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Autore: Morgan__    01/01/2014    2 recensioni
Sin da piccola ho vissuto nella consapevolezza che la mia famiglia nascondesse un segreto,un segreto che non poteva essere rivelato a nessuno. Al compiere dei miei sedici anni di vita mi venne rivelato quel segreto.
La mia famiglia custodiva,da secoli ormai,ancor prima che Roma venisse fondata,un potente manufatto che era passato tra le mani dei grandi Imperatori romani,da Gaio Giulio Cesare,non Imperatore di nome ma di fatto,a Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto,primo vero Imperatore di Roma,meglio conosciuto come Augusto,e così via,fino ad arrivare a noi,la loro discendenza.
Ma ormai il manufatto non era più al sicuro,così fui costretta ad andarmene,contro il mio volere,da Roma per portare con me il manufatto.
Però non servì a niente. La mia famiglia venne uccisa lo stesso.
Per mano di Cesare Borgia. E io,io venni imprigionata a Castel Sant'Angelo e per mesi cercarono di farmi parlare.
Ormai avevo perso la fiducia in tutto e in tutti.
Questo prima di incontrare Ezio Auditore e gli Assassini.
Grazie a loro ho ricominciato a credere nel prossimo.
Mi chiamo Giulia Colonna e questa è la mia storia.
[CONCLUSA]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18




I miei nipoti erano vivi.
Enea,Silvia e Claudio erano vivi.
In un primo momento non credetti alle sue parole.
Da anni sapevo che erano morti,e ormai mi ero messa l'anima in pace,quindi quello che mi aveva rivelato mio marito alle mie orecchie erano parole insensate.
Ma riflettendomi negli occhi di Ezio capii che quello che mi aveva detto era vero.
Era vero.
Improvvisamente mi ritrovai in lacrime e le labbra stese in un sorriso tirato.
-Se è un sogno,non svegliarmi.-mormorai,ancora non del tutto sicura che quello che stava accadendo fosse reale.
-Non è un sogno,Giulia. I tuoi nipoti sono vivi.-ripeté Ezio.
-Come?-chiesi confusa.
Li avevo visti essere portati via dalle guardie sotto l'ordine di Micheletto,per esser fatti sparire.
-Una nostra infiltrata ci ha informato di questa cosa stamane all'alba. Abbiamo chiesto se ne fosse sicura e lei ci ha fornito una lettera. Non sappiamo se sia una trappola per farci agire incautamente,ma è pur sempre una possibilità.-spiegò Ezio porgendomi la lettera di cui aveva parlato.
La presi con mani tremati,con la paura che potesse dissolversi tra le mie dita.
Quella lettera rappresentava la possibilità che parte della mia famiglia fosse ancora viva.
Da quando avevo saputo che mia zia,la badessa,era morta per il dolore un paio di anni prima mi ero rassegnata ad essere l'ultima superstite della mia famiglia.
Non c'era nessun altro. Solo io.
Lessi la lettera,scorrendola velocemente,quando infondo lessi la mittente.
Lucrezia Borgia.
A quel nome guardai mio marito.
-E' una trappola.-dissi convinta.
-Magda dice che la lettera è stata scritta in buona fede.-rispose alla mia accusa.
Magda. Avevo già sentito questo nome.
Ripensai a quando avrei potuto sentirla nominare,quando mi torno in mente l'immagine di Francesco con il piccolo Giovanni tra le braccia.
Magda,la compagna di Francesco.
-Dei Borgia non possiamo fidarci.-gli dissi,ridandogli la lettera.
Non avrei creduto nemmeno a una parola pronunciata dalle labbra di un Borgia,mai.
Perché mai Lucrezia dovrebbe rivelarmi che i miei nipoti erano ancora in vita se non per portarci dritti in una trappola.
-Senti,so bene che potrebbe essere una trappola,ne sono perfettamente consapevole,ma Magda ha affermato risoluta che Lucrezia non mente.-
-E se ci stesse tradendo?-chiesi dubbiosa.
-No,Magda non ci tradirebbe.-rispose risoluto Ezio.
