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Autore: _Terens    31/12/2013    2 recensioni
Ester è un angelo caduto che vive ormai nel regno degli Inferi.
In passato era un angelo della Prima Sfera a cui era stato assegnato un compito da portare a termine: legare un umano al Paradiso.
Contro ogni previsione si innamorò di lui, perdendo in questo modo le ali.
Ester si ritrovò poi all'Inferno, dove promise fedeltà eterna a Lucifero, il primo angelo caduto.
Sono passati sei anni da quando Ester ha perso le ali, e ora ne ha già altre, nere e grandiose.
Ma deve dimostrare la sua completa devozione al regno degli Inferi. Dovrà legare un'anima all'Inferno, per dimostrare che è degna delle ali nere, ma non può permettersi errori, perché, si sa, lì non esistono le seconde possibilità.
E se Ester non fosse sola?
Se ci fosse qualcun altro che sta cercando l'anima che lei deve trovare?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il bacio proibito'
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~*~

Persa nei ricordi
 


-Quando potrò svolgere la mia missione?-
Sorrisi intenerita quando uno degli iniziati in prima fila, porse quella domanda a Samuel. 
Samuel era il guardiano degli iniziati. Gli iniziati erano quegli angeli 'nati' da poco, che dovevano svolgere un addestramento speciale per diventare angeli effettivi.
Tutti noi ci eravamo passati. Il periodo di iniziazione poteva variare di candidato in candidato. Chi ci metteva giorni, chi anni, chi addirittura un'eternità.
Samuel, nel suo ruolo d'addestramento era affiancato da Kimberly e Diana. La prima cosa che veniva insegnata agli iniziati era controllare la propria aura.
Il primo passo era sempre quello più difficile. Solitamente l'aura di un iniziato era sempre superiore a quella di un angelo normale, proprio perché non la sapeva controllare, e per questo appariva pericoloso. Comunque se riuscivi in questo primo punto, stavi già un gran passo avanti.
Dopo di che veniva insegnato come usare i propri poteri. Ogni angelo aveva un potere che lo caratterizzava, un potere che lo distingueva da tutti gli altri. 
Una volta che riuscivi a controllare la tua aura, controllare i tuoi poteri era molto più semplice. Quindi anche il secondo passo era fatto.
Dopo le prime due fasi, gli iniziati dovevano passare un periodo sulla Terra, accompagnati da un angelo con più esperienza, a fargli da guida. In questo modo avrebbero imparato a percepire l'essenza degli esseri umani. L'addestramento si divideva in queste fasi.
L'ultima parte era la prova finale, per vedere se l'addestramento aveva scaturito gli effetti sperati. A ogni iniziato veniva assegnata una missione. Se l'iniziato avesse portato a termine la sua missione, allora il suo addestramento si sarebbe potuto dichiarare ufficialmente concluso. Così l'iniziato sarebbe potuto diventare un angelo a tutti gli effetti.
Tutti gli iniziati non vedevano l'ora di ottenere le loro ali. Ogni angelo aveva delle ali diverse. Ali che rispecchiavano il loro essere. In Paradiso si potevano vedere tutti i tipi di ali. Variavano per forma, colore, grandezza. Ogni paio di ali era unica.
Samuel rispose un po' stressato alla domanda dell'iniziato -Devi prima finire il tuo addestramento. La missione è la prova finale. Se non riesci a superare le fasi che vengono prima, dubito che riuscirai ad ottenere le tue ali molto presto.-
L'iniziato in questione si mise da parte. Il sole creava dei riflessi d'oro nei suoi capelli biondi. Quando alzò lo sguardo i nostri occhi si incontrarono.
Erano di un azzurro spettacolare, così luminoso, quasi irreale. Soltanto per un attimo mi sembrò di leggere tristezza e delusione in quegli occhi. Ma poi brillarono di una nuova luce.
Forza e determinazione.
Così fui sicura che quell'iniziato avrebbe tentato il tutto e per tutto, e non si sarebbe fermato di fronte a nulla per raggiungere il suo obiettivo.
Diana, con i capelli argentei che toccavano terra, cominciò a volare al centro della sala. Richiamò tutti gli inziati a sè, e questi si radunarono in un cerchio attorno a lei.
La scena era qualcosa di spettacolare. Tutti gli iniziati emanavano un'aura fortissima e risplendevano di luce propria.
Kimberly le si affiancò, portandosi la sua chioma rossa fuoco all'indietro. Fu Samuel a prendere la parola. -Allora, siccome i risultati della prima fase sono stati inconcludenti, abbiamo pensato di farvi assistere direttamente a come un angelo possa controllare la sua aura. Per questo, si è offerta volontaria Diana.-
-Ma così non vale!- lo stesso iniziato di prima si lamentò.
-Qualcosa da ridire?- Samuel lo guardò scettico, aspettando solo che provasse a contraddirlo.
