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Autore: GiuliaComix    31/12/2013    5 recensioni
Questa storia è la continuazione della mia precedente " Un Dono Inaspettato " e finalmente i fratelli Potter si godranno la loro prima, vera vacanza estiva!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Questa fan fiction è la continuazione della mia prima storia “ Un Dono Inaspettato”
Buona Lettura!

 

 

                                                                                                            Visita a Sorpresa

 

Era estate in Inghilterra, l'aria era schiava di sbalzi di temperatura, variabili a seconda dei giorni: un giorno era umido e afoso, mentre un altro giorno era parzialmente fresco con una percentuale di caldo sopportabile. I bambini di ogni età, che correvano felici per i parchi vicino casa, erano pieni di euforia e di entusiasmo per la fine della scuola e li aspettavano 2 mesi e mezzo di vacanze così tanto bramate.
Solo due bambini non erano sprezzanti di gioia come lo erano tutti gli altri. Da quando avevano lasciato l'amata Hogwarts, i due fratellini Potter, Harry e Serena, rimasero tristi e silenziosi per giorni interi, incrementati anche dalle solite cattiverie dei Dursley. Loro cugino Dudley, col passare del tempo, da quando i due fratelli avevano scoperto di essere dei maghi, era diventato più grosso e corpulento: la maggior parte era solo ciccia, ma insito ai quei rotoli di lardo c'era anche una discreta massa muscolare, la quale, sfortunatamente per Harry e Serena, si riversava ogni tanto su di loro; soprattutto da quando era venuto a conoscenza della loro vera natura. Molto spesso Harry e Serena riuscirono a rabbonirlo, minacciandolo di trasformalo nel maiale che meriterebbe di essere, ma quando poteva, Dudley si vendicava chiamando la sua piccola banda per dare il via alla “Caccia ai Potter”, soprattutto quando era permesso loro di uscire, una volte sbrigate tutte le faccende di casa; i coniugi Dursley avrebbero fatto qualsiasi cosa pur ti toglierseli dai piedi. I due poveri fratellini ne uscivano sempre con qualche livido e una manciata di graffi. Un giorno, però, è stato diverso, forse peggio del solito: era un caldo pomeriggio di Luglio ed Harry e Serena, dopo aver fatto un'estenuante spesa per gli zii, furono congedati dallo stare in casa con loro e quindi uscirono a fare una tranquilla passeggiata verso il parco più vicino al loro quartiere. Erano veramente rare le volte in cui gli era permesso uscire di casa, ma, una volta capito con che tipo di bambini particolari avevano a che fare, i Dursley diventarono leggermente più affabili.
Harry e Serena stavano percorrendo un piccolo viale, affiancato da una lunga scia di folte siepi, il parco ormai era vicino; entrambi avevano un'aria piuttosto abbattuta.

<< Uffa, che caldo >> sbuffò Harry, portandosi le braccia incrociate dietro la nuca.

<< Già >> si limitò a dire Serena, quel giorno non aveva molta voglia di parlare, anzi, nessuno dei due da quando avevano finito il primo anno di scuola aveva voglia di parlare.

<< Senti Ser, tu...per caso, hai ricevuto notizie dalle tue amiche, ultimamente? >>

<< No, neanche una. E nemmeno da...>> Serena si bloccò e il suo sguardo si intristì ancora di più.

<< Da lui ? >> le chiese un po' infastidito. Serena gli annuì.

<< E tu hai sentito Ron e Hermione? >> gli chiese. Lui, ovviamente deluso, scosse la testa. Continuarono a camminare e finalmente raggiunsero il parco: poco più in là vi erano sparsi diversi giochi tra cui uno scivolo, un'altalena, una palestra della giungla e un cavallo a molla; Harry e Serena, istintivamente andarono verso l'altalena.

<< Probabilmente, tutti quanti sono troppo impegnati a godersi le vacanze >> disse Harry affranto, abbandonandosi pesantemente sul seggiolino dell'altalena.

<< Forse. Però qualche minuto sarebbero riusciti a trovarlo per scriverci. Almeno per sapere se siamo ancora vivi! >> disse Serena. Harry ridacchiò.

<< Immagino che Piton stia sbrigando del lavoro. Non mi dà affatto l'impressione di uno che sappia cosa vuol dire la parola “divertimento” >> disse Harry iniziando a dondolarsi leggermente.

<< Eh già, lui ha l'aspetto giusto per fare la parte del cattivo e del noioso, vero? >> disse Serena scherzandoci su.

<< E va bene, lo ammetto! Mi ero sbagliato sul suo conto: credevo che fosse il cattivo e invece no. Lo era Raptor >> ammise a fatica Harry, facendo nascere nella sorella un bel senso di soddisfazione.

