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Autore: Pandacoffee    27/12/2013    3 recensioni
- Nouis -
“Non andartene per favore” dice ma Louis è già in piedi, sta raccogliendo libro e zaino, sta appiattendo le righe che si sono formate sui suoi jeans fuori moda. Lo guarda negli occhi in modo strano, con timore, poi rivolge un’ultima occhiata alla gente che di sicuro ancora li sta fissando.
Niall ne è certo, ha perso la sua occasione di uscire con Louis Tomlinson. La sua cotta storica si risolverà così, con un nulla di fatto.
Ma a quel punto Louis rivolge di nuovo i suoi sorprendenti occhi azzurri a lui, lo guarda, lo osserva e mentre gli passa accanto dice: “alle 15 allo Starbucks di Earls Court”.
Poi se ne va, testa alta nonostante tutto, nonostante sia uno sfigato perché lui è il più figo tra gli sfigati. Testa alta nonostante tutti lo stiano guardando.
Così Niall sorride e anche lui se ne va a testa alta, non se lo può permettere, certo, perché lui non è come Louis però cammina così, sorridendo e a testa alta perché tutti devono vedere che anche uno sfigato può essere felice.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CHAI TEA LATTE
(4/4)


 
L’autista della Limousine li aveva abbandonati a casa di Louis intorno alle 22 e 40. Aveva minacciato di alzare la tariffa talmente tanto che persino i loro nipoti un giorno avrebbero dovuto impegnarsi per sanare il debito se fossero risaliti in quell’auto.
Zayn non aveva risposto, quel poveruomo aveva anche ragione, doveva solo portarli al ballo invece si era sorbito il tragitto da casa di Louis a casa di Josh, da casa di Josh al ballo, dal ballo al cinema, dal cinema a casa di Louis e quando gli era stato chiesto: “ci porta a casa di Niall?” aveva davvero smesso di ragionare.
“Scendete subito da qui”.
Così lo avevano fatto, erano scesi.
Erano lì, sul vialetto di casa, Louis stringeva tra le mani tremanti il proprio telefono e un flaconcino di ansiolitici mentre Zayn si guardava intorno in cerca di un’idea.
“Non risponde proprio?”
“No...” aveva sussurrato Louis e poi, con aria supplichevole “è spento. Fai qualcosa Zayn” aveva aggiunto
“Beh andiamo a piedi a casa sua, magari è lì... al ballo non è...”
“Ma ci metteremo una vita a piedi e se poi non è lì? Magari è da Liam”
Zayn aveva sospirato, si era passato una mano tra i capelli per calmarsi. Non solo si stava perdendo il ballo del suo ultimo anno di liceo, stava anche passando la serata ad aiutare una relazione malata.
“Ci sono troppi sfigati in questa storia” era stato il suo commento finale all’intera questione “abita vicino Liam Payne?”
“Qua dietro... proviamo prima ad andare a casa sua?” aveva quindi domandato Louis inghiottendo l’ennesima pastiglia.
Poi si erano semplicemente incamminati, Zayn aveva alzato gli occhi al cielo e Louis aveva capito che era un sì. Casa Payne era la prossima meta.
Così, sei chiamate senza risposta, quattro messaggi e due pastiglie dopo, Zayn e Louis erano finalmente arrivati a destinazione.
“Quella credo sia la sua macchina” aveva detto Louis
“Una famigliare? Guida una cazzo di famigliare? Dio, è roba davvero da sfigati”
In risposta Louis si era semplicemente messo a piangere “non reggo tutta questa tensione” aveva quindi spiegato prima di soffiarsi il naso sonoramente e sospirare. Si era avvicinato a Zayn per un abbraccio di conforto ed infine aveva acconsentito a guardarlo negli occhi.
“Ok Lou, ora calmati però... se è la sua macchina vuol dire che almeno Liam è a casa, forse... quindi magari anche Niall è qui... suoniamo il campanello ok?”
Poi aveva osservato Louis e il suo stato pietoso, una bretella era addirittura saltata e gli ricadeva senza vita lungo un fianco.
“Risistemati un attimo per favore”
Così si erano accomodati sotto al portico, avevano suonato il campanello e mentre Zayn aggiustava il colletto della camicia di Louis  qualcuno all’interno della casa accendeva la luce a pieno terra.