Era già la seconda volta che mi veniva detto che quella donna non sarebbe mai e poi mai stata una traditrice. Ma se si era presa a cuore una donna come Lucrezia Borgia,mi dissi,chi ci garantiva che non fosse passata anche agli ideali dei Templari?
-Perché ne siete così tanto sicuri? Lavora da anni per i Borgia,magari potrebbero averla traviata.-commentai.
-Non passerebbe mai dalla parte dei Templari perché le hanno ammazzato l'intera famiglia. Inoltre è stata proprio Lucrezia a dirmi dove si trovasse la Mela e di dove si stesse dirigendo suo fratello,l'altra sera.-spiegò con fare paziente.
A quelle parole mi calmai,rendendomi conto che stavo facendo ipotesi stupide,sotto l'effetto dei miei pregiudizi.
-Vorrei vederla.-dissi dopo aver preso un lungo respiro.
Per avere la conferma a tutto dovevo incontrarla per poterle parlare.
-Sapeva che lo avresti detto. Ci attende giù.-disse mio marito porgendomi la mano per aiutarmi ad alzare dal letto.
Sentii il freddo del pavimento sotto i miei piedi e rabbrividii.
Feci cenno di alzarmi la vestaglia da notte che mi ero messa durante la notte quando mi bloccai.
Alzai lo sguardo sugli occhi di mio marito.
-Che c'è?-
-Ecco...potresti almeno voltarti?-chiesi arrossendo leggermente.
-Tesoro,non dirmi che siamo ancora pudiche dopo stanotte.-mormorò con fare malandrino.
Per tutta risposta ebbe le mie braccia incrociate al petto e un sopracciglio alzato.
A quel gesto alzò le mani e si diresse verso la porta:-Ti aspetto nella sala con gli altri.-disse uscendo.
Mi cambiai velocemente indossando delle vesti pulite della confraternita e scesi velocemente le scale che portavano alla sala comune.
Ad attendermi c'erano mio marito,Nicolò,Volpe,Francesco ed una donna che,in quel momento,stavano discutendo attorno ad un tavolo su cui vi era posata la lettera di Lucrezia Borgia.
Osservai attentamente la donna dai capelli rossi,gli occhi di un incredibile azzurro cielo,e la linea slanciata del corpo avvolta in un abito di fattura pregiata.
Appena mi avvicinai tutti smisero di parlare e portarono l'attenzione su di me.
Il mio sguardo si posò sulla donna.
-Vi fidate?-le chiesi subito,senza giri di parole.
-Lucrezia non è priva di cuore come voi pensate.-disse rivolgendosi anche agli altri,-se c'è di una cosa di cui sono sicura è che Lucrezia non vorrebbe mai e poi mai che delle creature innocenti vengano rese vittime degli eventi. Lei è stata una pedina per tutta la vita. Fino ad ora non ha mosso un dito perché non le era concesso e perché era troppo presa da suo fratello,ma dopo la morte dello Spagnolo ha deciso di lasciare definitivamente Cesare al suo destino. Già da dopo la morte di Alfonso si erano incrinati i rapporti tra i fratelli,ma Lucrezia era troppo soggiogata da Cesare. Ma ora che l'ha messa da parte ha deciso di fare lo stesso. Se n'è andata a Ferrara,da suo marito,con l'intenzione di non rimettere piede a Roma. Ormai per lei Cesare è morto. Quindi no,non ha alcuna intenzione di portarci ad una trappola. Se avesse ancora delle riserve non avrebbe permesso che Giovanni si unisse a noi.-concluse.
-Prendiamo che sia vero quello che mi dite,dove sono i miei nipoti?-chiesi dandole in beneficio del dubbio.
-Furono trasferiti in Spagna dopo la morte di vostro fratello per essere accuditi da alcuni parenti dello Spagnolo. Ora Cesare li rivuole indietro. Penso che li userà in qualche modo.-
-Vuole la Corona e la Mela.-dissi rivolgendomi a mio marito. -Ho pensato a questa eventualità.-commentò con un cenno affermativo del capo.
-Diamoglieli!-esclamai senza pensarci nemmeno un secondo.