<< Però mi sta comunque sulle scatole, su questo non cambierò mai idea! >>

<< Ahahah sei senza speranza! Se lo conoscessi meglio capiresti che non è quello che pensi >> gli rispose Serena, ridacchiando, mentre si sedeva sull'altalena.

<< Be', a me non interessa minimamente conoscerlo! E' ovvio che odia i Grifondoro, soprattutto me! >>

<< Non ti odia affatto, è solo molto severo con chi è scarso nella sua materia. Lo fa anche con Neville! >>

<< Sarà anche come dici tu, ma con me è particolarmente ostinato e odioso. E' come se si stesse vendicando di qualcosa che forse gli ho fatto in una vita passata, non lo so! >> disse esasperato Harry, facendo ridere di gusto Serena, cosa che non faceva da tanto tempo dopo il ritorno a Privet Drive.

<< Fortuna che sono finita nella sua Casa, almeno ho avuto l'occasione di entrare nelle sue grazie! >> disse iniziando a dondolarsi.

<< E sai che fortuna! >> le rispose sarcastico Harry, facendo ridacchiare la sorella. Mentre dondolavano sull'altalena, una farfalla, dalle ali bianche, svolazzò davanti al naso di Serena, la quale, con gli occhi fissi su di essa, che non accennava a posarsi da qualche parte, rallentò il dondolio. La rigidità con cui stava fermando il moto dell'altalena incuriosì Harry.

<< Serena, che ti prende? >> le chiese, con tono quasi preoccupato dallo sguardo fisso che aveva assunto la sorella sulla farfalla.

<< Ho..una..voglia..assurda..di..acchiapparla..>> gli rispose lentamente. In preda ad uno inusuale istinto animale, Serena iniziò a muovere il braccio e la mano, come i felini, come per colpire la farfalla. Harry la osservò assuefatto dallo stupore di vedere la propria sorella scendere dall'altalena e atteggiarsi come un gatto in agguato.

<< Serena, ma cosa diavolo stai facendo?!>>

<< Non lo so, sto giocando...forse. Mi viene così naturale!>> disse saltellando come fece ad Hogwarts con la cerva d'argento.

<< Adesso basta, alzati! Sta arrivando gente! >> disse Harry, che le si avvicinò e la tirò su per le braccia con forza, facendola leggermente gemere. La spostò in un cespuglio più appartato, lontano dalla presenza della gente comune.

<< Ahi mi fai male! Che ti prende?! >> gli chiese stupita dal suo improvviso scatto di nervosismo.

<< Che prende a me? Che diamine prende a TE! Ti stavi atteggiando come un animale!>> disse spazientito.

<< Be'? E cosa c'è di male?! Da piccoli lo facevamo sempre! >>

<< Forse una volta, ma adesso siamo cresciuti, Serena. Dobbiamo divertirci in altro modo, in più dobbiamo anche...trattenerci >> Serena parve confusa.

<< Trattenerci? >>

<< Lo sai cosa intendo! Se ci scappasse qualche magia involontaria sarebbe un casino! >> Serena distolse per un attimo lo sguardo, pensierosa.

<< E poi sono ormai settimane che mi sembri...cambiata. Perchè? >> le chiese preoccupato, poggiandole una mano sulla spalla. Serena non poteva dirgli la nuova materia che stava studiando per conto suo; la professoressa McGranitt glie lo fece promettere solennemente, perciò decise di rimanere sul vago.

<< Non lo so, Harry. Mi è sempre piaciuto fingere di essere qualcos'altro, era il nostro unico divertimento, ricordi? >> Harry annuì comprensivo << E tutt'ora mi sento di recuperare un po' della nostra infanzia perduta, anche rigiocando in quel modo e ciò mi viene naturale >> spiegò tranquillamente.

<< Sì, capisco sorellina, ma non puoi esporti così in luogo pubblico! >> Serena sussultò ed indietreggiò un poco.

<< Ti vergogni di me per caso? >> gli chiese innervosita, incamminandosi fuori dal cespuglio, verso il parco.

<< NO, ma cosa vai dicendo!? Ma che hai oggi?! Di solito sei tu a fare i discorsi intelligenti!>> disse Harry seguendola << Dico soltanto che già l'intero vicinato ci ritiene strani e ritardati per quello che vanno a dire in giro gli zii, in più ti ci metti anche tu facendo quel....!? >>

<< Ehilà Potters >> pronunciò minacciosa un'inquietante voce femminile, comunque infantile, interrompendo il discorso di Harry, il quale si bloccò dietro la sorella, che gli si era fermata di colpo davanti, immobile come una statua di sale. Una ragazzina sui 13 anni, grossa e corpulenta, dai capelli castani corti e spettinati, con indosso una maglietta nera con un piccolo teschio, un gilè fucsia, una gonna a jeans e un paio di stivaletti neri, gli bloccò la strada.