“Chi è?”
Era Liam, perfetto, Zayn si sarebbe risparmiato il dialogo con i genitori. Aveva dato una leggera gomitata a Louis per convincerlo a rispondere
“S-sono Louis Tomlinson...”
“Vattene” era stata la risposta e già Zayn aveva mentalmente cercato di pensare a qualcosa che lo distraesse dalla voglia di buttare giù la porta.
“Volevo sapere se Niall è qui... non mi risponde”
“No non è qui e fa bene a non risponderti”.
Zayn si sforzava di pensare a qualche gattino soffice e candido, provava a pensare alle sue sorelle, pensava al sole, al mare... alla spiaggia ma davvero, davvero, Zayn non poteva reggere tutto questo.
“Chiedi a Liam di uscire un attimo” aveva quindi bisbigliato a Louis che aveva obbedito, con voce tremante. Chi invece ostentava una voce sicura e perentoria era Liam: “Assolutamente no. Ora vattene” aveva pronunciato chiaramente da dietro la porta.
“Payne, sono Zayn Malik. È tua la famigliare qui fuori? O di tuo papà? Beh quanto ci fai che te la rigo comunque se non esci immediatamente?”
Non aveva retto, non poteva farcela. Gattini, coniglietti, i suoi ricordi d’infanzia. Niente avrebbe portato dolcezza e tranquillità nel suo animo, niente era più forte del nervoso che provava in quel momento.
“Arrivo” era stata l’ultima parola di Liam prima di aprire la porta.
 
 
“Non lo so dov’è. Forse a casa”
“Ottimo” aveva sorriso Zayn prima di “guidi tu?” chiedere avvicinandosi all’auto
“Perché dovrei portarvi da lui? Era sotto il cinema e questo coglione invece era al ballo”
“Non era al balloooooo” aveva urlato Louis prima di scoppiare nuovamente in lacrime
“Invece sì, c’eri. Guarda...”
E di nuovo la stessa scena, la stessa foto. Come qualche ora prima con Niall, quell’immagine minacciava di stamparsi a fuoco a nella mente di Louis
“Sto per vomitare, Zayn sto per vomitare” diceva Louis camminando in cerchio “sto per vomitare e non sto affatto bene, io non ero al ballo, non ero al ballo”
“Chi ha scattato la foto?” stava invece domando Zayn ormai svuotato anche dell’ultimo briciolo di pazienza “Niall l’ha vista quindi?”
“Certo che l’ha vista!”
“STO PER VOMITAREEEE” continuava a blaterare Louis mentre Zayn si avvicinava a Liam
“Ho chiesto chi ha scattato la foto, Payne”
“Un amico”
“E i tuoi amici non possono farsi i cazzi propri?” aveva poi domandato a meno di un centimetro dal naso dell’altro.
“I miei amici fanno quello che vogliono”
“Beh prega non inizino anche i miei a fare quello che vogliono perché altrimenti quel giorno ti apriamo il culo a calci”
“Smettetelaaaaa” urlava Louis disteso sul vialetto “vi prego... voglio solo parlare con Niall”
“Sentito Payne?” sorrideva Zayn “Louis vuole parlare con Niall. Portaci da lui. ORA”.
 
E a Liam non è che andasse proprio a genio l’idea di guidare, di nuovo. Non aveva affatto voglia di dover dare spiegazioni alla madre circa il perché volesse uscire di casa alle 23 e 30 ma dire di no a Zayn Malik arrabbiato era piuttosto difficile.
Si era dunque messo alla guida. Zayn nel sedile accanto e Louis disteso sui sedili posteriori.
“Tu sai dove abita Niall, Louis?” aveva poi domandato Liam dopo cinque minuti di silenzio. Erano fermi ad un semaforo.
Lo sguardo assassino di Zayn rivolto verso di lui non era affatto piacevole ma Liam voleva togliersi quel dubbio.
