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Autore: Cat in a box    27/12/2013    1 recensioni
Yuki Kuroi, attuale luogotenente della Quinta compagnia, si sentiva inadeguata a ricoprire quel ruolo che un tempo era appartenuto alla sua migliore amica d’infanzia. Quando era rientrata alla Soul Society, nulla era più come prima: tre capitani avevano disertato e la Camera dei Quarantasei non esisteva più. Le brigate erano state riorganizzate in breve tempo e ora, una nuova minaccia che portava il nome di Arracar era comparsa sulla Terra. Una guerra è alle porte e una vendetta deve compiersi, ma nessuno sa, che tutto questo è solo un piano di Aizen per posare le mani su qualcosa di più prezioso. Qualcosa che solo Yuki può custodire e proteggere, ma riuscirà a non piegarsi alle sue minacce? Anche quando i suoi amici non saranno più con lei, quando sarà sola, abbandonata nella fredda Las Noches, in balia di un cinico carceriere? 
Pairing: [Ulquiorra Schiffer x Nuovo personaggio] e [Ukitake Jushiro x Hinamori Momo].
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinamori Momo, Hitsugaya Toushirou, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Sosuke Aizen
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mukasi no Hikari – The Rise of the Guardian Spirit'
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Salve a tutti e benvenuti in questa fiction! *^* Mi chiamo Alessandra e sono l’autrice di questa pazza storia…
 
Kon: Siete ancora in tempo per scappare! *sussurra ai lettori*
 
Autrice: ARGH! Dannato surrogato felino! Vai a farti cucire i vestiti da Sailor Moon da onee-san!
 
Kon: Chiedi venia, chiedo perdonooooooo!! *viene trascinato via da una malvagia presenza*
 
Dunque… riprendiamo in mano la situazione. ^0^ Immagino che siate qui perché avete delle aspettative su questa storia e io, in qualità di fan-writer della sopracitata saga anime, spero di non deluderle; ma per evitare fraintendimenti, ho pensato di lasciarvi un più completo quadro delle caratteristiche di questa storia e se questo non basta a orientarvi, scrivetemi un messaggio privato con le vostre incertezze.
 
Titolo: Mukasi no Hikari, the rise of the guardian spirit
Generefluff, romantico, malinconico, avventura, comico
Tipo di coppia: Het
PairingUlquiorra x Nuovo Personaggio (Yuki Kuroi) e forse, ma dico forse, dipende se avrò tempo e voglia, pensavo di inserire anche qualche altra coppia.
Personaggi: Hinamori MomoToshiro HitsugayaNuovo Personaggio, Rangiku Matsumoto, Urahara Kisuke, Abarai Renji, Ichigo Kurosaki, Inoue Orihime, Ishida Uryuu, Chado Yasutora, Kuchiki Rukia, Kuchiki Byakuya, Aizen Sosuke, Arrancar (Espada), Ulquiorra Schiffer, Grimmjow Jaggerjack e buona parte dei Capitani e luogotenenti. Quelli in grassetto sono i principali protagonisti.
Ratingverde/giallo (ho dovuto mettere il giallo, anche se la mia descrizione di scene violente è di bassa lega e non ho in programma di descrivere scene splatter, in quanto al linguaggio colorito di alcuni personaggi ho deciso di mantenerlo perché voglio mantenerli il più possibile IC!)
NoteNessuna… davvero? Spero solo di non mandare i personaggi OOC
AvvertimentiOtherverse e spoiler, anche se faccio fatica a dirvi da quale episodio di preciso.
 

Ricordate che i commenti sono sempre ben accetti e che rafforzano l’autostima della sottoscritta autrice! ^0^ Ok, ciance alle bande (?) e vi auguro buona lettura!
 


Prologo. Tre amici e una promessa
 


All’epoca eravamo solo tre ingenui ragazzini legati da una forte amicizia.
 
Ricordo perfettamente il giorno della nostra prima e ultima promessa, come se fosse stato ieri…
 
Era il primo giorno di Primavera e il cielo a pecorelle stava iniziando a promettere pioggia. Toshiro diventava sempre febbricitante durante quella particolare stagione di intermezzo tra l’inverno e l’estate, che preannunciava l’arrivo del caldo e della stagione che lui proprio non riusciva a soffrire. Hinamori, d’altro canto, riusciva sempre a essere spensierata e imperturbabile in ogni stagione e in ogni giorno dell’anno, anche se l’indomani avrebbe frequentato il suo primo giorno all’accademia per shinigami. In quanto a me, la Primavera era il momento migliore dell’anno, perché potevo vedere i ciliegi in fiore e trascorrere maggior parte del mio tempo a meditare sotto di essi o in questo caso particolare, a fantasticare a occhi aperti sul mio futuro come shinigami. Ero elettrizzata e sentivo il petto gonfiarsi d’orgoglio al solo pensiero che ero a un passo dal coronare il mio sogno: sarei diventata shinigami, proprio come lo erano stati prima di me i miei defunti genitori.
 