L'iniziato incrociò le braccia e alzò lo sguardo fiero, in segno di sfida. -E' facile se siete voi a mostrarci come fare. Avete sicuramente molta più esperienza di noi.-
Samuel stava per perdere la pazienza, e fece per sgridarlo, ma Diana lo fermò con sguardo ammonitore -Fallo finire.-
-Stai scherzando? Ci sta soltanto facendo perdere tempo!-
Kimberly sorrise all'iniziato e lo incitò a continuare. 
-Pensavo che forse qualcun'altro potrebbe mostrarci come controllare l'aura. Qualcuno che ha completato l'iniziazione da poco, un angelo con meno esperienza di voi, ma sempre più di noi.-
-E' una...-
Kimberly interruppe Samuel, applaudendo entusiasta. -E' un'idea grandiosa. Ora dobbiamo solo trovare qualcuno disposto ad aiutarci.-
Diana puntò le sue iridi viola su di me. -Trovato.-
Volai direttamente davanti a loro, mentre l'angelo dai capelli rossi mi si avvicinò raggiante. -Ester, da quanto tempo!-
Sorrisi cordialmente ai miei tre superiori di fronte a me.
-Allora sei disponibile?-
-Sì, certamente.-
-Perfetto, allora questi mostriciattoli sono tutti tuoi.- trattenni a stento una risata, sentendo il nomignolo in cui Samuel aveva chiamato gli iniziati.
Diana e Kimberly volarono accanto agli altri iniziati, mentre lasciavano a me un gran spazio.
Davanti a me c'erano almeno una cinquantina di iniziati, curiosi di vedermi all'azione.
Mi schiarii la gola e chiusi gli occhi. -Allora, controllare la propria aura è sicuramente la parte più difficile, soprattutto per voi. Difatti l'aura di un iniziato è sempre più potente, proprio perché non si sa come regolarla. E' semplice quando imparate. Chiudete gli occhi.-
Io aprii i miei soltanto un attimo per vedere se mi stessero ascoltando. Incredibilmente tutti quanti avevano chiuso gli occhi.
Richiusi gli occhi e regolai il mio respiro. -Adesso cercate di concentrarvi il più possibile. Liberate la mente da ogni pensiero. Non pensate all'iniziazione, non pensate alle vostre ali. Concentratevi soltanto su una cosa. Può essere anche la cosa più banale, ma deve essere qualcosa che faccia sentire il vostro animo libero.-
Nella mia mente mi focalizzai su un tramonto. Ma non un tramonto qualsiasi.
Bensì il primo che avevo visto dalla Terra. Per me era stato qualcosa di spettacolare.
Pensavo che scene così belle esistessero soltanto in Paradiso. Mi sbagliavo.
Fu uno spettacolo meraviglioso vedere il cielo, fino a un attimo prima azzurro, colorarsi piano piano di un bel rosso caldo. L'atmosfera che diventava mano a mano più rilassante, più armonica. I pensieri negativi che lasciavano spazio a quelli felici. Il cielo che cominciava a prendere delle sfumature meno forti, sull'arancio fino a diventare di un rosa tenue.
In un attimo sentii il mio animo libero. Mi sentivo così rilassata, così leggera.
Sorrisi quando riuscii a percepire le aure di tutti gli iniziati presenti. Erano meno pesanti, semplicemente controllate. C'era sempre un'aura che spiccava tra un'altra, ma tutti quanti erano riusciti a controllarsi.
Un applauso riportò tutti nella realtà. -Niente male, eh? Allora, come vi sentite?- chiese Kimberly continuando a sorridere raggiante.
Dalla folla si levò un mormorio continuo. Così io salutai Kimberly, Diana e Samuel, e aprii le mie ali per volare via.
Qualcuno richiamò la mia attenzione. Mi voltai ritrovandomi davanti l'iniziato biondo. -Ester, giusto?-
Gli sorrisi e annuii, poi lo incitai a continuare.
-Volevo sapere a cosa stavi pensando. Insomma, è stato tutto così facile per te... quindi volevo sapere su cosa ti eri focalizzata.-
Lo interruppi. -Ho pensato a un tramonto.-
-A un tramonto?-
-Sì.-
-Forte. Sai, sei davvero bravissima. Un giorno vorrei essere proprio alla tua altezza.-
-Sono sicura che quel giorno arriverà.-


Aprii gli occhi di scatto, guardandomi intorno. Ero nella mia stanza... Mi toccai la fronte imperlata di sudore, ero confusa, per via del sogno.
Ma poi era più di un sogno... un ricordo. Non capivo come mai mi fossi messa a sognare proprio un ricordo di quando ero ancora in Paradiso. Però quell'iniziato mi ricordava qualcuno.
Eppure non mi ricordavo il nome. Ero sicura che me lo avesse detto.
Scossi la testa cercando di allontanare tutti quei pensieri. Poco mi importava ormai. Non ero più un angelo e di conseguenza non dovevo interessarmi a nessuno di loro. Da quando ero tornata sulla Terra, mi ero ripromesssa di tentare il tutto per tutto per la mia missione, ma la cruda e amara realtà era che non avevo ancora concluso nulla. Non sapevo da che parte cominciare. Era la prima anima che avrei dovuto legare all'Inferno, e non avevo la minima idea di come raggiungere il mio scopo. Un solo passo sbagliato e avrei mandato tutto all'aria. Non potevo permettermelo.