<< Gertrude >> disse tremante Serena. Sembrava terrorizzata da lei: sin dai tempi della scuola Babbana, i due fratelli Potter, oltre alle cattiverie di Dudley e la sua gang, dovevano anche preoccuparsi dei medesimi dispetti da parte di Gertrude Cox, la bulletta numero uno della scuola. Anche Dudley, all'epoca, era vittima delle sue angherie, ma fu abbastanza furbo da proporle una specie di alleanza, soprattutto contro Harry e Serena.

<< Bene, bene, bene...cosa ci fate voi due qui al parco? Credevo che gli strambi dovessero rimanere dentro i manicomi >> disse ghignante, facendo ridere le sue tre amiche scagnozze che le stavano ai fianchi.

- A perfetto! Questa vacanza si sta rivelando più eccitante di quanto pensassi! - pensò tristemente ironica Serena, lanciando uno sguardo preoccupato al fratello, che lo ricambiò.

<< Be'..a quanto pare le guardie di sicurezza non sono molto abili a tenere dentro gli strambi, dal momento che si sono lasciati scappare anche TE ! >> intervenne sarcastica Serena, lanciando alla corpulenta ragazzina uno sguardo di sfida, ghignando come il professor Piton quando sbeffeggiava il compagno di Grifondoro, Neville Paciock. Sulla tempia di Gertrude Cox iniziò a pulsare nervosamente una vena, e il suo mono-sopracciglio incominciò ad aggrottarsi ferocemente, tanto da incutere un certo timore anche nelle proprie compagne, che si scansarono leggermente da lei.

<< Stupida mocciosetta! >> Gertrude avanzò velocemente verso Serena, la quale si mise sulla difensiva, coi pugni stretti, anche se sentiva in cuor suo che non avrebbe avuto scampo dai colpi che le sarebbero arrivati fra poco, ma non voleva comunque sembrare una vigliacca, perciò decise di stare lì ad affrontarla. Gertrude, intanto, avvicinatasi abbastanza, prese Serena per i capelli e la scaraventò violentemente a terra.

<< SERENA! >> urlò Harry correndole in soccorso, ma Gertrude lo bloccò con uno spintone.

<< Tu non ti impicciare! PRENDETELO! >> ordinò alle scagnozze, le quali eseguirono subito, afferrando Harry da entrambe le braccia, tentando di tenerlo fermo il più possibile. Intanto Serena, barcollante, si stava rialzando da terra: la caduta le aveva già procurato qualche piccola sbucciatura sulle mani e sulle ginocchia.

<< Allora, vuoi giocare con me?! >> disse con aria beffarda, avanzando verso di lei a passo pesante come un Troll di montagna. Sul viso di Serena stava per arrivare un potentissimo gancio destro, ma riuscì miracolosamente a schivarlo e riuscì a rispondere all'aggressione tirandole, sulla faccia da facocero che aveva, un bel calcio frontale alla Bruce Lee. Sotto lo stupore collettivo delle compagne della bulla e di Harry, Gertrude barcollò all'indietro, tenendosi stretta il naso sanguinante e lasciandosi sfuggire qualche gemito di dolore. Nemmeno Serena riusciva a credere di aver mandato a segno il contrattacco, ma immaginava che col prossimo colpo non avrebbe fatto centro: la sua avversaria si era infuriata e non le avrebbe lasciato alcuno scampo.

<< TU..>> ringhiò ferocemente la corpulenta bulla <<..TU..HAI OSATO COLPIRE IL MIO BELLISSIMO VISO!!!????>> Serena incurvò all'insù un solo angolo della bocca.

<< L'ho migliorato, piuttosto. Dovresti ringraziarmi >> sghignazzò maligna Serena, scaturendo la preoccupazione del fratello, che stava cercando in tutti i modi di districarsi dalla prese delle scagnozze di Gertrude – Serena...ma come ti viene in mente di prenderla per i fondelli?! Ti farà a pezzi! - pensò Harry. Purtroppo per Serena, infatti, quella presa in giro pungente fece scatenare in tutta la sua collera Gertrude, la quale si scagliò con tutto il suo peso su Serena, l'afferrò ferocemente per i capelli e iniziò, col pugno sinistro, a sferrarle colpi su colpi, sia sul viso che nello stomaco: le procurò ematomi da ogni singola parte, soprattutto sull'occhio sinistro, accompagnati anche da un lato del labbro inferiore rotto e sanguinante.

<< NO! LASCIALA STARE! >> urlò Harry divincolandosi.

