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Autore: Unusualize    23/05/2008    4 recensioni
Vediamo se qualcuno si è mai posto questa domanda: e se la fornace di Mrs. Lovett fosse stata spenta quando Sweeney Todd ha provato a buttarla dentro?
Genere: Romantico, Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Fiamme. Fuoco e fiamme.
Fumo. Ovunque fumo, fuoco e fiamme.
Delle ombre:
Lucy,
Turpin,
Johanna,
Anthony e altri…
Tutti si mescolavano in un vortice. Tutti, in cerchio, tendevano una mano verso il centro, dove stava lei.
Era successo quello che pregava non avvenisse.
“Vieni con noi!” ripetevano in coro le ombre, le anime… i demoni.
La pelle, le ossa, lei che stava sparendo al tocco di quel rogo, che la stava trasformando in cenere.
Da strega che era, stava ricevendo la sua punizione.
L’unica via di scampo? Andarsene con gli altri che, prima di lei, avevano subito la stessa sorte.
“Vieni con noi!”
Poco tempo. Un’enorme decisione da prendere.
“Aiutami Sweeney!” tentava di urlare lei, ma riusciva a malapena a sussurrare quelle penose parole.
“Vieni con noi!”
“Ti prego! Aiutami!”
E Sweeney che stava lì, fuori dal fumo e dal fuoco, e la guardava, con i suoi inesprimibili occhi di vetro.
Lacrime. Sangue. Fuoco. Demoni. Fumo.
“Non farmi questo! Ho sbagliato, perdonami!”
“Vieni con noi!”
Lacrime. Sangue. Fuoco. Demoni. Fumo.
“Vieni con noi!”
“VIENI CON NOI!!”