Agli Inferi non avrei mai avuto una seconda chance. Per questo non poteva andarmi male. E sempre per questo alla fine avevo accettato la proposta di Raphael.
Non faceva mai male avere un alleato dalla propria parte, specialmente se potente e astuto come lui. 
Dopo un po' mi accorsi del mio cellulare, che vibrava insistentemente sul comodino. Lo afferrai e fissai il display. Numero sconosciuto.
Risposi senza farmi troppi preamboli. "Sì?"
"Sto qui sotto da mezz'ora, quando ti decidi a scendere?"
Sbuffai scocciata, non appena udii la voce altezzosa e irritante di Raphael, dall'altro capo del telefono. Decisamente, non sarebbe stata affatto un'alleanza facile. Ero già mentalmente pronta a tutti gli alti e bassi che avremmo avuto. Perché di sicuro ne avremmo avuti davvero parecchi.
Attaccai la chiamata senza farmi troppi problemi. Aprii l'armadio e presi un semplice maglioncino grigio e un pantalone nero.
-Fra tante possibilità che hai nel guardaroba, vai proprio a prendere quella robaccia?- mi prese un colpo quando Raphael, apparve proprio dietro di me, con il suo indistinguibile ghigno stampato in faccia.
-Devo andare a scuola. Questa 'robaccia', come dici tu, va bene.-
Il biondo mi tolse i vestiti di mano, e lì butto senza delicatezza sul letto. Mi spinse indietro facendomi barcollare, si fece avanti e cominciò a rovistare nel mio armadio.
-Ci serve qualcosa di più carino. Qualcosa che faccia colpo.-
-Se volevi che ti prestassi un bel vestito con un paio di tacchi per fare colpo su Roxanne, bastava chiedere.- dissi ironica, ma con una punta di acidità.
-Davvero molto divertente. Ma io non ho bisogno di conciarmi in nessun modo per far colpo su qualcuno.-
Per quanto mi scocciasse ammetterlo, Raphael aveva ancora ragione.
L'angelo caduto era indiscutibilmente bellissimo. Questo non era cambiato affatto dai tempi del Paradiso. I capelli di un biondo chiarissimo, argentei al sole. Gli occhi color ghiaccio, prima dolci e rassicuranti, erano diventati freddi e taglienti. Però era impossibile non trovarlo affascinante.
Io stessa ero stata ammaliata dalla sua straordinaria bellezza nel Paradiso. Allora ero solo un'iniziata...

Samuel ci stava richiamando per l'ennesima volta, scocciato dalle continue interruzioni.
Al suo fianco Diana stava con le braccia conserte, mentre Kimberly tentava invano di calmare l'angelo guardiano.
Ad un certo momento l'angelo dai lunghi capelli argentei, e l'angelo con i ricci rossi si guardarono nervose. Richiamarono ripetutamente Samuel, finché questo non le degnò della loro attenzione.
-Questi iniziati ti danno proprio tanto lavoro da fare, eh?- una voce rassicurante, dolce, fece zittire immediatamente tutti quanti.
Un angelo biondo, con una potete aura verde si stava avvicinando. -Ma sono iniziati. E' giusto che siano curiosi e facciano tutte queste domande.-
Era magnifico. Il suo modo di parlare, il suo portamento.
-Certamente.- balbettò a disagio Samuel. Non capii il suo repentino cambio d'umore. Samuel non era uno che si faceva sottomettere, eppure sembrava quasi 'costretto', con quell'angelo.
Così chiesi a un'iniziata di fianco a me chi fosse.
Questa mi bigbigliò incredula, portandosi una mano davanti la bocca -Come? Non lo conosci?-
Lo osservai un po' e provai a farmi venire in mente qualche idea. Nulla.
Sapevo solo che era un angelo. Ed era straordinario.
-E' Raphael. E' uno dei sette arcangeli, lui è l'arcangelo guaritore.-
-E a che punto dell'addestramento sei arrivato?-
-Oggi avremmo svolto la prima lezione, su come controllare la propria aura.-
Kimberly volò accanto Raphael, completamente entusiasta, con un sorriso che le illuminava un volto. -E se fossi tu a fargli la prima dimostrazione?-
-Be', mi piacerebbe molto, ma questo è il lavoro di Samuel e...-
-Posso anche lasciarli a te. Solo per questa volta.-
L'arcangelo sorrise, mostrando una fila di denti bianchissimi. -Allora sarò ben felice di rimanere.-
Samuel volò non so dove, mentre Diana e Kimberly si fecero da parte, per lasciare tutta la scena a Raphael.