-Giulia,sai bene di cosa sono capaci di fare i poteri dei Frutti dell'Eden. Capisco il tuo bisogno primario di riavere con te i figli di tuo fratello,ma pensa a quello che farebbe Cesare se avesse non uno,ma ben due Frutti. Ci ucciderebbe,unirebbe i vari Stati sotto il potere Templare e governerebbe la gente con mano ferma e senza la possibilità di dare loro il libero arbitrio. E comunque c'è sempre la possibilità,più che probabile,che uccida lo stesso i tuoi nipoti e noi.-concluse Ezio.
-Ha ragione,Giulia.-concordò Volpe.
Mi voltai verso di lui,rispecchiandomi in occhi uguali ai miei:-Lo so.-mormorai,abbassando il capo.
-Ora come ora non abbiamo alcuna certezza che Cesare ti ridarà indietro i tuoi nipoti vivi.-continuò Volpe.
-Ma c'era comunque una qualche speranza.-mormorai scoraggiata.
-Riusciremo a salvarli,Giulia.-riprese mio marito,-non so ancora come,ma ci riusciremo.-
Cercai di sorridere a quelle parole.
Sentire la speranza svanire velocemente,dopo poco che l'avevo riottenuta,mi faceva morire dentro.
-E ora che facciamo?-chiesi nel silenzio generale.
-Penso che Cesare li userà quando tornerà in circolazione. Magari farà uno scambio per la sua libertà. Lasciare il paese per i Colonna.-commentò pensieroso Nicolò.
-Io sono più propenso per la prima ipotesi,-disse all'improvviso Francesco,-li cederà in cambio dei Frutti. Se mai lo farà.-
-Oppure li terrà semplicemente con se fintanto che è debole,come scudo per non farsi attaccare. Inoltre ricordiamoci che in circolazione c'è ancora Micheletto.-mormorò Volpe.
-Quindi la cosa che possiamo fare ora è attendere,come già avevamo deciso.-disse infine Ezio.
A quelle parole lo guardai disperata.
-Non preoccuparti,non verrà fatto loro del male. A Cesare servono più da vivi che da morti.-mi rassicurò mio marito,notando il mio sguardo.
-Va bene,-dissi poco dopo,-aspetteremo. Ma nel frattempo voglio essere allenata a combattere. E voglio incontrare Leonardo al più presto!-esclamai convinta.
Non sarei diventata un Assassina,mai,ma nessuno poteva vietarmi ad usare le armi per essere in grado di difendermi e di difendere chi amavo.
A quelle mie parole Ezio mi guardò serio in volto.
-'Sta bene.-disse poco dopo.
Ero sicura che avesse notato in me la fermezza nei miei propositi.
Presto sarei stata in grado di impugnare un arma senza problemi e a fendere colpi,e avrei riportato da me ciò che rimaneva del sangue del mio sangue.




***




Passarono vari giorni di calma totale.
Agosto aveva ormai lasciato il posto a Settembre e,fino a quel momento,non vi era stato alcun cenno da parte di Cesare.
Gli Assassini,d'altra parte,avevano continuato a compromettere il potere dei Borgia,già drasticamente calato dopo la morte dello Spagnolo.
Ora che era stata tagliata la testa al toro non c'era molto che i fedeli dei Borgia potessero fare.
Avevo saputo,dalle voci che giravano in città,che il nuovo Conclave era stato aperto e che,con un po' di fortuna,molto presto un nuovo Papa sarebbe stato eletto.
Nel mentre mio marito aveva avuto un paio di incontri con Giuliano della Rovere,il Cardinale che,tempo fa,aveva inviato una lettera agli Assassini dando loro la sua silenziosa benedizione.
Non che gli Assassini avessero bisogno della benedizione di un uomo,per quando illuminato dalla luce di Dio,per fare il loro operato.
Mio marito aveva commentato con fare molto sarcastico gli incontri che vi erano stati.
Tutti uguali,disse una volta.
Bé,non facevo fatica a crederlo.
E mentre tutto questo accadeva io mi ero completamente inoltrata negli incontri che avevo con Leonardo che,dopo la scomparsa del Valentino,era tornato nel suo studio che avevo visitato mesi fa.
Ci vedevamo almeno tre volte alla settimana,per minimo due ore al giorno,alcune volte anche quattro,se non iniziavo a sentirmi male.
