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Autore: 921km    03/01/2014    3 recensioni
«Pensi davvero di poter scappare per sempre?» Domandò la più giovane delle tre, Cerridwen, la più vecchia annuì cupa facendo rabbrividire Hazel.
«Posso provarci» rispose lei ostentando sicurezza, le tre donne risero maligne.
«Ti troveremo ovunque tu vada, non sei stanca Hazel? Vieni con noi e ti offriremo l’immortalità» disse melliflua Heget.
«No grazie, stò bene così» Louhi affilò lo sguardo e parlò per la prima volta da quando le tre erano comparse.
«Vedi Hazel come ci è stato facile entrare in casa tua? Potremmo benissimo farlo con tutte le persone che ti sono vicine, quel ragazzo ad esempio?» domandò la più vecchia avvicinandosi, la ragazza fece istintivamente un passo indietro, il nome di Stiles le saltò subito in mente.
«I miei amici non c’entrano, se vuoi uccidere qualcuno prenditela con me» Hazel sentì la sua voce più sicura di quanto fosse in realtà.
Louhi sospirò «È bello vedere che ti prendi le tue responsabilità, finalmente, vieni con noi e i tuoi amici saranno al sicuro, oppure puoi scegliere di scappare e seminare morte ovunque andrai».
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Story
 
So many stories of where I've been
And how I got to where I am
But these stories don't mean anything
When you've got no one to tell them
The story – Brandi Carlile


« Beh…» strascicò il ragazzo «questo era strano»
Hazel annuì, ma non rispose, aveva già sentito quella filastrocca tante volte.
«Comunque io sono Stiles» si presentò lui per interrompere l’imbarazzante silenzio.
« Okay» Rispose Hazel assorta mentre fissava lo strano bambino che era tornato a giocare serenamente.
«Riproviamo, io sono Stiles, tu?»
«Io Hazel»
Rimasero in silenzio, Hazel esaminò Stiles, il ragazzo sentendosi fissato, incominciò a squadrarla, per la prima volta lei si sentì in imbarazzo per i suoi capelli arruffati e il suo aspetto trasandato, così decise di fissarsi le All Star bianche.
Quel tipo sa come mettere in soggezione qualcuno, pensò Hazel.
«Ti sei persa?
«No, non mi sono persa»
«E allora dove vivi?» Chiese Stiles per dimostrare di aver ragione.
«Di certo non lo dirò a te, potresti essere un Serial Killer » Rispose dopo un attimo di esitazione.
«Ti sembro un serial killer? Ho davvero la faccia da serial killer?»
Hazel lo squadrò con attenzione un ultima volta.
«Forse giusto un pochino»
«Bene, ma tu hai la faccia di una che si è persa»
«Non mi sono persa!» Sbraitò lei, Hazel era sempre stata una ragazza molto permalosa. Rimasero in silenzio, Stiles si guardò intorno, mentre lei fissava i bambini giocare e senza sapere cosa dire.
«Okay, mi sono persa, ma non persa persa, giusto un pochino»
Stiles sfoderò un sorrisetto compiaciuto e le chiese dove vivesse.
«Non pensi che se lo sapessi ci sarei già andata?»
«Okay, descrivi la casa»
«È fatta di mattoni, ha un portico, la porta ha un ingresso per gli animali, ed ha un giardino» Spiegò lei.
«Per quanto ne so, potresti vivere a casa mia»
«C’è un cipresso in giardino, se questo può restringere il campo»
Il sorriso di Stiles si allargò, quando capì che la ragazza viveva nella stessa via di Scott, dove in ogni giardino c’era un grande cipresso.
«So dove abiti posso accompagnarti, se vuoi»
Hazel si sciolse la treccia di capelli rossi e cercò di pettinarli con le dita per sistemarli il più possibile, quando si accorse di aver peggiorato la situazione si fece un veloce chignon e seguì Stiles che era già più avanti.
Per tutto il tragitto lui non smise mai di parlare e Hazel dovette ammettere di trovarlo divertente.
Quando arrivarono lei riconobbe immediatamente la via e cominciò a guardarsi intorno cercando la villa di suo padre.
«Dovrebbe essere una di queste» annunciò Stiles.
«Credo sia questa, o forse quest’altra…No, è questa qui, ne sono convinta» Disse sicura mentre si avviava verso una casa.
« Hazel…»
« Che c’è Stiles?»
« Lì ci abita il mio migliore amico»
La ragazza alzò gli occhi e osservò la casa di fronte a se, poi il suo sguardo si spostò sulla villa accanto e dalla finestra notò delle tende che riportavano l’enorme scritta a caratteri cubitali “Che la forza sia con te”.
« Si si, la mia è sicuramente quella»
« Belle le tende» affermò Stiles mentre si avvicinava alla casa.
« Davvero?» chiese Hazel sollevando un sopracciglio.
Stiles annuì convinto, poi calò un silenzio che durò un paio di minuti.
« Beh allora ciao» salutò lei per poi correre verso la porta.
« Aspetta, ti lascio il mio numero, nel caso dovessi perderti di nuovo»
« Non ce n’è bisogno, ormai ho imparato la strada»
« Dai te lo lascio lo stesso» esclamò lui strappandole il cellulare di mano per memorizzare il proprio numero.
«Uh, ok grazie» Hazel sorrise e raggiunse la porta. Suonò il campanello e mentre aspettava che suo padre aprisse. Notò che Stiles era rimasto nello stesso punto dove lei l’aveva lasciato.
« Non vai a casa?» chiese curiosa.
« Mi assicuro che tu non abbia di nuovo sbagliato casa»
Lei scoppiò a ridere, gli fece una linguaccia e a quel punto suo padre aprì la porta.
« Ciao Vice Batuf…»
« Ciao papà» Lo interruppe tempestivamente lei.
Si girò un ultima volta per vedere Stiles che si allontanava ed entrò in casa.
« Com’è andato il giro?»
« Mi sono persa ma poi ho ritrovato la strada»
Una volta dentro, Hazel tirò fuori dal freezer una confezione di gelato alla vaniglia e lanciò al padre un pacco delle sue patatine preferite, quelle al formaggio.