<< Non temere Potter, una volta che avrò finito con tua sorella, ce ne sarà anche per te! >> disse Gertrude interrompendo momentaneamente la scarica di pugni. Dopo aver tirato un altro paio di pugni nello stomaco e sul viso della povera Serena, la bulla lasciò la presa, e la piccola Potter, inerme e stremata dal dolore, stramazzò a terra, quasi totalmente ricoperta di ferite sanguinanti e di ematomi.

<< E ora, come promesso, tocca a te! >> esclamò eccitata Gertrude, avvicinandosi ad Harry a pugni alzati. Harry, in quell'arco di tempo di 10 minuti che parevano un'eternità, ricevette meno botte di quante ne avesse ricevute sua sorella: lui non l'aveva mai provocata in quel modo come aveva fatto quel giorno Serena; anche lui, una volta conclusa la batosta, si accasciò a terra, in ginocchio, tenendosi stretto lo stomaco, anch'esso ripetutamente lesionato dai colpi. Gertrude sembrò soddisfatta del suo lavoretto, perciò si congedò insieme alla sua piccola gang e se ne andò dal parco.

<< Alla prossima, vermiciattoli! >> esclamò trionfante Gertrude, inebriata dai complimenti e dalle lusinghe da parte delle sue compagne.

 

*****

 

- Dove mi trovo? - pensò Serena guardandosi intorno. Era un luogo isolato, spoglio, totalmente ricoperto di lussureggiante erba verde; in effetti assomigliava molto al suo posto preferito di Hogwarts, la riva del Lago Nero dove fioriva e cresceva il suo salice piangente. Il luogo in cui tutto cominciò. L'unica differenza era che, a parte il lago, tutto intorno non c'era nient'altro che erba, del salice non vi era alcuna traccia.

- Non posso essere tornata a scuola... - continuò a pensare, confusa dal luogo in cui era stata stranamente trasportata. In quell'istante si alzò un leggero vento estivo, il quale sembrava che volesse incitarla a voltarsi verso una particolare direzione. Serena si lasciò trasportare dalla corrente del vento e si voltò; in lontananza, nell'orizzonte, Serena scrutò una figura alta e completamente nera. Sgranò gli occhi incredula ed entusiasta, riconoscerebbe quella figura fra mille: era in piedi, con le braccia incrociate, come in posizione di relax, davanti all'addome.

- Severus... – lo riconobbe all'istante e in uno scatto si lanciò correndo a perdi fiato verso di lui.

- PAPA' ! - scandì chiaramente, sprizzando felicità da tutti i pori. Ormai non era più imbarazzata a chiamarlo in quel modo ed era certa che a lui avrebbe fatto piacere. Intanto la figura imponente del professor Piton non accennò a muoversi di un millimetro, rimase lì fermo impalato per tutto il tempo. Quando Serena lo raggiunse, tentò di lanciarsi su di lui, abbracciandolo con tutta la forza che aveva: erano passate solo poche settimane dal loro ultimo incontro, ma già le mancava da morire. Quando lo strinse, la figura di Piton evaporò in un secondo, scomparendo sotto agli occhi verdi sgomenti di Serena.

- No, no...non mi lasciare...- iniziò a tastare per terra come se fosse alla ricerca di qualcosa che le fosse caduto in mezzo all'erba. Era spaventata e confusa.

- No..ti prego...non mi lasciare qui...- disse con le guance rigate dalle lacrime

- PAPA' !!! -

 

 

<< SERENA! >> sentì qualcuno urlare il suo nome in lontananza << SERENA! >> non sembrava una voce maschile matura.
Poi tutto si fece buio.

 

 

<< Serena, svegliati! >> era Harry, che si era inginocchiato vicino alla sorella per vedere come stava: era accasciata a terra su di un fianco, tutta rannicchiata su se stessa, dolorante; aveva gli occhi chiusi e sembrava semi-incosciente, si lasciò sfuggire un gemito di dolore, ma nulla di più.

<< Dio...come ti ha ridotta?!>> disse analizzando le lesioni che aveva riportato, soprattutto quelle sul viso che glie lo avevano fatto gonfiare non poco. Questo diede la forza ad Harry di tirarla su e di issarsela sulle spalle, stringendola per le gambe.

<< Vieni, ti porto via di qui >> e così, un po' barcollante, Harry si incamminò verso la casa degli zii.

 

*****

 

Harry percorse tutto il viale affiancato dalla siepe, con in spalla sua sorella. Entrambi erano stremati dalla quotidiana esperienza di menate da parte di coloro che li ritenevo strani, inutili ed inferiori.

