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Autore: horjzon    03/01/2014    13 recensioni
Mi girai ad osservare i cancelli chiusi dietro di noi e solamente in quel momento capii di aver fatto davvero la cosa giusta.
Non avevo alcun’idea di cosa mi aspettava là fuori (e se lo avessi saputo prima, forse non ci avrei neanche provato) nel mondo che avevano scelto al mio posto, che mi avevano sottratto fin dalla nascita. Non sapevo come avrei affrontato tutto questo. Era una decisione pazza, un po’ folle, ma di una cosa ero certa, questo era un nuovo inizio.
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IN REVISIONE - SOSPESA (per ora)
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Condition of the Time

Erano le due di notte, era passata mezz’ora da quando avevamo superato i cancelli.
 
La situazione davanti a noi era la stessa che avevamo nel percorso da Haywire a Suicidal: una lunga, infinita strada e sempre dritta. Ma c’era una grossa differenza: non era deserta ma piena di cadaveri appesi per il collo ai due bordi selle strade. A quella vista mi ero spaventata a morte soprattutto quando un cadavere penzolava in mezzo alla strada e il suo corpo strisciò lungo tutta l’automobile. Vidi il suo volto, le sue ferite, era una visione terribile.
La cosa più sconcertante era il numero dei corpi a bordi della strada, sembravano infiniti e non vi erano solamente corpi di persone adulte, anche di bambini e neonati. I loro visi erano rivolti tutti verso la strada e mettevano una grandissima soggezione. In quel momento la paura, tristezza e l’angoscia si fecero vive in me. Forse, adesso, capivo il vero significato della voce del blocco. Era una cosa terribile e straziante.
Dopo il piccolo e breve momento d’esaltazione per aver superato i cancelli di Suicidal, Zayn, alla vista dei cadaveri, aveva incominciato ad urlare dei nomi disperato, probabilmente erano i nomi di alcuni dei cadaveri. Sembrava che stesse per impazzire. Aveva le lacrime agli occhi. Aveva tentato di aprire la portiera per andare a salvarli ma Harry aveva chiuso l’auto all’interno in modo che non potesse uscire dalla vettura. Erano, molto probabilmente, degli abitanti di Suicidal e tra di loro c’erano delle persone da lui conosciute. Urlava dicendo che doveva uscire per salvarli, che non erano ancora morti e che lo guardavano per chiedergli aiuto. Si sentiva in colpa perché era ancora vivo mentre molte delle persone a lui care erano lì fuori, morte forse anche da anni, appese per il collo. Poi dopo minuti interminabili dove feci di tutto per calmarlo, finì di urlare e non proferì più parola e, in generale, tutta la situazione nell’auto si calmò.
 
Iniziai a pensare al perché di quei cadaveri, il senso di appenderli nella strada fuori dai cancelli della città. Non mi ci volle molto per trovare la risposta. Quei cadaveri erano stati messi in modo tale che, se qualcuno riuscisse a scappare da Suicidal alla vista di essi, specialmente di quelli di persone a lui conosciute, impazzisse e, magari per la disperazione, si togliesse la vita. La reazione che aveva avuto Zayn a quella vista ne era la prova.
 
Nell’auto regnava il silenzio, fatta eccezione per il CD che era riprodotto nello stereo dell’automobile.
Harry era concentrato sulla strada davanti a se per non rischiare di frenare all’ultimo, visto i precedenti ed io avevo un gran sonno, ma per colpa dell’adrenalina a mille non riuscivo a chiuder occhio anche se, dovevo ammettere, che i sedili della vettura erano davvero molto comodi.
 
«Harry, tutto a posto?» chiesi preoccupata per lui. Stava iniziando a perdere colpi per via della stanchezza che si stava facendo sentire, teneva gli occhi troppo spalancati, probabilmente per accertarsi di tenerli aperti e rimanere sveglio.
 