Questo si aprì in un sorriso radioso, che gli illuminava il volto. -So che questa parte è la più difficile per tutti voi. E' normale. Non fatene un dramma. Una volta riusciti a controllare la vostra aura il gioco è fatto. Non è semplice, ma con un po' di buona volontà potete farcela benissimo.- si schiarì un attimo la voce, per poi riprendere -Sapete qual'é il problema? Pensate troppo. Vi preoccupate troppo di come dovete fare, di quali saranno i vostri risultati. Provate a liberare la mente da ogni pensiero. Dovete essere rilassati. Pensate a qualcosa che vi fa star bene, qualcosa che faccia sentire il vostro animo leggero, qualcosa che vi liberi la mente. Concentratevi solamente su quello. Chiudete gli occhi, vi verrà più semplice in questo modo.-
Lo ascoltammo tutti estasiati e rapiti dalle sue parole. Chiusero tutti gli occhi, e così feci anche io.
Cercai di pensare a qualcosa, anche la più banale, che mi potesse trasmettere quelle sensazioni. Per quanto mi sforzassi, non mi venne in mente nulla.
Pensai che ciò fosse dovuto alle mie poche esperienze. Ero un'iniziata, e appunto, non avevo ancora avuto esperienze esaltanti, o che lasciassero il segno.
-O forse ci stai semplicemente pensando troppo.- aprii gli occhi di scatto, quando sentii la voce di Raphael, calda e vellutata proprio vicino a me.
Deglutii a disagio per la sua vicinanza. 
-Non ti viene in mente nulla?-
Scossi il capo in segno di dissenso.
-Sai qual'é il problema? Ci stai pensando troppo. Chiudi gli occhi e lasciati andare...-
Nonostante ci avessi già provato, chiusi di nuovo gli occhi. -E ora concentrati su una cosa. Può essere anche un particolare, ma non starci a pensare troppo. Concentrati sulla prima cosa che ti viene in mente, che ti da un senso di sollievo.-
Mi concentrai sulla sua voce, calda e gentile. Era così dolce e melodiosa che era impossibile non sentirmi sollevata.
D'un tratto mi sentii più leggera. Scoprii un'altra sensazione. Sentivo che potevo gestire la mia aura da sola, potevo controllarla. Mi sentivo potente per questo.
-Be', devo ammettere che mi lusinga il fatto che tu ti sia concentrata proprio sulla mia voce.-
Riscossa da quelle nuove piacevoli sensazioni, quando aprii gli occhi, incontrai lo sguardo rassicurante di Raphael.


-Sai, mi sento proprio lusingato. Mi pensi proprio così spesso?- la voce derisoria di Raphael mi riportò alla realtà. Certe volte mi dimenticavo che poteva leggere le mentre altruì.
Lo fissai, lo sguardo ironico e beffardo. Gli occhi velati da un pizzico di follia, e le labbra incurvate nel suo indistinguibile ghigno.
Di uguale c'era rimasto soltanto l'aspetto fisico, nient'altro. Mi chiesi come fosse possibile il suo cambiamento così estremo. Non era più lui.
Non c'era più traccia dell'angelo rassicurante e gentile di un tempo. Era diventato un mostro.
Ma in fondo, era ciò che ero diventata anche io. Solamente per un attimo mi sentii disgustata dalle nostre scelte, dalle conseguenze che ne derivarono.
Non mi ero accorta dell'estrema vicinanza di Raphael, e del suo sguardo serio e impenetrabile. -Ti stai pentendo della tua scelta?-
Scossi la testa con troppo impeto, e troppo in fretta. Lo fissai in quegli occhi color ghiaccio -Se si potesse tornare indietro, rifaresti la stessa scelta?-
Le sue labbra si incurvarono un po' verso l'alto, in un sorriso amaro. Quando alzò lo sguardo e i nostri occhi si incontrarono di nuovo, mi sembrò essere tornato l'angelo di un tempo.
-Non si può tornare indietro, Ester. Dobbiamo rimanere fedeli alle nostre scelte, e alle conseguenza che ne sono susseguite.-
-Tu invece ti sei pentito della tua scelta?-
Quello che lessi nei suoi occhi mi lasciò un attimo interdetta. Credevo che Raphael non avesse dubbi, che fosse sicuro al cento per cento della sua scelta. Credevo che non si fosse pentito.
Ma in quegli occhi, freddi e glaciali, mi sembrò di scorgere del rimorso.
Scosse il capo, leggendomi nella mente. -Non farti venire strane idee in mente.-
Abbassai lo sguardo a disagio. Era tutto così strano, e dannatamente sbagliato. Ma Raphael aveva ragione. Non saremmo potuti tornare indietro, avevamo fatto la nostra scelta.
Per noi non si sarebbe stata nessuna redenzione.

 
~*~
 

-Questo vestito ti dona decisamente.- mi voltai verso il demone biondo. Non aveva usato un tono derisorio, e non c'era traccia di nessun ghigno. Era semplicemente sincero.
-Grazie.- mi ritrovai a rispondere un po' confusa.
-Cerca di non farci l'abitudine. Ai complimenti intendo.- fu bello vederlo sorridere. Gli illuminava il volto, non facendolo apparire così tanto freddo.
E quando sorrideva, sembrava davvero essere tornato quell'angelo che era un tempo.
-Continui a pensarci.- mi ammonì sovrappensiero.
-Ci stai pensando anche tu però, non è così?- lo presi alla sprovvista con la mia domanda.
