, di non fare cose stupide come fumare o bere; sono una ragazza con la testa sulle spalle. Insieme a me è cresciuta mia cugina Francesca; lei ha 16 anni, è alta, magra, ha capelli lunghi biondi e occhi azzurri e ed una delle poche persone di cui mi fidi veramente. Mi è sempre stata accanto, le posso dire qualunque cosa e lei fa lo stesso con me; è la sorella che non ho mai avuto.
Oltre a mia cugina, ho due migliori amici: Tarsila e Simone.
Lei è di origini brasiliane da parte del padre, ed ha i genitori separati. È di media statura, snella, con capelli ricci lunghi fino alle spalle di un castano scuro e occhi marroni. È una ragazza esuberante, testarda, che vuole sempre vincere; è simpatica, divertente e mi fa sempre ridere, insieme ci divertiamo molto. L’ho conosciuta alle medie e da lì siamo diventate amiche inseparabili. Purtroppo lei ha scelto di fare il liceo linguistico, per cui non ci potremo vedere spesso come prima, ma ci accontentiamo.
Simone invece è un po’ basso per la sua età, ha quindici anni, i capelli biondi corti e gli occhi castani; è un ragazzo attivo e sportivo, divertente, simpatico e comprensivo. È il classico ragazzo che farebbe di tutto per le persone a cui vuole bene. Una volta, in terza media, un tipo di un’altra classe mi aveva dato della poco di buono in cortile, e lui si era fatto subito avanti dandogli un bel pugno in faccia. Gli sarò sempre grata per questo. Quasi dimenticavo, lui è dislessico, quindi noi tre ci vediamo molto spesso per dargli una mano con i compiti. Loro due insieme sono la mia ancora di salvezza, non saprei cosa fare senza di loro. Fortunatamente Simone ha scelto il mio stesso liceo, quindi lo vedrò tutti i giorni.
 
<< LA MATTINA DEL PRIMO GIORNO DI SCUOLA>>
La mia sveglia suona alle 6.30 del mattino e io non ho nessuna voglia di alzarmi, ma sono costretta. Mi alzo e vado direttamente in bagno per lavarmi, dopodiché mi dirigo verso l’armadio in camera e prendo gli abiti che avevo scelto la sera prima per questo giorno importante. Mi incammino verso il bagno, ma vado a sbattere contro mio fratello, Lorenzo; lui ha 26 anni, abbiamo ben 12 anni di differenza. Mamma l’ha messo al mondo quando stava con il suo ex marito, Enrico. Hanno divorziato e poi lei si è risposata con il mio amato paparino. Io e Lorenzo non ci vediamo molto, perché lavora e poi esce con i suoi amici.
“Dai, Lori, fammi passare, non voglio arrivare in ritardo il primo giorno di superiori!” gli dico leggermente acida di prima mattina. “Ehi, come siamo nervosette, rilassati, vedrai che andrà tutto bene”, mi conforta lui abbracciandomi; strano, di solito non ci abbracciamo mai... Lo ringrazio sorridendogli e mi reco in bagno per vestirmi. Opto per una canotta lunga viola con il simbolo Sturbuck’s bianco, dei jeans attillati bianchi e le mie amate Vans nere; come accessori ho scelto dei guanti senza dita lunghi fino al gomito e degli orecchini, insieme al mio inseparabile orologio. Con il trucco resto leggera: un po’ di lucidalabbra rosa chiaro, del correttore per coprire i brufoli e un ombretto viola glitterato. Sono pronta, prendo il mio zaino Eastpack e mi dirigo alla fermata della metropolitana  per incontrare Simone e Tarsila.
Li vedo da lontano e vado loro incontro, correndo come un pinguino. Vedo che Tarsila è agitata come me, infatti ha un sorrisetto nervoso dipinto sul volto. Guardo Simone e lo vedo rilassato e calmo, beato lui! “Nervose?” ci chiede lui facendoci un sorriso rassicurante. “Noi?? Ma figurati!” diciamo in sincrono io e la mia migliore amica; scoppiamo a ridere come tre deficienti, beh in effetti lo siamo; ecco, questi sono i momenti in cui dimentico tutta la sofferenza che ho dentro. Saliamo sulla metro e attendiamo di affrontare questo nuova, entusiasmante avventura.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LittleWriter01