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Autore: NorthStar    01/01/2014    16 recensioni
"Dunque... Oltre ovviamente al ritiro della patente, stavo per rifilarti la solita, classica multa del caso... Ma raramente mi capita di dover giudicare una persona per lo stesso reato, per la seconda volta e per di più nel giro di sei mesi..." sorrise l'uomo "Perchè sai, quando si tratta di questi piccoli reati la base è la stessa che si usa con i bambini..."
Santana lo guardo confuso, corrugando le sopracciglia.
"Se scrivi ancora sul muro papà si arrabbia..." disse l'uomo divertito "Ma con te questa strategia sembra non funzionare... Quindi..."
"Fa che non sia servizio pubblico, fa che non sia servizio pubblico... ti prego..." sussurrò Santana chiudendo gli occhi.
"Credo che sessanta ore di servizio pubblico faranno al caso nostro..." sorrise l'uomo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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boh Note, note, note!
No, scherzo, non starò a rompervi le balle.
Solo una piccola cosa: in questo capitolo si affronta un discorso piuttosto "complesso" dal punto di vista medico.
Mi sono informata, ho avuto modo di parlare con diverse persone, ho avuto modo di ascoltare diverse esperienze eccecc e spero di non aver scritto stronzate essendomi basata sulle loro opinioni e parole.
Se l'ho fatto è in buona fede, nel senso che ho capito male cosa volessero dirmi.
Quindi, dovessi aver scritto le suddette stronzate, non esitate a messaggiarmi in privato e farò di tutto per correggere le eventuali cazzate scritte.

Buona lettura!

Northstar

ps: ricordate che il corsivo, quando usato nelle frasi di Brittany, è il parlato vero e proprio, non la lingua dei segni! Invece Santana si rivolge quasi sempre a voce a Brittany, che ne interpreta il labiale, nelle frasi più complesse ovviamente fa uso della LIS per aiutarsi, ma non è sempre descritto!

pps: inutile starmi a scusare per quanto ci ho messo vabbè... Spero solo che non vi faccia schifo dopo tutta questa attesa!  Se trovte errori, come sopra, segnalate!



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"Mmm... questo è il tipo di bagno che mi piace..." sospirò Santana accomodandosi sul bordo della vasca riscaldata "Ti piace Britt?".
"Mhmh." sorrise la bionda.
"Niente a che vedere con il famoso bagno della quasi-polmonite..." sorrise ancora la latina.
"Ci pensi mai a quanto tempo è già passato?" osservò Brittany
"E' passato così tanto?"
"E' passato più di un anno.... credo..." rispose la bionda.
"Nah..."
"Si, invece..."
"E' già passato un anno?" domandò sorpresa Santana avvicinandosi, fino a sedere sulle ginocchia della fidanzata.
"E' tanto?"
"No! E' niente! Mi sembra di conoscerti da- da sempre!" sorrise Santana
"Già..." sorrise Brittany lasciando un bacio sul collo della latina.
"In compenso posso dire che questo è stato il più bell'anno della mia vita, senza alcun dubbio..." sorrise in risposta Santana.
"Più dell'anno in cui sei diventata milionaria?"
"Un milione di volte di più..." replicò sicura la mora
"Anche per me... credo che abbia a che fare con una certa donna d'affari ispanica..."
"Tu dici?" sorrise Santana dopo un bacio veloce alla bionda.
"Non ne sono sicura... ma qualcosa mi dice di si..." replicò Brittany stringendo Santana per poi riprendere e chiedere "Allora, qual è il programma della settimana?"
"Usciamo e ne parliamo comode comode sulle sdraio?"
"Ne dividiamo una?"
"Farò questo sforzo..." sorrise Santana alzandosi per prendere l'accappatoio, ed avvolgere la bionda per poi fare lo stesso col suo accappatoio.