«Sì, non preoccuparti» disse cercando di tranquillizzarmi ma con scarsi risultati. Era palese che era molto stanco. Teneva le mani ben salde sul volante, intento a non lasciarlo neanche per un secondo, come se tenerlo in quel modo potesse servire a rimanere sveglio. Stavo per proporgli di fare cambio quando qualcuno mi precedette: Zayn
 
«Se vuoi Harry, possiamo fare cambio.» chiese innocentemente. Finalmente dopo interminabili minuti di silenzio aveva parlato. Naturalmente io non gli avrei mai permesso di guidare, non per essere scortese o per altri motivi, ma avevo paura che prendendo il controllo dell’auto, in caso di un altro attacco di panico causato dai cadaveri appesi lungo la strada, potesse combinare qualche pazzia.
 
«Ragazzi state tranquilli, non preoccupatevi, sto benissimo. Non ho sonno e poi non abbiamo tempo da perdere.» disse tutto d’un fiato, quasi arrabbiato.
 
«In realtà abbiamo tempo, eccome.» l’auto s’illuminò all’improvviso. La luce proveniva da dietro, più precisamente da Zayn «Abbiamo 24 ore prima che i cancelli delle prossime città si aprano» disse con voce ferma e calma, non lasciava trasparire alcun sentimento e non sapevo dire se questo era un bene o un male in quel momento.
 
«E tu come fai a saperlo?» dissi girandomi di dietro verso di lui. In quel momento vidi che in mano aveva una torcia che era puntata verso qualcosa che aveva nella mano sinistra, sembrava un libro. Così curiosa aggiunsi «che cos’è quello che hai in mano?»
 
«Questo?» disse alzando il libro. Annuii con il capo. «Questo è il “Condition Of the Time” non so se anche da voi a Haywire si chiama così.. Comunque in questo libro sono segnati i giorni e gli orari dell’apertura dei cancelli di tutte le città dalle alte mura, più informazioni sulle varie città e sulla popolazione che non vive in città come le nostre» sgranai gli occhi. Non poteva essere vero, il “Condition of the Time” era uno dei documenti massimi delle città dalle alte mura. N’ esisteva uno solo in ogni città, ed, era tenuto sotto controllo in una stanza con delle telecamere in modo tale che nessuno potesse impossessarsene o, in caso contrario, essere riconosciuto e punito a dovere per l’atto commesso. O almeno questa era la situazione ad Haywire. Non sapevo come lo proteggessero in Suicidal, ma sono quasi sicura che, anche lì, se qualcuno provasse a rubarlo, ci sarebbero delle pene terribili. Io e Harry ci guardammo per un attimo terrorizzati e, per quello, gli domandai tremante e piena di paura «e… e tu.. c-come hai f-fatto ad averlo? Dove l’hai preso!» Stavo temendo il peggio.
 
Se lo aveva rubato significava che probabilmente delle pattuglie di Suicidal che stavano inseguendo e con un’alta probabilità ci avrebbero presi e rispediti nelle nostre città e questo non so cosa avrebbe significato per Zayn ma per me e Harry avrebbe significato quasi sicuramente morte certa.
 
«Non so come funziona da voi ma, a Suicidal, è tenuto custodito da un “Portante” ossia una persona, in genere è la moglie o il marito di un cittadino di Suicidal con un’alta carica e che è fedele alla città. Semplicemente mia madre è il “Portante” visto che mio padre è il capo della polizia della città. » disse con nonchalance. Mi sentivo svenire. Eravamo fregati, tutti. Spalancai gli occhi. «Oh ma non preoccupatevi. Non è mica l’originale, è una copia.» appena disse ciò io e Harry tirammo un sospiro di sollievo. Non mi ero nemmeno accorta che avevo trattenuto il respiro fino a quel momento.
 