<< Le cose cambieranno...mi dicesti, sorellina. Al momento non sto notando alcun cambiamento >> borbottò Harry, mentre attraversava la strada per entrare nella via di Privet Drive. Serena in quel momento si mosse e gemette.

<< Resisti, ci siamo quasi >>

<< Pa....pà...>> disse Serena con un filo di voce tremante. Harry si voltò, per quel che poteva, verso di lei sorpreso.

<< Cosa? >>

<< Mmm... >> poi non disse più nulla.

<< Forse sta sognando >> concluse Harry notando che aveva ancora gli occhi chiusi, praticamente serrati. Harry, ormai arrivato davanti al giardino della casa dei Dursley, aprì a fatica il cancelletto ed entrò, richiudendolo un po' rumorosamente. Tale rumore fece venir fuori da dietro un angolo della casa zia Petunia, la quale stava facendo giardinaggio.

<< Santo cielo, cosa avete combinato!? >> chiese sconvolta Petunia. Harry non la degnò neanche di uno sguardo.

<< Niente >>

<< Come sarebbe a dire niente?! Siete tutti sporchi lerci e io ho appena finito di pulire il pavimento! >> disse precipitandosi alla porta, proprio mentre Harry la stava per aprire.

<< Aspetta un momento qui, ragazzo! >> Petunia entrò in casa e in meno di un secondo la riaprì per far entrare i fratelli Potter, facendoli camminare su di una fila di fogli di giornale buttati per terra.

<< Non vi permetterò di imbrattare il mio preziosissimo pavimento! >> disse scorbutica.

- No, non sia mai – pensò beffardo Harry.

<< Toglietevi le scarpe e i vestiti e lavateli! Io quel fango non lo tocco neanche morta! >> gli urlò lungo le scale. Harry, ignorando gli attacchi di isteria della zia, portò in bagno sua sorella, che si stava riprendendo.

<< Serena, ehi, come ti senti? >> disse facendola scendere con cautela dalla schiena.

<< Argh...come una che è stata investita da un camion >> disse con voce tremolante, tenendosi la testa e lo stomaco.

<< Coraggio, diamoci una ripulita, così dopo possiamo medicarci >>

<< Ok, va bene. Solo, per favore, dammi una mano, non ci vedo bene >>

<< E ci credo, quella pazza ti ha conciato il viso per le feste. Non ti preoccupare, con un po' di ghiaccio e impacchi freschi ritornerai come nuova >> le disse, cercando di consolarla; era ridotta davvero male.
Dopo essersi lavati e puliti a dovere, i fratelli Potter misero in lavatrice gli abiti logori e indossarono delle tute pulite, anche se vecchie. Harry fece stendere Serena sul letto ed andò a prendere la cassetta del pronto soccorso, riposto dentro uno dei cassetti sotto il lavandino.

<< Eccomi >> Serena annuì. Harry tirò fuori la tintura di Iodio con i vari tamponi e le garze e un paio di pomate per i lividi. Mise un po' di tintura di Iodio sul tampone ed iniziò a cospargerlo sulle ferite di Serena, disinfettandole.

<< Ahiaaaaa!! Dannazione brucia! >>

<< Dai stai ferma! Se ti divincoli è peggio! >> Serena sbuffando cercò di calmarsi e permise al fratello di medicarla per bene.

<< Fatto! Ora vado a prenderti del ghiaccio >> disse alzandosi e incamminandosi verso le scale.

<< Grazie, Harry >> quest'ultimo le regalò un bel sorriso.

<< Dopo però tocca a te fare “ la piccola infermiera” !>>

<< Ihih d'accordo >> disse ridacchiando. Harry scese le scale e, percorrendo il piano inferiore, passò per la cucina, raggiungendo il frigorifero.

<< Ehi, che vuoi fare ragazzo?! Giù le mani dal nostro frigo! >> sbottò lo zio Vernon che era spaparanzato sul divano a guardare il telegiornale.

<< Ho bisogno del ghiaccio >> disse aprendo il freezer e afferrando un sacchetto con dentro i cubetti.

<< E che diavolo ci devi fare?! >>

<< Mi serve per Serena, sta molto male >> si limitò a dire.

<< Oh..ah, allora va bene. Sbrigatevela da soli per queste cose, non ho voglia di spendere soldi portandovi all'ospedale! >> farfugliò in fine, scocciato come al solito e ritornando a guardare il TG.
Harry lo fulminò con lo sguardo. Quante volte aveva desiderato che quella famiglia sparisse dalla faccia della Terra, almeno così lui e Serena avrebbero potuto vivere felici, anche se soli, ma almeno felici e liberi soprattutto. Harry salì al piano di sopra e rientrò in camera, sedendosi accanto alla sorella.