“No, non lo sa” aveva risposto Zayn
“Sì che lo so Zayn” aveva detto Louis mettendosi seduto
“No, non lo sai, Louis. Mettiti sdraiato”
“E come lo sai dove abita?” aveva domandato Liam ignorando Zayn
“Payne, giuro che ti ammazzo, guida e stai zitto”
“Ho fatto una domanda a Louis, tu cosa c’entri? Facevo conversazione... non gli ho mica chiesto se è stato arrestato o cose sconvenienti”
Poi era scattato il verde e mentre Zayn continuava a fissarlo con il più totale disprezzo, Liam aveva premuto l’acceleratore pensando a quando avrebbe finalmente raccontato l’intera storia a Niall.
Louis sapeva dove abitava Niall e a giudicare dalla reazione di Zayn la storia dell’appostamento sotto casa sua doveva essere decisamente vera.
“Eccoci arrivati” aveva sorriso Liam spegnendo l’auto.
“Esiste un modo per mettersi in contatto con lui senza svegliare l’intera casa o dobbiamo suonare il campanello?” stava domandando Zayn scendendo dalla macchina e chiudendo la portiera.
Liam aveva solo alzato le spalle mentre anche Louis si univa a loro nel fissare la casa.
Ed era proprio come Louis la ricordava. Intonaco bianco, tegole scure in abbinato alle persiane.
“È così carina la casa di Niall” aveva poi commentato sull’orlo dell’ennesima crisi di pianto.
“Sì, bellissima... ora forza, suoniamo il campanello e facciamo finire questa serata del cazzo, ok?” aveva dunque concluso Zayn trascinandosi dietro gli altri due.
Avevano salito i gradini che dal giardino portano al pianerottolo e infine Louis, con tutto il coraggio che aveva in corpo, aveva suonato una, due, tre, addirittura quattro volte prima di sentire la finestra del secondo piano spalancarsi e, mentre un Niall assonnato compariva oltre il davanzale, qualcun altro stava scendendo le scale urlando: “chi è a quest’ora?”
“MAMMA NON APRIREEEEE” aveva urlato Niall prima di sparire oltre la finestra.
 “Chi è?” aveva domandato una voce dall’interno, probabilmente la madre di Niall
E fu più o meno sull’ennesimo supplichevole urlo di Niall alla madre che Zayn decise di intervenire mentre ancora Louis fissava incredulo la finestra ormai chiusa al secondo piano.
“Buonasera signora, ci scusi per l’orario. Siamo amici di suo figlio. Io e Niall ci siamo accidentalmente scambiati la giacca al ballo, se mi apre ce le scambiamo di nuovo e ce ne andiamo”.
“Ce le scambiamo domani” aveva urlato Niall da dentro mentre la madre sottovoce gli chiedeva spiegazioni.
“Certo ma nella giacca ci sono le mie chiavi di casa...”
“Ho detto domani” aveva ribadito Niall prima che Zayn per l’ennesima volta in quella serata perdesse le staffe.
A quel punto c’era stato silenzio fino a quando un Liam Payne schiacciato contro la porta dalla mano di Zayn non aveva provato a biascicare un: “ti prego Niall apri”
 
 
 
La camera di Niall era ordinata e assurdamente pulita.
Lui se ne stava a gambe incrociate sul proprio letto. Louis era davanti a lui, in piedi, a torturarsi le mani nella speranza di trovare le parole giuste.
Liam era contro la parete di fronte alla porta, a debita distanza da Zayn che lo fissava con odio seduto sul pavimento.
“Non è colpa mia. Io ci volevo venire al cinema ma...” aveva iniziato Louis prima di guardarsi intorno in cerca di aiuto.
“Ma per colpa mia siamo dovuti passare prima a prendere un amico” si era intromesso Zayn
“Eri al ballo” stava dicendo Niall seguito da una risatina di Liam
“Non. Ero. Al. Ballo. Zaaaaaaayn...”
Louis si ripeteva di non piangere di nuovo ma era davvero difficile resistere.
“Dopo che abbiamo preso il nostro amico abbiamo dovuto scaricare lui e un altro al ballo, avevano delle casse di birra e non potevamo lasciarli in mezzo ad una strada”
Niall non faceva altro che fissare Louis nonostante alle sue accuse rispondesse Zayn.
“Perché non mi hai scritto allora?” aveva domandato
“Perché il cellulare era nel primo pantalone” aveva risposto Louis
“Il primo pantalone?”
“il primo che ho provato e che Zayn mi ha tolto...”
