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Autore: Marghe_scrittrice_1D    30/12/2013    1 recensioni
Questa fanfiction non sarà come le altre. Ci saranno sorprese continue, e parlerà di amore, avventura, paura. Spero che possa attirarvi fin dal primo capitolo. Ho bisogno del vostro supporto per scriverla, fatemi sentire la vostra voce :)
Baci a tutti!
-La scrittrice xx.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovavo in un letto bianco, e freddo. Allungai la mano per cercare Harry, per sentire il calore del suo corpo accanto al mio, ma tutto ciò che vidi fu un materasso color panna ammuffita. Mi guardai intorno. La stanza dove mi trovavo era abbastanza grande, con una finestra accanto al letto, e un armadio in legno proprio davanti. Prima di continuare ad esplorare mi accorsi che quella non era camera mia.. non lo era affatto. Mi affacciai alla finestra. Un cortile verde e fiorito attorniava un pozzo in pietra. Ma non era molto amichevole, e soprattutto familiare. Tremavo. Ma non di paura. Stavo congelando. Mentre stavo per girare il pomello della porta, vidi un termosifone. Mi avvicinai per cercare di riscaldarmi. Ma era freddo, per non dire di ghiaccio. Da quanto tempo non lo accendevano? E soprattutto, dove mi trovavo? Dove era Harry? Un attimo prima lo stavo baciando, ero sicura che tra di noi c’era stato qualcosa, qualcosa di importante.. Ed ora ero sola in un luogo sinistro e freddo. Girai appena il pomello della porta in legno che avevo di fronte, e sentii delle voci. ‘Non ti rendi conto di quello che hai fatto, stupido!’, diceva uno. ‘Ti sei fatto prendere dalle emozioni, da qualcosa di impossibile, per noi… e adesso è un disastro irreparabile! Non capisci!!’, urlava un altro. ‘Io invece lo capisco, il ragazzo. Si è affezionato, ma non doveva. Proprio non doveva. Ha sbagliato tutto… ma non saltiamo a conclusioni affrettate! Un modo c’è per rimediare…’, diceva una donna. ‘Ascoltate..’, disse, poi, un ragazzo. Un momento! Ma quel ragazzo era Harry! Quella era la sua voce! L’avrei riconosciuta fra mille. Così uscii da quella porta, e scesi le scale urlando: “Finalmente ti ho trovato, Harry!” Ma mi fermai subito. Ero stata troppo impulsiva, dannazione. La signora mi fissava sconcertata, mentre i due signori mi guardavano con aria superiore. Ad uno di loro, scappò un risolino. Poi guardai Harry. Lui mi fissava con sorpresa, e sembrava imbarazzato. Eppure, non riusciva a smettere di posare i suoi occhi sui miei. Osservai le sue mani: erano così grandi, belle e perfette. Quanto avrei voluto che mi stringesse a sé con amore, ma dopo la mia entrata in scena, capii che non era la migliore delle idee. “Tu, lei.. come hai potuto?!”, gli urlò uno dei due tipi loschi avvicinandosi a lui. “Io, io… io non pensavo.. non lo avevo previsto…”, rispose Harold nella vergogna e imbarazzo più totale. “Ma certo! Dimenticavo che fossi totalmente sbadato,e fra le nuvole signorino Styles” “L’unica soluzione è quella che sapete”, disse guardandomi la donna con determinazione, avvicinandosi a me. Deglutii. Cosa avevano intenzione di farmi? Io volevo solamente stare con Harold… che male c’era in questo? “No!, gridò Harry di soprassalto, scordatevelo!” Quel rumore li riportò alla realtà, e alla gravità del loro problema. Qualunque fosse. Si diedero un’occhiata veloce, di sfuggita fra di loro, per poi fissarsi su di me. Poi assentirono tutti con la testa. Era una sorta di codice? Cosa significava? Harry se ne andò dalla sala senza neanche salutarmi. Il suo sguardo pareva avvilito, e basso sul pavimento. Vidi soltanto la sua figura uscire dalla stanza, con sconforto. Nel frattempo, i signori si avvicinarono a me, e sussurrando mi dissero: “Non preoccuparti, piccola. Non ti faremo del male” “Non ancora per lo meno”, sorrise uno. “Sentite, ne possiamo parlare..”, dissi indietreggiando. La paura mi stava uccidendo. Che ne sarebbe stato di me? “HARRY! “, fu l’ultima cosa che riuscii a dire prima che quei tre si avventassero su di me. --- Mi sentii come risucchiata da un vortice. Percepivo una forza soccombere su di me, qualcosa di sovrannaturale. Era tutto buio, e mi girava la testa. Ma poi vidi una luce, e sentii una voce. Non riuscivo a distinguerla bene. Era tutto confuso, e mi roteava intorno. “Forza signorina Wright! Si svegli! Mancano ancora molte settimane alle vacanze estive, forza!” Era la voce del mio prof di scienze, il signor Devine. Alzai la testa con malavoglia, e smarrimento. Questo significava che ero in classe… I miei occhi girovagarono alla ricerca di un indizio, qualcosa che mi aiutasse a capire. Sembrava tutto normale, apparentemente per lo meno. La lavagna, i libri, i soliti muri bianchi, i miei compagni di classe, le comuni sedie ed i comuni banchi. Eppure, c’era qualcosa che non andava. Mi voltai. Harry non era in classe. Il suo banco era.. era vuoto.
  
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