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Autore: I can    26/12/2013    0 recensioni
''L'odore pesante di alcol m'invase le narici. Scrutai la camera dei miei genitori e mi soffermai su un punto in particolare.
Mio padre era seduto di fronte a me con una bottiglia semivuota di whisky in mano. Lo guardai con le lacrime agli occhi, come poteva averlo fatto ancora, come poteva aver bevuto ancora dopo tutto quello che era successo?
-Papà.- lo richiamai con tono debole, non avevo più le forze di ripetergli sempre la stessa cosa.
L'uomo sollevò leggermente il capo, per poi tornare a fissare il pavimento.
-Papà.- questa volta le mie parole furono quasi un sussurro.
Le lacrime scorrevano veloci lungo il mio viso, mi aveva deluso ancora una volta.
-Cosa vuoi Allyson? Cosa cazzo vuoi?- il suo tono di voce era aumentato incredibilmente.
Lo guardai impaurita.
-Voglio la mamma, la voglio qui, vicino a me.- ammisi distrutta.''
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Non-con
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 photo banner_zps3fada714.png TAYLOR POV
-Lui mi ama.- a quelle parole vidi il corpo di Harry irrigidirsi in un secondo.
Chissà cosa stava pensando nella sua mente contorta. Lui non sapeva chi avevo fatto innamorare e non credevo potesse mai immaginarlo. Ad essere sincera neppure io avrei pensato che Sam provasse qualcosa nei miei confronti. Era stato tutto merito di Taylor, merito per modo di dire. In realtà avrei preferito non saperlo, perché nonostante ci stessi provando, non riuscivo ad andare avanti e dimenticare come Sam stesso mi aveva suggerito. Come fai a lasciar perdere il fatto che il tuo migliore amico ti ama?
E soprattutto come fai a spiegargli che quello che prova per te non è ricambiato?
Sam era un amico, il migliore di tutti se è per questo e il solo pensiero di farlo star male mi distruggeva letteralmente.
Era così buono, bravo, bello, dolce, simpatico, insomma un ragazzo perfetto e non meritava di soffrire, non per colpa mia.
-Lui..lui chi?- la voce insicura di Harry mi riportò alla realtà.
Mi girai verso di lui, il suo sguardo era vuoto, freddo. Un iceberg sarebbe stato più caldo di lui.
Effettivamente non gli avevo neppure spiegato come stesse la situazione, avrebbe potuto pensare che anche io amassi qualcuno, o peggio che fossi fidanzata.
Non so perché ma mi sembrava giusto spiegargli di me e Sam, anche se non capivo se fossimo nemici, amici o qualcosa di più.

C'era però una parte di me che mi bloccava nel rispondere.
Harry odiava Sam -ora che ci penso l'odio era fortemente ricambiato- e temevo che sapendo di me e lui avrebbe potuto arrabbiarsi più del dovuto. E ovviamente dopo ci saremmo ritrovati a discutere di nuovo.
Perciò meditai prima di rispondere.
E sapevo che quell'attesa lo uccise nel vero senso della parola.
-Un ragazzo.- risposi dopo poco tempo noncurante del fatto che quella risposta avrebbe potuto farlo innervosire.
-Davvero? Pensavo fosse una ragazza!- la sua battuta non era per nulla divertente. Il suo tono era acido e risentito.
Puntai gli occhi sulle mie mani, non avevo il coraggio di sostenere il suo sguardo.
Non volevo dire nulla riguardo Sam perché ero certa che ora come ora Harry si sarebbe arrabbiato e non poco.
Stettimo in silenzio per alcuni minuti. Nessuno dei due aveva intenzione di proferire parola. La tensione si avvertiva nell'aria.
Per l'ennesima volta sentii il dolore fastidioso del mal di testa tornare a torturarmi. Non ce la facevo più.
Chiusi gli occhi per un millesimo di secondo.
Sentii Harry respirare lentamente al mio fianco, come se stesse trovando un modo per calmarsi.
-Harry?- chiesi continuando a tenere gli occhi chiusi.
Non rispose, in compenso lo sentii sospirare.
-A me quel ragazzo non piace, è questo il problema. Per me siamo solo amici.- ammisi sincera. Gli stavo spiegando tutto anche se in realtà non ne avevo un motivo per farlo. 
Dopo quella frase avvertii immediatamente il suo respiro caldo sul mio viso, precisamente sulla mia bocca.
Aprii di scatto gli occhi e mi persi completamente in quelle pozze color smeraldo. Mi sorrise come non aveva mai fatto prima.
Mi stupii nel vederlo così felice. Il suo umore era cambiato in un secondo.
Forse quelle parole lo avevano tranquillizzato. Forse voleva sapere solo se mi interessasse qualcuno, qualcuno che non fosse lui. Nonostante mi fosse difficile pensarlo, qualcosa mi diceva che quegli atteggiamenti erano dovuti al fatto che in fondo, ma proprio in fondo, potessi interessargli un minimo..
Ricambiai il sorriso sforzandomi di muovere i muscoli del viso. Mi sentivo stanca, anzi stremata.
Dopodiché le sue labbra morbide si lanciarono sulle mie e per l'ennesima volta ci baciammo. Un bacio a stampo casto e dolce.
Avvertii una strana sensazione nel mio stomaco. 'Le farfalle' così le chiamava sempre Taylor. Peccato che a me paressero tutt'altro che farfalle. Erano peggio, erano elefanti anzi dinosauri.
Appena lasciò libera la mia bocca e mi fissò negli occhi quella fitta allo stomaco aumentò ancora. Ma cosa mi stava succedendo?
-Sei bellissima.- ammise scrutandomi in ogni minimo particolare.
In un secondo divenni bordeaux. Odiavo il fatto che il solo suo complimento mi rendesse timida e impacciata. Non volevo mostrarmi debole nonostante sapessi che lo fossi.
-Grazie.- sussurrai con il cuore che batteva ancora forte in petto. Respirai lentamente per alcuni secondi, sentivo il battito del cuore rimbombarmi nelle orecchie. Era fastidioso, sembrava che qualcuno mi stesse martellando in testa.
-Harry?- ripresi il discorso in modo da non imbarazzarmi ulteriormente.
-Mh?- mi rispose lui. Era ancora concentrato sui miei occhi. Che aveva da guardare? Non erano mica stupendi e affascinanti come i suoi.
-Sono stanca.- ammisi con un filo di voce incontrando il suo sguardo.
-Dormi.- mi suggerì ormai del tutto tranquillo. Si allontanò dal mio volto e si spostò dal centro letto mettendosi seduto sulla punta.
-Ci vediamo dopo. Riposati.-
No, no, no e ancora no. Non volevo che andasse via, che mi lasciasse sola. Avevo bisogno di sentirlo al mio fianco in quel momento come non mai. Era l'unico che, nonostante tutti i nostri innumerevoli litigi, mi faceva stare bene. 