Niall era perplesso, davvero perplesso.
“Perché Zayn ti ha spogliato?”
“Non mi ha spogliato, mi ha vestito” aveva precisato Louis mentre Zayn sbuffava e scuoteva la testa. Non aveva più le forze di intromettersi.
“Tu non ti vesti da solo?” aveva domandato Niall sgranando gli occhi e fissando Liam in cerca di sostegno morale.
Liam, dal canto suo, fissava divertito e curioso l’intera vicenda.
 “Sì, mi vesto da solo... solo che a volte no...” stava cercando di spiegare Louis “è che ero agitato per il fatto che uscivo con te, ero in crisi, ecco... non sapevo cosa mettermi ed ero in ritardo. Credevo di sembrare un pazzo maniaco con il primo pantalone”
“No... ma và” era stato il commento di Liam “com’è che hai queste idee? Sembri perfettamente normale” poi aveva guardato Zayn, si era leccato le labbra pregustando la successiva frase che avrebbe detto.
“Non sembri un pazzo maniaco Louis” aveva infatti sorriso Liam “è perfettamente normale appostarsi sotto casa di una persona e farsi portare via dalla polizia”.
Le reazioni a questa frase furono le seguenti:
Louis aveva solo spalancato gli occhi e guardato Zayn.
Zayn aveva invece sillabato lentamente la frase: “La polizia porterà via me dopo che ti ho ucciso Payne”
Ed infine Niall aveva quasi urlato: “ancora questa storia Liam, piantala”
“Ma è vero Niall, è vero. Lui era qui sotto... chiediglielo. È pazzo, perché non vuoi capirlo?”
“Piantala Liam. Ho detto che non voglio saperne niente...”
“La pianto ma tu domandaglielo, forza. Eri qui sotto vero Louis? Ammettilo! È vero quello che si dice a scuola, tu sei ossessionato da Niall e sei quasi stato arrestato. FORZA!!!”
E Louis non era propriamente sicuro su come si rispondesse ad un’accusa di stalking. Poteva continuare a negare? Niall lo avrebbe cacciato senza dargli modo di spiegare? Che poi, cosa c’era da spiegare?
Louis non era sicuro di come si rispondesse ad un’accusa simile ma certamente non lo si faceva colpendo l’accusatore con un pugno dritto nello stomaco. Di questo era certo ma Zayn evidentemente non era dello stesso avviso.
Mentre Liam si accartocciava a terra tossendo e Zayn ripercorreva a ritroso la distanza che aveva coperto con due sole falcate, Niall e Louis si fissavano sconvolti.
“È tutta sera che voglia picchiarti Payne, dio... come mi sento bene ora”
E Liam tossiva, sputacchiava e tossiva allungando una mano verso Niall: “sono pazzi... un maniaco e un assassino”
“È vero Louis?” aveva a quel punto domandato Niall guardandolo con attesa “eri... eri qui sotto?”
“...sì. Mi piaci tanto. Da un po’. Ti... aspettavo... a volte... sotto casa tua” aveva biascicato guardandosi le mani “e ti ho anche rubato i boxer una volta. Ma non li ho mai messi”.
E nemmeno il dolore di un cazzotto in piena pancia avrebbe mai potuto togliere a Liam Payne la gioia di godersi questo momento, l’espressione sconvolta di Niall e quella rassegnata di Louis.
Si era infatti rialzato, tremante e con il respiro ancora spezzato, si era retto all’armadio e con quel poco d’aria che era riuscito a racimolare aveva sussurrato: “te l’avevo detto”.
Niall fissava sconvolto Louis e davvero non era in grado di pensare a cosa fosse giusto dire in quel momento. Zayn alternava sguardi di disgusto e rabbia in direzione di Liam che ancora incerto sulle gambe fissava tronfio l’intera vicenda.
“Uscite” aveva poi detto Niall “fuori tutti da casa mia. Tranne te Louis, tu no”.
Così Zayn aveva sorriso a Liam.
“Sentito? Usciamo dai, aspettiamo Louis giù in cortile”
“Niall, ti prego Niall, fammi stare qui. Mi chiudo in bagno, davvero”.