Una volta raggiunta Brittany, sedutasi ai piedi della sdraio, Santana prese un respiro profondo alzando lo sguardo al cielo stellato.
"Brittbritt..." cominciò la latina prendendo il viso della ragazza fra le sue mani "Sai che non siamo qui solo per il mare, il sole, le vasche idromassaggio e- Beh, il tuo compleanno... vero?".
"Lo immaginavo..." annuì la bionda.
"Vorrei parlarti di una cosa..."
"Mi stai... lasciando?"
"No. No, credimi non dovrai avere questa paura con me..." sorrise Santana.
"Allora, dimmi."
"Siamo a Miami perchè... Perchè ho scoperto che il migliore medico nel suo campo, il miglior specialista, vive qui..."
"Medico? Specialista?"
"Britt... non prenderla nella maniera sbagliata. Ti amo e ti amo così come sei e- "
"San... "
"Già... Britt, il punto è che... Da quando Rachel ha avuto la bambina io- Non riesco a non pensare a-"
"Oh mio Dio..."
"Cosa?"
"Vuoi avere un bambino?!" chiese la bionda sgranando gli occhi.
"Si! Cioè- No!" esclamò Santana confusa, per poi riprendere "Voglio dire, certo che voglio avere un bambino! Ma- insomma, non- non in questo esatto momento..."
"Oh..." sospirò Brittany sollevata "Per un attimo ho avuto-"
"Paura?"
"No, ho avuto l'impressione che non volessi avere figli!"
"Non eri- Uhm... Non eri spaventata all'idea di avere, insomma, un bambino?"
"No."
"Anche se- così presto?"
"Per niente..." sorrise la bionda "Ce la caviamo alla grande con Abe..."
"Che non è affatto la stessa cosa di un bambino- Ne sei consapevole?"
"Stavo scherzando, San... calmati."
"La parte su Abe o sul bambino?"
"Su Abe. Seriamente non sono spaventata dall'idea di avere un bambino. Non con te."
"Oh... questo è- questo è molto interessante... molto..." balbettò Santana.
"Stai perdendo il filo del discorso..." sorrise Brittany.
"Già. Stavo dicendo?"
"Da quando Rachel ha avuto la bambina..." suggerì la ragazza.
"Da quando ha avuto la bambina" riprese Santana "non riesco a non pensare al giorno in cui avremo anche noi un-"
"Un?" la interruppe Brittany con uno sguardo interrogativo.
"Dei? Si, ovviamente. Dei bambini."
"Così va meglio."
"E- vedi, non fa altro che raccontarmi di ogni piccola cosa che scopre ogni giorno! Dagli sbadigli, ai sorrisetti, alle smorfie e- e degli stupidi urletti che le escono quando gioca con lei e Finnocence e-" Santana si interruppe prendendo un respiro "Brittany, vorrei prendessi in considerazione l'idea dell'impianto cocleare."
"Io-"
"Aspetta..." la interruppe la latina "Devo essere sicura che tu capisca perchè ti sto dicendo questo. Ok?"
"Ma-"
"Ti prego." sospirò Santana ricevendo un "Ok" dalla ragazza.
"Non ha importanza per me il fatto che tu non possa sentire. Non ha alcuna importanza, ti amo per quello che sei e non voglio che tu cambi. Ma- Ma quando avremo i nostri bambini, non troppo in là a quanto pare... Voglio che tu sia in grado di sentire tutti, tutti, quegli stupidi e fastdiosi gridolini e versetti. Voglio che senta i nostri bambini piangere nel cuore della notte, e non solo perché così non sarò l'unica ad alzarmi..." sorrise Santana
"E non è solo per i nostri figli, a dirla tutta. E' per risentire le voci dei tuoi genitori, di tua sorella, la musica."
"Ti sei ricordata?" sorrise la bionda stupita.
"Brittany, voglio che tu viva ogni aspetto di tutto quello che il futuro ci riserva. E lo so che- Lo so che sei sempre stata restia perché, mi sono informata e so che non è certo come tornare ad avere un udito naturale... Ma ti immagini? Ti immagini quando sentirai per la prima volta nostro figlio chiamarti "Mamma"? Non vuoi tutto questo?"
"Sai cosa voglio più di ogni altra cosa?" provò Brittany, visibilmente emozionata.
"Cosa?"
"Voglio sentire la tua voce."
"Questo significa che-"
"Farò tutte le visite necessarie."
"Cosa significa?"
"San..." cominciò la bionda guardando negli occhi la latina "Non voglio smontarti ma... è possibile che non possa funzionare con me... Ci sono dei casi in cui-"
"No." la interuppe Santana "Non- Non pensiamoci ok?"
"Promettimi solo che lo terrai a mente, ok? Non voglio che tu rimanga delusa."
"Non potrei mai rimanere delusa, questo è solo un qualcosa in più a quello che già di meraviglioso abbiamo..."
"Ok..." annuì Brittany "Allora, quando abbiamo questo appuntamento?"
"Chi ti dice che ho già preso appuntamento?" domandò la latina confusa.
"Ti conosco troppo bene, San..."
"Beh, si da il caso che non ho ancora preso alcun appuntamento."
"Bugiarda." sorrise Brittany.
"E va bene! Abbiamo appuntamento domattina..."
"Domattina! E se avessi detto di no?"
"Ti conosco troppo bene, Britt..." replicò la latina avvicinandosi a baciare la fidanzata.

