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Autore: Cat in a box    01/01/2014    1 recensioni
Yuki Kuroi, attuale luogotenente della Quinta compagnia, si sentiva inadeguata a ricoprire quel ruolo che un tempo era appartenuto alla sua migliore amica d’infanzia. Quando era rientrata alla Soul Society, nulla era più come prima: tre capitani avevano disertato e la Camera dei Quarantasei non esisteva più. Le brigate erano state riorganizzate in breve tempo e ora, una nuova minaccia che portava il nome di Arracar era comparsa sulla Terra. Una guerra è alle porte e una vendetta deve compiersi, ma nessuno sa, che tutto questo è solo un piano di Aizen per posare le mani su qualcosa di più prezioso. Qualcosa che solo Yuki può custodire e proteggere, ma riuscirà a non piegarsi alle sue minacce? Anche quando i suoi amici non saranno più con lei, quando sarà sola, abbandonata nella fredda Las Noches, in balia di un cinico carceriere? 
Pairing: [Ulquiorra Schiffer x Nuovo personaggio] e [Ukitake Jushiro x Hinamori Momo].
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinamori Momo, Hitsugaya Toushirou, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Sosuke Aizen
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mukasi no Hikari – The Rise of the Guardian Spirit'
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Capitolo 2. Shinigami sulla Terra e tanti guai!
 
 
Avevamo appena messo piede nella scuola frequentata dal gruppo di ryoka, che già gli studenti ci stavano scrutando dalla testa ai piedi come se fossimo una banda di teppisti (e in effetti non gli si poteva dare torto).
 
Rangiku era piuttosto discutibile nella sua uniforme scolastica, che risaltava ancora di più le sue generose curve femminili e il prosperoso davanzale, messo ben in mostra dalla generosa scollatura della camicetta. Shiro-chan sembrava un bambino delle medie con i capelli bianchi e solo per il fattore colore-dei-capelli, destava già parecchi sguardi indiscreti. Ikkaku aveva deciso di raggirare l’ordine di Hitsugaya che gli aveva proibito di portarsi dietro la sua zanpakuto, così si era portato appresso una spada di legno che teneva ancorata alla cintura dei pantaloni. Yumichika non passava inosservato per le piume colorate attaccate alla sua faccia, mentre Renji stava mettendo in discussione tra loro molti studenti, per via dei tatuaggi e i capelli rosso fiamma. Almeno io, potevo vantare di sembrare quella più normale e avevo ben poco per cui mettermi in mostra. I miei capelli non erano di colori sgargianti, ma di un semplice e anonimo castano scuro e scendevano lunghi fino a metà schiena, mentre gli occhi erano color miele. Avevo una carnagione chiara e qualche lentiggine costellava il naso e le zone sotto gli occhi. Ero di corporatura esile e le mie forme rientravano nella normalità. L’unica cosa per cui mi potevo far ricordare, forse, era la mia bassa statura. Infatti, ero alta appena un metro e cinquantaquattro centimetri, ma ne andavo fiera (ero pur sempre più alta di Shiro-chan e di Hina-chan, seppur di poco). In termini umani, potevo tranquillamente passare per una ragazza di sedici anni, ma in realtà ne avevo così tanti che le candeline al mio compleanno avrebbero ricoperto un’intera torta matrimoniale a tre piani.
 
 
 
«Eccola!» disse d’un tratto Renji, indicando una targhetta nera che spuntava fuori dal muro e recitava in una scritta bianca ‘1 – 3’ affianco ad una porta. «Questa è la classe di Ichigo!» spiegò, aprendo la porta scorrevole.
 
Ci ritrovammo di fronte al suddetto ragazzo e passò qualche lungo istante, prima che lui potesse capacitarsi dell’idea che fossimo tutti lì, di fronte ai suoi occhi, in carne e ossa dentro un gigai*.
 
«’Giorno! Come stai Ichigo?» lo salutò il rosso, vedendo che il ragazzo non dava segni di risposta.
 
«Renji! Ikkaku! Yumichika! Rangiku!» esclamò lui con evidente stupore, dopo averci squadrato in una frazione di secondo.
 