«Vedete, mia madre è una persona un po’ sbadata e spesso lo lasciava in giro per casa. Io a scuola seguo, o meglio, visto che ora sono scappato da Suicidal, seguivo un corso particolare di storia, dove parlavano delle altre città diverse dalle città dalle alte mura, come Londra, che sono sicuro che conoscete, New York che si trova negli USA, Roma, Milano in Italia, insomma le città normali. Comunque più seguivo quel corso e più volevo andare via da Suicidal. Inoltre i programmi TV avevano un loro peso, visto che trasmettono programmi provenienti dalle città diverse dalle nostre. Vedete, sapere che ci sono luoghi completamente diversi dalle città dalle alte mura, dove ci sono delle regole da rispettare, è vero, con anche delle sanzioni, ma sicuramente le pene non sono essere bruciati in un rogo, oppure essere costretto, all’età di  trent’anni a suicidarsi in una piazza su un palco, davanti a tutta Suicidal, per “IL BENE DI SUICIDAL!”» disse enfatizzando sarcasticamente le ultime parole, fece una smorfia « come punizione per essere stati un gruppo ribelle chissà quanti anni prima che nascessi. Sapere che ci sono luoghi dove puoi esprime tranquillamente il tuo pensiero, che può essere differente da quello di un’altra persone, senza essere punito con punizione estreme mi ha fatto desiderare scappare da qui. Per questo quando trovavo in giro il “Condition of the Time”, prima di far notare a mia madre che lo aveva lasciato in giro, lo prendevo e fotocopiavo o riscrivevo le pagine. Voi non avete idea di quante cose ci tengono nascoste.» si stava sfognando e capivo benissimo quello che provava.
 
Seguivo anche io quel corso. Naturalmente del mio hanno seguivo solo io quel corso. Mi era molto comodo perché serviva per dei punti bonus che andavano a compensare i voti finali delle altre materie.
 
«Anche io seguivo quel corso a Haywire» disse Harry. Mi rimisi seduta composta sul sedile e mi girai verso di Harry sbalordita.
 
«Anche io!» dissi. Harry si girò un attimo verso di me, anche lui con una faccia sbalordita, per poi tornare subito a guardare la strada.
 
«io.. io pensavo di essere l’unico di tutti gli studenti di Haywire a seguirlo..» disse palesemente incredulo. «.. non posso crederci.» alzando le braccia e lasciando il volante con le mani per poi sbatterle su di esso.
 
«Anche io lo pensavo fino a qualche secondo fa.» dissi incrociando e braccia al petto. Subito dopo aggiunsi «perché frequentavi quel corso?»
 
«Ti ricordi quel uomo un po’ anziano che con un carro cercò di sfondare i cancelli ma morì al primo impatto con esso?» annuii. Me lo ricordavo alla perfezione.
 
Era il 11 settembre 2002, era un giorno normalissimo a Haywire era l’ora libera, dove i cittadini di Haywire potevano circolare liberamente per le strade della città. Ero mano per la mano con mia madre quando qualcuno urlò «UN UOMO CON UN CARRO ARMATO VUOLE SFONDARE I CANCELLI DI HAYWIRE!» Tutti cambiarono rotta in quel momento, compresa mia madre, per dirigersi verso i cancelli e vedere cosa stava succedendo. Arrivati lì un uomo sulla sessantina stava parlando ai cittadini. Non ricordavo con precisione quello che aveva detto, insomma avevo pur sempre 7 anni, ma mi rimasero impresse queste parole «Voi non avete idea di quante cose ci tengono nascoste e non solo a noi cittadini di  Haywire ma a tutti gli abitanti delle città dalle alte mura! Il gesto che sto per compiere, se andrà a buon fine è per voi, per la vostra libertà!» e detto questo salì sul carro armato e prese velocità fino a schiantarsi contro i cancelli che, invece di muoversi, cedere o minimo rompersi, rimasero immutati. Rimanemmo lì a fissare tutti quella scena per minuti interminabili, poi qualcuno entrò nel carro armato e ci diede la notizia che l’uomo era morto.
 
«Bene, quel uomo era mio nonno.» la mia bocca si spalancò, non potevo crederci «Ovviamente saprai che dopo l’accaduto vennero delle truppe in ogni casa ad esaminare se c’erano stati dei riscontri o problemi e soprattutto per evitare ribellioni. Fu lì che un uomo mi propose di seguire quel corso. Quel gesto di mio nonno mi aveva sbalordito, scioccato e anche distrutto. E quindi accettai e all’età di 8 anni iniziai quel corso. In più a scuola avevo dei voti molto alti e questo corso me li faceva solo aumentare.» disse tranquillamente mentre ascoltavo con attenzione il suo racconto. Mi dispiaceva tanto per Harry. Se a me, che non avevo niente in comune con quel uomo, il fatto accaduto mi aveva scioccato non oso immaginare l’effetto devastante che poteva aver avuto su Harry. «E tu? Perché lo frequentavi?» disse tranquillamente. In tutto quel discorso Zayn non aveva proferito parola. Avevo notato che era un ragazzo molto taciturno, sempre sulle sue.
 