Mi voltai verso Toshiro e Hinamori, che come me, se ne stavano supini sul morbido manto erboso a guardare le nuvole sparire all’orizzonte. Stava per arrivare un temporale e la cosa, stava mettendo di buon umore il mio amico dagli occhi di ghiaccio e dai capelli candidi come la neve.
 
D’un tratto mi drizzai a sedere e mi schiarii la voce.
 
«Shiro-chan? Hina-chan?» richiamai la loro attenzione «Vi va di fare una promessa?» domandai di punto in bianco.
 
«Che genere di promessa?» chiese Hinamori, spalancando gli occhi.
 
«Promettiamoci che qualsiasi cosa accada, quando saremo diventati shinigami, non combatteremo mai l’uno contro l’altro.»
 
«Tsk! Non c’è bisogno di promettere cose del genere… è ovvio che non potrei mai far del male a delle ragazze!» rispose Toshiro pieno d’orgoglio.
 
«Io ci sto Yuki-chan!» disse Hinamori drizzandosi a sedere «E direi anche di aggiungere che qualsiasi cosa accada, non ci separeremo mai.»
 
«E tu Shiro-chan, cosa ne pensi?» mi voltai verso di lui.
 
Ci squadrò per un istante, poi si drizzò a sedere pure lui e infine disse «Ci sto anch’io!»
 
«Allora è una promessa…» annunciai, mettendo una mano al centro tra di noi e aspettando che anche gli altri posassero la loro mano sulla mia «… qualsiasi cosa accada, non ci separeremo mai e non combatteremo mai l’uno contro l’altro.»
 
«Promesso!» risposero gli altri due all’unisono.
 
«Da domani però chiamatemi solo Toshiro.» sentenziò l’albino, alzandosi in piedi e spolverandosi i pantaloni dall’erba «Non vorrei passare per moccioso.» si curò di spiegare.
 
«Va bene Shiro-chan!!» lo provocammo all’unisono, facendolo diventare paonazzo.
 
«Dannate! Avete solo da provarci e vedrete quello che vi farò!!» sbraitò, gesticolando con fare minaccioso, mentre io e Hinamori avevamo preso a farci rincorrere da lui.
 
 
All’epoca non pensavano che il futuro avrebbe messo a dura prova la nostra promessa.
 

....


....
 
 
Capitolo 1. Primo incarico per il nuovo luogotenente
 
 
 
Svoltai l’angolo del corridoio e mi ritrovai davanti alla sua porta.
 
Due ufficiali della nostra stessa brigata erano stati messi di guardia all’ingresso e nessuno, a parte poche persone, avevano il permesso di accedere dentro quella stanza. Erano state prese diverse precauzioni da quando la Soul Society aveva subìto un colpo basso, dopo il complotto dei tre capitani che avevano disertato e l’assassinio di tutti i membri della Camera dei Quarantasei.
 
Da quel giorno, molte cose erano cambiate.
 
«Buonasera luogotenente Yuki Kuroi!» mi salutarono in modo formale le due guardie, spostandosi dalla porta per lasciarmi libero il passaggio.
 
Luogotenente… - pensai. Era una parola con cui non avevo ancora molta familiarità e mi sembrava ancora discordante quando accompagnava i due ideogrammi del mio nome. Che cosa avevo fatto io, in fondo, per diventarlo? C’era chi, prima di me, aveva dedicato interi anni della propria vita a impegnarsi ogni giorno per raggiungere quel posto e io, glielo avevo portato via senza batter ciglio, senza aver fatto nulla per meritarlo. Mi sentivo completamente inadeguata a ricoprire quel ruolo, ma c’erano certi scapestrati dell’alto consiglio che non la pensavano così…
 
Aprii la porta scorrevole e mi introdussi nella stanza.
 
L’arredamento dell’infermeria era essenziale e prevedeva lo stretto necessario. Notai che il capezzale del letto era illuminato da una lanterna appoggiata su un comodino e Hinamori, ex-luogotenente della Quinta brigata, sembrava immersa nella lettura di un libro che indubbiamente le aveva lasciato Toshiro.
 