Ogni volta riuscivo,piano piano,passo dopo passo,a prendere il controllo sulla mia mente. Riuscivo,al mio comando,a prendere possesso del mio potere,per poter scavare nei ricordi di Leonardo o di Salaì. Una volta avevo addirittura provato ad esercitarmi su mio marito e su Diego. I risultati però non erano soddisfacenti come volevo,perché benché le cose stessero evolvendo,i miei progressi erano estremamente lenti.
-Oggi voglio provare a fare una cosa,Giulia!-esclamò estasiato Leonardo,non appena entrai nel suo studio.
Lo guardai confusa,cercando di capire cosa avesse intenzione di fare.
-Mi devo preoccupare?-chiesi divertita.
-No! Certo!-esclamò,con un improvviso fare preoccupato,-o almeno credo.-mormorò pensieroso.-Sai,ho passato un po' di tempo anche con Giovanni,il bambino che sta sempre con Francesco e Magda;il fatto strano è che l'ultima volta che sono venuto al Covo avevo con me sia la Mela che la Corona e li avevo posati sul tavolo per cercare nel frattempo Ezio per discutere su alcuni progetti che avevo tirato giù per alcune nuove armi,quando,tornando nella sala,ho trovato Giovanni con in mano la Mela e,di fronte a lui,sul tavolo,la Corona...e ti posso giurare che l'ho visto parlare con i due Frutti. Ma non erano discorsi che un fanciullo della sua età fa,no,erano discorsi strani. Comunque ho pensato,sapendo la sua storia,che magari poteva essere in qualche modo collegato strettamente a quei manufatti,più di quanto abbia pensato fino ad ora. Anche tu,Giulia,sei nata in circostanze simili,no?-mi chiese,cercando la mia approvazione.
In effetti Giovanni aveva rischiato di morire appena nato,e io ancor prima di venire al mondo,quindi si,in qualche modo le cose erano simili.
-Mi stai dicendo che siccome siamo riusciti a sopravvivere grazie al Frutto siamo in qualche modo diventati parte di esso?-chiesi,con tono calmo.
Odiavo i Frutti,e sentirmi dire che ero in qualche modo uno di essi,mi faceva sentire davvero male.
-Magari quando c'è stato,per così dire,il contatto il Frutto ha lasciato qualcosa di sé su di voi. Tu puoi sentire e vedere nella mente delle persone,e lui può parlare con i Frutti come se fossero delle persone. Come Ezio.-commentò Leonardo.
-Anche mio marito sa farlo?-chiesi confusa. Non me ne aveva mai accennato.
-Si,ma raramente. E non ci parla,ma quando chiede qualcosa gli viene mostrato dalla Mela. In compenso però riesce a usare una sorta di sesto senso.-
-Si,me lo ha detto.-
-Centrano sicuramente quelli che Vennero Prima.-commentò pensieroso Leonardo.
-Venere.-mormorai.
-Esatto.-affermò Leonardo.
-Dove sono?-chiesi,riferendomi ai Frutti. Non avevo sentito le solite sensazioni appena entrata nello studio.
-Li ho nell'altra sala,prima volevo chiederti se volevi provare. Porterò solo la Corona,visto che è quella che ha avuto il contatto con te.-
-Va bene.-mormorai poco dopo,appoggiando il mantello alla sedia su cui mi sedetti.
-Appena qualcosa non va,dimmelo.-mi ordinò seriamente.
-Sicuro.-dissi con un cenno affermativo.
Leonardo batté una volta le mani entusiasta e con un sorriso uscì dallo studio per rientrare una decina di minuti dopo con il bauletto contenente la Corona in mano.
Appena entrò lo stomaco mi si chiuse e sentii il potere della Corona avvolgermi tutta.
Leonardo appoggiò il bauletto sul tavolo alla mia destra ricoperto di fogli con su abbozzati dipinti e anatomie umane,poi si sedette di fronte a me.
Mi guardò negli occhi aspettando un mio cenno e,appena arrivò,aprì il bauletto rivelando la Corona d'alloro.
Allora la sentii chiamarmi. La sentii parlarmi.
