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Autore: asyouwishmilady    02/01/2014    1 recensioni
Dopo il sortilegio di Peter Pan (3x11), gli abitanti di Storybrooke perdono la memoria per la seconda volta. Emma, l'unica ad essere riuscita ad andarsene dalla città in tempo, torna alla sua vecchia vita a Boston, nuovamente ignara di essere la Salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro e la madre di Henry. Dopo un sogno particolarmente realistico, però, le torna in mente tutto. Dove saranno Henry e gli altri? Saranno ancora in questo mondo? E come sarebbe riuscita a salvarli?
Scrivere questa fanfiction è l'unico modo che ho per sopravvivere fino a Marzo. Spero che aiuti anche voi ad uccidere l'attesa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Image and video hosting by TinyPic  «Chiudi il becco» ringhiai, cercando di concentrarmi. Lui doveva  venire con me, non poteva lasciarmi sola in un mondo che  conoscevo a malapena. E io non potevo lasciare solo lui, anche se  sapevo che se la sarebbe cavata benissimo. Volevo stare con lui,  perché mi distraeva con le sue battutine da pirata e con quel suo  sorriso diabolicamente contagioso.

 Avvicinai con cautela la mano alla sua fronte, ed osservai, con  meraviglia, una scintillante luce azzurra fuoriuscire dal mio palmo.

 Uncino mi sorrise debolmente, prima di serrare gli occhi,  irrigidendosi «Pensi che farà male?»

 «Lo scopriremo presto» ridacchiai, prendendolo in giro. Mi faceva  tenerezza, dolorante, con gli occhi stanchi, e il labbro insanguinato.

 Lo avrei aiutato comunque, anche se non sarebbe venuto con me.
 
Perché era la cosa giusta da fare. E perché lo amavo.

 Lentamente, spostai la mano verso il basso, insistendo sulla zona  del torace, fino a raggiungere i piedi. Entrambi increduli,  assistemmo all’inspiegabile guarigione delle sue ferite: le occhiaie  sparirono, insieme alla taglio sul labbro e all’intenso dolore alle  costole.

 Dal modo in cui mi osservava mentre lo guarivo, così  intensamente, così dolcemente, mi rendevo conto di quanto mi  amasse. Io temevo solo che non sarei mai stata in grado di  restituirgli tutto quell’amore.

 «Fantastico» mormorai, ancora sorpresa, mentre mi rimettevo in  piedi.

 «E’ incredibile, Emma, tu hai un dono» sorrise Uncino, entusiasta,  rialzandosi «Sto benissimo, anche meglio di prima»
 
 Feci schioccare la lingua e scossi la testa «Spero non te ne  approfitterai troppo»

Il suo volto andò a scurirsi, ma non gli diedi il tempo di ribattere.
«Com’è stato possibile? Come sapevi che avrebbe funzionato?» domandai d’un fiato, ancora perplessa: avevo sempre creduto che in questo mondo non ci fosse magia.

Lui si strinse nelle spalle e, divertito, cercò il mio sguardo «Non lo sapevo. Ho solo sperato che, visto che sei la salvatrice, i tuoi poteri fossero così potenti da costituire un’eccezione»

«E se non avesse funzionato?» domandai più a me stessa, che a lui.

Sorrise e si voltò di spalle, senza rispondere. Ma io sapevo che non avrebbe mai lasciato che io morissi, sapevo che avrebbe escogitato un qualche piano B. Era un pirata del resto, pensai, affettuosamente.

«Quanto credi che ci metterà Ariel?» gli chiesi, in tono neutro. Dovevamo sbrigarci: ogni minuto era prezioso.

«Se Pan non si dovesse intromettere, un paio d’ore. Altrimenti, chi può dirlo? Giorni, settimane, forse mesi. Magari non tornerà mai»

Cosa? Non poteva dire sul serio.