«Come hai detto tu, dopo l’accaduto con.. tuo nonno.. le truppe vennero ad esaminare i riscontri che aveva procurato e io ero rimasta colpita da quello che era accaduto e un uomo mi propose questo corso, più che una proposta era un’imposizione, a me questo corso me lo hanno imposto, a differenza tua Harry.» il silenzio calò di nuovo nella vettura. Potevo sentire i cervelli di Harry e di Zayn fare rumore per i tanti pensieri che probabilmente avevano scatenato le nostre rivelazioni. Poi tutto d’un tratto Harry parlò.
 
«Credo che mio nonno avesse letto il “Condition of the Time”»
 
In un primo momento quell’affermazione mi spiazzò, completamente ma poi, quando incominciai a ragionare non potevo che essere più d’accordo con Harry. Le  parole “voi non avete idea di quante cose ci tengono nascoste” pronunciate da suo nonno prima di morire erano le stesse che aveva usato Zayn qualche minuto prima. Ma volevo confermare la mia teoria quindi stavo per fargli una domanda quando Zayn, per la seconda vola in poco tempo, mi precedette di nuovo.
 
«e perché credi questo?»
 
«Perché mio nonno prima di entrare nel carro armato e morire aveva fatto un discorso e aveva detto “voi non avete idea di quante cose ci tengono nascoste ” . Sono le stesse identiche parole che hai usato tu qualche minuto fa e tu sei a conoscenza della maggior parte delle cose scritte lì dentro, no?» questa era la conferma.
 
«Beh, a questo punto, tutto è possibile» disse Zayn semplicemente.
 
In quel momento mi venne in mente un’idea.
 
«Zayn hai carta e penna da qualche parte?» Harry fecce una faccia un po’ confusa ma continuava a tenere gli occhi aperti, anche se con qualche difficoltà, e incollati alla strada
 
«Sì, perché?» disse anche lui confuso.
 
«Prendile e basta. Fatto?» avevo usato un tono un po’ troppo dura ma così ero sicura che non avrebbe protestato e infatti, dopo vari rumori di cerniere, mi arrivò subito una conferma da parte sua.
 
«Bene, passameli subito. Harry accendi la luce dell’auto.» dissi con voce autoritaria Zayn mi passò un blocco di carta e una penna mentre Harry accese la luce. «Zayn ogni quanto si aprono i cancelli di Suicidal?» chiesi subito «Ogni due mesi, il giorno 11» Trovai una posizione comoda per scrivere e iniziai.
 
Haywire
Apertura cancelli:
una volta ogni due mesi, il giorno 10. Ore 21:35.
 
Arrivo ai blocchi dopo due ore (23:35)
 
Arrivo nella città di Suicidal in un quarto d’ora (23:50)
 
Suicidal
Apertura cancelli:
una volta ogni due mesi, il giorno 11. Ore 1:30
 
 
Guardai soddisfatta quello che avevo scritto sul foglio.
 
«Bene ho scritto precisamente tutti gli orari del nostro viaggio fino ad ora. Penso che gli scriverò tutti. Non si sa mai.» strappai il foglio dal blocco che Zayn mi aveva dato e lo misi dentro un piccolo cassetto nell’auto di Harry per poi restituirglielo. Abbassai lo sguardo e vidi un altro pezzo di carta e grazie alla luce riconobbi cos’era. Mi piegai e, con qualche difficoltà vista la cintura di sicurezza, lo presi in mano.
 
«Zayn, io e penso anche Harry, vorremmo ringraziarti per averci indicato l’orario dell’apertura dei cancelli a Suicidal.» dissi sorridendo, anche se lui non poteva vedermi. Naturalmente avevo fatto un collegamento al fatto che lui avesse letto il “Condition of the Time” e che voleva scappare da Suicidal.
 