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Ci era voluta un'intera mattinata di test e visite e ancora test per sapere se e quando avrebbero potuto procedere con l'operazione.
"Ti sei stancata, tesoro?" domandò Santana cominciando ad innervosirsi.
"No, non preoccuparti." replicò Brittany con un sorriso.
"Britt." cominciò Santana guardando la bionda dritta negli occhi "Non lo stai facendo per me, vero? Insomma, non stai facendo questa cosa solo per me... Non è vero?"
"San," sorrise ancora la bionda "anche se farei di tutto per te... questo è per me e per te. E' per noi. Lo so quanto sia importante per te, ma lo è ancora di più per me."
Santana la guardò confusa.
"Ovviamente avevo già pensato a questa possibilità, ma- Non so non avevo coraggio o, probabilmente, motivazioni per farlo. Alla fine la mia vita mi andava quasi bene nella sua mediocrità.".
Santana sbuffò alla parola "mediocrità".
"Già, lo so che non ti è mai piaciuto quel discorso. Ed avevi ragione. Anche per questo sono qui."
"Sei preoccupata per la parte chirurgica dell'impianto?"
Brittany scosse la testa, per poi chiedere "Tu?".
"Beh, non è che il pensiero di te sotto i ferri mi faccia saltare di gioia..." replicò Santana "Non hai paura nemmeno del periodo post-operatorio?"
"Ci sarai tu a prenderti cura di me, no?" sorrise Brittany.
"Puoi scommetterci il tuo grasso gatto..."
"Ehi! Non toccare Lord Tubbington Secondo!".
"Signorine?" sorrise un'infermiera "Potete entrare nello studio del dottor Conrad."
Santana guardò Brittany stringendole forte la mano, prima di alzarsi e seguire la donna.
"Bentornate." le accolse l'uomo con un sorriso per poi riprendere con la lingua dei segni "Prego accomodatevi."
"Allora? Buone notizie?"
"Buone notizie." sorrise l'uomo "La signorina Pierce è un ottimo candidato per l'impianto. Salute perfetta, parametri adatti. Tutto perfettamente nella norma."
"Grandioso!" sorrise Santana.
"Ma sono in dovere di avvertirvi di un... particolare..."
"Ossia?"
"C'è una diversa percezione riscontrata tra chi ha perso l'udito per meno o più di venti anni."
"Cosa significa?"
"Che mentre nei non udenti da meno tempo l'udito post-impianto migliora visibilmente, nei non udenti da più tempo il processo è più difficoltoso. Ora, la signorina Pierce raggiungerebbe i ventuno anni quest'anno e rientra in questa categoria..."
"Cosa intende con un processo più difficoltoso?"
"Significa che mentre con alcuni pazienti il miglioramento è evidente e pressochè rapido, con altri, con le caratteristiche della signorina Pierce, potrebbe essere meno evidente e più lento e, di conseguenza, apparire come uno sforzo, beh, inutile..."
Santana guardò Brittany con la coda dell'occhio, cercando di capire cosa ne pensasse.
"Ricordo a malapena qualche suono." cominciò Brittany "Sarei grata di riuscire a sentire anche la sirena di un'autoambulanza. Quindi, anche se ci vorrà molto tempo e se i risultati potrebbero essere non ottimali... Lo farò."
"Bene. Ora parliamo di questo impianto." cominciò il dottore guardando Santana.
"Mmh?" domandò la ragazza colta di sorpresa.
"Ho la sensazione che Brittany ne sappia molto più di te."
"In che senso?"
"Cos'è l'impianto cocleare, Santana? A cosa serve?"
"E' un'impianto che serve per- restituire l'udito a Brittany in questo caso..."
"Non è esattamente così."
"No?"
"L'impianto cocleare non è un aggeggio miracoloso che farà tornare Brittany normo udente."
"Non capisco..." sospirò Santana guardando Brittany.
"Quello che il dottore intende è che non tornerò improvvisamente a sentire tutto e alla perfezione. I suoni continueranno a confondersi e in stanze affollate non riuscirò a distinguere bene i suoni, non potrò usare il telefono, il cinema e il teatro sono fuori discussione... Ci vorrà molto, molto tempo prima che riesca a sfruttare per bene l'impianto cocleare... che ad ogni modo non mi restituirà miracolosamente l'udito..."
"Quindi?"
"Quindi ci vorrà tempo e esercizio e fatica e non vogliamo che tu finisca per restare delusa o per perdere l'entusiasmo quando ce ne sarà più bisogno."
"No, no, non- non perderò l'entusiasmo, farò tutto quello che devo fare." rispose la latina stringendo la mano della bionda "Farò di tutto, lascerò la direzione di Breadstix a Quinn se necessario, te lo giuro."
"Non lo faresti mai."
"No, non lo farei mai. Ma per te? Lo farei immediatamente."
"Non credo sarà necessario niente di ciò..." sorrise l'uomo "Era solo per chiarirti per bene le idee, Santana."
"Ok... Ora sono decisamente, decisamente, più chiare... Ed ora? Quando cominciamo?"
"Quando volete cominciare?"
"Ora?" rispose Brittany con un sorriso sorprendendo Santana.
"Facciamo un paio di settimane?"
"Perfetto." sorrise Santana stringendo ancora una volta la mano delle bionda.