-Siamo arrivati.- Raphael accostò l'auto e solo allora mi accorsi che, effettivamente, stavamo già davanti scuola.
Visto che non davo segni di vita, il biondo aprì per me la portiera dell'auto. 
Scesi controvoglia, e per poco non inciampai, presa com'era dai miei pensieri. Per fortuna, Raphael mi aveva tenuta per un braccio, evitandomi la caduta. La sua presa era forte e sicura.
Quando rialzai lo sguardo, mi ritrovai a disagio dall'eccessiva vicinanza. I suoi occhi color ghiaccio mi fissavano duri e severi, come a rimproverarmi dei miei pensieri. Poi notai una nuova sfumatura. D'un tratto i suoi occhi si erano addolciti, mentre la sua presa era diventata più lenta.
-Lo dico per te. Pensarci così tanto ti farà avere solo dei rimorsi.-
Volevo chiedergli se lui invece aveva dei rimorsi. Avevo bisogno di sapere se ero l'unica che cominciava ad avere dubbi. Però non lo feci, rimasi zitta, dopo essermi resa conto che avrei aggravato solo la situazione. Raphael, che ovviamente era a conoscenza dei miei pensieri, incurvò le labbra un po' in su, in un sorriso non troppo eccessivo, per ringraziarmi di non avergli posto quella domanda.
-Adesso andiamo. Ti accompagno a cercare Jennifer.-
Annuii e lo seguii a ruota. Era incredibile come le persone si voltassero e si fermassero per osservarlo nei minimi dettagli.
Nessuno escluso. Erano tutti affascinati da lui.
Da un occhio esterno, si sarebbe potuto dire che Raphael aveva il fascino del ballo e dannato. Se solo avessero saputo, quanto fosse vero.
-Non riesco a percepire la sua essenza.- si guardò intorno un po' confuso.
-Be', non l'hai mai sentita. Perché dovresti riconoscerla adesso?-
-Ti ricordo che ieri l'ho vista.-
Mi misi davanti a lui, a braccia conserte -Ah, giusto. Quando sei spuntato fuori dal nulla, rischiando di farti scoprire? Posso almeno sapere come hai risolto?-
-Stai calma tesorino. E' tutto ok. In fondo ci ho pensato io.-
Non mi convinse neanche un po', anzi fui più preoccupata di prima. Non avevo idea di cosa ricordassero Jennifer e Ryan della sera precedente. Anche un piccolo dettaglio che poteva sembrare insignificante, poteva mandare all'aria tutto quanto.
-Quanta poca fiducia hai in me!- non c'era segno di rimprovero nella voce di Raphael, soltanto puro divertimento.
Scossi la testa esasperata. Era tornato il solito. Quel momento, dove era apparso triste e malinconico era passato. Oppure stava semplicemente cercando di nasconderlo.
'Comunque se non riusciamo a percepire l'essenza di Jennifer, vuol dire che sicuramente si trova in compagnia di Roxanne.'
Formulai semplicemente il pensiero nella mente, per evitare anche che qualcuno sentisse i nostri discorsi e li avrebbe reputati 'strani'.
-Che vuol dire questo?-
'Non solo è impossibile percepire l'essenza di Roxanne, ma per ora non sono riuscita a percepire neanche l'essenza di altre persone che stavano in sua compagnia. E' come se fosse protetta da uno scudo, e questo scudo funzionasse anche con le persone vicino a lei.'
-Davvero curioso. E non hai provato a oltrepassare questo 'scudo'?-
'Ho provato, ed era come se lei avesse capito le mie intenzioni... e poi ho perso la coscienza. E' stata lei. Non so come abbia fatto.'
Deglutii, ripensando a quello che era successo soltanto un giorno prima. Sarebbe successo di nuovo?
Raphael si fermò di scatto, facendosi in un attimo serio. -Come è possibile? Sei sicura che sia umana, eppure tutti i suoi gesti portano a pensare il contrario. E neanche posso leggerle la mente.-
-Sei Raphael, giusto?- la voce sicura di Roxanne, ci colse entrambi impreparati.
Era spuntata fuori dal nulla, con affianco Jennifer e Ryan. Ovviamente.
'Te l'ho detto che stava con lei.'
Il biondo si aprì nel miglior sorriso da bravo ragazzo che poteva sfoderare -Tu invece sei Roxanne.-
-Sì.- era davvero strano vederla sorridere, e notai che fece lo stesso effetto anche a Jen e Ryan. Evidentemente anche loro erano abituati a vederla come una statua di cera.
-La mia non era una domanda. Non potrei mai dimenticare il nome di una ragazza come te.-
Mi morsi il labbro inferiore, per trattenere una risata, eppure ci pensò qualcun altro a interrompere il 'momento' che si era creato.
-Ma sei serio?- Jennifer si mise in mezzo, esuberante come sempre.
-Io sono sempre serio.- affermò sicuro e con un sorriso divertito. 
Poi la bionda si avvicinò sempre di più a Raphael, finché ci furono solo pochi centimetri a dividerli. -Ti conosco?-
Anche Ryan, che era rimasto in disparte, si mise accanto a Jen, e scrutò l'angelo caduto con evidente curiosità. -Hai un viso familiare. Non è che ci siamo già visti da qualche parte?-
Gli lanciai uno sguardo omicida. Se ne era occupato lui, eh...
