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Autore: asyouwishmilady    30/12/2013    2 recensioni
Dopo il sortilegio di Peter Pan (3x11), gli abitanti di Storybrooke perdono la memoria per la seconda volta. Emma, l'unica ad essere riuscita ad andarsene dalla città in tempo, torna alla sua vecchia vita a Boston, nuovamente ignara di essere la Salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro e la madre di Henry. Dopo un sogno particolarmente realistico, però, le torna in mente tutto. Dove saranno Henry e gli altri? Saranno ancora in questo mondo? E come sarebbe riuscita a salvarli?
Scrivere questa fanfiction è l'unico modo che ho per sopravvivere fino a Marzo. Spero che aiuti anche voi ad uccidere l'attesa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Uncino si dimenava, intrappolato dalla corda, mentre gemeva insistentemente qualcosa che non riuscivo a comprendere.

 «U..a….mmm…gia» tentò nuovamente di esprimersi, continuando ad agitarsi come un ossesso contro la parete di legno della nave.

«Cosa?» gli domandai, disperata, senza osare muovermi di un millimetro.

«Mmm...gia» ripeté lui. Lo guardavo dritto negli occhi azzurri disperati, ma non capivo. La pistola premeva sempre più forte contro la mia testa. Chiusi gli occhi, in attesa che la donna premesse il grilletto.

Sentivo le gambe tremare, instabili sotto di me, come se non fossi più in grado di controllarle. Il cuore mi batteva all’impazzata, così forte da farmi dolorare il petto. Respirare si faceva sempre più difficoltoso, come se avessi corso ininterrottamente per ore ed ore.

Mi domandai distrattamente come fosse la morte. Spero pacifica, pensai. Ma non era la morte in sé a spaventarmi: era il destino che sarebbe spettato alla mia famiglia.

Avrei dovuto salvarli, non avrei dovuto abbassare la guardia, avrei…

«La magia, Emma! Usala!» improvvisamente, la voce di Uncino, squarciò il silenzio.

La magia? Presi a torturarmi il labbro con i denti. Non potevo usarla, non c’era magia in questo mondo. Non potevo farcela, non da sola.
L’uomo incappucciato bofonchiò qualcosa, ed incominciò furiosamente a prendere a calci Uncino, che era riuscito a spostare la corda dalla bocca.

«Emma! Usala!» strillò con voce strozzata, preso dal dolore causato dai continui calci alle costole. L’uomo continuava a colpirlo, sempre più in fretta, sempre più forte.

Se non mi sarei data una mossa, l’avrebbe ucciso. Non potevo permettermi di esitare, non questa volta. Dovevo provarci ad ogni costo.

“Abbi fede, Emma” la voce confortante di Mary Margaret, mi affiorò alla mente, così reale che mi sembrò di averla accanto.

Chiusi gli occhi e provai a ricordare le parole di Gold “Smettila di pensare! Usare la magia non è uno sforzo intellettuale. E’ emozione. Devi chiedere a te stessa: perché lo sto facendo? Chi sto proteggendo? Sentila”.

Devo sopravvivere per salvare la mia famiglia. Devo farlo per loro. Non posso permettere che Uncino muoia, e che Pan distrugga per sempre la felicità delle persone che amo.

Provai, con tutta me stessa, ad immaginare di trovarmi accanto alla porta della stanza, lontana da quella fredda pistola. Per Henry. Per i miei genitori. Per Killian.

Un istante dopo, mi resi conto che non avvertivo più la pressione della pistola contro la tempia. Ero accanto alla porta. Sorrisi. Ce l’avevo fatta. C’era ancora speranza.

Cercai lo sguardo di approvazione di Uncino ma, tutto quello che riuscii a scorgere, fu l’uomo incappucciato che continuava, incessantemente, a prenderlo a calci. Ovunque: allo stomaco, sulle costole, in faccia. Uncino, impotente, stava perdendo conoscenza: dovevo sbrigarmi.

Alzai la mano destra, provando a ricordare i suggerimenti che mi aveva dato Regina sull’Isola che non c’è. Potevo riuscirci, dovevo solo pensare intensamente a quello che volevo. Per Henry, mi ripetei.

Quando abbassai lo sguardo sulla mia mano, realizzai che una palla di fuoco stava fluttuando sul palmo. Sobbalzai per il bagliore che emanava.

Sospirai, osservando le fiamme ondeggianti: era sbagliato.

“C’è sempre un altro modo. Ho ucciso Cora perché era facile”.

“E’ solo che so quanto sia facile cedere all’oscurità”.


Scossi la testa. Volevo bene a Mary Margaret, ma ero diversa da lei. I suoi insegnamenti erano apprezzabili, ma quelli più importanti, quelli nei quali credevo sul serio, li avevo acquisiti dall’esperienza, dalla mia vita da orfana. Non si può pretendere di fare sempre la cosa giusta.