«è vero, grazie mille Zayn. Senza quel foglio con lo strano messaggio non saremmo qui ora. Certo che hai fatto una cosa un po’ azzardata, lo poteva vedere chiunque quel foglio, però ci hai aiutato molto.» aggiunse subito dopo Harry.
 
«Scusate ragazzi ma di che cosa state parlando?» disse. Quello che stava facendo non era per niente divertente, odiavo la gente che faceva finta di non sapere di che cosa stavamo parlando. Anche se dovevo ammettere che era molto convincente il ragazzo a giudicare dal suono confuso che aveva assunto la sua voce.
 
«Del foglio che hai lasciato sulla nostra macchina a Suicidal, Zayn.» e glielo porsi.
 
«Guardate che non sono stato io a lasciare questo sulla vostra auto, non è neanche la mia scrittura! È troppo bella per essere la mia!» disse per sdrammatizzare.
 
«Zayn, smettila di dire stronzate!» se ne uscì Harry abbastanza alterato «e tu Amerisia spegni sta cazzo di luce dell’auto» senza fiatare spensi immediatamente la luce. Sembrava molto arrabbiato, complice sicuramente la stanchezza. «Ci hai seguiti fin da quando abbiamo messo piede in Suicidal, ci hai osservato sempre e poi, anche se eri a lavoro, ti abbiamo incontrato in quel bar. Ci hai sempre squadrato, volevi già fuggire e quindi sapevi già sicuramente quando si aprivano i cancelli di Suicidal. In più hai letto il “Condition of the Time” dove ci sono scritti tutto gli orari di apertura di questi cancelli e tu, adesso, mi vieni a dire che non sei stato tu a scrivere quel messaggio?» si poteva capire benissimo che Harry era molto nervoso, in effetti lo ero anche io.
 
«No, non sono stato io. E se avessi voluto dirvi l’orario dei cancelli ve lo avrei detto io direttamente! Davvero, dopo tutto quello che avete fatto per me non vi mentirei mai!» a qual punto sbiancai completamente.
 
«Aspetta un momento.. Quindi se non sei stato tu a scriverlo, allora chi è stato?» dissi
 
Harry frenò di colpo l’auto. Eravamo davanti a un altro blocco. Erano le 3:30. Harry si girò verso di me, anche lui paonazzo in volto. Nell’auto era calato un silenzio carico di tensione.
 
«No-non lo s-so» disse Harry con la voce tremante. Adesso era palese, qualcun altro sapeva che eravamo scappati da Haywire e probabilmente ci stava inseguendo.
 
«Che città ci sono?» disse Zayn forse per cambiare argomento e non pensare, almeno per ora, a questo problema.
 
La strada si divideva in altre tre strade, era tutto esattamente come la volta precedente eccetto per i nomi sui cartelli. A destra il cartello indicava Indifferent, al centro Insupportable e a sinistra Helpful.
 
«Bene, dove andiamo?» chiese Harry.
 
Io non avevo idea di dove fosse meglio andare. A Indifferret probabilmente i cittadini ci avrebbero ignorati, in Insupportable credo che ci assillerebbero, visto che una persona è insopportabile quando non ti lascia in pace un attimo, o almeno per me era così, e in Helpful dovrebbero esserci delle persone disponibili, magari anche ad aiutarci. Naturalmente quelle erano dei pensieri fatti in base al fatto che ogni nome corrisponde a una caratteristica, poi poteva essere anche tutto il contrario. È buffo il fatto che a scuola ci facevano studiare le varie città dalle alte mura per poi venire a scoprire da questo viaggio che probabilmente non te le menzionavano tutte visto che delle città incontrate per ora non le avevo mai sentite nominare. È buffo pensare che probabilmente ti fanno studiare solo le città peggiori per farti capire che la tua città è migliore rispetto alle altre. Avevamo studiato War, Warrior per esempio ma mai Helpful o Suicidal. Non credevo che le condizioni delle altre città non nominate siano migliori ma sicuramente una città con il nome Helpful non fa altro che darti speranza. Una luce che proveniva da dietro illuminò l’auto.
 