-Giulia.-mi chiamò Leonardo.
Spostai,con fatica,l'attenzione su di lui.
Non mi ero accorta di essere rimasta completamente soggiogata dalla voce della Corona.
-Tutto bene?-mi chiese.
-Si.-mormorai.
-Cosa ti dice?-mi chiese allora.
-Mi chiama. Mi dice di vedere con i suoi occhi,di vedere il suo potere. Ma io non voglio.-mormorai.
-Bene,devi essere forte. Le persone ne diventano schiave.-
-A te ha mai parlato?-chiesi.
-No. È sempre stata silenziosa con me,come con chiunque altro. Fin'ora l'ho vista parlare solo con Ezio e Giovanni. Solo pochi altri riescono a non esserne soggiogati. Portano all'ossessione con il loro potere. Cesare,ogni singolo giorno,se non era in campagna militare,veniva da me e passava minuti a cercare di capire la Mela,di quali fossero i suoi poteri,e ogni volta mi chiedeva i progressi. Ne era affascinato,come me.-mormorò.
-Secondo te come ho fatto con i pensieri?-chiesi incuriosita.
-Penso stia nel fatto che il corso dei pensieri è più fluido nella mente dell'uomo,piuttosto dei ricordi. Un essere umano pensa sempre,in continuazione,e anche quando non pensa la sua testa gli inviai messaggi. Penso sia per questo che sia più semplice da controllare. I ricordi invece sono più complicati perché devi riportare alla mente quel dato momento cercando di renderlo più veritiero possibile. È più complicato di un pensiero,quindi penso che il tuo potere vada di pari passo. Magari il Frutto potrebbe aiutare in queste prime volte,visto come sono andate fin'ora.-
In effetti aveva senso la cosa.
Giulia.
Sentii la voce del Frutto,un misto ti timbro maschile e femminile.
Mi voltai verso la Corona lanciando un occhiata diffidente.
-Iniziamo?-chiesi. La presenza del Frutto iniziava a infastidirmi.
-Voglio farti una domanda,prima di procedere.-
-Dimmi.-
-L'ultima volta che hai vissuto un ricordo,quanto tempo fa è stato?-
-Parecchio.-risposi,dopo averci pensato per qualche secondo.
-Mmh...questo può essere per via del tuo status emotivo. Hai ritrovato equilibrio nella tua vita,così come nella tua mente e nei tuoi poteri.-commentò Leonardo con un cenno del capo.
Anche io la pensavo allo stesso modo.
-Va bene,Giulia,iniziamo.-disse poco dopo afferrandomi la mano.
Avevamo scoperto che entrare in contatto diretto con la persona interessata mi aiutava un poco nel portare avanti il mio contatto con la sua mente.
Fin'ora non ero riuscita a mettere sotto controllo il potere,ma avevo scoperto che il contatto fisico diminuiva un po' la fatica e il mal di testa mentre tentavo di entrare nei ricordi della persona.
In alcune occasione,sebbene troppo poche e sporadiche per poter dire di aver fatto progressi,ero riuscita a ricavare immagini di ricordi da Leonardo.
Lui,come mi aveva spiegato,cercava di riportare alla mente un dato ricordo che voleva farmi vedere,in modo da potermi,eventualmente,agevolare l'accesso ad esso.
Era da troppo poco tempo che si provava,quindi,anche se ogni volta mi facevo prendere dalla rabbia,la mia speranza di riuscire non era ancora persa.
Cercai di concentrarmi unicamente su Leonardo,ma,anche se in lontananza,continuavo a sentire la Corona parlarmi.
Mi offriva il suo aiuto.
La sua voce era gentile e persuasiva nel tentare di convincermi ad ascoltarla.
-Ti sta parlando?-mi chiese fievolmente Leonardo.
Al mio cenno affermativo rimase in silenzio.
Sapevo che non dovevo starla a sentire,ma più cercavo di non ascoltarla,più ne venivo attratta.
Poi successe all'improvviso.
La stanza venne inondata dalla luce derivante dal Frutto e,in pochi secondi,mi ritrovai nei ricordi di Leonardo.



Riaprii gli occhi,uscendo dall'oscurità in cui il Frutto mi aveva avvolta.