Incrociai le braccia al petto «Sei positivo, vedo» commentai, poi, sarcasticamente.

Ridacchiò e mi accarezzò bramosamente la guancia «Conosco Pan, dolcezza. Nel frattempo, noi due potremmo divertirci un po’»

Ignorandolo, scostai la sua mano e mi voltai. Mi rifiutavo di credere alla sue parole.
Non potevo permetterlo. La mia famiglia era, ogni giorno che passava, sempre più vicina alla fine. Non avrei perso la speranza, non a quel punto.

«Lei tornerà» sussurrai, stringendo i pugni «E, a quel punto, distruggerò quello stupido ragazzino»

***

Ero appoggiata a quella sponda da un tempo indefinito, in attesa di quella sirena. Avevo visto il sole sorgere e tramontare almeno un milione di volte, ma di Ariel nemmeno l’ombra. Avevo pensato e ripensato alle parole di Uncino.

“Chi può dirlo? Giorni, settimane, forse mesi. Magari non tornerà mai”. Mi resi conto, solo allora, che non mi stava prendendo in giro, che quello non era solo un trucchetto per distrarmi.

E se Pan l’avesse uccisa? Non li avremmo mai raggiunti.

Serrai la mascella. Non dovevo perdere la speranza. Dovevo credere che sarebbe tornata, proprio come Mary Margaret e David avevano creduto in me.

Se fosse servito a qualcosa, sarei stata appoggiata a quella sponda per anni ed anni. Non avevo paura di aspettare, avevo solo paura di perdere ancora la mia famiglia. Mio figlio.

Tirai un calcio alla nave. Questa non era la migliore possibilità che potevo dare a Henry, questa era una condanna.

«Non prendertela con la Jolly Roger, Swan» udii la voce di Uncino alle mie spalle.

«Lasciami sola» ringhiai, stringendo la presa sulla sponda consumata.
Sapevo di essere inavvicinabile in quei giorni, ed ero davvero dispiaciuta per come lo ignoravo, ma come potevo fare altrimenti, sapendo che la mia famiglia era in pericolo? Ero completamente impotente.

«Emma…» esordii lui, ma io lo interruppi immediatamente. Non avevo voglia di sentire le sue chiacchiere e le sue smancerie, non ora. Ci sarebbe stato tempo per quello, una volta messa in salvo la mia famiglia.

«Quanto tempo è passato?» domandai, fredda, senza voltarmi verso di lui.

«Un mese, splendore» rispose allegramente, mentre si posizionava accanto a me. Come poteva essere tanto di buonumore?

Mi voltai di scatto verso di lui, e mi trattenni a fatica dal prenderlo a pugni «Non c’è niente da ridere, idiota che non sei altro»

Corrugò la fronte, divertito, e si avvicinò di un passo «Oh, veramente sì»

Che cosa stava dicendo? Lo avrei buttato in mare, se non l’avesse piantata con quel suo stupido humour da pirata alcolizzato.

Alzò la mano buona a mezz’aria, a pochi centimetri dal mio viso e, quando l’aprì, lo vidi. Il motivo per sorridere. La nostra salvezza. Chiaro, splendente. Un fagiolo magico.

Glielo strappai di mano e lo strinsi avidamente «Dove l’hai trovato?»

«L’ho trovato sotto il letto. Qualcuno deve averlo messo lì prima del sortilegio» fece, in tono serio «Qualcuno che sapeva quello che sarebbe successo»

«Tremotino» biascicai, fissando l’oceano.
Effettivamente, era nel suo stile. Come quando mi aveva fatto trovare la pergamena con l’inchiostro magico, nella sua vecchia cella. Lui sapeva ogni cosa, sapeva che avrei trovato Uncino, che avrebbe ritrovato la memoria, e che mi avrebbe portata sulla Jolly Roger.
Esattamente come sapeva che sarei arrivata a Strorybrooke per spezzare il sortilegio di Regina. Ora toccava a me.