«In base a quello che c’è scritto sul “Condition of the Time” credo che Helpful sia la migliore.» disse Zayn mi voltai verso di lui e vidi che leggeva il libro. «i cancelli per evade dalla città si aprono alle 16:00 il giorno 11 ogni due mesi. La popolazione è disponibile e socievole, aiuta tutti.» uh, ma guarda, proprio come a Haywire pensai tra me e me quasi ridendo. Ad Haywire nessuno aiutava l’altro se non per trarne un vantaggio personale.
 
«Beh l’orario m’ispira, avremmo tempo per dormire e se sono caritatevoli, meglio per noi, no?» disse Harry con un piccolo luccichio negli occhi, come se dormire fosse la cosa più bella del mondo in quel momento.
 
«Anche per me va bene Helpful» dissi sicura. Quella città con quel nome, non so perché, mi dava senso di sicurezza.
 
Harry si avvicinò al blocco di Helpful e una voce incominciò a parlare.
 
«Benvenuti nel blocco di Helpful, la città dove la carità regna!» quasi mi venne da ridere ripensando alle parole che avevo sentito invece per Suicidal «Se fa parte della città di Helpful la prego di pronunciare la parola d’ordine per entrare nella città. In caso contrario, la prego di schiacciare il pulsante arancione per poi ritirare 5 asse nel portamonete al centro del blocco.»
 
«Questa sì che è una bella notizia! Altro che Suicidal! Forza Amerisia premi quel pulsante e prendi i soldi» disse spruzzando felicità da tutti i pori.
 
«Ma qui c’è scritta la parola d’ordine» disse Zayn, azzardando.
 
«Assolutamente no! Noi siamo dei forestieri e prenderemo quei soldi! Suicidal mi ha sfottuto 1 asse e chissà quanti soldi dovremo spendere ancora. Quindi, Amerisia, gentilmente potresti prendere quei soldi, per favore?» disse Harry enfatizzando il fatto che per entrare in Suicidal aveva speso dei soldi.
 
«e tu hai pure dato dei soldi a una città dove le persone sono costrette a suicidarsi? Io non lo avrei mai fatto, piuttosto avrei sfondato il blocco con le mie stesse mani.» disse Zayn come se aver pagato per entrare in Suicidal fosse un insulto alle persone. E in realtà non aveva torto.
 
Aprii lo sportello e, senza farmi vedere da qualsiasi presunta telecamera, schiacciai il pulsante arancione fosforescente e presi i soldi che caddero dentro il porta monete. Poi mi risistemai e chiusi lo sportello e diedi i soldi a Harry.
 
«Grazie per aver ritirato i soldi forestiero, che la carità, la benevolenza e l’altruismo le siano di compagnia!» e detto questo la sbarra di fronte a noi si alzò permettendoci di continuare il nostro cammino per Helpful.
 
«Oh, queste città mi piace, sì è presentata bene. Almeno non ti dice “che la depressione, la tristezza e l’angoscia le siano di compagnia!”» disse imitando palesemente la vocina che ci aveva presentato Suicidal come la città migliore del mondo nonostante la presentazione era delle peggiori. Scoppiai a ridere.
 
«“Benvenuti nel blocco di Suicidal, la città dove il malcontento regna!”» imitai a mia volta e anche Harry si mise a ridere.
 
«Ragazzi ma che state dicendo?» chiese Zayn.
 
«Prima di arrivare a Suicidal c’era un blocco come quello dove c’era una vocina che ci aveva presentato la tua città in quel modo. Uno spasso unico.» disse Harry continuando a ridere per sdrammatizzare la situazione.
 
«Oh sì, la parte migliore è quando hanno chiesto i soldi ed Harry ha sganciato 1 asse. Dovevi sentirlo.» dissi continuando a ridere.
 
«Io non ho detto niente che facesse così ridere.» disse piccato dentro.
 
«Invece sì. “Fantastico”» dissi iniziando ad imitarlo «“non solo andremo a “Suicidal, la città dove il malcontento regna!”, devo pure pagare 1 asse per entrare una città di depressi che s’impiccano.”» Zayn si mise a ridere.
 