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"Tutto ok?" sorrise Brittany lasciando un bacio veloce sulla tempia della latina, seduta nervosamente alla scrivania.
"Si." replicò Santana sfilandosi gli occhiali dal naso "Stavo solo assicurandomi di aver lasciato tutto al suo posto a lavoro."
"Certo che lo hai fatto. Sei la numero uno, ricordi?"
"Britt, detto da te non vale poi più di tanto..." sorrise Santana prendendo per mano Brittany.
"Invece vale ancora di più perché io posso dirti che sei la numero uno in tante e tante cose... Non solo per quanto riguarda il tuo lavoro..."
"Ah si?"
"Mhmh..." sorrise Brittany.
"Pronta a partire?"
La bionda annuì decisa "Tu?"
"Si." replicò la mora per poi alzare lo sguardo verso la fidanzata e cominciare "Britt... se non vuoi farlo- se non sei più sicura non devi preoccuparti sai? Puoi dire "non voglio più farlo" anche domani, due secondi prima di entrare in sala operatora."
Brittany scosse la testa sbuffando.
"Non devi farlo per me."
"Io, voglio, farlo. Santana."  
"Ma se dovessi ripens-" riprovò la mora per essere fermata da un bacio della bionda.
"Ok. La smetto."
"E' quasi ora di andare." osservò Brittany indicando l'orologio appeso al muro poco distante da loro "Ci aspetta una lunga giornata."
"Una lunga mesata." sorrise Santana.
"Qualcosa di più probabilmente." osservò la bionda.
"Fosse anche una lunga, lunga annata sono pronta."
"Anche io." sorrise Brittany.
"Ma... prima di andare a dormire ho qualcosa per te..."
"Una cosa per me?" chiese curiosa la bionda seguendo con lo sguardo Santana che, aprendo un cassetto, ne tirò fuori una piccola scatola.
"San? Cosa mi hai comprato?!"
"Un portafortuna." rispose semplicemente la mora "Aprilo".
Brittany scartò velocemente l'involucro per poi aprire il pacchetto e sorridere.
"Lord Tubbington?" domandò la ragazza tirando fuori una collana con uno scintillante ciondolo di un gatto.
"Nah, dovrebbe essere tre volte più grasso per essere Lord Tubbington..."
"Non era così grasso!"
"Stando alle foto che ho visto, lo era..."
"E va bene lo era..." sorrise la bionda per poi avvicinarsi a baciare la fidanzata "Grazie. Grazie di tutto."
"Grazie a te Brittbritt...".
"Non vedo l'ora di sentire la tua voce."
"Anche se confusa e robotica?"
"Certo." annuì la bionda sicura.
"Allora, siamo in partenza?"
"Già."
"Le valigie sono tutte lì?"
"Mhmh."
"Florida, stiamo tornando!" sorrise Santana.