Rimasi quasi accecata dalla luce del sole che,in un pomeriggio soleggiato e completamente privo di nuvole,baciava un immenso prato cosparso di fiori nel pieno della fioritura.
Mi guardai attorno,alla ricerca di Leonardo,quando il mio sguardo si imbatté in un aquilone di carta che volava adagio,trasportato dal vento.
Seguii il filo di spago fino al proprietario dell'aquilone,ritrovandomi davanti un Leonardo appena adolescente.
Lo vedevo studiare con attenzione e con meraviglia il pezzo di carta che si era costruito,cercando sicuramente di capire come potesse volare.
All'improvviso lo vidi voltare lo sguardo su di me,ma feci appena in tempo a scambiare un occhiata con lui che il ricordo iniziò a sbiadire.
Il giardino attorno a me scomparve,mentre iniziavo a sentire l'odore di fumo e la calura del fuoco.
In pochi secondi mi ritrovai circondata tra i palazzi di una città che veniva investita dalle fiamme.
Mi guardai attorno,confusa da quell'improvviso cambiamento.
Questo non era sicuramente un ricordo di Leonardo.
I palazzi che mi circondavano erano troppo antichi per poter riguardare la sua vita.
Per non parlare delle persone che correvano disperate attorno a me,cercando di sfuggire alle fiamme.
Indossavano abiti che ricordavano i pepli,le vesti tipiche degli antichi greci. No,questa non poteva essere...
Ogni mio dubbio venne fugato,quando ai miei occhi comparvero un uomo stranamente troppo famigliare,seguito da un bambino e con un vecchio che si aggrappava alle sue spalle.
Enea.
E quella mia supposizione venne accertata ulteriormente dalla comparsa,in un lampo di luce,di Venere.
La vidi posare una mano sul viso del vecchio,per poi posare lo sguardo sul figlio.
-Madre.-lo sentii pronunciare.
-Figlio mio,tu sai perché sono qui.-
-La Corona.-disse senza esitazioni.
Allora la vidi far comparire dal nulla un involucro di stoffa,al cui interno,la sentivo,era avvolto il Frutto dell'Eden.
-Portala con te,e custodiscila. In quanto mio figlio è tuo dovere.-comandò la dea,porgendogli l'involucro.
-Dimmi qual'è la nostra fine.-lo sentii chiedere,anche se,in quella richiesta non c'era alcun tono di domanda.
-Tu vivrai,così come tuo figlio,e arriverete nelle coste di una terra che vi accoglierà. Tu li vivrai,avrai moglie e un altro erede. La tua discendenza sarà nobile e secolare. Di più non posso dirti.-
L'ultima cosa che vidi,prima che il ricordo sbiadisse di nuovo,fu Enea afferrare la Corona.
Il vuoto mi circondò di nuovo e,dopo vari secondi,mi ritrovai all'interno di una stanza lussuosa.
Mi guardai attorno,meravigliata dalle pitture che ornavano le pareti della piccola stanza ben arredata.
Non mi ci volle molto per comprendere che le scene raffigurate erano riprese dall'Iliade.
Enea che scappava da Troia. Enea che arrivava nelle terre italiche. Enea che si sposava con Lavinia. Ed infine vi era Ascanio,suo figlio,che iniziava una nuova nobile discendenza che sarebbe poi sfociata nella gens Iulia.
Quella dei Cesari.
Mi guardai attorno,cercando bene di capire dove mi trovassi.
Nella mia testa il Frutto mi dava una data.
Anno Domini 112.
Ed un nome.
Marcus Ulpius Nerva Traiano.
L'imperatore.
Appena mi capacitai del fatto che stavo rivivendo un ricordo del periodo dell'Antica Roma,al tempo della fondazione della mia famiglia,mi sentii confusa.
Com'era possibile che stessi ricordando qualcosa che non proveniva da un ricordo di Leonardo?
Ma appena mi posi quella domanda,ebbi la risposta.
La Corona.
Mi stava facendo rivivere quel ricordo.
Ma perché?
Ti mostro ciò che vuoi sapere,mormorò nella mia testa il Frutto,tu chiedi e io ti mostrerò. Possibile che il Frutto mi conoscesse così bene?