«E dovreste vedere tutte le scenate che fanno prima d’impiccarsi! Prima elogiano per un tempo infinito Suicidal, dicendo quanto sia fantastica e quanto siano onorati di viverci e poi spiegano il motivo per cui si suicidano che, ovviamente, è “PER LA GLORIA DI SUICIDAL!”» disse enfatizzando le ultime parole «e la cosa migliore è che ti fanno pure scegliere il tipo di suicidio che preferisci all’età di 11 anni. Naturalmente tutti si dovranno suicidare prima o poi. Solo se una donna spetta un bambino o se hai una carica massima all’interno di Suicidal puoi scampare ad esso. Come mia madre e mio padre avendo delle cariche importantissime non sono costretti al suicidio però io e le mie sorelle sì. Inoltre ti obbligano a 20 anni a sposarti con qualcuno che la città ha scelto per te e con cui sei costretto a fare almeno due figli prima dei trent’anni. E i figli sono costretti a vedere i propri genitori suicidarsi» disse in tono amareggiato. Pensai che se i genitori facessero un figlio subito a vent’anni quando essi si dovevano suicidare quello ne avrebbe avuti dieci ed erano costretti a vedere la fine dei propri genitori. Era una cosa terribile.
 
«Tu che suicidio avevi scelto» chiese Harry.
 
«Una pallottola dritta al cuore, così da farla finita subito, senza soffrire più di tanto.» disse di botto. «Naturalmente prima di compiere un gesto del genere avrei bevuto tanti di quegli alcolici e poi nel mio discorso avrei detto tutti quello che penso di quella stupida città e avrei dato, per una volta, delle informazioni veritiere ai cittadini per poi un attimo prima di suicidarmi lanciare la mia copia del “Condition of the time”. Giusto per finire in bellezza.» disse tranquillamente, come se parlare del proprio suicidio sia una cosa normalissima. Per quanto mi riguardava, nell’udire quel racconto e tutte quelle cose su Suicidal mi si raggelò il cuore. Com’era possibile che delle persone, degli esseri umani, capaci di provare sentimenti, avessero il coraggio d’imporre a delle persone una cosa del genere? Cos’avevano in testa quei pazzi dei nostri antenati ancora non lo avevo capito e per me questo rimarrà per sempre un mistero.
 
«Ragazzi guardate!» i cancelli della città di Helpful si aprirono e finalmente entrammo nella città.
 
Era notte fonda ormai e delle luci illuminavano le strade. Harry guidò fino ad un parcheggio.
 
«Bene puntiamo una sveglia per le 8:00 e dormiamo. Zayn puoi prendere delle coperte? Sono sotto i tuoi piedi.» disse mentre programmava la sveglia sulla radio dell’auto.
 
Zayn ci passò delle coperte e ce le sistemammo addosso. Finalmente potevamo dormire. Dopo esserci scambiati la buona notte chiusi gli occhi e caddi immediatamente in un sonno profondo.


BUON ANNO A TUTTI!
Scusate il ritardo, volevo pubblicarlo l'1 gennaio ma ho avuto degli imprevisti.
Vorrei ringraziarvi per le tantissime reensioni del secondo capitolo, sono solo 13 ma per me sono tantissime, voglioi ringraziare anche tutti quelli che hanno messo la mia storia tra le ricordate, le preferite e le seguite. siete tantissimi!
Molti per messaggi privati mi hanno chiesto perchè non scrivo precisamente quando aggiorno e ho deciso di rispondervi qui. Non lo faccio semplicemente perchè non lo so neanche io. Io scrivo i capitoli ad impulso. Di questa storia so già la fine, ce l'ho in mente da quando ho pensato di scriverla ma non so di preciso lo svolgimento. Certo ho dei punti prestabiliti nella storia ma niente di più.
Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso. Vengono spegate molte cose e fa cappire da dove è nata la loro voglia di scappare dalle loro città.
Bene, mi raccomando, per favore, recensite in tanti e fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e della storia in generale. Per me è davvero molto importante.
Grazie ancora a tutti. Alla prossima!
  
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