«Capitano Hitsugaya, se permetti.» si presentò Shiro-chan, sopprimendo uno sguardo omicida per essere stato palesemente ignorato.
 
«E io sono Kuroi Yuki, piacere!» mi presentai facendomi avanti e sventolando una mano per attirare la sua attenzione su di me, che altrimenti sarei passata inosservata.
 
«Che cosa ci fate qui?» domandò il ragazzo dopo quello che sembrò un singulto.
 
«Ordini dall’alto. Ci è stato detto di venire sulla Terra a indagare sulle diverse apparizioni di Arrancar registrate dalla divisione scientifica a Karakura e di unirci al sostituto shinigami per sventare i piani di Aizen.»
 
«Gli Arran-chi?» chiese inarcando un ciglio.
 
«Non mi dire che non hai avvertito quelle terribili presenze qui a Karakura!?» irruppe d’un tratto una voce femminile alle spalle del ragazzo.
 
Tutti si voltarono in direzione della finestra, dove era provenuta la voce e scorgemmo una sagoma accerchiata dalla luce accecante del mattino.
 
«Rukia!!» esclamò Ichigo con evidente stupore, quando riconobbe la shinigami grazie alla quale aveva ottenuto i suoi poteri di ‘sostituto shinigami’ e per la quale, aveva ribaltato l’intera Soul Society pur di salvarla dall’esecuzione. Ora che ci facevo per la prima volta caso, mi ero accorta che l’aura di Ichigo aveva qualcosa di insolito.  
 
Tra tutte quelle che avevo osservato, che si trattasse di umani, shinigami oppure Hollow, tutte avevano un’unica aura. Ichigo ne aveva due. Un’aura bianca e l’altra nera, sembravano in costante conflitto, scontrandosi e respingendosi a vicenda, come se stessero lottando tra loro. Sembrava che l’una volesse sopraffare l’altra, cosicché soltanto una delle due avrebbe predominato.
 
La nostra conversazione fu interrotta dal suono della campanella e dall’arrivo del professore, un certo tizio che aveva più rughe lui in faccia di una prugna rinsecchita, che ci cacciò ognuno nelle rispettive aule. Rukia rimase nella stessa classe di Ichigo, mentre io, Rangiku, Renji, Ikkaku e Yumichika fummo mandati in un’aula diversa, ma dello stesso anno. Hitsugaya fu l’unico a ritrovarsi da solo, probabilmente per via del suo aspetto molto giovane, fu mandato a seguire le lezioni insieme alle matricole del primo anno.
 
Quel giorno, avremmo dovuto comportarci come semplici umani.
 
 
….
 
 
….
 
 
 
Dopo le prime ore estenuanti a lezione di algebra e il tempo passato a guardare Rangiku costruire aeroplanini di carta che poi lanciava sulla schiena di Ikkaku con l’intento di fargliene atterrare uno sulla testa, decisi di dividermi dal gruppo durante l’intervallo per cercare il bagno.
 
Scesi le scale per raggiungere il secondo piano e imboccai il corridoio. La luce bianca del mattino filtrava dalle finestre e uno squarcio di cielo azzurro e limpido, preannunciava il bel tempo. Mi fermai per un istante a guardare fuori dalla finestra, osservando le chiome degli alberi che venivano gentilmente scosse dal fiacco vento estivo. Mi resi conto che seppure avessi passato molto tempo sulla Terra, perché effettivamente un mese e mezzo era un bel po’ di tempo per uno shinigami, c’erano ancora così tante cose che non conoscevo…
 
D’un tratto avvertii delle vibrazioni nell’aria.
 
Si stavano avvicinando delle reiatsu molto potenti. Mi voltai e iniziai a cercare con lo sguardo tra gli studenti che passavano in corridoio la fonte di quella energia spirituale, e la trovai. Erano tre studenti.
 
Precisamente due ragazzi e una ragazza, della stessa età di Ichigo e probabilmente suoi compagni di classe e amici. Sì, doveva essere senz’altro così. Due di loro emanavano un’aura che mi era apparentemente sconosciuta, qualcosa che non avevo mai visto prima e l’altro, il ragazzo snello con gli occhiali, era circondato da un’aura tipica di un Quincy*, sebbene dovetti ammettere che fosse l’aura più potente che avessi mai avvertito prima in uno della sua specie.
 