'Avanti Ally, diglielo' la mia mente non faceva altro che ripetermelo. Presi alcuni secondi per trovare il coraggio e poi parlai.
-D-dormi con me.- avvertii un leggero calore alle guance segno che fossi arrossita. Harry mi sorrise dolcemente, evidentemente gli facevo pena.
Aspettai con ansia la sua risposta.
-Vieni qui.- disse mettendosi nella stessa posizione precedente poi iniziò a tamburellare la mano sul materasso per  farmi segno di mettermi vicino a lui.
Mi stesi anche io su di un lato in modo che potessi averlo di fronte. Mi sentivo serena. Era come se la sua presenza mi rendesse sicura e protetta. Sorrisi incantata dalla sua bellezza. Harry era senza dubbio il ragazzo più affascinante che avessi mai frequentato. Quest'ultimo dopo avermi sorriso allungò una mano verso di me e mi cinse la vita attirandondomi vicino a lui. Mi ritrovai ad un centimetro di distanza dal suo viso. Il riccio mi baciò delicatamente la punta del naso e allo stesso modo cominciò ad accarezzarmi il viso. Lo invidiai con tutta me stessa quando lo sentii intonare qualche verso di una canzone a me sconosciuta. Aveva una voce perfetta.
''You and I
 we don't wanna be like them
 we can make it till the end
 Nothing can come between
 You and I
 Not even the Gods above
 can separate the two of us
 
 No nothing can come between
 You and I
 Oh You and I.''

Il suo tocco e la sua voce candida furono peggio di un sonnifero. In un istante chiusi gli occhi cullata dal suono della sua voce. Mi sembrò di stare in paradiso.






***


Taylor's POV.