«Yuki!!» la ragazza dai capelli corvini si voltò verso di me allargando un sorriso e credo che, se non fosse stato per la ferita che la costringeva a letto, avrebbe avuto voglia di saltarmi addosso per la gioia di vedermi.
 
«Hina-chan! Come ti senti?» chiesi dolcemente, sedendomi accanto al letto.
 
«Sto bene… anche se dicono che non posso ancora camminare...» abbassò lo sguardo e iniziò a fissare il distintivo che indicava il mio grado. Prima di passare a me, quello apparteneva a lei. Notai che aveva perso un po’ del suo entusiasmo e iniziai a sentirmi in imbarazzo.
 
«Scusami Hina-chan…» ruppi il silenzio, attirando di nuovo la sua attenzione «… non volevo prendere il tuo posto, davvero… io non lo merito…»
 
«Va bene così Yuki!» mi sorrise una seconda volta, interrompendomi «Ti sta davvero bene e sono contenta che abbiano scelto te e non qualche d’un altro per occupare il mio posto… meritavi di diventare luogotenente già molto tempo fa!»
 
«Oh grazie Hina-chan!!» la abbracciai commossa.
 
«Dopo quello che ho fatto, non merito neanche di essere qui…»
 
«Non dire così!» la ammonii subito, separandomi dall’abbraccio «Non eri in te e poi Shiro-chan ti ha già perdonata….» la guardai con aria severa. 
 
«Sono orribile…» singhiozzò lei, per poi iniziare a piangere a dirotto. Lasciai che si accoccolasse sulle mie ginocchia e che sfogasse tutto il suo dolore. Dopotutto, non aveva passato una situazione facile e io, non ero stata lì, per aiutarla. Tutto quello che potevo fare ora, era solo confortarla.
 
Era trascorsa una settimana dal mio rientro nel Seireitei*, dopo una lunga missione di ricognizione sulla Terra che era durata più di un mese. Dovevo restare nel mondo degli umani fino a nuovo ordine, ma da quando i contatti con la Soul Society si erano bruscamente interrotti, avevo iniziato a sospettare qualcosa e tornai su mia iniziativa. Sapevo che disubbidendo agli ordini del mio capitano avrei rischiato di venir declassata o peggio ancora, essere espulsa dalla mia brigata, ma l’impulso era stato più forte di me.
 
Quando tornai, le cose alla Soul Society stavano andando per il peggio e mi era venuto a mancare il respiro quando mi informarono che i miei migliori amici erano stati gravemente feriti in combattimento. Non so quale fosse stata la notizia più sconvolgente, quando mi dissero che il comandante della mia brigata aveva disertato. Aizen Sosuke, fino a prova contraria era un uomo di tutto rispetto e ammirato dai membri della sua brigata, specialmente da Hinamori. Un uomo carismatico, gentile, sensibile e paterno… perché proprio lui doveva tradirci? Non nego che anch’io, come Hina-chan, ero rimasta piuttosto sconvolta da questo repentino cambiamento. Possibile che il lato buono di quell’uomo che credevamo di conoscere, non fosse stato altro che uno specchio per le allodole? Poco dopo essere stata informata sulle condizioni dei miei amici, mi era stato proposto di prendere il posto di Hinamori, dal momento che ero ufficiale terzo seggio e quindi di grado più vicino a luogotenente. Se avessi potuto avrei declinato l’offerta, ma la Quinta compagnia era in una situazione disastrata rispetto alle altre brigate. Senza un capitano e un luogotenente come punto di riferimento per gli ufficiali, nessuno sapeva più da chi prendere ordini e per questo motivo era la più disorganizzata e vulnerabile; così accettai di ricoprire il ruolo. 
 
«Yuki…» sentii la voce di Hinamori chiamarmi.
 
«Sì?» risposi subito, vedevo che si era drizzata col busto e che ora sedeva a bordo letto.
 
«Ora che so che ci sei tu…» disse, cambiando tono di voce «… vorrei chiederti un favore.»
 
Restai in silenzio ad ascoltare, mentre il cuore aveva iniziato a palpitare inspiegabilmente.
 
«Io penso che Aizen-sama non volesse uccidermi veramente… » si portò una mano sulla ferita che aveva all’addome  «…se avesse voluto farlo, mi avrebbe pugnalata dritta in qualche organo vitale, non pensi?» non so il perché, ma qualcosa mi frenò dal rispondere alla sua domanda.
 