<< Ecco, questo dovrebbe darti un po' di sollievo >> disse posandole delicatamente sul volto il sacchetto di ghiaccio.

<< Argh..sono davvero messa così male? >>

<< Be', bene non sei messa. Adesso rilassati e cerca di riposare, intanto ti fascio la gamba. Più tardi ti medicherò anche il viso >>

<< Porco Merlino che dolore! >> mugugnò sofferente Serena, facendo ridacchiare il fratello per la strana imprecazione. Dopo che il viso di Serena aveva trovato un po' di sollievo e di refrigerio, Harry la fece mettere seduta sul letto per completare la medicazione del resto delle ferite.

<< Mmm...i tuoi occhi si sono già sgonfiati un bel po', anche la guancia è quasi tornata normale. Adesso ti metto un cerotto e dopo ti fascio l'occhio sinistro con un impacco fresco, è quello messo leggermente peggio >> disse Harry analizzando il volto della sorella: si era un po' arrotondato a causa del gonfiore e la sua carnagione variava dal rosa al viola degli ematomi e anche dal rosso di alcuni piccoli tagli superficiali.

<< Fzzz fai piano! >> gemette Serena quando Harry iniziò ad applicare i cerotti sul labbro inferiore e sulla guancia gonfi.

<< Oh, scusa >> dopo che le ebbe fasciato anche l'occhio, Harry si concedette un momento di riposo.

<< Ecco qua, ho finito. Ora tocca a te curare me >> le disse tentando di essere scherzoso, ma Serena non era molto in vena di scherzi, né di ridere.

<< Va bene, ti dispiace se provo ad usare...? >> alzò le mani in bella mostra, ed Harry capì cosa gli stava chiedendo.

<< Ehm...non saprei, Serena. Sai già controllare questa tua capacità? >> chiese un po' scettico.

<< Direi di sì, solo se sono emotivamente sconvolta o shockata dà l'effetto contrario >>

<< E adesso come ti senti? >>

<< Solo un po' stanca, nulla di più. Tanto alle botte ci siamo abituati, no? >>

<< Già. Ma oggi tu le hai prese davvero forte >>

<< Non ti preoccupare, sto bene ora....per modo di dire ovviamente >> entrambi ridacchiarono.

<< Aspetta un attimo...non ci è consentito fare magie fuori dalla scuola! >>

<< Tranquillo, hanno detto che non possiamo fare magie con le bacchette e alla presenza di Babbani. I Dursley sono di sotto, non sto per usare la bacchetta, ergo non stiamo infrangendo alcuna regola >>

<< Ok, se lo dici tu >>

<< Bene, procediamo allora >> disse Serena allungando entrambe le mani sulla guancia di Harry, sulla quale c'era un ampio graffio. Si concentrò e una lieve luce bianca fuoriuscì dai palmi dalle mani, procurando sulla pelle lesa di Harry un gran senso di piacevole calore e di freschezza al tempo stesso. Quando la luce svanì, la ferita di Harry si era totalmente rimarginata.

<< Awww che meraviglia, sembrava di ricevere una carezza! E' davvero stupefacente questa cosa che hai ! >> disse toccandosi entusiasta la guancia, facendo sorridere la sorella.

<< Bene, passiamo al livido ora >> Serena si rimise in posa, ma stavolta la luce bianca, fuoriuscendo, non rimase luminosa costantemente, ma bensì si mise a lampeggiare.

<< Uh...o-oh...>>

<< Serena, stai male!? >> disse Harry afferrandole per le spalle, vedendo che si stava piegando in avanti.

<< N-non lo so, mi sento strana >> disse tremolante.

<< Mettiti giù, distenditi sul letto. Devi riposare >>

<< Non posso, devo finire di....>>

<< Sta zitta e sdraiati ! Continuo a medicarmi da solo, non c'è problema >> disse stendendola a forza e coprendola con la coperta.

<< Ho...un gran mal di testa...>>

<< Tieniti sopra il ghiaccio, vedrai che fra poco ti sentirai meglio >> le disse passandosi la pomata sul livido e mettendosi un paio di cerotti sui graffi restanti.

<< Cavolo, ma tutte a noi devono capitare?! >> disse esasperata Serena.

<< A quanto pare >> le rispose amareggiato Harry. In quel momento, fuori dalla finestra della loro camera, la gattina nera dagli occhi lilla-viola di Serena, Bast, apparve ed iniziò a grattare insistente sul vetro per chiedere di entrare.

<< Ma cosa..?! >> Harry andò ad aprirle e in un balzo la gatta nera entrò e saltò sul letto di Serena e si coricò accanto a lei.

<< Ma come diamine fa il tuo gatto a svignarsela sempre?! >> chiese stupito.