-Taylor muovi il sedere e vai a prendere le ordinazioni al numero 11.- mi ordinò Damon. Se Gordon era severo Damon era peggio di lui. Odiavo quel ragazzo. Si credeva chissà chi ed ordinava a tutti cosa fare, come se fossimo stupidi e non lo sapessimo.
Avevo lasciato Ally da pochi minuti e con lei anche la mia testa se ne era andata. Mi aveva veramente sconvolta nonostante non avessi compreso a pieno tutto quello che mi avesse detto.
Mi ero persa al ''ci siamo ubriacati e..e non so dopo cosa abbiamo combinato..'' Da quel punto in poi la mia testa aveva deciso di impuntarsi su di quella frase. Conoscevo a malapena Sam ma per ciò che mi aveva raccontato Ally doveva essere davvero un bravo ragazzo.
Per questo le avevo suggerito di indagare, sapevo che quella notte passata in comune non era stato un semplice incidente.
-Ancora qui?- il tono di rimprovero di Damon mi fece sobbalzare. Mi allontanai da lui ignorando le sue parole e mi avvicinai con aria scocciata al tavolo numero 11 in cui mi attendeva un ragazzo dal cappuccio alzato e un paio di occhiali da sole. Peccato che fossimo a Dicembre e per poco non nevicasse.
Soffocai una risata e recitai la mia solita formula.
-Buongiorno e benvenuto da 'Gordon', cosa desidera?- Don -in quel periodo avevo iniziato a chiamarlo anche io così per influenza di Ally- diceva sempre che dovevo mostrarmi più accogliente invece di essere sempre così distaccata.
Ma quel giorno, per quanto potessi sforzarmi, il mio umore non mi permise di esserlo.
-Un pancake alla nutella.- mi rispose il ragazzo velocemente.
Aveva un voce profonda e stranamente familiare. Lo osservai a pieno per quello che riuscivo a vedere ma non mi ricordava nessuno.
Eppure quella voce..
-Che hai da guardare?- chiese bruscamente.
M'irrigidì all'istante. Avrei voluto rispondergli per le rime ma non potei.
Damon mi fissava insistentemente cogliendo ogni mia singola mossa.
-Scusi.- mi congedai prima di andare via in cucina, per portare le ordinazioni a Mary.
La dolce signora mi sorrise cortesemente appena incontrò il mio sguardo.
-Un pancake alla nutella per quel maleducato al tavolo 11.- Urlai non abbastanza da farmi sentire dal ragazzo.
Mary soffocò una risata e si mise subito al lavoro nonostante non vi fosse granché da fare. Fortunatamente il locale era quasi vuoto e quindi potei rilassarmi.
Presi il mio iPhone per controllare se Ally mi avesse mandato qualche messaggio ma nulla. Chissà cosa le aveva detto Sam. Più tardi l'avrei chiamata per informarmi.
Avvertii l'odore di Nutella segno che il pancake fosse pronto. Presi il piatto cercando di resistervi e mi avvicinai al tavolo vuoto.
Un momento, il ragazzo dove era finito?
Perlustrai tutta la sala e lo vidi completamente paralizzato di fronte alla porta del bagno. Lo scrutai a capo a piedi, era nervoso e non faceva altro che osservare il finestrone centrale che affacciava sulla strada. Seguii la traiettoria del suo sguardo e mi ritrovai a fissare centinaia di ragazze urlanti che ammassate le une sulle altre, si spingevano pur di entrare nel bar.
Spalancai gli occhi nel vedere quella scena. Lasciai il piatto sul primo tavolo che mi ritrovai davanti e corsi incontro a Damon che mi fissava sbalordito.
-Ma cosa succede?- chiese preoccupato togliendosi il grembiule e avvicinandosi alla porta centrale ormai occupata da centinaia di persone.
Fortunatamente due grossi uomini pelati bloccarono entrambe le entrate evitando così di farle entrare.
-E' colpa di quel ragazzo.- dissi indicandolo. Era ancora fermo nella stessa pozione, solamente con il cappuccio leggermente più alzato e ora, preoccupato, si guardava intorno in cerca di aiuto.
-Taylor ne sei sicura?- mi chiese frettolosamente.
Annuii convinta nonostante non potessi esserlo pienamente.
-Allora portalo via di qui, veloce!- mi urlò ormai nel pieno dell'agitazione. Mi voltai a guardarlo, capivo il suo nervosismo, entrambi sapevamo che se fosse arrivato Gordon saremmo stati tutti e due licenziati.Così mi avvicinai correndo verso il ragazzo a me ancora sconosciuto.
-Vieni con me!- lo tirai per un braccio e lo condussi verso l'uscita secondaria, il primo luogo che mi venne in mente.
-Ma cosa stai facendo?- 
La voce del moro mi risultò più acida del dovuto.
-Ti sto salvando dalla miriade di fans che ti salterebbero volentieri addosso non curandosi del fatto che potrebbero ucciderti.- ribattei arrivando finalmente sul retro del locale. Il moro sorrise
.
Avevo fatto centro, era lui la causa di quelle ragazzine urlanti.

-E tu non mi salteresti addosso?- chiese maliziosamente. Lo guardai con la coda dell'occhio era tranquillo e soprattutto divertito, il che mi irritò e non poco.
-Veramente non so neppure chi sei.- ammisi soffocando una risata. Il moro aprì la bocca per ribattere ma non trovando nulla da dire, si tolse il cappuccio e gli occhiali.
Rimasi attonita bloccandomi di colpo.
Ecco il perchè avvertissi la sua voce come familiare.

Ma certo, ora tutto sembrava essere logico. 
Era lui, un componente dei One Direction, il più antipatico e provocante di tutti ad essere precisi.



 


Okay, so che vi ho detto che avrei aggiornato il giorno di Natale e so anche che oggi non è Natale, ma non sono riuscita ad aggiornare prima e mi dispiace. Anyway credo che non vi prometterò più nulla perchè so che non riesco a pubblicare mai in tempo ahahahahaha.
Comunque parlando della fan fiction..volevo dirvi che sto meditando se continuare o meno. Insomma sono pochi coloro che la seguono o la recensiscono e sinceramente non mi va di perdere tempo a scrivere per senza niente.
Perciò vi prego di farmi sapere cosa ne pensate.
A presto, la vostra vè. C;

















   
 
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