«Yuki… ti prego, non dire nulla a Toshiro, so di potermi fidare solo di te…» si aggrappò disperatamente alla manica del mio kimono, mentre alcune lacrime avevano iniziato a rigarle le guance «… riporta indietro Aizen-sama! Lui non è il traditore che tutti pensano, non può essere un uomo del genere, tu lo hai conosciuto!» mi bastò incrociare i suoi occhi, per capire che Hinamori non era più in sé, ma ancora rimasi impassibile «… ti prego Yuki…» mi supplicò ancora una volta.
 
A quel punto, non riuscii più a trattenermi e mi alzai in piedi, scura in volto.
 
«No.» dissi, stringendo forte l’elsa della zanpakuto* «Non riporterò indietro quel traditore.»
 
«E così anche tu la pensi come Toshiro! Perché nessuno mi vuole credere!?» gridò con la voce rotta dalle lacrime. «Lui… lui non è un traditore… perché nessuno lo vuole capire?»
 
«ZITTA!» le urlai diretta davanti alla faccia «Stai zitta! Non posso continuare ad ascoltarti mentre parli così!»
 
Hinamori sussultò, spalancando gli occhi terrorizzata. Non era la prima volta che mi vedeva nera di rabbia, ma sicuramente era la prima volta in assoluto che si prendeva una strigliata dalla sottoscritta.
 
«Ti ha usata! Ti ha fatto un buco nella pancia e saresti morta se Toshiro non ti avesse trovata in tempo. Adesso smettila di piagnucolare… raccogli tutti i pezzetti del tuo cuore infranto e dimentica l’uomo che hai amato… lui non è mai esistito.»
 
La mora rimase a fissarmi a occhi sgranati, con uno sguardo pieno di terrore. Ammettevo di essere stata un po’ dura con lei, ma una reazione del genere mi sembrava un po’ troppo esagerata. Un secondo dopo, mi accorsi che dalla guardia della mia Soul Slayer stava scaturendo una spaventosa ombra nera…
 
«Basta così Yuki!» sentii una voce maschile sopraggiungere alle mie spalle. Mi voltai, ritrovandomi di fronte a Toshiro.
 
L’ombra si dileguò.
 
«Vieni con me… » disse, non curante del fatto che fossi rimasta stupita della sua rapida ripresa, dal momento che solo fino all’altro giorno era anche lui ricoverato in infermeria. «Yamamoto ha indetto un’assemblea d’emergenza e ha richiesto anche la tua presenza.»
 
«Va bene…» risposi come se quello che mi avesse appena detto fosse una cosa di poco conto e mi voltai per lanciare una rapida occhiata a Hina-chan. Stava bene e il suo viso aveva cambiato espressione.
 
«Solo ‘va bene?’» incalzò un istante dopo il ragazzo albino «Dovresti essere più formale quando ti rivolgi a un Capitano e ricorda che per un luogotenente è un onore poter partecipare a queste assemblee!»
 
«Va bene Shiro-chan!» cinguettai, beccandomi un’occhiata omicida dall’amico. Riuscii a strappare anche un leggero sorriso a Hinamori e dopo esserci congedati con lei, uscimmo dalla sua stanza.
 
 
Toshiro, Hinamori e io, eravamo sempre stati buoni amici sin dai tempi dell’infanzia. Eravamo legati da una forte amicizia e tale rimase anche quando decidemmo di frequentare l’accademia per shinigami. I nostri destini si separarono non molto tempo dopo, quando io e Hina-chan decidemmo insieme di entrare nella Quinta brigata, mentre Toshiro entrò qualche tempo dopo e venne allenato dal capitano Ukitake in persona, che lo aiutò a gestire i suoi incredibili poteri. Anche se eravamo cresciuti e per qualche tempo eravamo rimasti distanti, nulla poteva mutare il nostro legame… nemmeno la nostra differenza di grado.
 
«Almeno, quando saremo davanti agli altri Capitani, ricordati di chiamarmi Capitano Hitsugaya!» si curò di puntualizzare Toshiro, non appena fuori dalla stanza di Hinamori.
 
Lo guardai di traverso.
 
«Ti sembra questo il modo di accogliermi?» sbottai «Non ci siamo visti per settimane, durante le quali qui è scoppiato l’inferno e hai rischiato la vita… e tu ti preoccupi del fatto che ti devo chiamare ‘Capitano Hitsugaya’?» intanto iniziammo ad avviarci lungo il corridoio.
 