Dovevo fare più attenzione,mi dissi,o altrimenti avrei iniziato ad esserne seriamente soggiogata.
Non era stata una buona idea lasciarmi così vicina ad esso.
Forse,se la teoria di Leonardo era giusta,il Frutto avrebbe potuto approfittare della nostra connessione.
Ma perché avrebbe dovuto?
Ogni mio pensiero venne però fermato bruscamente dall'entrata nella piccola sala di un uomo sulla quarantina,vestito con una semplice toga bianca.
I capelli corti erano ben curati e pettinati ordinatamente,il viso completamente sbarbato,gli occhi,di un azzurro profondo,fissarono per un attimo la saletta,come se sentisse la mia presenza.
Entrò con fare tranquillo ed,in qualche modo,autoritario. Sembrava un uomo fatto apposta per comandare.
Ed in effetti lo era. Era un Imperatore.
Infatti avevo subito intuito che quell'uomo era Traiano.
Attraversò la sala,fino al piccolo tempio dedicato ai Lari,i protettori della famiglia.
Appoggiò le mani su di un bauletto che fino ad allora non avevo notato.
O sentito.
Lo vidi aprire il bauletto e prendere tra le mani il Frutto dell'Eden.
Lo osservò per qualche secondo nel più completo silenzio.
-Quando la smetterai di sussurrarmi nell'orecchio?-chiese,parlando tra se.-So cosa vuoi fare,ridurmi alla pazzia come facesti con Caligola,ma non accadrà. Io sono più forte di te.-
Fissai incuriosita la scena,sperando che potesse continuare,sperando che continuasse a parlare della dinastia dei Cesari,ma il suo interloquo con la Corona venne interrotta dalla presenza di un uomo che,fino ad allora,aveva celato la sua presenza.
Uscì dall'ombra e con voce profonda disse una sola parola:-Padre.-
Lo guardai.
E per un attimo mi si gelò il sangue.
Quell'uomo,se non fosse stato per i profondi occhi ambrati,era in tutto e per tutto uguale a mio fratello.
-Herius.-mormorò Traiano,senza distogliere lo sguardo dalla Corona.
-I Templari si stanno muovendo.-
Corrucciai le sopracciglia a quella frase.
Che cosa significava?
Ma non ebbi una risposta,perché all'improvviso il ricordo iniziò a degradarsi molto velocemente,la vista oscurarsi,i sensi ottenebrarsi e la coscienza scemare.
E nel giro di pochi secondi tutto si fece nero.



Aprii di scatto gli occhi e feci un respiro profondo.
La prima cosa che vidi fu il viso di Leonardo e di Ezio che,con fare sollevato,mi osservavano riprendere i sensi.
Solo allora mi accorsi di essere stesa su un letto.
Mi guardai attorno per cercare di capire dove mi trovassi,ma non riconoscendo la stanza pensai che non fossimo tornati al Covo. Forse quella era la camera di Leonardo.
-Che cosa è accaduto?-chiesi passandomi una mano sul viso per cercare di dissipare lo strato di sonnolenza che ancora mi offuscava la vista.
-All'inizio ti sei comportata come sempre,stavi ferma nella tua posizione,con gli occhi aperti ma senza vedermi realmente,poi,all'improvviso,sei svenuta mentre il Frutto dell'Eden ha emanato un fascio di luce abbastanza accecante. Che cosa hai visto?-mi chiese Leonardo,mal celando la sua voglia di conoscere quello che era accaduto.
-Ti ho visto da giovane,avrai avuto si e no dodici anni,eri in un prato fiorito sotto un cielo completamente terso,e stavi facendo volare un aquilone. Poi,non so come sia successo,ma sono entrata nei ricordi del Frutto. O meglio,lui mi ha fatto entrare nei suoi ricordi. Ho visto l'Imperatore Traiano. Ero nell'Antica Roma!-esclamai,incapace di credere io stessa a quello che stavo dicendo.
Leonardo apprendeva tutto ciò con entusiasmo,mentre Ezio sembrava vagamente preoccupato.