<< Ah non lo so, Bast è piena di risorse di cui io non sono a conoscenza >> disse ridacchiando, accarezzandole il dorso.

<< Beata lei che riesce ad uscire senza essere beccata dai Dursley, non mi permettono nemmeno di far uscire la mia Edvige! >>

<< Per quale motivo? >> chiese distrattamente Serena. Harry la guardò strano come per dire “dici sul serio?”.

<< Ah già, è vero. Be', troveremo un modo per far sgranchire un po' le ali anche a lei >> disse Serena, facendo cinguettare felicemente la povera Edvige, segregata nella sua gabbia: Edvige, da quando vedeva sempre Bast uscire di casa, ne era diventata enormemente invidiosa e ogni tanto battibeccavano.

 

******

 

Il giorno dopo i fratelli Potter si sentivano un po' meglio, ma l'occhio sinistro di Serena non era ancora messo molto bene: era stata costretta a tirarsi su il ciuffo di cappelli che le cadeva su quello destro, se no non riusciva a vedere un accidente; le era bastato pronunciare il tipo di ornamento da capelli che desiderava per far trasformare l'elastico verde col giglio bianco che le aveva regalato Piton in un cerchietto, in tal modo avrebbe liberato l'unico occhio buono dalla coltre di capelli neri. Non lo aveva più indossato da quando era andata via da Hogwarts, per paura che suo cugino o gli zii glie lo sequestrassero e bruciassero. Secondo loro nessuno dei due meritava di avere cose belle. Ma ora, a causa di forza maggiore, doveva indossarlo, se non voleva andare a sbattere contro i muri.
Dopo esser scesi di sotto, ripresero, come sempre a sbrigare le faccende domestiche: Harry si stava occupando della lucidatura dell'argenteria, mentre Serena stava passando la scopa sul pavimento. Dudley, che invece di iniziare a fare i compiti delle vacanze se ne stava tutto bello spaparanzato insieme ai suoi genitori, iniziò ad annoiarsi perchè in TV non stavano dando nulla di particolarmente stimolante per uno del suo “calibro”, perciò si alzò e cercò di fare qualcosa per tenersi occupato. Si avvicinò alla cugina e notò qualcosa di nuovo in lei.

<< Ehi sfigata! Che cos'è questo affare che porti sulla testa?! >> disse sputacchiando da tutte le parti.

<< E' un cerchietto >> rispose fredda senza neanche guardarlo.

<< E dove lo hai preso?! Scommetto che lo hai rubato in qualche negozio! >>

<< La cosa non ti riguarda >> continuò col medesimo tono per cercare di mantenere il controllo.

<< Sì che mi riguarda! Mi riguarda se uno di voi idioti ha qualcosa che non ho mai visto prima d'oggi! >> disse strappandole il cerchietto di dosso.

<< Ehi ridammelo subito! >> gli urlò contro, facendo cadere la scopa a terra, attirando l'attenzione di tutti.

<< Che sta succedendo qui?! >> sbottò Vernon Dursley.

<< Dudley ha preso il mio cerchietto! >>

<< Il tuo cerchietto? E da quando sei in possesso di un cerchietto?! >> disse sbeffeggiandole in faccia.

<< Me lo hanno regalato per il mio compleanno! >> esclamò Serena, cominciando ad alterarsi.

<< E chi avrebbe mai fatto un regalo così insulso proprio a te, ragazzina?! >> disse ridacchiando, seguito dalla moglie e dal figlio, il quale gli porse il cerchietto.

<< Non è affatto insulso! E' bellissimo e tu, anzi VOI, non capite un accidente sulla bellezza di un oggetto del genere, né tanto meno del gesto con cui mi è stato donato! E non sono affaracci tuoi sapere chi me lo ha regalato! >> Serena stava perdendo il controllo, quell'oggetto significava molto per lei e Harry lo sapeva.

<< Come osi rispondermi così, stupida ragazza!? Ti assicuro che resterai chiusa nel seminterrato senza mangiare per una settimana se non inizierai a portarmi rispetto! >> disse rabbioso, dirigendosi verso il lavandino della cucina e lasciando pendere il cerchietto sopra al tritarifiuti.

<< NO, TI PREGO! >> urlò disperata Serena.

<< No! Zio Vernon, perchè non glie lo lasci tenere? Che problema c'è infondo? >> intervenne Harry tentando di calmare le acque.

<< Il problema è che nessuno di voi due nullità scansafatiche necessita di questi oggetti inutili e frivoli! Perciò non vedo alcun motivo per tenerli >> disse ghignando maligno, facendo avvicinare sempre di più il cerchietto al meccanismo tritante.