«E poi perché ti preoccupi tanto? Lo so come ti devo chiamare quando siamo davanti agli altri, Shiro-chan!» dissi, reprimendo un risolino vergognoso per non farlo alterare ulteriormente. Non avevo il suo permesso di chiamarlo a quel modo quando eravamo in giro per i corridoi, non si sapeva mai se da un momento all’altro sarebbe sbucato fuori qualcuno…
 
«Yuuuu-kiiii!!!» sbraitò ancora l’argentato, mentre ci stava superando il fascinoso capitano della Sesta brigata, Kuchiki Byakuya.
 
Mi morsi il labbro inferiore, mentre seguivo con lo sguardo il suo candido mantello da capitano e i lisci capelli corvini che ondeggiavano sulla schiena. Era avvolto da una piacevole luce che aveva lo stesso colore dei fiori di ciliegio e che solo io ero in grado di vedere. Quella era la reiatsu* del capitano della Sesta compagnia, Kuchiki Byakuya. Iniziai a sognare ad occhi aperti Byakuya che mi sussurrava frasi sdolcinate all’orecchio, mentre sistemava tra i miei capelli un fiore di camelia, paragonandomi alla sua bellezza e…
 
 
«Dannazione Yuki!!» mi sentii urlare nelle orecchie dall’argentato, ignara di cosa fosse successo durante il mio trip mentale «Ti stai dissanguando dal naso!» mi fece notare, affrettandosi a porgermi un fazzoletto che aveva tirato fuori dalla tasca.
 
«Oh!» fu tutto quello che riuscii a dire in quel momento, quando realizzai che Byakuya si era già dileguato e che io avevo irrimediabilmente macchiato il mio kimono nero.
 
 Accettai il fazzoletto di Toshiro e mi tamponai il naso.
 
«Non capisco perché tutte le volte che c’è Byakuya nei paraggi ti deve sempre sanguinare il naso… sarà colpa della sua potente reiatsu?» stava iniziando a ipotizzare il giovane capitano non spiegandosi la mia reazione, mentre la sottoscritta stava cercando di escogitare un modo per fermare l’emorragia.
 
«Vai pure all’assemblea senza di me…» dissi d’un tratto «… io cercherò di raggiungerti al più presto!» e corsi via, senza lasciargli il tempo di rispondermi. Non potevo permettermi di presentarmi a un’assemblea ufficiale con tutti i capitani in questo stato pietoso (specie se all’assemblea c’era anche Byakuya!).
 
Mi dileguai alla vista di Shiro-chan, sfruttando la mia tecnica shunpo* e arrivando in un battibaleno nei dormitori degli ufficiali seggi.
 
- Dannazione Yuki… sei proprio un disastro! – pensai, mentre mi bagnavo i polsi sotto la corrente dell’acqua gelida. Notai in quel momento che la reiatsu della zanpakuto stava emanando una tenue luce rosa, simile al colore dei fiori di ciliegio. – Uff… ci risiamo…- sbuffai.
 
Di tutti i poteri che una zanpakuto poteva avere, il mio era di sicuro quello più bizzarro. La mia era una Soul Slayer in costante rilascio e la lama era ininterrottamente illuminata dalla mia reiatsu, che mutava colore e intensità di luce a seconda delle mie emozioni. Talvolta potevo controllarle e talvolta no, dipendeva tutto dal mio autocontrollo. Ovviamente, mi era più difficile mantenere il controllo sulla reiatsu quando provavo emozioni molto intense; come l’odio per la persona che aveva tradito e quasi ucciso la mia amica, scaturito dalla guardia della katana sotto forma di spettrale ombra nera o la tenue luce rosa che compariva quando pensavo a un ‘certo’ capitano. Inoltre, avevo un’abilità chiamata ‘sintonia dell’anima’ che mi permetteva di vedere le reiatsu altrui in forma di aura. Nessuno in tutta la Soul Society possedeva un simile potere. Nonostante questa particolarità, la mia zanpakuto non aveva nulla di straordinario in confronto alle altre e a dirla tutta, non avevo ancora capito la sua reale funzione in battaglia. 
 
«Yuki!» la voce di Shiro-chan mi fece perdere il filo dei miei pensieri, riportandomi coi piedi sulla terraferma. «Perché sei scappata in quel modo!?» chiese, guardandomi in cagnesco «Idiota! Te lo potevo dare io del ghiaccio, non ricordi che ho questa capacità?» mi rimproverò, porgendomi un panno in cui erano stati avvolti grossi ciocchi di ghiaccio.
 
«Grazie.» accettai il favore e mi poggiai il ghiaccio sulla fronte.
 