Comunque sia il biondo rimase imperturbabile e scosse la testa in segno di diniego. -Forse mi avete visto in giro per la città. Sapete, sono qui da pochi giorni e non so ancora quanto mi fermerò. Comunque non ci siamo ancora presentati ufficialmente.-
-Sì, deve essere per quello.- concordò la bionda, poi gli porse la mano. -In ogni caso, io sono Jennifer.-
-Ryan.- il moro continuava a fissarlo diffidente, o forse semplicemente geloso dal semplice contatto avuto con Jen.
-E dimmi. Da quanto conosci Ester?-
-E' come se ci conoscessimo da un'eternità.-
Jennifer si intromise come sempre, vogliosa di sapere di più -Allora... state insieme?-
-Non è esattamente il mio tipo.-
-E chi sarebbe il tuo tipo?-
Raphael non rispose, ma guardò Roxanne con evidente interesse.
All'occhiata che poi mi lanciò il demone, capii che li avrei dovuti lasciare un po' soli. -Jennifer, Ryan. Noi abbiamo matematica in prima ora. Ci conviene entrare dentro...-
La bionda colse all'istante il mio invito, pensando che magari sarebbe sbocciato l'amore tra quei due, Ryan si limitò a starci dietro in silenzio.
Entrati a scuola eravamo sempre io e la bionda davanti, mentre il moro stava parecchio più in dietro, a disagio, con le mani dentro le tasche.
Teneva lo sguardo fisso su Jennifer, e lei ogni volta che se ne accorgeva, abbassava di conseguenza il suo sul pavimento.
-Tutto questo imbarazzo è dovuto a...?- la incoraggiai a parlarmene.
Lei affrettò il passo e mi invitò a fare altrettanto, poi quando fummo abbastanza distanti da lui, cominciò a sussurrarmi nell'orecchio -Non so esattamente cosa sia successo ieri. Mi ricordo della discussione con il vecchio, poi siamo usciti e c'eri anche te. Poi era come se avessi avuto un vuoto di memoria e per Ryan era lo stesso. Tu non c'eri, ma non abbiamo dato molto importanza a questo perché ci avevi avvisato. Il problema è che io non ricordo che ci avevi avvisato, però so che l'avevi fatto. Non è strano?-
-Già. Davvero strano.-
Scossi la testa, maledicendo Raphael, in tutte le lingue che avevo imparato sulla Terra.
-Poi che è successo?-
-Si è offerto di riaccompagnarmi a casa.- 
Mi fermai un attimo guardandola confusa, mentre lei mi strattonava per farmi riprendere il passo. -Comunque non ci vedo niente di strano.-
Poi buttò giù le parole tutte d'un fiato. -Non mi chiedere come è successo, non lo so neanche io. Alla fine lui mi ha baciato, e io non ho fatto niente per impedirlo. E be', l'ho baciato anche io... mi è anche piaciuto, almeno credo.-
-Fantastico.-
Finalmente trovai uno sbocco per compiere la mia missione. Lussuria, uno dei sette peccati capitali. Jennifer aveva affermato che le era piaciuto il bacio, niente di più.
Ero sicura che non le piacesse Ryan, o almeno che se provasse qualcosa, pensavo che non andasse oltre all'attrazione fisica.
-E lui ti piace?-
-Non so, credo di no comunque. Però è come se quel bacio mi avesse aperto gli occhi. Insomma... comunque è un bel ragazzo. Ma proprio non riesco a immaginarmi una storia con lui.-
Sorrisi soddisfatta. 
Niente amore. Almeno dalla sua parte.
Avrei potuto sfruttare tutto questo a mio favore, dovevo soltanto giocarmi bene le carte in tavolo.
-Tu che ne pensi?-
-Non so... magari qualche volta lasciati andare. Forse ti potrebbe anche piacere.-
-E' Ryan! Non potrebbe mai piacermi!-
-Be', prima di giudicare io farei un'esperimento. In fondo non c'è niente di male a sperimentare, no? Siamo giovani e abbiamo tutta la vita davanti.-
-Potrei compromettere la nostra amicizia.-
Alzai le spalle superandola di qualche passo. -A te la scelta!-
Arrivammo nell'aula di matematica, quando tutti avevano già preso posto nei loro banchi. C'erano rimasti due banchi vicino, in prima fila, e un altro in fondo.
Lasciai i due banchi a Jennifer e Ryan, mentre la prima imprecava contro di me sotto voce.
Mi misi comoda, mentre fissavo quei due che continuavano a guardarsi a disagio.
Alzai lo sguardo solo quando sentii, qualcuno sedersi accanto a me. Infatti il posto era occupato, però non c'era nessuno... fino a quel momento.
Lo riconobbi all'istante. Era impossibile dimenticarmi da lui.
Il ciuffo biondo, che continuamente si spostava di lato, gli occhi di un azzurro innaturale, le labbra sottili e delicate, quell'inconfondibile anello al naso.