<< NO, FERMO! >> urlò Serena scattando in avanti, scagliandosi contro Vernon. Le luci della casa, in quel momento, iniziarono a lampeggiare freneticamente, facendo spaventare Petunia che strinse a sé il suo Didino.

<< Oh santo cielo, che succede?! Vernon?! >> disse confusa e spaventata guardandosi intorno. Intanto il signor Dursley non sembrava voler mollare la presa sull'oggetto tanto amato dalla piccola Potter.

<< Ridammelo...immediatamente >> disse gelida e minacciosa, fissandolo in cagnesco con l'occhio buono.

<< Non mi farò piegare da una mocciosa bastarda come te! Ora toglimi le mani di dosso, altrimenti ti faccio nero anche l'altro occhio! >> ribatté perfido, ma agitato dalla situazione. Serena sembrò calmarsi, ma era soltanto una finta, perchè in quel momento estrasse la propria bacchetta da una delle maniche e glie la puntò alla gola. Harry era letteralmente sconvolto.

<< Ah sì? Nei sei sicuro? Allora, davanti a un uomo coraggioso come te, dovrò usare le maniere forti >> disse fredda pigiando la punta sul suo pomo d'Adamo, facendo tremare di paura il signor Dursley, anche per il rumore assordante di elettricità che veniva emanato dalle lampade lampeggianti.

<< Serena, che stai facendo?! FERMATI! Non ne vale la pena >> disse avvicinandosi a lei e posandole una mano sulla spalla.

<< Tranquillo, fratello, la cosa si sta per risolvere da sola. Non è vero, zietto mio caro?! >> gli domandò ghignando maligna, facendo sudare freddo Vernon, il quale, con poca riluttanza, le restituì immediatamente il cerchietto col giglio. In quell'istante, le lampade smisero di lampeggiare e di emanare il fastidioso suono di elettricità, e mise via la bacchetta.

<< Tsk..come pensavo >> disse sorridendo, guardando lo zio dall'alto al basso disgustata. Si voltò e si incamminò verso le scale, ma prima di uscire dalla stanza, si voltò verso il cugino Dudley, il quale era tutto abbracciato alla madre, e gli rivolse solo 5 parole << Questo vale anche per te >> e salì in camera, sotto gli occhi sgomenti e sconvolti dei Dursley e di Harry stesso.

<< Eheh... ha avuto solo una brutta giornata >> disse agli zii, cercando di tranquillizzarli, indietreggiando verso il corridoio << Le passerà presto, vi assicuro che non accadrà più...SERENA! >> disse salendo di corsa le scale. Quando Harry entrò in camera, sua sorella era lì che stava facendo i bagagli, ormai aveva già riempito metà baule, con tutti i suoi libri e attrezzi di scuola, e mise dentro al trasportino la sua Bast.

<< Serena, che stai facendo? >> disse chiudendo la porta dietro di sé.

<< Mi sembra evidente, me ne vado >> disse secca.

<< Te ne vai?! Non puoi farlo! >>

<< Scommettiamo?! >> lo fulminò con lo sguardo e lo oltrepassò, riaprendo bruscamente la porta. Serena scese velocemente le scale, seguita da Harry.

<< Serena fermati un attimo! >>

<< No, Harry. Non ne posso più! >> disse aprendo la porta di ingresso << Preferisco mille volte vivere sotto i ponti, piuttosto che in questo....>> ma quando aprì la porta, Serena si trovò il passaggio bloccato dalla figura alta e imponente di uomo vestito di nero; era proprio lì in piedi sulla soglia di casa.

<< E dove saresti diretta.. di preciso, signorina Potter? >> chiese elegantemente l'uomo, che evidentemente era riuscito a sentire il trambusto al di là della porta. Harry e Serena sgranarono gli occhi increduli, era l'ultima persona che si aspettavano di incontrare sulla soglia di casa Dursley.

<< Professor Piton! >> esclamarono all'unisono i fratelli Potter.

 

 

 

Angolo Autrice :

Eccomi qua, sono tornata! :D
Sì, sarei dovuta tornare con una fan fiction diversa con altri personaggi, ma non ho trovato la giusta ispirazione e, rivedendomi i film di Harry Potter durante le vacanze natalizie, mi sono venute tante nuove idee per questo spin off estivo di HP, una specie di prequel della Camera dei Segreti ^-^ Forse sono stata un po'...feroce.. in questo capitolo, ma mi dovevo sfogare in qualche modo per scaricarmi dallo stress di sto pazzo trimestre, e poi questi eventi mi servono per sviluppare quelli futuri XD
Spero che questo primo capitolo vi incuriosisca e che vi stimoli a seguire questa mini storia.

Ciao a presto! xxx

 

  
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