“FUORI”
 
 
Quella sera si era chiuso la porta di casa alle spalle prima di andare alla Limousine. Aveva aperto la portiera per salire e poi l’aveva chiusa. La stessa portiera che si era aperta per far salire Josh e che si era poi chiusa quando erano ripartiti. Poi al ballo, di nuovo, portiera che si apre e poi si chiude. Davanti al cinema quando Niall non era più lì ad aspettarlo: portiera che si apre e poi si chiude. E anche davanti a casa sua, era salito a prendere il cellulare, porta che si apre e poi si chiude. Casa di Liam, stessa scena, poi casa di Niall ed ora la porta della cameretta. Zayn e Liam che escono piano per non svegliare la madre. La porta che si chiude e in lontananza il rumore di quella di ingresso. Aperta e poi chiusa.
Quante volte, quella sera, stava pensando Louis, si era ritrovato all’interno di qualcosa per poi essere scaraventato fuori o viceversa.
Stava pensando proprio a questo nell’irreale silenzio della camera di Niall. Quel giorno al bar, con lui, si era sentito parte di qualcosa, dentro qualcosa. Ora invece era come stare nel bel mezzo del nulla, come se fosse stato lanciato nel centro esatto di un deserto, come se l’illusione di una relazione con Niall fosse ormai lontana nei ricordi. Non c’erano vie di mezzo nella vita di Louis, ecco il vero problema. Un momento aveva tutto e un momento dopo non aveva niente.
O la dolcezza del latte o il piccante della cannella... mai una volta aveva toccato la delicatezza inconsistente del tè.
“Ti siedi qui?” aveva chiesta Niall riscuotendo Louis dai suoi pensieri.
Aveva annuito.
“Ora mi spieghi tutto. Dall’inizio”.
Così Louis aveva preso fiato, si era leccato le labbra due volte e aveva raccontato ogni cosa, ogni dettaglio, ogni più incantevole sfumatura della sua follia. Era follia, certo che lo era ma... dannazione, lo aveva fatto per Niall.
“Ho un cassetto a casa dove tengo le cose proibite. Lo usa anche Zayn e ci tiene le canne e... beh altre cose. Io tengo il diario dove racconto tutte le volte che ho fatto qualcosa di stupido per te”.
Niall aveva annuito più per incoraggiarlo che per altro.
“È pieno zeppo quel cassetto... perché, beh perché sì, in effetti ero sotto casa tua quel giorno, non so esattamente cosa mi aspettassi. È che mi piaci tanto e non avevo mai il coraggio di dirtelo. Forse quel giorno volevo dirtelo ma non ho avuto il coraggio, sono solo stato qui sotto per un po’... i tuoi vicini poi hanno chiamato i poliziotti perché credevano fossi un tipo sospetto...” aveva detto alzando le spalle.
“Ok... e i miei boxer?”
“Oh. Quelli. Ecco, li ho presi solo perché erano tuoi, non è che abitualmente rubo mutande. Non ci ho fatto riti strani e non li ho mai indossati eh, davvero. Non li ho mai nemmeno annusati, leccati o altre cose strane” stava spiegando Louis gesticolando nervoso “li ho solo presi e messi nell’armadietto... volevo ridarteli un giorno, così avrei avuto la possibilità di parlarti. Tipo ti avrei detto che li avevo trovati in qualche aiuola...”
“Non potevi parlarmi e basta?” aveva domandato Niall sinceramente sconvolto “è follia”
“Ma tu non mi hai mai calcolato...”
“Cosa? COSA?” era scattato in piedi Niall “che cazzo dici? Non ho fatto che fissarti per cinque anni Louis”
“Ah beh, grazie tante... che novità. Tutti mi fissano a scuola!!!”
“Ti fissano perché sei pazzo!” diceva Niall scuotendo la testa e camminando per la camera “sul serio Louis, ti apposti sotto casa della gente, rubi vestiti... fai tutto questo perché hai interesse verso qualcuno e quando questo qualcuno, povero cristo, ti invita che cosa fai??? Non ti presenti? Permetti che la cosa sia quanto meno assurda?”
“Ma io volevo presentarmi! Volevo venire al cinema, te l’ho proposto io, perché mai non avrei dovuto venirci?”