Nellie si svegliò di soprassalto urlando. Non era nella fornace, era a casa, niente più fumo, fuoco né fiamme… tutto sparito.
“Era solo un incubo! Era solo un incubo!” tentò di calmarsi sistemandosi i capelli dietro le orecchie. Si posò una mano sul cuore, sentendolo martellare all’impazzata: “Solo un incubo! Solo un incubo!”
Sentì un qualcosa di strano, sotto le dita: decisamente non era la stoffa del suo vestito, e nemmeno la sua nuda pelle. Sembrava… una benda. Guardò meglio scoprendo che il corpetto del vestito era sparito ed era stata medicata, probabilmente da Sweeney, con delle garze che ora le facevano da seconda pelle sul ventre e sulla schiena.
Si alzò sospirando: camminava a stento e respirava a fatica, ma non era morta.
Che non era morta, questo era certo, ma aveva pur sempre passato l’inferno; quell’incubo, per quanto potesse sembrare disumano, era la fine che lei aveva sempre temuto. Vendersi l’anima al diavolo pur di non soffrire.
Eppure aveva a pelo scampato quella pena capitale, al contrario della sua seviziata schiena. Sweeney l’aveva tirata fuori e si era preso cura di lei, dopo averla quasi uccisa.
Perché? Possibile che un verme come lui potesse ancora avere una coscienza nel suo profondo?
-Vi ho sentito urlare.-
Questa voce, che una volta trovava calda e affascianate nella sua malignità, ora le aveva fatto gelare il sangue nelle vene, e le parole nella gola. Sweeney Todd era appena entrato.
-I-io…io….- balbettò indietreggiando, proprio come fece la settimana prima, prima che tutto iniziasse. Non staccò lo sguardo da Sweeney, come per paura che le saltasse alla gola da un momento all’altro, sempre camminando all’indietro, finchè non incontrò il muro. Sbattè troppo violentemente le spalle, che ricominciarono a bruciare in maniera tremenda, insopportabile.
Chinò in avanti il capo gemendo il meno rumorosamente possibile, come se non volesse amettere il suo dolore, forse più a sé stessa che a Sweeney. Le unghie graffiavano il muro, come per scaricare quella fitta, senza successo.
Le tese la mano in attesa che lei la prendesse, cosa che fece subito: la mano del diavolo leva ogni dolore.
La fece riaccomodare sul divano che occupava prima, per poi abbandonare di nuovo la stanza. Tornò pochi minuti dopo con in mano delle bende, una specie di unguento dal dolciastro odore, e uno dei suoi rasoi, che fu la prima cosa che prese in mano. Nellie, alla vista di quello, rabbrividì.
-Non temete- la rassicurò, neanche avesse sentito i pensieri che le ronzavano in testa.
Non molto convinta tentò di rilassarsi, mentre lui faceva quel che faceva alle sue spalle.
Infilò delicatamente il rasoio tra la pelle scottata della schiena della donna e le bende:
-Cosa state…- tentò di chiedere lei.
-Lasciatemi fare- la bloccò il barbiere.
Decise di non interromperlo più; le bende si strappavano con un rumore secco sotto la fredda lama del rasoio, un balsamo a contatto con le scottature, finchè non potè, letteralmente, sfilargliele di dosso, lasciandola semi nuda. Nellie raccolse le bende, cadute a terra mentre lui prendeva l’unguento, e si coprì arrossendo, tenendo le braccia ben strette ai fianchi, ma Sweeney non sembrò badarci.
Le cosparse l’unguento sulla schiena massaggiandola delicatamente. Il dolore iniziò ad affievolirsi finchè non sparì del tutto, con sommo ringraziamento della Lovett, che si rilassò completamente, chiudendo gli occhi, tentando di sottolineare con un respiro ogni tocco di Todd.
Sweeney, quindi, non potè che marcare ogni passo che le sue dita percorrevano sulle sue spalle, tra le varie scottature, mentre teneva a bada le sensazioni che gli stavano soffocando la mente.
Finito prese le bende pulite, pronto a fasciarla un’altra volta.
-Alzate le braccia-
Nellie capì che, se avesse lasciato la presa, si sarebbe praticamente ritrovata scoperta davanti a Sweeney.
-Nessun timore. Dopotutto vi ho già vista- tentò di nascondere un sorrisetto compiaciuto davanti al vergognarsi della donna, che, con uno sbuffo, abbandonò di nuovo a terra le bende.
Lasciò che la bendasse senza opporsi, nonostante le sue mani si avvicinassero troppo al suo petto; avrebbe di gran lunga preferito farlo da sola, anche se ci sarebbe voluto il doppio del tempo.
Finì di fasciarla senza alcuna fretta, arrotolando il resto inutilizzato.
-Brutto sogno?- le chiese improvvisamente, mentre metteva tutto in ordine riappoggiando unguento e bende in una scatola, sicuro che presto gli avrebbe riutilizzati. Lei annuì senza altro dire.
Stavano seduti, una accanto all’altro, a fissarsi, niente di più, come quando l’aveva tirata fuori dall’inferno.
-Perdonatemi- le sussurrò dopo alcuni minuti di puro, dolce silenzio.
Nellie strinse la mano dell’uomo nella sua:- L’ho già fatto- ammise sorridendo lievemente.
Un peso gli si levò dal cuore: Sweeney ricambiò il sorriso.
-E voi, potrete mai perdonare me?- chiese la donna.
Todd ritornò improvvisamente serio e cambiò discorso:- Tornerete come nuova, tra una settimana o due- disse alzandosi.
-Riposate - aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle.

Per giorni non si dissero niente, non con le parole almeno.
Gli sguardi di lui, le occhiate de lei, volevano sempre invitare una conversazione. Ma le parole sembravano troppo difficili, dure e insensibili. Non potevano esprimere a pieno quello che provavano o volevano dire. Sapevano anche che se avessero provato a parlare, il dialogo sarebbe degenerato a un semplice scambio di sguardi, perché era il modo migliore per farsi comprendere.
E il silenzio si stava caricando di forti emozioni: paura, solitudine, timore… amore.

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Kiomi mi chiedevi cosa sono le “strane sensazioni che lo attanagliano”, giusto? Bhè… non dico molto, ma chi è sveglio, quindi anche tu, credo abbia già capito che c’entra di brutto il SADICO sorrisetto! ^_^ ^_^ che schifo!_! ^_^ ^_^
hihihihihihihihihihihihihihihihi….. wahahahahahahahah…..
  
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