In tutta sincerità, dovevo ammettere che ero un po’ invidiosa dei miei amici. Il nostro grado non centrava più di tanto, quanto il fatto che loro avessero sviluppato capacità straordinarie a differenza di me. Hinamori era maestra indiscussa del kidou e Toshiro poteva creare ghiaccio dal nulla senza nemmeno attivare il rilascio iniziale. Non era un caso se nel giro di poco tempo una era diventata luogotenente e l’altro capitano.
 
«E adesso che ti prende?» disse a un certo punto l’argentato, notando che me ne stavo in contemplazione della mia immagine riflessa nello specchio del bagno con aria assorta.
 
«Shiro-chan… c’è una cosa che volevo chiederti…» mi voltai verso di lui, notando che aveva disteso la fronte e ammorbidito l’espressione, come se avesse capito che c’era qualcosa che mi turbava «… secondo te, Hinamori si riprenderà del tutto?» 
 
«Lo sai anche tu che Hina-chan è una ragazza forte…» rispose, compiacendosi della mia reazione di sorpresa per aver usato un nomignolo al posto del suo nome «… certo che si riprenderà.»
 
Ecco perché ammiravo tanto Hinamori. Lei era una ragazza forte, che lottava sempre per ciò che credeva e difendeva il suo onore, le sue idee e i suoi sentimenti. Anche quando veniva sconfitta non perdeva il suo onore: si rialzava, imparava in fretta dai suoi errori e al secondo tentativo riusciva sempre a raggiungere l’obiettivo. Era un esempio per me, che a differenza di lei, ero cresciuta con un carattere debole e vulnerabile.
 
Il sangue finì di sgorgare, così mi diedi una veloce sciacquata alla faccia.
 
«Sono pronta, adesso possiamo and…» non riuscii a terminare in tempo la frase, che l’argentato mi afferrò per lo stomaco e iniziò a correre a tutta birra.
 
«Idiota! Ma che stai facendo!?» gli urlai a gran voce, mentre venivo trascinata fuori dal mio dormitorio «Lasciami andare!!» continuai a protestare, scalciando l’aria come una bambina piccola che fa i capricci, mentre ci spostavamo da un tetto all’altro.
 
«Zitta! Se non vuoi che ti congeli quella lingua!» mi ammonì, lanciandomi il secondo sguardo omicida della giornata «Ti avverto che non sono mai arrivato in ritardo a una sola assemblea… e non ho intenzione di perdere il record a causa tua.» aggiunse, zittendomi del tutto.
 
Obiettare in quel momento sarebbe stato utile quanto insegnare a una gallina a volare, così mi lasciai trasportare, aspettando in silenzio che raggiungessimo il luogo dell’assemblea, che tra l’altro, ora che vi facevo per la prima volta caso, era a me era ignoto.
 
«Ciao Yuki-chan!» ci raggiunse alle spalle la voce argentina di Rangiku Matsumoto «Come mai il Capitano ti sta trascinando?» domandò ingenuamente, guardandomi come se fossi stata la preda serrata tra gli artigli di un’aquila.
 
«Chiedilo a lui…» sbuffai, serrando le braccia, cercando di non fare caso al suo scandaloso decolté che metteva in mostra i suoi seni prosperosi «…pare che lo abbia fatto un tantino alterare.» aggiunsi.
 
«Cattiva ragazza! Che hai combinato questa volta?» mi punzecchiò lei con uno sguardo malizioso, al quale risposi con un’espressione di assoluta indifferenza.
 
«Levatelo dalla testa Rangiku! Qualsiasi cosa tu stia pensando, levatelo dalla testa!»
 
«Ohi! Ohi! Come puoi dire ciò? Se non sai nemmeno a che stavo pensando!»
 
Non ebbi il tempo di rispondere, che il bravo Shiro-chan mi scaricò gentilmente a terra con la stessa grazia di un contadino che scarica sacchi di patate.
 
«Ahi!» bofonchiai, massaggiandomi la parte offesa su cui avevo sbattuto. «Non ci potevi mettere un po’ più di grazia?» mi lamentai, ma Toshiro ignorò completamente la mia protesta.
 
 
Eravamo arrivati davanti alla porta del Comandante generale del Gotei 13 e oltre quella porta, tutti e tre, potevamo avvertire le reiatsu più potenti di tutta la Soul Society. Riconobbi quella dei capitani e di qualche luogotenente. Sembrava che l’assemblea d’emergenza fosse iniziata senza di noi.
 
Toshiro aprì la porta scorrevole ed entrò, seguito da Rangiku e poi da me.
 