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Una volta sistemato tutto nell'appartamento che Santana aveva affittato per la loro permanenza nello stato del sole, le ragazze erano pronte a partire per l'ospedale, giusto in tempo per il loro appuntamento per il ricovero della bionda.
"San?" chiese improvvisamente la bionda guardando dalla finestra.
"Mmh?"
"Perché mia madre e mio padre stanno scendendo da quel taxi?"
"Cosa!?" esclamò Santana.
Non che non le piacessero i genitori di Brittany ma Diane, di tanto in tanto, sapeva essere piuttosto invadente...
"Io-"
"Le hai detto che eravamo qui?"
"Io- Si, ma avevo detto loro che saremmo arrivate fra qualche giorno... Sai, dopo l'operazione e tutto..."
"San..." sbuffò la bionda con un sorriso.
"Cosa?"
"E' impossibile nascondere qualcosa a mia madre, dovresti saperlo."
"Si ma io pensavo che- ma come ha fatto?!" esclamò Santana raggiungendo la bionda alla finestra, osservando i signori Pierce mentre si avviavano all'entrata del palazzo.
"Non è possibile, ho dato un altro nome nel contratto d'affitto!"
"Te l'ho detto, non puoi nasconderle nulla."
"Maledizione..."
"Din don!" esclamò l'inconfondibile voce di Diane dalla porta, prima di suonare il campanello.
Santana sorridendo, prese un lungo respiro, prima di avviarsi alla porta ed aprire.
"Diane!" esclamò la mora fingendosi sorpresa "Come hai fatto!?"
"Oh, sai un buon investigatore non può rivelare i suoi trucchi!"
Santana sorrise notando come il signor Pierce alle spalle della moglie continuasse a sussurrare "Mi dispiace! Mi dispiace!"
"Venite, cosa aspettate."
"Dolcezza, vieni qui, fatti abbracciare!" esclamò la donna aprendo le braccia per la mora che, ormai abituata al trattamento della signora Pierce, si avvicinò per essere stretta in un abbraccio stritolante.
"Mmm, sei troppo magra Santana... Non ti starai dimagrendo per questa faccenda dell'impianto, no?"
"No-"
"Eppure sento che sei tesa. Non è vero? Non ti senti tesa?"
"Un po'-"
"Lo sapevo. Lo sapevo tesoro, niente che un po' di "attività fisica" non possa sistemare però, non è vero?" sorrise divertita la donna, per poi spostare lo sguardo sulla figlia.
"Tesoro..."
"Ciao mamma." sorrise Brittany.
"Geoffrey!" esclamò la donna ad un volume tale che Santana per un momento pensò che anche Brittany l'avesse sentita "Hai sentito!?"
"Era difficile non sentirti, Diane..." sorrise l'uomo.
"No- sciocco! Hai sentito Britt!?" domandò la donna quasi commossa per poi praticamente lanciarsi addosso alla figlia per abbracciarla.
"Mi dispiace... Davvero." sussurrò Geoffrey abbracciando Santana "Ho provato a fermarla ma-"
"Non fa niente signor Pierce, e poi è importante che siate qui anche voi."
"Beh, ci tenevamo ad essere qui per aiutarti..."
"C'è un telefono che squilla qui!" annunciò Diane indicando il telefono di Santana poggiato sul divano vicino a lei.
"Arrivo." replicò Santana afferrando velocemente il telefono "Quinn? Tutto ok?!"
"Si, si, uhm.. potresti cortesemente dirmi cosa vedi verso il mare?"
Santana rimase qualche secondo in silenzio per poi chiedere "E' uno scherzo?"
"No, ho bisogno che tu mi dica cosa vedi guardando il mare."
"Vedo il mare." rispose la mora.
"Avanti, Santana avvicinati almeno alla finestra."
"Che gioco è questo? E' una nuova idea di Puck?" domandò la mora avvicinandosi alla finestra per poi sbarrare gli occhi e sussurrare "Non è possibile."
"Non sei felice di vederci!?".
"Non proprio."
Santana prese per mano Brittany portandola fino alla finestra, per poi indicarle la strada lì sotto.
Dove si stavano sbracciando Quinn e Puck.
Brittany con un sorriso cominciò a salutare a sua volta i due ragazzi.
"Cosa ci fate qui!?"
"Siamo venuti a farti compagnia e ad aiutarti per qualunque cosa mentre Britt sarà in ospedale."
"E Breadstix!?"
"Santana hai commercialisti e avvocati invidiati da tutta New York, davvero avresti preferito lasciare Breadstix nelle mani mie e di Puck?"
"In effetti..."
"Dobbiamo continuare a parlare al telefono o possiamo sallire?"
"Interno 2E."
"Lo so, l'ho firmato io il contratto." sorrise la bionda attaccando.
"Speriamo non ci saranno altri interventi, ma dovessero essercene ce ne andiamo in Alaska." disse la mora sorridendo a Brittany.