«Viva le cene salutari!» Esclamò Dean prima di ingurgitarne una manciata  Dopo mangiato lei salì le scale e si chiuse nella sua camera.

Mentre passeggiava nervosamente per la stanza cominciò a considerare se valesse o meno la pena di fare nuove conoscenze in questa città, convinta che presto l’avrebbe lasciata.
Prese in mano il telefono e fece scorrere la sua scarna rubrica.
Emily
Papà
Pizzeria Corvallis, Oregon.
Pizzeria Lewiston, Idaho.
Pizzeria Winchester, Nevada
Ristorante italiano (Lew.)
Ristorante giapponese (Winc.)
Ristorante Thai (Corv.)

Hazel sospirò pensando che nel suo telefono avesse più numeri di ristoranti delle città in cui era stata che di persone che conosceva.
Stiles.
«Dovrei eliminarlo e non pensarci più» borbottò lasciandosi cadere sul letto.
Cercò di spostare i numerosi peluches, ma più li spingeva ai lati del letto e più la infastidivano.
Esasperata premette il contatto del ragazzo e digitò un messaggio.

Vorresti una ventina di peluches di Star Wars?

Inviò e un istante dopo si sentì tremendamente stupida. Passarono un paio di minuti ed Hazel non ricevette risposta.
Si raggomitolò posò a terra il telefono e inziò a preoccuparsi, infondo non gli aveva scritto chi fosse e non l’aveva neanche salutato.
Si era fatta tanti problemi per scegliere se volesse essere sua amica, ma non aveva considerato l’ipotesi che lui non volesse avere nulla a che fare con lei.
Certo, potrei cominciare una collezione di quei cosi.
P.s. Sei Hazel vero?

Hazel si sentì molto sollevata nel ricevere una risposta e ancor di più nel sapere che finalmente si sarebbe liberata di quei mostriciattoli.
Perfetto, vuoi anche un procione impagliato, per caso?

Dopo qualche istante il cellulare squillò, lei rispose subito, ma non ebbe nemmeno il tempo di parlare che la voce di Stiles le inondò le orecchie.
«Un procione impagliato Hazel, davvero?»
«Ciao Stiles»
«Davvero Hazel? Davvero?»
«Guarda che è anche un temperamatite»




Hello boys!
No, non siamo morte, chiediamo scusa per l'enormissimissimissimo ritardo. Posteremo il capitolo a 3 recensioni e promettiamo di essere più puntuali.
Baciozzi,
Martina e Nicole,
921km




 
  
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