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Autore: asyouwishmilady    04/01/2014    2 recensioni
Dopo il sortilegio di Peter Pan (3x11), gli abitanti di Storybrooke perdono la memoria per la seconda volta. Emma, l'unica ad essere riuscita ad andarsene dalla città in tempo, torna alla sua vecchia vita a Boston, nuovamente ignara di essere la Salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro e la madre di Henry. Dopo un sogno particolarmente realistico, però, le torna in mente tutto. Dove saranno Henry e gli altri? Saranno ancora in questo mondo? E come sarebbe riuscita a salvarli?
Scrivere questa fanfiction è l'unico modo che ho per sopravvivere fino a Marzo. Spero che aiuti anche voi ad uccidere l'attesa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La Jolly Roger atterrò con un enorme tonfo, nel mare cristallino della Foresta Incantata. Fummo entrambi sballottati per diversi istanti, prima che la nave si assestasse. Forse fu proprio questo il motivo per cui fui colpita da un intenso e lungo capogiro, che rischiò di farmi perdere l’equilibrio e cadere a terra. Uncino mi afferrò, appena in tempo, per un braccio.

«Sei fuori allenamento, Swan?» ridacchiò, tornando a guidare il timone.

Mi appoggiai alla sponda della nave, cercando di ricompormi «Un anno che non faccio la salvatrice, e non so più nemmeno stare in pie…»
Quando alzai lo sguardo, mi ritrovai di fronte allo spettacolo più meraviglioso a cui avessi mai assistito: la vera Foresta Incantata, questa volta viva, abitata.

Nonostante il suolo e gli alberi fossero ricoperti da uno spesso strato di neve bianchissima, il cielo era di un azzurro incredibilmente forte, e gli uccellini canticchiavano, indisturbati, i loro motivetti allegri.
Un enorme castello in pietra dominava l’orizzonte, collegato al bosco da un lungo ponte, anch’esso innevato.

Quello che vedevo non aveva niente a che fare con la desolata Foresta Incantata che avevo conosciuto.

«Beh, che ne pensi?» mi domandò Uncino, distrattamente, mentre ci avvicinavamo alla riva.

«Non sembra un posto pericoloso» riflettei, senza staccare gli occhi dal paesaggio.

Fece spallucce e mi sorrise «Sì, questo è tipico di Pan, in effetti»

«Dove possiamo trovare Henry e gli altri?» chiesi, con gli occhi puntati sul castello che mi trovavo di fronte.

Quello era il palazzo dove ero nata. Ci ero stata con Mary Margaret, una volta, ma ora sembrava completamente diverso. Sembrava pulito, felice, magico.
Chiusi gli occhi e pregai che la mia famiglia stesse bene. Li avrei riabbracciati presto, e poi avrei distrutto quel ragazzino.

«Difficile a dirsi… Ma direi di provare a cercarli al castello: prima abitavano lì. Possiamo solo sperare che Pan non li stia tenendo prigionieri»

Pan, quel piccolo bastardo. Il solo pensiero delle sue luride mani di nuovo su Henry, mi causò un conato di vomito.

«Soffri il mal di mare, dolcezza?» domandò Uncino, preoccupato, voltandosi verso di me «Siamo quasi arrivati»
Pochi minuti dopo, la nave attraccò, e scendemmo velocemente nella fitta foresta.

Mi chiesi distrattamente come avremmo fatto ad orientarci: ogni angolo sembrava uguale, e la neve non aiutava.
Continuai, senza pensarci, a seguire Uncino, che teneva in mano una vecchia bussola: sembrava deciso sulla direzione da prendere. E io mi fidavo di lui.

Non scambiammo una parola per tutto il tragitto, anche perché stare in piedi era già abbastanza difficoltoso, con tutta quella neve per terra.

Nel bosco regnava un silenzio pacifico ed angosciante al contempo. Era normale che non ci fosse un’anima viva?
Distratta dai miei pensieri, urtai Uncino, che nel frattempo si era fermato.