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"Wow..." osservò Puck guardandosi in giro.
"Cosa c'è?" chiese Santana seduta vicino a lui sul piccolo divano che ornava la stanza di Brittany.
"Sembra più un albergo che un ospedale."
"Perché in realtà è una clinica, non un albergo."
"Mi piace questo divano... quasi più comodo del tuo..."
"Perché hai questa ossessione per i divani Puck? E' un fetish o qualcosa di simile?".
"No. Mi piace solamente avere il sedere al morbido."
"Perché non sei rimasto a casa?" si intromise  Quinn
"Non volevo stare da solo. E poi non posso perdermi Santana in agitazione."
"Non sono in agitazione."
"Lo sarai fra..." cominciò Puck prendendo il telefono "Dieci minuti, circa."
"Cosa?!"
"Già."
"Fuori." cominciò Santana balzando in piedi.
"Mmm?" domandò Diane confusa.
"Non voglio essere maleducata, ma vorrei qualche minuto da sola con Brittany prima dell'operazione."
"Oh, ma certo!" sorrise Geoffrey praticamente trascinando fuori la moglie, seguito da Puck e Quinn.
"Brittbritt," cominciò Santana sedendosi sul letto della fidanzata "Sei pronta?"
"Si. E tu?"
"Certo!" esclamò Santana un po' troppo velocemente.
"San..." cominciò la bionda "Sai che non è un'operazione a cuore aperto, vero?"
"Si..."
"Non devi preoccuparti, è una semplice operazione di routine..."
"No, un'appendicite è di routine non un impianto cocleare..."
"San... Stai calma, ok?" sorrise la bionda "Sarò fuori da quella sala operatoria prima che tu te ne accorga."
"Non ne sono proprio sicura..." protestò Santana.
"Pensa che questo è il primo grande passo verso il nuovo grandioso capitolo della nostra vita, ok?"
"Della nostra vita?"
"Certo. Insieme. E ricorda che questo è solo l'inizio. Puoi farcela."
"Posso farcela. Si." sorrise la mora.
"Promettimi che non te la prenderai troppo con Puck mentre sarò in sala operatoria... non è il tuo puntaspilli, sai..."
"Non farmi promettere, sai che non posso mantenere questa promessa..."
"Almeno promettimi che non alzerai le mani su di lui."
"E va bene, lo prometto."
"Signorine? Siete pronte?" chiese un'infermiera affacciandosi alla stanza.
"Solo un minuto." rispose Santana.
"Va bene." annuì la donna.
"Andrà tutto bene." sorrise Brittany.
"Dovrei essere io a dirti queste cose..." sorrise Santana.
"Va bene anche così."
"Già..." annuì la mora "Ti amo, Britt."
"Ti amo, San. Non vedo l'ora di sentirtelo dire."