 
«Ciao!» dissi, avvicinandomi a loro, i quali ricambiarono il mio saluto.
 
«Scusa, ma… ci conosciamo?» domandò il ragazzo con gli occhiali, il Quincy.
 
«Voi siete gli amici di Ichigo Kurosaki, giusto? Quelli che sono andati con lui nel Seireitei all’inizio dell’estate passata, non sbaglio?»
 
«Sì.» rispose timidamente la ragazza, mentre i suoi compagni sembravano ancora piuttosto riluttanti nel dare così tanta confidenza a un’estranea. Allora decisi di presentarmi.
 
«Il mio nome è Yuki Kuroi…» feci un inchino «… luogotenente della Quinta brigata.» quando alzai lo sguardo, notai subito che avevano cambiato espressione e sembravano più disposti a prendere confidenza con me.
 
«Io mi chiamo Inoue Orihime.» si presentò la rossa, ricambiando con una stretta di mano.
 
«Io sono Ishida Uryuu.» il Quincy imitò il gesto della ragazza.
 
«Chado Yasutora.» si presentò con una voce baritonale, il ragazzo con la carnagione scura e alto quanto bastava perché dovessi alzare lo sguardo per vederlo in viso. Aveva l’aria di essere un tipo molto riservato e anche taciturno.
 
«Che cosa porta uno shinigami del tuo rango a Karakura?» domandò Orihime.
 
«Siamo qui per indagare sulle recenti reiatsu che sono apparse qui nei dintorni. Ichigo pare non saperne nulla… »
 
«Non mi sorprende, Ichigo ha le stesse capacità sensitive di un vegetale!» disse Uryuu «Le abbiamo avvertite anche noi, ma scompaiono molto in fretta, senza lasciare tracce… abbiamo pensato si trattassero di Hollow.»
 
«Non sono Hollow…» lo corressi «… sono qualcosa di diverso e più potente. Stiamo pensando che Aizen stia evolvendo gli Hollow grazie al potere dell’Hougyoku*.»
 
«Non dovremmo parlare qui di queste cose.» sussurrò Uryuu, guardandosi attorno con fare furtivo.
 
«Siamo circondati da semplici esseri umani, di cosa ti preoccupi?» chiesi.
 
«Sono umani e non possono vedere gli Hollow, questo è certo, ma anche loro possono sentirli. La gente non è più tranquilla da quando sono apparsi quei mostri e basterebbe poco per scatenare il panico tra gli studenti.»
 
Mi guardai intorno.
 
Effettivamente, poteva essere come aveva detto Uryuu. Non ci avevo fatto caso, ma tutti gli studenti, eccetto i tre ragazzi di fronte a me, erano avvolti da una debolissima reiatsu che si materializzava sotto forma di ombra grigia – Hanno paura… - intuii - …sentono il pericolo, anche se non sanno dove esso si trovi o che aspetto abbia. – la situazione era più grave di quel che sembrava.
 
 
….
 
 
….
 
 
 
Nel primo pomeriggio ci ritrovammo tutti a casa di Ichigo.
 
Rangiku, Renji, Ikkaku e Yumichika optarono per un’entrata ad effetto dal soffitto, passando dal lucernario. Rangiku lo aveva fatto apposta solo per poter rifilare una battuta a Ikkaku sulla sua pelata e al fatto che la sua testa somigliasse a una lampadina. Io e Hitsugaya optammo di passare dalla finestra, sempre in grande stile.
 
«Oneeeessaaaaan!!» una voce gracchiante spuntò fuori dal nulla e un peluche a forma di leone prese vita, balzando in direzione di Rangiku «Quella è una uniforme davvero scandalosaaaa!!»
 
Con un calcio ben assestato dalla bionda, quel pupazzo demoniaco si ritrovò fuori gioco in una frazione di secondo.
 
«E quello che cos’è?» chiese Renji, anticipando la mia domanda.
 