Sollevai la mano sopra la testa, pronta a colpire l’uomo ma, quando realizzai che la donna bulldog era di fronte a me, pronta a spararmi, dirottai verso di lei. E la colpii.

«Mostro!»

Un urlo strozzato attraversò la stanza. Mi sentii morire dentro. Ma non c’era tempo per i sentimenti.

Spostai lo sguardo verso l’uomo incappucciato, che non accennava a smettere di colpire un Uncino ormai completamente inerme. Gli sanguinava il labbro, la testa gli pendeva sulla spalla, gli occhi erano cerchiati di viola.

Bastardo. Strinsi i pugni e lanciai, senza quasi rendermene conto, un’altra palla di fuoco.
Una luce intensissima illuminò la stanza per un secondo, poi calò il silenzio più totale.

Evitai, accuratamente, di guardare i corpi senza vita di quei due sconosciuti. Cosa avevo fatto?
Uncino mosse lentamente un braccio, attirando la mia attenzione.

«Uncino» mi precipitai ad aiutarlo, chinandomi su di lui «Stai bene?»

«Tu mi hai salvato» mi sorrise, dolorante, cercando di confortarmi.

Con le lacrime prepotenti che mi salivano agli occhi, presi con foga ad allentare i nodi della corda che lo teneva legato, fino a liberarlo.

«Sei stata grandiosa» fece, con voce fievole, mentre cercava il mio sguardo.

«Grandiosa?!» sbottai, senza più riuscire a trattenere i singhiozzi «Sono un’assassina»

Crollai a terra. Avevo appena ucciso due persone. Io dovevo essere la salvatrice, non la malvagia. La mia famiglia non mi avrebbe mai perdonata per questo.

«Emma» Uncino, sofferente, mi si avvicinò, sistemandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio «Non avevi scelta»

“C’è sempre un altro modo”
Non risposi.

«Se ci avessero uccisi, come avremmo potuto salvare la tua famiglia?» mi afferrò per il mento e sollevò il mio viso, facendo incontrare i nostri occhi «Non sei un’assassina, Emma. Gli assassini erano loro.»
Serrò la mascella, e spostò lo sguardo verso un punto indefinito alle mie spalle «Li avrei uccisi volentieri io, se ne avessi avuto l’opportunità»

Forse aveva ragione lui. A volte, il fine giustifica i mezzi. La mia famiglia sarebbe stata condannata all’infelicità. Rabbrividii, provando, inconsapevolmente, ad immaginare cosa ne sarebbe stato di loro, per sempre sotto il controllo di Pan. Avrei abbandonato mio figlio, di nuovo.

Sorrisi debolmente e mi avvicinai con cautela a Uncino, per posargli un delicato bacio sulle labbra insanguinate.

Grazie di essere con me, pensai, ma non ebbi il coraggio di dirlo ad alta voce.

«Hai idea di chi fossero?» mi schiarii la voce, cercando di ricompormi.

Uncino sogghignò, nervoso, e lasciò cadere la testa contro la parete «Pan ha scagnozzi in tutti i mondi, sai, Emma. Non è nemmeno la prima volta che rischiamo la vita per questo»

Serrai i denti. Chi altri se non Pan? Lo avrei distrutto con le mie stesse mani, non appena saremmo arrivati nella Foresta Incantata «Dobbiamo sbrigarci. Sai cosa devo fare esattamente per salvare gli altri?»

Si leccò la ferita sulla bocca, ed abbassò lo sguardo «Non lo so, ma lo scoprirai presto. E riguardo al “dobbiamo”…Credo proprio che dovrai andare senza di me»

«Cosa?!» sbottai, mettendomi in piedi di scatto. Non poteva abbandonarmi. Avevo bisogno di lui. Non conoscevo abbastanza la Foresta Incantata, non ero in grado di fare tutto da sola. Non sapevo nemmeno come fosse possibile che la magia avesse funzionato.

Cercò, con fatica, di mettersi a sedere «Sono ferito, splendore. Sai che ti accompagnerei volentieri ma, in questo stato, ti sarei solo d’impiccio»

Gli lanciai un’occhiataccia, ed alzai la mano destra verso di lui.

«Emma, cosa stai facendo?» sgranò gli occhi stanchi, spaventato «Emma?!»


                                                         

Salve. Spero che vi sia piaciuto il capitolo e spero di aver risposto ad alcune delle vostre domande (il resto lo scoprirete presto!). Adesso cosa succederà? Emma riuscirà ad usare la magia, stando lontana dall'oscurità? Come reagirà all'improvvisa "ritirata" di Uncino? Come riuscirà a liberarsi di Pan? Prossimamente avrete tutte le risposte. Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie di aver letto!
Claudia
   
 
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