“Ah non lo so, vorrei capirlo anche io”
“È stata colpa degli altri... io ero puntuale, puntualissimo”
“Ah ecco. Ora che ci penso, parliamo del fatto che il tuo migliore amico ti veste? Cos’è? Una specie di gioco erotico?”
“Una specie di cosa?” Louis aveva spalancato gli occhi sorpreso “tu... tu credi che tra me e Zayn... ? Sei tu quello pazzo Niall! Non c’è mai stato nulla tra me e lui. Nullissimo”
“Non lo so. Io, non lo so...è solo tutto dannatamente strano. Voglio dire, ti veste, ti spoglia e non voglio immaginare il resto delle cose che tiene nel cassetto in camera tua”
“Sono preservativi” stava annuendo Louis salvo poi scuotere la testa e gesticolare in maniera sconnessa “no, no, aspetta con me non li usa”
“Con te non li usa?”
“Sì... cioè... non li usiamo. Non li usiamo noi... Non nel senso che lo facciamo senza. Cioè noi non lo facciamo” stava cercando di spiegare Louis lasciandosi ricadere sul letto come qualche ora prima.
I palmi delle mani a coprirgli gli occhi: “Niall, tu mi confondi” stava dicendo mentre l’altro ancora lo fissava immobile.
“Ad ogni modo Lou, lo vedi qual è il problema? Ho appena scoperto che ti apposti sotto casa mia, che mi rubi i vestiti, sei uno stalker cleptomane in pratica e io invece su cosa mi concentro? Su isteriche crisi di gelosia. È tutto assurdo”.
Niall scuoteva la testa: “Ora mi dirai che l’ingrediente segreto di quella roba da Starbucks è droga, vero? Ti droghi?”
Louis era scattato a sedere, i capelli sconvolti e gli occhi rossi: “no la droga no, mai... solo ansiolitici quando esco con te...”
Niall si era messo a ridere, si mordeva le labbra, lo guardava e rideva. Era così buffo.
“E allora cosa c’è in quella bevanda? Latte, cannella e?”
“Tè nero...”
“E perché era così importante? Potevi dirmelo subito... no?”
“Nah...” stava dicendo Louis alzandosi in piedi, appena due passi lo dividevano da Niall “volevo capissi che cos’era la sfumatura che divideva il latte e la cannella... c’è sempre una sfumatura che la gente non vede. Per esempio... non è che uno è pazzo o sano... ci sono sfumature”
Sorrideva Niall indeciso sul da farsi. Voleva solo stendere le braccia in avanti stringere Louis a sé, voleva solo piantarla con tutte quelle chiacchiere.
Così: “mi dai un bacio?” aveva chiesto. Non lo aveva perdonato, non lo aveva nemmeno mai realmente odiato. Questione di sfumature, ecco cos’era quel bacio... una sfumatura tra il perdono e il dubbio perenne che Niall sentiva aleggiare nella mente quando pensava a Louis.
“Cazzo, davvero?” aveva domandato Louis facendo un passo avanti.
“Sì, davvero... voglio vedere com’è baciare un pazzo”
Louis aveva annuito, suonava intelligente come cosa così aveva diminuito ulteriormente la distanza.
Tra loro, tra le loro labbra c’era la distanza di una sfumatura, minuscola, microscopica come la nota impalpabile del tè.
Ed era sparito, poi, anche l’ultimo minuscolo centimetro di spazio. Bocca contro bocca nella prima storia a lieto fine che Louis avrebbe raccontato alle pagine del proprio diario.
I venti secondi più belli della sua intera esistenza, così avrebbe intitolato i suoi pensieri sul foglio di carta.
Niall poi si era staccato, piano, con gli occhi chiusi. Aveva sospirato prima di chiedere: “come si chiama?”
E Louis, perplesso ma comunque disposto a chiarire le cose: “Bacio?” aveva detto
Così Niall aveva riso, si era portato le mani sulla pancia per le troppe risate, gli lacrimavano addirittura gli occhi mentre anche Louis si univa al suo ridere senza davvero capirne il motivo.
“Parlavo di quella roba da Starbucks Lou...”
“Oh, Chai Tea Latte... è così che si chiama” aveva detto annuendo solenne
“Mi piace” aveva sorriso Niall baciandolo di nuovo “ma tu, tu nonostante tutto mi piaci di più”.
 

 
 
  
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