«Ah quello?» Ichigo lanciò una rapida occhiata dove era stato scaraventato il peluche posseduto «È un’anima modificata*.» rispose con non curanza.
 
«Una… un’anima modificata hai detto!?» esclamò sorpreso Ikkaku «E lo fai stare dentro un peluche?»
 
«Ehi! Senti un po’ testa di rapa che non sei altro!» il peluche si rianimò all’improvviso «Quando mi presenti agli altri devi usare il mio nome. Mi chiamo Kon! Capito? Kappa, ooooo, enneeee!»
 
«Sta zitto.» Rukia lo zittì piantandogli un piede sulla testa e schiacciandolo a faccia in giù sul pavimento, mentre quello continuava a dibattersi.
 
 
«Come mai siete venuti in così tanti?» chiese il ragazzo, dopo averci scrutato tutti con una rapida occhiata.
 
Renji mutò espressione e assunse un’aria pensierosa. «Bhe… ti confesso che mi è difficile ricordare bene la dinamica dei fatti. Yamamoto aveva scelto Rukia perché era la persona che ti conosceva meglio.»
 
«Non è vero! Sono stata scelta per le mie capacità!» irruppe Rukia, in difesa del suo orgoglio.
 
«Poi sono stato scelto io perché ero quello più vicino a Rukia tra tutti i combattenti disponibili e ha aggiunto che potevo portarmi dietro una persona di fiducia che fosse sotto il grado di capitano e ho scelto Ikkaku.» fece una breve pausa e si grattò la nuca «Poi, quando Yumichika è venuto a sapere che Madarame sarebbe venuto con me in missione, ha insistito a volersi unire.»
 
Ichigo sembrò iniziare a perdersi in tutto quel discorso contorto.
 
«Poi, Matsumoto è venuta a sapere da Yumichika che saremmo partiti in missione sulla Terra e trovando l’idea eccitante si è voluta imbucare pure lei, poi non contenta di essere l’unica donna nel gruppo, ha voluto trascinarsi dietro anche Kuroi e all’ultimo se n’è saltato fuori Hitsugaya, dicendo che non poteva lasciare che la sua luogotenente combinasse guai sulla Terra.»
 
- Ecco come diamine centravo in tutto questo! – pensai, non appena compresi le complesse e caotiche dinamiche in cui si erano svolti i fatti. Non dovevo aver seguito molto l’assemblea, da quanto dovevo essere stata impegnata ad analizzare in ogni suo particolare la reiatsu di Byakuya.
 
«Non ricordo di averti mai vista prima…» mi sentii trascinare giù dalle nuvole dalla voce di Ichigo, che in quel momento mi stava fissando con la fronte corrugata e un’espressione che avrei definito diffidente nei miei confronti.
 
«Oh bhe io…» incespicai nelle prime parole, pensando a come arrangiare un discorso «… ero in missione sulla Terra quando tu arrivasti alla Soul Society.»
 
Non vidi nessun cambiamento nella sua espressione.
 
«Yuki era ufficiale della Quinta brigata ed era stata mandata da Aizen in missione sulla Terra.» si premurò di spiegare Toshiro «Ha trascorso molto tempo in attesa di ricevere l’ordine di rientrare, il quale non è mai arrivato, perché nel frattempo Aizen aveva già disertato.»
 
«Tra tutti, però, sembri quella che ha meno ragioni di stare qui…»
 
«Meno ragioni?» incalzai subito a quella provocazione, scendendo dal davanzale della finestra su cui mi trovavo seduta e serrando i pugni «Aizen ha tradito la mia brigata, ha calpestato i sentimenti di Hinamori e ha ferito i miei amici… ho tutte le ragioni di essere qui e di volerlo fermare!». Un guizzo di luce rossa avvampò dal palmo della mia mano, ma mi sforzai a controllare la mia reiatsu.
 
Rabbia. Ecco la ragione per cui ero qui.
 
«Lei ha tutte le ragioni di essere qui, come noi…» sopraggiunse Yumichika con fare diplomatico «… pensiamo che dietro all’apparizione degli Arrancar ci sia Aizen.» decise di deviare l’attenzione su un altro argomento.
 