«Tesoro, anch’io ho trascorso un anno senza essere un pirata, ma non inciampo ogni tre metri» si voltò verso di me e, mi sollevò il mento con due dita «Siamo arrivati»

«Fantastico, direi» un gigantesco sorriso, andò a disegnarsi sul mio volto. Henry.
Mi diressi velocemente verso quel ponte di pietra che, fino a qualche ora prima, mi era sembrato lontano anni luce, proprio come la mia famiglia.

Dietro di me, potevo sentire gli stivali di Uncino affondare nella neve candida. Dovevo ancora capire perché lui fosse con me. Non che mi dispiacesse, ma sapevo che non poteva essere un semplice caso. Tremotino non avrebbe lasciato nulla al caso.

Giungemmo alla porta del castello, pattugliata da due guardie vestite in modo piuttosto eccentrico. Favole.

«E voi chi siete?» domandarono minacciosi, puntandoci contro le loro spade appuntite.
E se fosse stato un trucchetto? E se lavorassero per Pan?

«Chi siete?» ringhiò quello di sinistra, di nuovo.

Strinsi i pugni. Ne avevo abbastanza: se avessi dovuto affrontare Pan immediatamente, lo avrei fatto senza esitare.
«Mi chiamo Emma Swan. Sono qui per salvare la famiglia. E…» mi voltai verso Uncino, che stava in piedi accanto a me «Lui è Killian Jones. E’… E’ con me»

Lo udii ridacchiare e gli tirai una gomitata alle costole. Mondi diversi, solito idiota.
Le due guardie si scambiarono un’occhiata incredula e si sfilarono gli elmetti, inchinandosi di fronte a noi.

«Benvenuti, signori. Vi prego, seguiteci» spalancarono il grande portone d’ingresso e ci fecero strada all’interno del castello.

«Ci aspettavano?» mormorai, cercando di non farmi sentire dalle guardie.

«Non lo so, ma è strano. Non hanno nemmeno minacciato di uccidermi: insomma… Sono pur sempre un pirata» fece Uncino, guardandosi attorno.

Il castello era incredibilmente sfarzoso, con la gigantesca scala dorata che accerchiava il salone d’ingresso. Prima che potessi analizzare altri dettagli, fui distratta da una voce.

«Loro sono qui, signori» mormorò la guardia, in tono solenne.

E poi la udii, quella voce tanto familiare, la squillante voce di mia madre «Davvero?!»
«Emma!» la vidi corrermi incontro, in lacrime, per poi stringermi in quell’atteso abbraccio, così sospirato da sembrare irreale.

Mi staccai da lei, per guardarla negli occhi: aveva i capelli lunghi, qui, ed indossava un vaporoso abito bianco. Era stupenda, una
principessa.
Continuammo ad osservarci, incredule, piangendo e ridendo contemporaneamente.

«Emma» sentii la voce di mio padre, e corsi a salutare anche lui, che mi posò immediatamente un affettuoso bacio sulla fronte. Sembrava passato un secolo dall’ultima volta che li avevo abbracciati. Ora sapevo di non essere sola, non più.

«Dov’è Henry?» domandai, asciugandomi le lacrime. Avvertii la mano di Uncino accarezzarmi la schiena, e notai che David non batté ciglio a riguardo. Strano.

Mia madre mi prese per mano «In un posto sicuro. Regina e Tremotino lo proteggono e, ah, c’è anche Bae… Ehm, Neal»
Neal. Ero felice che fosse con Henry. Almeno, sapevo che non era stato solo ed abbandonato per tutto il tempo.

«E’ piuttosto risentito» aggiunse mio padre, da dietro di noi. Risentito? Perché?

Mary Margaret, notando la mia espressione, rispose alla mia domanda tacita «Sai, Emma, per tutta questa storia di te e Uncino. Non è facile per lui»

Cosa? Come diavolo facevano a sapere che io ed Uncino, insomma, ci stavamo frequentando?

«Ah, e ciao, Uncino» mia madre si girò verso di lui e gli sorrise affettuosamente.

Killian le fece un cenno ed andò a cercare lo sguardo di David che, però, teneva la testa bassa.

«Ed eccoci arrivati» sussurrò Mary Margaret, prima di bussare ad un’enorme porta di ferro «Regina! Sono arrivati!»

