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Autore: Echadwen    28/12/2013    11 recensioni
[Aggiorno appena arriva l'ispirazione]
Crescere un figlio non è facile per nessuna ma, se oltre ad un figlio, si deve gestire anche un regno allora la faccenda si fa seria.
Abbiamo visto Thranduil, nelle vesti di sovrano, fronteggiare Scudodiquercia, dare ordini ai propri soldati... Nessuno, però, ci ha mai mostrato il re d Bosco Atro una volta posata la corona, quando l'unico che dipendeva veramente da lui era un piccolo Elfo con l'oro nei capelli e grandi occhi azzurri.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Thranduil
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Incubi

 



 







La luce della luna illuminava la piccola culla posta nella stanza del sovrano come, a voler proteggere, la creaturina che beatamente vi dormiva.

A pochi passi di distanza, un altro Elfo riposava, in maniera differente, ristorava il proprio spirito mantenendo i sensi vigili. Attendo a qualsiasi cosa potesse anche solo disturbare il riposo del figlio.

C'era voluto così tanto per farlo addormentare.

 

 

La balia glielo diceva sempre. Diveniva intrattabile quando si avvicinava l'ora di andare a letto.

Si ostinava a voler restare sveglio nonostante sbadigliasse sempre più frequentemente e gli occhi rimanessero chiusi sempre più a lungo, sempre più pesanti a dispetto dei suoi tentativi di tenerli aperti strofinandoli con i pugnetti.

Alla fine, però, tutte le volte, la stanchezza aveva la meglio e lui crollava avvinto con qualche lacrima a ricordo dello scontro.

 

 

Un fruscio lo risvegliò. Legolas cominciò a piangere facendo alzare il sovrano ma, mentre quest'ultimo scostava le coperte di lato e raggiungeva la culla, la balia fece il suo ingresso dalla porta secondaria.

Thranduil prese in braccio il piccolo e cominciò a cullarlo dolcemente

"Torna pure a riposare" le disse senza distogliere lo sguardo da lui "Mi occupo io di Legolas" l'Elfa chinò il capo ed indietreggiò fino a raggiungere la porta

"Come desiderate, mio signore." la chiuse alle proprie spalle.

 

 

"Cosa c'è, piccolo?" chiese poggiando il principino contro al proprio petto "Shh..." non accennava a voler smettere di piangere "Legolas, che succede?" la preoccupazione nella voce.

Il bambino si strinse a lui, chiuse i pugnetti sulla lunga veste del padre

"Piccolo..." gli carezzò la bionda testolina, lo allontanò gentilmente da sé per poter osservare il suo viso.

Gli occhi lucidi e gonfi, le guance bagnate e rosse.

Forse aveva fame. Prese il biberon dalla culla e lo avvicinò alle sue labbra; Legolas indietreggiò e si coprì il volto con le manine.

 

 

"No!" urlò nella mente "No, non lo voglio!"

Posò il biberon sul mobile accanto al letto e si coricò tenendo il figlio stretto al petto

"Allora che succede?" domandò carezzandogli i capelli, la fronte imperlata di sudore ricevette un bacio "Chiudi gli occhi e cerca di dormire un pochino"

"No!" nascose il viso contro il petto del padre "No! Se chiudo gli occhi, lui torna a prendermi e mi mangia!" si strinse a lui.

Tremava.

"Chi ti vuole mangiare?"

"È grande... brutto e tutto verde. Mi voleva mangiare..." le lacrime cominciarono a rigare nuovamente le guance del biondo principe.

Un sorriso apparve per un secondo sul suo volto, il suo piccolino aveva avuto un incubo.

"Un mostro? Che io sia dannato se permetterò ad un mostro di fare del male al mio bambino. Ti proteggerò sempre, anche nei sogni"

"Promesso?" alzò la testolina e puntò gli occhi cristallini nei suoi

"Certo che sì" gli scompigliò i capelli

"E se poi il mostro si arrabbia e tenta di mangiare anche te?"

"Papà allora lo prenderà a calci nel sedere" Legolas si portò le mani alla bocca e rise.

Una risata contagiosa, talmente pura da scaldare il cuore.

"Sei più tranquillo, ora?"

"Sì!" rispose con enfasi posando le mani sulle guance dell'altro Elfo "Se ci sei tu io no paura" si gettò letteralmente su di lui.

"Bene perché il tuo papà non permetterà a nessuno di farti del male" lo coprì con il lenzuolo.

Non ottenne risposta. Il respiro regolare del piccolo gli suggerì che si fosse addormentato.

"Papà" come non detto

"Sì, figliolo?"

"Me la sono fatta addosso" confessò nascondendosi contro al suo collo, rosso di vergogna

"Oh" un'espressione stupefatta si delineò sul suo viso ma poi sorrise teneramente "Vorrà dire che prima di occuparci di quel mostro" si rimise in piedi tenendolo ben stretto "dovremmo pensare al tuo pannolino"

Ora, l'aiuto della balia, lo avrebbe tanto voluto.












Angolino autrice: E siamo alla terza one shot. Come sempre, spero di avervi strappato almeno un sorriso.
Un grosso bacio a quante (lasciatemi usare il femminile) hanno recensito ed inserito questa storia tra le preferite o nelle altre categorie, un bacio altrettanto grande va anche a chi abbia solamente letto.
State facendo felice un'autrice.
Colgo l'occasione per augurare a tutti un fantastico anno nuovo, dal momento che non so se ci risentiremo prima del 2014.
Grazie.
Echadwen
   
 
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