«Aizen?» domandò con certa sorpresa lui «Che cosa ha lui a che vedere con gli Arrancar? E poi che cosa diavolo sarebbero?»
 
«Hollow che hanno rotto la maschera…» spiegò Rukia, illustrando su un blocco da disegno degli orsetti stilizzati, rivelando le sue dubbie doti artistiche «… non so come facciano ad evolvere, ma pensiamo che Aizen stia usando il potere dell’Hougyoku per crearli. Inoltre, quelli non sono Hollow e basta, ma dei Menos*.»
 
«Avrei capito anche senza album da disegno…» borbottò, offendendo Rukia che in risposta gli lanciò il blocco da disegno.
 
«Ricordi quello che hai sconfitto una volta?» chiese la mora.
 
«S-sì. Il Menos Grande.» annui lui.
 
«Quello era un Gillian.» irruppe all’improvviso Hitsugaya «Appartengono alle categorie più basse dei Menos. Sono lenti e stupidi, tu sei riuscito a sconfiggerne uno dopo aver avuto i tuoi poteri di shinigami. Sono in tanti a Hueco Mundo e alla Soul Society li consideriamo la loro fanteria. Poi, ci sono gli Adjuchas e da qui la situazione si complica…» levò un sospiro, posando il suo sguardo di ghiaccio su Ichigo, che aveva assunto un’espressione ancora più dura «…sono di dimensioni più piccole rispetto ai Gillian e sono in numero minore, ma sono più astuti e veloci, sarebbero capaci di ferire gravemente anche un capitano. Infine, la massima forma evoluta di un Menos sono i Vasto Lorde. Hanno forma e dimensioni quasi umane e sono rari in tutto Hueco Mundo. La loro forza supera di gran lunga quella di un capitano del Gotei 13… se Aizen portasse sotto il proprio controllo anche solo una decina di loro, sarebbero sufficienti a spazzare via l’intera Soul Society.»
 
Ci fu una pausa. Un lungo silenzio che nessuno ebbe il coraggio di interrompere.
 
«Capisci, Ichigo, perché adesso siamo qui? Aizen si sta preparando per una guerra e noi dobbiamo fermarlo.» concluse Toshiro.
 
«Questi Arrancar…» iniziò in tono incerto Ichigo «… avete detto che sono apparsi solo qui a Karakura, giusto?»
 
«Sì.»
 
«Questo vuol dire che Aizen sta cercando qualcosa in questa città?»
 
«Esatto.» convenne Abarai Renji, che non aveva proferito più parola fino a quel momento «E pensiamo che sia interessato a te.»
 
 
….
 
 
….
 
 
 
Sul fare del tramonto decidemmo di uscire da casa di Ichigo, ora che tutti dovevamo preoccuparci di trovare una sistemazione per la notte. Almeno, il tempo trascorso sulla Terra mi era servito ad apprendere alcune cose utili sul mondo degli umani…
 
 
«Ah! E così dici che in queste case chiamate ‘alberghi’ si può chiedere una stanza dove passare la notte in cambio di denaro?» chiese sbalordita Rangiku, l’unica del gruppo ad avermi seguita oltre a Toshiro.
 
«Sì.» annuii.
 
«Mmmh…» si posò l’indice sul mento e assunse un’aria pensierosa «… avrei preferito chiedere a Inoue di ospitarmi a casa sua…» confessò.
 
«Quello si chiama scroccare.»
 
«Scroccare?»
 
«Sì, significa vivere a spese di qualcun altro a casa sua.» le spiegai.
 
«Ah! Come fa Renji all’emporio di Urahara dove abbiamo affittato questi gigai!»
 
«Deduzione brillante, Matsumoto.» commentò Shiro-chan, che ci stava seguendo da dietro «Yuki, quanta strada dovremo fare ancora prima di arrivare?»
 
«Dobbiamo arrivare almeno in centro città, per trovare un albergo. Ci vorranno ancora dieci o forse quindici minuti.»
 
«Uff… mi sento stipato dentro questo gigai…» borbottò lui.
 
«A chi lo dici…» si aggiunse la bionda «… io vorrei farmi una bella doccia! Sono parecchio sudata, soprattutto qua in mezzo…» indicò con la punta dell’indice il suo seno.
 