«Capitano Hitsugaya, sei arrivato in ritardo.» osservò l’anziano Yamamoto, squadrandoci uno per uno, con lo sguardo più glaciale e penetrante che avessi mai visto. Lo interpretai come un cattivo segno.
 
Shigekuni Yamamoto mi inquietava. All’apparenza poteva dare l’impressione di essere una persona pacata e mansueta, ma da quando avevo messo piede in quella stanza, ero stata investita dalla sua potentissima reiatsu. Tutti i presenti potevano percepirla, ma con l’abilità che possedevo, essa era addirittura amplificata e potevo vederla sotto forma di aura rossa che dava l’impressione di vedere Yamamoto avvolto dalle fiamme e come se non bastasse, sembrava che l’aria attorno a lui si elettrizzasse.
 
Non riuscii a sostenere il suo sguardo per più di due secondi e abbassai lo sguardo, per poi andare a prendere il posto che occupava il tenente della Quinta brigata, tra Abarai Renji e Isane Kotetsu, rispettivamente tenenti della Sesta e della Quarta divisione. Notai che l’anziano Yamamoto mi stava seguendo con lo sguardo, il che non fece che aumentare ulteriormente il mio livello di ansia. Poi, inaspettatamente, mi indicò.
 
«Tu ragazza, fai un passo avanti e dimmi il tuo nome.» ordinò perentorio. Se lo avessi anche fissato negli occhi, mi sarei squagliata all’istante per la paura.
 
Con movimenti quasi meccanici e un po’ impacciati, avanzai di un passo e mi abbassai in un profondo inchino. Poi, mi presentai.
 
«Il mio nome è Kuroi Yuki, ex terzo seggio, ora attuale luogotenente della Quinta brigata.» la voce mi tremò per l’emozione.
 
Notai che dal fodero stava affiorando una scintilla viola. – Dannazione! – sperai che nessuno l’avesse notata, ma a quanto pareva, era inevitabile non attirare l’attenzione su di me in quel momento.
 
«Puoi alzarti Kuroi...» disse l’anziano saggio «…e mostrami la tua Soul Slayer.»
 
Rimasi sbigottita alla sua inaspettata richiesta e francamente anche un po’ riluttante a mostrargli la mia zanpakuto, ma lui era il Comandante generale e aveva un potere assoluto su tutte le tredici brigate. Sarebbe stato molto irrispettoso non assecondare il suo ordine.
 
Sfoderai la zanpakuto e come mi aspettavo, la lama ardeva già di un’intensa luce color lavanda e questo suscitò il commento non gradito dei tenenti, che trovavano sfacciato il fatto che avessi evocato il mio shikai davanti al sommo Yamamoto. Il problema era che non potevo controllare la mia reiatsu e in un modo o nell’altro, quello era l’aspetto standard della mia Soul Slayer.
 
«Interessante… » fu la prima cosa che disse l’anziano saggio «… che una lama ordinaria come quella di un ufficiale abbia questo bizzarro potere. Dimmi, Kuroi, qual è il nome della tua zanpakuto?»
 
«Mukasi no Hikari*» risposi.
 
«Luce dei tempi antichi... è un nome nobile per una spada della Luce.» disse, mentre mi sentivo esaminare sottecchi dalla testa ai piedi da tutti i presenti.
 
Inutile dire che l’imbarazzo mi mise a dura prova, considerando che quella era anche la prima assemblea riservata esclusivamente a capitani e luogotenenti a cui io partecipavo. Non mi era mai successo prima d’ora di vedere tutti i pezzi grossi della Soul Society riuniti in una sola stanza, dovevo ammettere con me stessa che mi faceva uno strano effetto, quasi mi faceva andare in panico.
 
«Puoi rinfoderarla… luogotenente della Quinta brigata, Yuki Kuroi.»  irruppe la voce di Yamamoto.
 
«S-sì.» incespicai con le parole, eseguendo l’ordine e tornandomene tra le file dei luogotenenti.
 
Istantaneamente, sentii il petto iniziare a gonfiarsi d’orgoglio. – Mi ha appena chiamata luogotenente? Davanti a tutti!? Questo significa che il mio ruolo adesso è ufficiale! - lanciai una fugace occhiata a Toshiro, che ricambiò con un sorriso a fior di labbra.
 
Passai una veloce occhiata davanti a tutti i capitani e sentii un fremito, quando mi accorsi che Byakuya, mi aveva guardata per qualche istante e poi, si era di nuovo voltato verso il Comandante generale. Sentii subito un’ondata di calore salirmi alla testa e pensai di essere diventata paonazza, perché mi sentivo ribollire tutta la faccia. Cercai di sedare quel complesso di emozioni, prima che la reiatsu della mia spada iniziasse a venirne influenzata.
 
