Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Levy94    04/01/2014    1 recensioni
Nithael è un angelo. Era un angelo.
Un unico errore l'ha reso un Caduto.
Ora vive sulla Terra, tra umani e demoni, senza potersi nemmeno considerare degno di vivere.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Salve!

Ora cambiamo prospettiva :3

Spero di non confondere nessuno...

 

 

 

 

Pov Gadriel

 

Essere mezzo demone non mi è mai stato molto d'aiuto.

Per prima cosa, non risulto simpatico alla maggior parte degli umani. In più i demoni puri mi evitano per il mio essere “mezzosangue”.

Gli angeli nemmeno si degnano di scendere dalla loro casetta sulle nuvole, ma se mi incontrassero penserebbero male di me persino loro che sono così accondiscendenti e generosi con tutti.

Ma di certo non posso lamentarmi della mia vita. Ho tutto quello che posso desiderare e, se mi manca qualcosa, basta chiederlo a mio padre.

Lui è un demone puro.

So per certo che tutta questa ricchezza è dovuta a traffici di dubbia legalità. Ma lui è un demone, se qualcuno lo scoprisse gli basterebbe usare alcuni dei sui poteri di persuasione, nonché aprire il portafogli.

Ultimamente, però, in casa si sente sempre la solita solfa: devo iniziare a comportarmi da demone invece che fingermi umano.

E mio padre ha preso la cosa sul serio.

Mi porta alla maggior parte degli incontri con i suoi amici e colleghi, dice che mi sta cercando di abituare al suo mondo.

Anche oggi.

Un suo amico e socio in affari, Lecktis, ha bisogno di discutere di lavoro. Ovviamente dovrò essere presente anche io.

La facciata del locale dove entriamo sembra quella di un comune hotel, forse con un po' troppo di lusso per la zona malfamata in cui si trova. Eppure gli umani che lavorano per la polizia e istituzioni simili non passano a controllare. Merito di mazzette e magari qualche potere occulto.

Il proprietario è un uomo che già conosco, anche se solo di vista. Ancora abbastanza giovane per avere già a mano un posto simile, ma credo sia solo perchè qualcuno gliel'ha affidato. E non sembra affatto cavarsela male. A quanto ho capito gli affari vanno molto bene ultimamente.

«Ho sentito che è grazie a una “merce rara” che questo posto va così bene. È vero?» si informa mio padre.

Lecktis annuisce. «Un Caduto, più raro di così non credo che esista altro!»

«Come avresti fatto a trovarlo? Sono almeno mille anni che uno di quei “piccioni” non si fa cacciare dalla loro casetta sulle nuvole.»

«Chiamiamola fortuna. È caduto proprio qui dietro il locale. Doveva essersi spezzato ogni singolo osso del corpo, per non parlare di come doveva essere messo con gli organi interni. Insomma, era mezzo agonizzante. So che quelli come lui guariscono in fretta, quindi ho voluto fare più in fretta e l'ho portato dentro.», l'uomo sghignazza sadico, «Da quel giorno è diventato mio, che lo voglia oppure no.»

Entrambi iniziano a ridere. Li imito solo per sembrare normale. Sinceramente non me ne frega un cazzo della sfiga che ha avuto quel Caduto. Se è stato cacciato ci sarà un motivo, quindi non vedo la ragione per avere pietà di lui.

«Quanti clienti riesce a fare in una settimana?»

«Anche una dozzina. Guarisce in fretta e non può morire, si può avere anche la mano pesante con lui. A volte si lamenta, certo, ma non ci vuole molto a fargli abbassare la cresta.»

Mio padre sorride. «Sembra proprio un tipo interessante.»

Gli occhi di Lecktis hanno un guizzo. Qualcosa di non ben identificabile gli è appena passato per la testa. «Ti faccio un'offerta, così, tra soci. Un'ora con il Caduto completamente gratuita. Se ti soddisfa, in cambio chiedo un po' del tuo “supporto economico”. Diventeresti, come dire, uno sponsor. Sai, ho anche delle spese per tenere in piedi questo posto...»

 

 

 

Pov Nithael

 

Anche se sono uscito all'alba, non ho dormito nemmeno un minuto. A parte quella patetica prigione in cui sono rinchiuso la notte, non ho altro posto in cui riposare. Anche se di solito mi accontento di un angolo asciutto in un qualche vicolo abbastanza buio. Ed è quello che faccio anche oggi.

Mi rintano come un verme in un angolo della strada, cercando di scaldarmi con i pochi vestiti che ho addosso. Per fortuna siamo vicini alla primavera, non dovrò patire il freddo ancora per molto.

Mentre la città inizia a svegliarsi, finalmente mi addormento.

 

Probabilmente non ho dormito più di tre ore. Mi ha svegliato la fame, lo stomaco non fa che brontolare e farmi male dai crampi. Giusto, l'ultima pasto decente che ho ingerito è finito nello scarico del bagno questa notte.

Mi rialzo, intorpidito dal freddo e metto una mano in tasca, alla ricerca dei pochi soldi che mi ha dato il demone. Li conto. Sono davvero pochi ma dovrebbero bastare, almeno per oggi.

Dopo aver mangiato qualcosa inizio a stare meglio, sento anche meno freddo di prima. Cerco qualche altro angolo dove dormire un altro paio di ore. Mi addormento di nuovo, sperando di non svegliarmi mai più.

 

Ovviamente le mie speranze vanno a farsi fottere.

Il solo pensiero che tra non molto dovrò tornare da Lecktis, mi chiude lo stomaco. Rinuncio alla cena e inizio a vagare senza meta tra le vie affollate della città. Le persone non mi vedono, non mi considerano. Meglio così, se mi guardassero negli occhi sentirebbero il mio odio.

Nonché la mia paura. Paura di tornare, paura di provare altro dolore, paura di tutto quello che mi aspetta.

Raggiungo la mia prigione prima del tramonto. È una delle regole: libero durante il giorno, rinchiuso dal tramonto all'alba.

Subito Lyra mi viene incontro. È una delle poche persone di cui mi fido. Anche lei è una vittima, qui dentro. Lecktis l'ha presa con sé il giorno stesso in cui ha trovato me. Il fratello si era sommerso fino al collo di debiti di gioco, poi aveva scelto la strada del suicidio, lasciando a Lyra l'onere del pagamento. Erano troppi soldi, così ha dovuto scegliere se pagare il debito nel modo in cui fa ora o suicidarsi lei stessa. Ha deciso di vivere, anche se questa è una vita di merda. Lei è fortunata, un giorno se ne potrà andare via di qui.

«Meglio se vai a prepararti. Lecktis ha ospiti.» mi dice soltanto. Poi se ne va, anche lei è molto richiesta, di solito non abbiamo nemmeno il tempo di parlare in questa prigione.

Cerco di non pensare troppo, come ogni volta. Non devo pensare che tra poco verrò usato e pestato.

Non pensare. Spegni il cervello, butta via le emozioni.

Sei solo un oggetto.

 

 

 

 

 

 

Salve di nuovo!

Piccola postilla sui nomi dei personaggi:

Nithael è il nome di un angelo custode (non me lo sono inventato u.u);

Gadriel è un nome alternativo del demone Azazel (non ho scritto male “Gabriel”, lo giuro), usare il nome originale sarebbe stato come usare un demone già esistente, così mi limito a usare un nome alternativo;

Lecktis è un nome che mi sono inventato di sana pianta.

Detto questo, il prossimo capitolo è già a buon punto, mi manca poco :3

 

Alla prossima!

  
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