In quel momento, avevamo appena imboccato una strada in cui stavano passeggiando un gruppo di ragazzini, che si fermarono a guardare Rangiku a occhi sgranati e di seguito a commentare il suo abbigliamento.
 
«Rangiku, sai, non penso che qui sia buon costume lasciare così scoperte e in vista certe parti del proprio corpo…»
 
«A dire il vero non lo è neanche alla Soul Society…» commentò Toshiro sottovoce.
 
«Uuuh! Ma tu guarda che carini!» esclamò la bionda, quando la sua attenzione fu catturata dalla vetrina di un negozio che sfoggiava vestiti gothic lolita.
 
Mi voltai verso Shiro-chan, che aveva un’aria decisamente esasperata e ci scambiammo un’occhiata reciproca che avrebbe voluto dire…
 
«Rangiku, è un caso perso.»
 
 
 
 
  •°¤*(¯.. Note della pazza Autrice..´¯)*¤°•
 
Buon anno nuovo a tutti e speriamo che questo 2014 ci porti buone favelle! ^0^
 
Questo capitolo l’ho trovato più come un intermezzo, un tassello per sostenere la trama e agganciare il capitolo successivo, visto che succederanno parecchie cose interessanti (si prevedono i primi combattimenti). Per questo capitolo mi sono ispirata direttamente alle puntate 114 e 115, reinterpretandole a modo mio e se per caso vi state chiedendo se Ichigo si è già scontrato con gli Arrancar, la risposta è no. Ichigo non è riuscito nemmeno a percepire la loro presenza (chissà perché… ci sarà qualche oscuro motivo dietro o la deduzione di Ishida è corretta?), a voi lascio lo spazio per altre domande. In tanto, le mie mani prudono per pubblicare il prossimo capitolo, che francamente mi sono divertita a scrivere e per una buona volta, mi sento soddisfatta di qualcosa che ho scritto (cosa molto rara). Pensavo di pubblicarlo verso sabato o domenica, sempre che la connessione non mi freghi prima!
 
E adesso… rullo di tamburi! Il prossimo capitolo si intitolerà…
 
 
Capitolo 3. Scontro con gli Arrancar a Karakura
 
 
Tanto per cominciare l’anno con qualche sana risata, ho pensato di inserire qualche caricatura sui miei personaggi preferiti… - hehehe - a me questa ha fatto rotolare dalle risate per un quarto d’ora!
 

 
 
 
Dizionario ‘Bleach – Italiano’ e ‘Italiano – Bleach’, da oggi disponibile anche su EFP! 
 
*Gigai: tradotto letteralmente significa ‘corpo temporaneo’, si tratta in un corpo fittizio in cui gli shinigami possono risiedere ed essere visti, quindi, dagli esseri umani.
*Quincy: esseri umani sopravvissuti agli attacchi di Hollow, che poi hanno sviluppato poteri per potersi difendere proprio da loro. Usano un arco fatto di energia spirituale e le dimensioni dell’arco dipendono dalla forza del Quincy stesso.
*Anima modificata: dette anche ‘modsoul’, furono create per bilanciare il numero degli shinigami, che era sempre inferiore rispetto a quello degli Hollow e creare un corpo d’avanguardia abile nel combattimento. Tuttavia, il progetto sulle anime modificate fu abbandonato presto, perché considerato disumano, dal momento che venivano adoperati come contenitori di queste modsoul, i cadaveri umani. Le modsoul furono bandite e distrutte, ma alcune, come Kon, riuscirono a sopravvivere.
*Hougyoku: chiamato ‘tesoro sgretolante’ o ‘sfera della distruzione’, oggetti misteriosi che hanno conferito ad alcuni umani come Orihime e Chado i loro poteri; ma non si conosce con esattezza quale sia la loro esatta funzione. A inventarli è stato Urahara Kisuke, quando era ancora capitano della divisione scientifica.
*Menos: centinaia di migliaia di Hollow che si aggregano per formare un’entità di dimensioni gigantesche, detto Menos Grande. 
   
 
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