«Sbrighiamoci» lanciai il fagiolo ad Uncino che, nel frattempo, si era diretto al timone.

«Comincia ad ammainare le vele, Swan. Sei sola e ci metterai più tempo» ordinò, ed io eseguii senza pensarci. Normalmente lo avrei mandato al diavolo, riflettei, ma in quel momento non mi importava altro che attraversare il portale e raggiungere mio figlio.

Presi a tirare le corde consumate della nave, con tutta la forza che avevo in corpo.
Henry, sto arrivando.
Finito un lato, corsi dall’altro, facendo lo stesso. Le braccia mi facevano male, ma non m’importava: dovevo salvare la mia famiglia, loro credevano in me e io non li avrei delusi.
Una volta terminato il mio lavoro, mi chinai, cercando di riprendere fiato.

«Ottimo lavoro, Swan. Saresti un pirata perfetto» mi urlò Uncino dal timone «Adesso vieni ad aiutarmi qui»

Con le gambe che mi tremavano dalla fatica, lo raggiunsi, domandandomi d’un tratto perché lui non fosse tornato nella Foresta Incantata con gli altri. Non poteva essere un caso: ci doveva essere un motivo per cui Tremotino aveva fatto in modo che ciò accadesse. Senza Uncino non avrei trovato né la nave, né il fagiolo magico. Ma perché? Tremotino ed Uncino non andavano esattamente d’accordo.

«Avrai tutto il tempo per mangiarmi con gli occhi, bellezza» sorrise Uncino, compiaciuto, rendendosi conto che lo stavo fissando.
«Adesso, concentrati» si fece improvvisamente serio, prima di lanciare il fagiolo nell’oceano.

Nel punto esatto dove era atterrato il fagiolo, andò a formarsi un’enorme voragine scura, che girava violentemente su sé stessa. Il portale, il passaggio che mi avrebbe condotto dalla mia famiglia.

Uncino prese a girare il timone, finché la nave non andò a sistemarsi nella direzione esatta che ci avrebbe diretti alla voragine.
Io, con il vento che mi soffiava tra i capelli, non potevo smettere di sorridere. E, quando posai gli occhi su Uncino, mi resi conto che lui provava lo stesso.

Non sapevo perché era così determinato ad aiutarmi, ma gli ero davvero riconoscente. Attraversata da un incomprensibile moto d’affetto, mi avvicinai a lui e lo cinsi da dietro, mentre continuava a controllare il timone.

Arrossii perché era una delle cose più imbarazzanti che avessi mai fatto, e perché mi faceva sentire la sciocca adolescente che ero stata, ma con una differenza: ora non ero più sola.

Quando mi staccai, mi resi conto che Uncino stava sorridendo, sereno. Ero sollevata che non avesse commentato quel mio stupido gesto, ed ero certa che gli avesse fatto piacere.

«Non vorrei sconvolgerti troppo, principessa» gridò per sovrastare il forte rumore delle onde, mentre ci avvicinavamo sempre di più al portale «Ma credo proprio che noi due formiamo una bella squadra»

«L’hai già detto» gli diedi una gomitata, fingendomi seccata.

«Ah, allora ti ricordi»

La nave si inclinò verso il basso ed attraversammo il portale, ignari di quello che ci avrebbe aspettato dall’altra parte.


Oh! Ce l'abbiamo fatta! Premetto che mi scuso se a volte sono un po' sbrigativa, ma non vorrei che la storia diventasse troppo lunga... Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto! Spero anche che abbiate notato un cambiamento nel comportamento e nei pensieri di Emma... Non aggiungo altro per ora. Cosa accadrà quando arriveranno nella Foresta Incantata? Gli altri staranno bene? Come farà Emma a spezzare il sortilegio ed a liberarsi di Pan? Aggiornerò il prima possibile :) Grazie di aver letto!
Claudia
   
 
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