Era Alex.
Lui mi guardò interessato, fece per aprire bocca quando il prof irruppe nell'aula. -Scusate per il ritardo! Su, aprite subito il libro di testo.-
Aprii il libro di matematica, quando Alex mi chiese -Ti dispiace?-
La sua voce era calda e melodiosa, e di una gentilezza che mi sorprese.
Rimasi stordita per un po', quando finalmente capii cosa voleva. Spostai un po' il libro verso il centro, mentre anche lui lo avvicinava verso la sua parte.
Nel farlo i nostri bracci si sfiorarono, e avvertii un'inconfondibile scossa. Ritrassi subito il braccio, turbata da quel contatto.
Quando alzai lo sguardo notai che anche Alex mi fissava inquieto. Allora non ero l'unica ad aver avvertito la scossa...
La voce del professore ci fece ritornare alla realtà, e così cominciammo la lezione.
Sorpresi un paio di volte Alex a fissarmi, e quando lo feci, non abbassai lo sguardo. Mi fissava con curiosità, e di nuovo notai una sfumatura di nostalgia nei suoi occhi.
L'ora passò davvero in fretta, in realtà l'intera giornata volò. Ma poco importava.
In un attimo ci trovavamo già in mensa, mentre per la prima volta c'era un silenzio inquietante in tavola.
Roxanne era fuori, probabilmente con Raphael. Jennifer e Ryan non davano segno di vita, presi com'erano dal loro panino, ma più evidentemente troppo presi a non guardarsi in faccia.
-Ei Alex, siediti qui!- fu la voce della bionda a spezzare il silenzio. Probabilmente quell'invito a tavola, era per non sentirsi così in imbarazzo.
Il ragazzo ci raggiunse, e appena arrivato si soffermò subito su di me. -Prima mi stavo per presentare, ma poi è entrato il professore in classe e ho rimandato.- mi porse la mano e distese le labbra in un sorriso bellissimo. -Alex, anche se lo sai già il mio nome.-
Ero ancora turbata per il semplice contatto di prima quindi deglutii, indecisa se accettare o no quella stretta di mano.
Decisi che non volevo nessuno che mi vedesse in difficoltà, così alzai il mento orgogliosa, mostrai un sorriso di cortesia e strinsi la sua mano. -Sono Ester.-
Una nuova scossa, che sentii riscuotermi per tutto il corpo. In confronto quella di prima non era nulla.
Mi sentivo calda, elettrizzata. Mi sentivo viva.
Ritrassi la mano, turbata dalle sensazioni che mi aveva fatto provare quella semplice stretta. Quando alzai lo sguardo notai che anche lui non era rimasto impassibile da quel contatto.
Per la seconda volta, entrambi avevamo sentito la scossa.
Ma se io ero turbata, tutto ciò che leggevo nei suoi occhi era curiosità. Mi fissava con sguardo investigatore, come se volesse leggermi dentro, e forse il suo sguardo era afflitto perché non riusciva nel suo intento. Mi concentrai su di lui anche io, finché non alzò di nuovo lo sguardo su di me, e fu allora che lo vidi veramente. Era impossibile che l'avessi riconosciuto soltanto adesso.
Alex si mostrò sempre più interessato, e le sue labbra si incurvarono in un sorriso che non seppi decifrare. Ma io ero già persa nei miei ricordi...

Kimberly richiamò la mia attenzione, volando proprio davanti a me. -Ester! Ti stavo cercando!-
Era incredibile come quell'angelo trasmettesse gioia da tutti i pori. Era impossibile non sorridere con lei.
-Kimberly! Come va con gli iniziati?-
Si portò i ricci rossi tutti da un lato, e riprese con il suo solito tono allegro. -Volevo parlarti proprio di questo. E' passato un bel po' di tempo dalla tua dimostrazione. Tutti gli iniziati erano rimasti davvero impressionati, io stessa lo ero. Mi ricordo ancora quando eri una di loro, e guardati adesso. Hai fatto tantissima strada e tra poco entrerai anche a far parte della Prima Sfera!-
-Non sai quanto mi riempiono di gioia le tue parole. Sono davvero bellissime, e mi sento davvero lusingata. Ma ricordati che senza di te, Diana e Samuel, non sarei arrivata da nessuna parte.-
Lei mi sorrise sincera, poi si schiarii la gola. -Comunque c'è qualcuno che vorrebbe vederti. Io torno ad aiutare Samuel, sta impazzendo con i nuovi iniziati.-
Si mise a ridere, e io con lei. Certe cose non sarebbero mai cambiate. Dopo un ultimo saluto, Kimberly volò via.
Una voce maschile mi richiamò. Era la persona che voleva vedermi. -Ester.-
Mi voltai, vedendo un angelo biondo raggiungermi, e solo quando mi fu davanti, capii che era l'iniziato che avevo incontrato tempo prima.