Pochi istanti dopo, la porta si spalancò magicamente e mi trovai di fronte a mio figlio.
Le mie gambe mi portarono automaticamente da lui, e lo strinsi più forte che potevo.
Stava succedendo davvero. Ero lì, con lui. Non lo avrei lasciato mai più. Mai più.

«Mamma» lo sentii mormorare. Io, tra le lacrime, presi il suo volto e lo guardai dritto nei suoi occhi castani.

«Sono venuta a salvarti. Non ci separeremo mai più, te lo prometto»
Mi sorrise, fiducioso, e mi strinse ancora una volta. Ero in paradiso. La mia famiglia era finalmente unita.

Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano ed alzai lo sguardo. Sobbalzai quando scorsi Regina, Tremotino e Neal.
Regina indossava un appariscente abito nero con il colletto alto, ed aveva i lunghi capelli neri raccolti una coda sopra la testa. Regina cattiva. Non così cattiva. Le sorrisi e lei ricambiò immediatamente.

Spostai lo sguardo su Tremotino e sussultai quando mi accorsi di quanto fosse diverso. Non assomigliava nemmeno lontanamente al Signor Gold.
La pelle era scura, e sembrava fatta di squame. Gli occhi erano grandi e strabuzzati. I capelli erano spettinati, i denti erano storti ed ingialliti.

«Cosa c’è, cara? Mi trovi diverso?» domandò, ad un tratto, ridacchiando. Aveva uno strano modo di parlare. Ma adesso le priorità erano altre. Evitai lo sguardo di Neal che, notai, era rimasto praticamente identico all’ultima volta che l’avevo visto, abiti a parte.

«Cosa devo fare?» domandai, con la mascella contratta.

«Ma quanta premura, signorina Swan!» sogghignò

«Sì, ho premura, e allora?» bofonchiai «Non sono venuta qui per prendere un the»

Si avvicinò a me, e mi accarezzò la guancia con le sue mani ruvide. Scorsi Uncino irrigidirsi alle mie spalle.
«Che ti piaccia, oppure no» Tremotino gesticolò ampiamente «Dovrai aspettare ancora»

«Dimmi di più. Cosa dovrò fare per liberarmi di Pan?»

Si strinse nelle spalle e si avvicinò al mio viso, ridacchiando «Soltanto il bacio del vero amore può rompere il sortilegio»

«Devo baciare Henry?» domandai, ricordando quello era successo a Storybrooke.

«No, mia cara. Quello era il vecchio sortilegio. Vecchio sortilegio… Vecchia soluzione! Nuovo sortilegio… Nuova soluzione!»

«E quale sarebbe?» digrignai i denti.

«Tu eri la Salvatrice per quel sortilegio. Serve una nuova salvatrice. Per spezzare il nuovo sortilegio!» cantilenò, camminando per la stanza.

«E allora perché sono qui?» domandai, scoraggiata.

Tremotino si avvicinò e mi posò una mano sul volto «Perché tieni in grembo la nuova salvatrice, mia cara»

Cosa? No.

«Non sono incinta!» sbottai, arrossendo. Era imbarazzante parlarne di fronte a mio figlio e ai miei genitori.

«Certo che sì!» poggiò delicatamente le dita ruvide sul mio addome «Il prodotto del vero amore. Posso sentirlo. Tutto quello che dovrai fare sarà baciare la piccola, appena sarà nata»

No, non poteva essere. Non ero pronta per questo. Mi voltai, disperata, verso Uncino: sembrava sbigottito, ma continuava a sorridermi, rassicurante. Quindi lui era il mio vero amore?

«Perché avrei lasciato che il pirata ti seguisse al di là del confine, altrimenti, signorina Swan?»

Presa da un nuovo capogiro, mi aggrappai a Mary Margaret.

Non ero pronta per tutto questo.


Ta daaan. Sconvolti? Spero in senso positivo. Il capitolo è un po' più lungo del solito perché c'erano molte cose da dire. Spero di aver descritto bene la location e i personaggi. Siamo quasi giunti alla fine della storia: mancheranno due o tre capitoli al massimo. Quindi la salvezza è la figlia di Emma e Uncino? Emma, però, non sembra pronta ad avere un altro figlio, e Pan starà davvero a guardare senza fare nulla? Lo scoprirete presto!
Claudia
   
 
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