-Quindi c'è stata una connessione tra te e la Corona! È incredibile!-esclamò Leonardo entusiasta,-dimmi,Ezio,a te non è mai successo vero?-
-Che il Frutto mi permettesse di vedere dentro di se? No. Mi ha sempre fatto vedere solo ciò che chiedevo,e alcune volte anche con qualche difficoltà. Si,possiamo dire che anche questa sia una connessione,ma non al livello di questo.-disse indicandomi.
-Secondo te perché te lo ha fatto vedere?-mi chiese Leonardo,riportando la concentrazione su di me.
-Non so. Mi ha detto che mi avrebbe mostrato tutto ciò che volevo. Ed in effetti mi ha sempre incuriosita la leggenda che narra della nascita della famiglia Colonna. Il Frutto mi ha dato un cenno di risposta. Uno degli uomini che ho visto era uguale identico a mio fratello. Chi può essere uguale identico ad una persona se non un suo antenato?-chiesi,convinta della mia logica.
-Di certo non è una coincidenza. Ho notato,in passato,in alcuni dei miei studi,che persone con legami di sangue,soprattutto alla lontana,si assomigliano molto tra di loro. Qualche caratteristica tipo gli occhi,la bocca,il naso. Alcune volte ho notato più somiglianze tra due persone. È come se fossero gemelli,ma non identici in tutto e per tutto.-mormorò Leonardo pensieroso.
-Mi chiedo come mai abbia voluto darmi delle risposte.-
-Non posso comprendere la logica dei Frutti dell'Eden. Sempre se di logica si tratta.-
-Mi ha fatto anche vedere la caduta di Troia. Quando Enea fuggì con suo padre e suo figlio.-commentai,ricordandomi della prima parte dei ricordi tratti dal Frutto.
-Davvero?-mi chiese stupefatto Leonardo,-Ma è magnifico! Pensa quante cose potremmo scoprire attraverso la Corona se solo potessimo entrare in contatto con essa!-esclamò entusiasta.
-Sarà...-iniziò mio marito,-ma fino a quando non scopriremo l'esatta natura della connessione tra lei e il Frutto preferisco che non rientri in contatto con esso.-concluse duramente.
-Mi sembra evidente il tipo di connessione,Ezio.-commentò Leonardo guardandolo confuso.
-Mmmh...magari è come dici tu,Leonardo,ma non mi fido.-mormorò semplicemente Ezio.
-Preferisco anche io così,Leonardo. Mi piacerebbe darti risposte alle tue domande eventuali,ma ho troppa paura del potere che la Corona potrebbe avere su di me.-mormorai affranta,vedendo il suo sguardo farsi un po' deluso.
-No,non ti preoccupare. È colpa della mia testa che non smette mai di farsi domande.-commento con tono vivace,prendendo una mia mano tra le sue con fare affettuoso.-
Continueremo senza di esso.-concluse con una scrollata di spalle.
Lo ringraziai con un sorriso sincero.
-Ora dov'è la Corona?-chiesi incuriosita.
-Insieme alla Mela,lontani da te.-commentò mio marito.
Dopo essermi ripresa del tutto mi alzai dal letto ed insieme a mio marito prendemmo congedo da Leonardo.
Percorremmo le vie secondarie quasi del tutto spopolate di Roma,diretti verso il Covo,sotto la luce del tramonto.
Tenendoci per mano parlammo del più e del meno per un po' di tempo,per poi passare a discorsi più seri.
Stavamo discutendo di quello che mi era successo,quando venimmo interrotti da un lungo e flebile fischio.
Ci voltammo verso il proprietario del suono riconoscendo in esso Diego.
Ci raggiunse in pochi secondi e senza scambiare una parola di saluto arrivò dritto al punto:-Il Valentino ha fatto la sua mossa.-




Angolo Autrice:
Prima di tutto,felice anno nuovo!
Spero il capitolo sia stato di vostro gradimento!
Sono di fretta,purtroppo,ma vi lascio con delle domande:Che cosa vuole la Corona da Giulia? Come mai cerca di soggiogarla così tanto?Che cosa succederà con il Valentino?
Per saperlo non vi resta che leggere i prossimi capitoli ;)
Per ora vi saluto,
un bacio,
Morgan.

  
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