Gli sorrisi spontaneamente, mentre gli indicai le ali. -E quelle lì?-
Lui cominciò a volarmi intorno entusiasta. -Non è fantastico? Sono il primo tra tutti quegli iniziati ad aver ottenuto le ali!-
-Be', evidentemente te lo meritavi.-
Lui volò di nuovo di fronte a me. I suoi occhi erano azzurrissimi e pieni di sincerità. -Volevo ringraziarti.-
-Ringraziarmi per cosa?-
-Per la tua dimostrazione. Mi è stata di ispirazione.-
-Addirittura?-
Lui annuì energicamente. Poi d'un tratto il suo sguardo si fece così serio, come non lo avevo mai visto -Sai, sono sicuro che un giorno diventerò importante proprio come te!-
Sapevo che era una promessa quella. Un giorno, che non avrebbe tardato ad arrivare, saremmo stati allo stesso livello. E comunque l'idea mi faceva piacere.
-Ah non ne dubito.-
Sorrise di nuovo, mentre nei suoi occhi colsi un velo di sfida. -Se non addirittura più importante di te.-
Fui sorpresa dalle sue ambizioni. Era davvero incredibile. -Allora, posso sapere il tuo nome? Almeno quando sarai diventato così importante, potrò vantarmi di averti conosciuto quando eri ancora un iniziato alle prime armi.-
-Mi chiamo Alexander.-
-Be', Alexander. E' stata una piacevole sorpresa riverdirti. Allora ci si vede ai piani alti...-
-Puoi contarci.-


Quando tornai alla realtà, al presente, non riuscivo a staccare gli occhi da Alex.
-E dimmi... Alex è il diminutivo di Alexander per caso?-
Sperai con tutta me stessa che negasse, ma la risposta la sapevo già, e non tardò ad arrivare. -Non me lo chiedono in molti, comunque sì. Il mio nome per intero è Alexander.-
Cercai di regolarizzare il respiro, non potevo essere davvero turbata. Nel suo sguardo c'era consapevolezza. Lui sapeva che io sapevo.
Mi diedi della stupida per non essermi accorta prima di chi fosse. Presa com'ero dalla questione di Roxanne, avevo trascurato ciò che avevo proprio davanti gli occhi.
Ora si spiegava tutto... a partire dal suo sguardo malinconico, alla luce che emaneva e che io avevo sentito sin dall'inizio, per arrivare alle scosse che avevamo sentito per quei semplici contatti.
La realtà era quella.
Alexander era un angelo, e io lo avevo pure conosciuto. Però, appena l'avevo visto non ero riuscita a riconoscerlo.
Era indubbiamente cambiato. Ora era al massimo del suo splendore. Letteralmente.
Ogni angelo, durante la sua 'vita', non si sa esattamente quando, raggiungeva quella soglia che andava vicinissima alla perfezione.
Qualcosa nei suoi occhi però, mi aveva dato l'impressione di conoscerlo da sempre. Non mi sbagliavo.
Comunque dovevo sapere che ci faceva lì.
Che si trattasse di una coincidenza che un angelo fosse stato mandato esattamente nella scuola dove mi trovavo io?
Io alle coincidenze non ci avevo mai creduto, perché era la realtà. C'era sempre qualcuno che ci metteva lo zampino, e il mio nuovo obbiettivo era scoprire perché Lui l'aveva mandato lì.





Angolo dell'autrice:
Eccomi qui! Allora, scusate tantissimo il ritardo. Ho pubblicato questo capitolo, apposta per farvi gli auguri di buon anno. E già che ci sono auguri per tutte le feste in generale.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Mi sono impegnata a scriverlo, e sono anche abbastanza soddisfatta. Strano a dirlo.
E i dubbi su Alex si sono svelati. Ve lo aspettavate? Ora bisogna vedere solo che ci fa sulla Terra (probabilmente una missione), però è strano che si trovi proprio nello stesso posto di Ester. Su, su... voglio sentire le vostre opinioni.
Abbiamo visto qualcosa sul passato di Ester, e sulla sua vita nel Paradiso. E per la prima volta, comincia ad avere qualche dubbi sulla sua scelta.
Comunque se vi interessa ho scritto un missing moment, dal punto di vista di Jennifer, dal capitolo 5. Si intitola 'Tabacco e caffé', titolo stupido ma non mi veniva altro in mente.
Non so se vi interessa ma io vi lascio comunque il link: 
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2369769&i=1
Poi volevo ringraziare le cinque meravigliose persone che hanno recensito il capitolo scorso. Mi dispiace che siano diminuite, e lo capisco, visto che aggiorno una volta al mese. Comunque mi piacerebbe conoscere il parere anche dei lettori silenziosi, perché siete davvero in tanti. 
Poi volevo ringraziare anche Simona (fredlove), che è stata così gentile da mandarmi un messaggio privato, per farmi i complimenti alla storia. Non mi era mai successo, e l'ho apprezzato davvero. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi anche su questo capitolo.
Per finire vi ricordo del mio gruppo facebook. Se volete iscrivervi, ditemelo nella recensione o per messaggio privato, così vi lascio il link :)
Credo che non ho da aggiungere altro. Così buon anno nuovo e se non ci sentiamo prima, vi auguro anche buona befana.
Un bacione <3
  
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