Sospirai debolmente, mentre Rangiku aveva iniziato a guardarmi di sottecchi con aria perplessa e sospettosa. Finalmente, riuscii a darmi un certo contegno e ascoltai lo svolgere dell’assemblea.
 
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Al termine dell’assemblea, non sapevo ancora spiegarmi bene il come, il quando, ma soprattutto il perché, mi era stato impartito l’ordine di seguire in missione sulla Terra il luogotenente della Sesta brigata, Abarai Renji, per indagare sulle strane reiatsu che la divisione scientifica aveva registrato nella città di Karakura. Sembrava che una nuova specie di Hollow, detti Arrancar, avesse fatto la sua prima comparsa e questo non poteva che palesare lo zampino di Aizen. L’indomani ci saremmo recati a Karakura, per cercare il gruppo di ryoka che aveva fatto irruzione nel Seireitei all’inizio dell’estate. Yamamoto, pensava, che sarebbero stati i più vulnerabili, dal momento che erano bersagli facili da trovare a causa della loro ingente forza spirituale. Francamente, non vedevo l’ora di conoscerli. Si diceva che in quel gruppo di quattro umani, due di loro avessero poteri sconosciuti, mentre uno era un Quincy che era riuscito a dare filo da torcere persino a Mayuri Kurotsuchi, il perfido capitano della Dodicesima compagnia e l’ultimo, Ichigo Kurosaki, era l’umano dalle capacità più straordinarie di tutti. Era la prima volta che sentivo parlare di un umano cui era stato concesso il titolo di ‘sostituto shinigami’ e a quanto avevo sentito dire da Rangiku alla fine dell’assemblea, sembrava che fosse persino riuscito a vedere il leggendario Senbonzakura Kageyoshi* di Byakuya.
 

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 •°¤*(¯.. Note dell’Autrice..´¯)*¤°• 

 
Siete arrivati fino a qui? O.O Wow! Complimenti! ;D
 
Bene, direi che ho superato il punto critico di tutta la storia, cioè di scrivere e pubblicare il prologo e il primo capitolo. Perché pubblicarli insieme? Semplicemente perché il prologo era una cosetta talmente corta che ho pensato non valesse la pena dedicare una pagina solo per pubblicare poche righe, così l'ho accorpato al primo capitolo. Il punto critico è stato quello di inserire a metà della trama un personaggio nuovo e non è un’impresa facile! Tantomeno descrivere in che rapporti si trova con i protagonisti della storia e tutti gli altri personaggi con un ruolo secondario. Adesso mi sto scervellando perché vorrei sapere che cosa ne pensate di Yuki *^* sarei già tentata di chiedervi se vi piace, se la trovate divertente, se vi stuzzica un po’ di curiosità o se vi dà l’aria di essere una Mary Sue (oddei, spero proprio di no! D: ); ma penso che sia ancora troppo presto e tutto quel che ho da dirvi a riguardo, è solo che nei prossimi capitoli la conoscerete meglio (vale anche per la descrizione fisica, che ho deciso di inserire nel secondo capitolo perché si adattava meglio al contesto). Se avete delle domande, non abbiate paura di scrivermi! Sono aperta anche alle critiche.
 
Come piccolo spoiler vi lascio il titolo del prossimo capitolo... (eh già, sono un'autrice molto avara in fatto di spoiler, penso che rovinino l'effetto sorpresa!)
 
Capitolo 2. Shinigami sulla Terra e tanti guai!
 
Per la pubblicazione dovrete aspettare fino all’anno prossimo. In tanto, vi auguro Buone Feste!! ;D


 
 

Chi avesse bisogno di rispolverare alcuni termini, come quelli che sono stati contrassegnati da un asterico (*) qua sotto troverete una breve traduzione.
 
*Seireitei: Corte delle anime Pure
*Zanpakuto: Soul Slayer o 'mieti-anime', è il nome della spada che usano gli shinigami.
*Reiatsu: forza o energia spirituale
*Shunpo: tecnica dei passi veloci
*Mukasi no Hikari: significa letteralmente ‘luce dei tempi antichi’ ed è stato inventato dalla sottoscritta, quindi non illudetevi che esista veramente una zanpakuto con quel nome in Bleach!
*Senbonzakura Kageyoshi: letteralmente tradotto ‘austero gioco di luce dei mille ciliegi’ è il bankai di Kuchiki Byakuya.
   
 
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