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Dopo un mese di lunghe giornate passate ad accudire Brittany, di cui le ultime tre settimane (fortunatamente) da sola, Santana era diventata un'infermiera perfetta.
Non che fosse necessario, Brittany era forse la paziente più gentile ed educata e... paziente, che le poteva capitare.
A parte un paio di notti durante la prima settimana in cui la bionda aveva fatto fatica a dormire a causa del dolore, per il resto un mese era volato come nulla fosse.
Forse perché entrambe le ragazze non aspettavano altro che il giorno che, finalmente, era arrivato.
Brittany avrebbe attivato, se pur solo per prova, il suo nuovissimo impianto.
"Oggi è il giorno."  aveva sorriso Brittany svegliando Santana.
"Mmm?"
"Oggi sentirò la tua voce." insistette la bionda con un sorriso a trentadue denti.
Santana sorrise stiracchiandosi, per poi dire "Hai sentito quel che ha detto il dottor Conrad, potremmo limitarci ai suoi di prova oggi..."
"Mi impegnerò e farò di tutto per sentire anche una sola tua parola."

Prima delle nove le ragazze erano già alla clinica ad aspettare l'arrivo del dottor Conrad che, puntualmente, si presentò alle nove in punto, consapevole di quanto le ragazze fossero eccitate.
"Buongiorno!"
"Buongiorno!" esclamarono in coro le due ragazze.
"Siete pronte?"
"Prontissime." sorrise Santana stringendo la mano della fidanzata.
"Andiamo."

Dopo aver sistemato tutto, il dottor Conrad disse "Non posso garantirvi niente di certo. C'è chi riesce a distinguere voci e rumori senza troppa fatica, e chi impiega giorni e giorni. Quindi non voglio che vi demoralizziate se non dovessimo riuscire a farcela entro la mattinata."
"Ok."
"Ricordate, oggi siamo qui solo per la calibrazione iniziale. Non aspettatevi grandi cose."
"Lo sappiamo doc... ma siamo speranzose..."
"Ok, allora. Cominciamo."
Dopo aver sistemato l'impianto di Brittany l'uomo tornò a sedersi.
"Brittany, avvertimi se senti un rumore continuo." spiegò l'uomo passando delle grandi cuffie alla ragazza.
La bionda annuì, stringendo la mano di Santana.
Dopo qualche secondo il dottore domandò "Non senti niente?"
Brittany fece cenno di "No" con la testa, rafforzando la presa sulla mano della mora.
"Ora?"
Brittany quasi saltò dalla sedia.
"Senti?"
"E' forte!" osservò la bionda.
"Mi dispiace! Sono stato io!" sorrise l'uomo scusandosi.
"Ora?"
"Lo senti ancora?"
"Si!" ripetè Brittany sorridendo quasi commossa.
"Ora cambiamo suono, dimmi se cambia qualcosa."
"E' più basso."
"Si. Ora varieremo il volume delle due cuffie. Dimmi da quale orecchio percepisci piu suono?"
Brittany rimase qualche secondo ad ascoltare per poi scuotere la testa.
"E' normale, non preoccuparti. Dovrai farci l'abitudine."
"Ora cosa senti?"
"E' un beep intermittente."
"Bene. Molto bene." sorrise l'uomo per poi avvicinare un piccolo microfono a Santana.
"Prego."
"Posso?" chiese Santana poggiando la mano sul microfono.
"Mi sentirà?"
"Proviamo." sorrise il medico.
Santana prese un lungo respiro per poi guardare Brittany e sorridere.
"Sono Santana Lopez." cominciò lentamente Santana guardando Brittany sorridere "Sono qui per il servizio pubblico.".
Brittany rimase in silenzio, con la bocca spalancata, per qualche istante.
"E' la prima cosa che ti ho detto... Abbiamo un po' da recuperare..."
Brittany annuì velocemente per poi scoppiare in lacrime, troppo emozionata.




   
 
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